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Autore: Martysquit    16/02/2015    1 recensioni
Cosa succederà nell'ambasciata quando Cecilia attuerà il suo piano? e soprattutto cosa succederà se le due vittime prescelte sono Ninì e Thomàs?
Dalla storia:
"Piano Cupido terminato con successo" si ritrovò a pensare prima di addormentarsi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ninì Gomez, Tomas Parker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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GIORNI NO E PICCOLI CUPIDI

-Chama, dobbiamo far mettere insieme quei due! E per farlo ci serve un piano geniale!- esclamò picchiando il pugno sul pavimento di legno del rifugio. Il fratello la guardò rassegnato e dopo un’ alzata di spalle si rimise a giocare con il meccano. Ormai erano giorni che Cecilia stava cercando un’idea per far tornare la pace tra suo padre e Ninì. Come sempre, quei due, avevano avuto una violente litigata, per una questione banalissima, che però stava durando più del previsto, anche se entrambi sapevano bene che non potevano fare a meno l’uno dell’altra; per questo i due piccoli si erano mobilitati con diversi piani d’azione che però non erano andati a buon fine ed ora si erano ritrovati a doversi nascondere nella soffitta per evitare l’ennesima punizione. 
Ormai erano ore che stavano lassù e tra poco sarebbero dovuti scendere per la cena, il morale dei due era a terra quando improvvisamente … -ho trovato!!!- esclamò Cecilia saltando dalla sedia su cui era seduta facendo così spaventare a morte il fratellino. -Vedrai Chama, questa volta ce la faremo! Ora ascolta ben quello che dico e, se non commettiamo errori, otterremo un risultato favoloso- ….


Per Ninì era stato decisamente uno di quei giorni No: quelli in cui vorresti solo andare a dormire e lasciarti alle spalle tutti i casini che ti sono successi durante le ore passate, quelli in cui i guai sembrano non finire mai e tutta la forza che avevi in corpo sembra sparita nel nulla … ed era proprio così che si sentiva mentre si strascinava stanca e bagnata dalla testa ai piedi, lungo i corridoi dell’ambasciata per arrivare finalmente al suo amato lettuccio, nella casa del nonno. In quella giornata le erano capitate proprio di tutti i colori a partire dalla nottata del giorno prima quando, a causa di un incubo, non aveva chiuso occhio e nel momento in cui, la mattina dopo, era riuscita finalmente a prendere sonno, la sveglia aveva suonato a tradimento facendola cadere dal letto e pertanto facendola arrivare in ritardo a lavoro dove, per la centesima volta, aveva litigato con Tomàs e con la strega prendendo poi la colpa, per non parlare del caffè che Carmen le aveva accidentalmente versato a dosso e, novità degli ultimi 5 minuti, del tubo dell’acqua che esplodendo, mentre annaffiava il giardino, le aveva fatto il bagno procurandogli il raffreddore e anche qualche linea di febbre.
Il suo cellulare vibrò, riportandola alla realtà, mentre attraversava il salone principale lasciando una scia d‘acqua al suo passaggio; tirò fuori l’apparecchio, meravigliandosi di come potesse ancora funzionare dopo il bagno subito, lo aprì guardando velocemente il display. “che vorrà adesso” -pronto..- -pronto Ninì, vieni subito in camera di papà, è un’emergenza!- rispose allarmata la bambina, -Cecilia??!! Che cosa succede?? Cecilia mi senti??- “pazzesco ha attaccato! E ora cosa sarà successo??” si chiedeva la ragazza mentre faceva marcia indietro correndo verso le scale, cercando di non scivolare.

Intanto dall’altro lato del telefono …
-Allora com’è andata? Ci è cascata?- chiese Chama impaziente di sapere l’esito della telefonata, -è andato tutto come previsto.. Ora nascondiamoci! Il piano Cupido è ufficialmente iniziato- rispose mentre entrambi si nascondevano dietro al mobile posto nei pressi della porta, pronti a far scattare la Fase Due.


Ninì correva nel corridoio avvicinandosi sempre più a quella maledettissima camera, non voleva darlo a vedere ma era davvero preoccupata soprattutto perché Cecilia non le aveva detto cos’era successo. Prese un bel respiro preparandosi mentalmente al peggio, con una spinta decisa aprì la porta, entrò in camera e si bloccò..  quando si era preparata al peggio non aveva di certo pensato a questo! Tomàs era a petto nudo, steso sul letto che la guardava come se fosse pazza e forse tutti i torti non li aveva, dato che lei era entrata come una furia, senza bussare, in una camera che non era la sua, bagnata dalla testa ai piedi e che ora se ne stava lì impalata con la bocca aperta. Prese un bel respiro cercando qualcosa di intelligente da dire ma, per qualche strana ragione, la bocca gli si era impastata e un atroce mal di testa aveva fatto la sua comparsa insieme a brividi di freddo. -Scusa …- disse infine mentre sul suo viso si facevano spazio tutte le gradazioni di rosso esistenti sulla terra. Tomàs che fino a quel momento non si era mosso, si alzò di scatto dal letto e si diresse verso l’ospite indesiderato pronto a scatenare la sua furia, -Ninì, esigo immediatamente che tu te ne vada dalla mia camera! Non ti è bastato il litigio di stamani?!- urlò mentre abbassava la maniglia per poi bloccarsi di colpo vedendo che la porta non si apriva. 

Al di là della porta intanto..
Una chioma bionda correva lungo il corridoio dei dipinti, seguita dal fratello, in mano, teneva ben stretta la chiave di una porta …
-Ora dovranno far pace per forza! E fino ad allora non usciranno da lì! Parola di Cecilia Parker- esclamò al bimba, felice che il suo piano  avesse funzionato.


Riprovò qualche altra volta ma non ottenendo i risultati sperati si girò ancora più furioso verso la ragazza, -Ninì, ti ordino di aprire subito questa porta!-, -Éh? Lei è pazzo, io non ho fatto niente! E poi la prego non urli così che non mi sento tanto bene!- rispose mentre cercava di appoggiarsi al muro. -Certo ora fai anche la vittima!  Sei entrata in camera mia, senza bussare e senza darmi una spiegazione decente e sarei io il pazzo??-
Ma la ragazza non lo ascoltava più, la testa sembrava scoppiarle e la stanza aveva cominciato a girare furiosamente, tanto da non capire più qual’era il pavimento e quale il soffitto, di colpo tutto divenne nero e le gambe cedettero. Se non fosse stato per i riflessi di Tomàs sarebbe sicuramente caduta, fatto sta che l’ambasciatore era riuscito a prenderla e ora la teneva stretta tra le sue braccia, accorgendosi solo in quel momento che era completamente bagnata e le bruciava la fronte, segno che aveva la febbre alta, “allora non stava mentendo” si disse, maledicendosi mentalmente, “E ora che faccio? Deve togliersi questi vestiti bagnati, se no peggiorerà solo la situazione, ma da sola non ci riesce … Devo chiedere aiuto! Aah, ma la porta è bloccata! Chi ci ha giocato questo scherzo farà i conti con me!!-.
Si diresse lentamente verso il letto e ce la adagiò sopra, mentre lui si diresse in bagno per prenderle un‘aspirina con un bicchiere d‘acqua, tornato si rimise accanto a lei e le fece prendere la medicina. Il respiro di lei si faceva viavia più rapido e la temperatura saliva, il medicinale ci avrebbe messo un po’ a fare effetto e non poteva lasciarla in quelle condizioni, doveva davvero spogliarla e se non poteva chiedere aiuto, avrebbe dovuto farlo lui.
Cercò allora di svegliarla per avere il suo consenso.. -Ninì, Ninì, mi senti? Ti devo togliere i vestiti, se no prenderai la bronchite, e noi non lo vogliamo vero?-, la ragazza, per tutta risposta, sdrusciò la testa sul suo braccio, segno che l’uomo considerò d assenso e ricominciò a dormire.
Tomàs fece un bel respiro e cominciò la sua opera, temeva di svegliarla perché, vedendo la situazione, avrebbe sicuramente frainteso e il solo pensiero di poterla perdere lo mandava in crisi, non avrebbe mai permesso a nessuno di portarla via, lui la amava ma aveva paura che il loro amore fosse impossibile per questo cercava di allontanarla ma, puntualmente, tornava e si riprendeva il suo cuore.
Le tolse le scarpe, i pantaloncini e la canottiera facendola rimanere in biancheria intima (un completino nero di pizzo).
Il cuore dell’ambasciatore accelerò i battiti, non si era mai trovato davanti ad una meraviglia del genere e saperla nel suo letto non aiutava di certo il suo autocontrollo.
La alzò delicatamente mentre scostava il lenzuolo, la riadagiò e poi con cura la coprì, stando ben attento a non farle prendere freddo. Ecco aveva finito! “missione compiuta” pensò mentre si preparava a trascorrere la notte nella vasca da bagno (non poteva dormire con lei! Anche se gentile, rimaneva pur sempre un uomo) ma una mano lo tratte. Il suo cuore perse un battito mentre si voltava preparandosi ad essere ucciso ma quando guardò il gli occhi della ragazza vi lesse solo una cosa. Amore. -Resta con me stanotte, non te ne andare- disse flebilmente, segno che la febbre stava scendendo, -Pensavo che mi avresti ucciso- -A quello penserò domani mattina, ora sono troppo stanca. Ti prego resta- -Non mi devi pregare. Io voglio stare con te- le disse posandole un dolce bacio sulle labbra per poi andarsi a stendere accanto a lei, abbracciandola forte. Ninì si sentiva in paradiso e per questo avrebbe dovuto ringraziare quelle due piccole pesti, che le avevano giocato quel brutto tiro.

“Piano Cupido terminato con successo” si ritrovò a pensare Cecilia, prima di addormentarsi. 
  
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