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Autore: ayame90    17/02/2015    3 recensioni
Lettera di una figlia al padre ormai scomparso da tempo e a cui ha ancora tanto da dire.
Rachel è ormai arrivata al Policlinico Universitario di Chicago, ha iniziato a lavorare al pronto soccorso e finalmente comprende cosa ha spinto il padre a restare così a lungo al pianterreno di quell'ospedale.
Lo comprende perchè ora lo vive ogni giorno, e ne è felice.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mark Greene, Rachel Green
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ad Alessandra, una delle mie migliori amiche,
che anche se lontana mille miglia c'è sempre per me.
Sono fortunata ad averti incontrata e spero che resteremo sempre ottime amiche


CARO PAPÀ



Caro papà,
non so bene cosa scrivere su questo foglio, ma ci proverò.
Sono passati tanti anni da quando te ne sei andato e non ho mai provato a parlarti come sto facendo ora. Ti ho pensato, è vero, ma non mi sono mai fermata a parlare con te e adesso sto scrivendo questa lettera. Non ho mai considerato questa eventualità ma trovo che adesso sia il momento adatto, questo perchè finalmente io ho capito cosa significasse per te fare il medico.
Vedi papà, anch'io ho frequentato Medicina ed ora sto finendo la turnazione del tirocinio prima della laurea, e il mio ultimo turno è proprio al pronto soccorso, il tuo pronto soccorso.
Sono passati tanti anni da quando ci sono entrata l'ultima volta e molte cose sono cambiate: le attrezzature, i medici, le infermiere (o almeno qualcuna; Haley è sempre lì sai? Mi racconta tanto di te e credo che mi abbia preso sotto la sua ala perchè è sempre ben disponibile con me) ma una cosa non è cambiata, e quella è l'atmosfera!
Quando ero piccola e tu mi portavi al lavoro con te non riuscivo a rendermene pienamente conto, ma sentivo che appena varcata quella soglia c'era qualcosa di strano nell'aria, e la stessa sensazione è riaffiorata in me quando sono tornata lì qualche settimana fa. Non so bene come descrivertela però mi piace!
Finalmente ho capito cosa ti spingesse ad amare tanto il tuo lavoro, quell'ospedale che spesso e volentieri ti teneva lontano da me e dalla mamma.
Molte volte ho odiato quel posto e la tua professione, molte volte mi sono detta che non avrei mai fatto il medico, e invece eccomi qui: con un camice bianco e uno stetoscopio, il tuo stetoscopio.
Me l'ho dato il dottor Carter quando l'ho visto qualche giorno fa prima che ripartisse, per Parigi credo. Lui lo ha conservato per tutti questi anni, non se ne è mai separato nemmeno durante la sua permanenza in Africa, ma adesso lo ha ceduto a me e ne sono contenta. Ora il dottor Carter è ripartito di nuovo, ma io invece sono rimasta qui. Chicago è la città dove sono nata e dove ho passato la mia infanzia, è la città dei ricordi che ho con te e non voglio perderla.
Voglio ricostruire il rapporto che avevo con te papà, quando io avevo solo sei anni e tu eri assistente al Policlinico, sarà impossibile, è vero, ma voglio provarci e lo scrivere questa lettera può essere un buon inizio, non trovi? Ora continuerò quest'impresa con il mio lavoro al pronto soccorso.
Il primo giorno è stato frenetico: mai un attimo di respiro o un attimo di tranquillità, sempre a correre fra i box e la sale emergenza, da un paziente ad un altro. Però a fine giornata, anche se ci sono arrivata stanca morta, ero felice.
Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo dai medici ed è come se me la insegnassi tu, perchè sono gli stessi medici che hanno imparato dai tuoi insegnamenti; il dottor Morris, per esempio, lui ha imparato dal dottor Carter a cui tu hai insegnato moltissimo, ed ora lui sta insegnando a me. Tu sei ancora lì papà, non te ne sei mai andato in realtà. Anche i pazienti si ricordano di te, proprio l'altro giorno è arrivato un signore e sentendo il mio nome mi ha chiesto se per caso conoscevo il Dottor Green. Gli ho risposto di sì, felice e orgogliosa.
Oh! Il cellulare ha appena suonato papà. Era la dottoressa Banfield, il nuovo capo del pronto soccorso, c'è appena stato incidente e vuole più medici possibili al policlinico. Devo andare ma credo che ci rivedremo presto, direi fra più o meno 20 minuti, il tempo di arrivare e varcare la soglia del pronto soccorso.
A presto papà.

Con affetto,
Rachel
                                                                  



Note Autore:
Questa storia è stata scritta di getto ieri sera, è venuta così come la vedete. Era da molto che volevo scrivere qualcosa su E.R. e in particolare sul dottor Green, il personaggio preferito di una delle mie migliore amiche, a cui la dedico con tutto il cuore. Questa è per te Ale! <3 :)

La lettera è ambientata in un momento successivo alla fine della serie, quando Rachel arriva al pronto soccorso per iniziare il suo tirocinio.
Di solito sono più prolissa nelle note, ma stasera a quanto pare sono a corto a parole, perciò vi auguro buona serata e spero che la lettura sia stata di vostro gradimento ^_^

Ciao!!! ^^
   
 
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