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Autore: _ToTheMoonAndBack_    18/02/2015    4 recensioni
pensi che sia stato facile per me vivere questi cinque anni senza di te? pensi che sia stato facile andare avanti quando eri fissa nella mia testa? pensi che sia stato facile convivere con il dolore? ogni cosa che facevo mi ricordava te. ogni mattina mi accorgevo quanto fosse triste risvegliarsi e non trovare nessuno accanto a me
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    Non sarà il canto delle sirene che ci innamorerà e nemmeno la mano affilata di un uomo o di una divinità. Non sarà il canto delle sirene in una notte senza lume a riportarci sulle nostre tracce, dove l'oceano risale al fiume, dove si spegne il rumore.




"Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie! Può baciare la sposa." Nella chiesa scoppiò un fragoroso applauso mentre qualche temerario azzardò qualche fischio. Quando Stana si girò lo vide. Le sembrava una visione. Non sapeva se era la sua immaginazione o era veramente lui. Non si vedevano da molti anni. Troppi. Lo osservò a lungo, lui ancora non l'aveva vista. Era arrivato in ritardo come sempre e si era seduto in fondo alla chiesa. Non era cambiato per nulla, sembrava addirittura più giovane. Si concesse qualche altro minuto per guardarlo, quegli occhi le facevano ancora tremare le gambe. Non si era accorta di quanto le mancava finché non se lo era trovato là davanti. Eppure gli aveva fatto cosi male. L'aveva lasciato sul più bello. Lui le stava donando il 'per sempre' e lei era scappata. Quanto le sarebbe piaciuto prendersi a schiaffi per questo. Stavano cosi bene insieme..
"Stana? Ci sei? Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Tamala la risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti. Si era incantata a guardarlo, come sempre.
"Si Tam.. Scusa. Dai andiamo a tirare il riso agli sposi!"
"Oddio ma quello è Nathan! Stana guarda! C'è Nathan!! Non sapevo che sarebbe venuto anche lui, non ci sentiamo da un bel po'.. Andiamo a salutarlo dai" Tamala era euforica, probabilmente l'aveva sentita tutta la chiesa e Stana era rossa per la vergogna.
"Si vai tu intanto, io arrivo tra poco.." voleva parlargli, dirgli quanto era dispiaciuta. Ma aveva paura, aveva paura che fosse arrabbiato con lei, aveva paura che si fosse dimenticato di lei, dopo tutto quello che avevano passato insieme.

"Nathan, ciao! Oddio da quanto tempo non ci vediamo.. Sei qui da solo?" Tamala lo abbracciò impetuosamente e per poco non caddero a terra.
"Tam che sorpresa, non sapevo saresti venuta"
"Potrei dire la stessa cosa signorino." disse Tamala con tono autoritario. I due scoppiarono a ridere.
Stana li osservava da lontano. Cosa si stavano dicendo quei due? Un moto di gelosia la percorse quando li vide ridere. Sapeva che erano solo amici ma non poteva fare a meno di essere gelosa. Era sempre stato così, ogni volta che Nathan parlava con una donna era la stessa storia. La paura che qualcuna glielo portasse via era sempre tanta e alla fine era stata lei a scappare, a lasciarlo con una lettera sul letto dove per anni avevano fatto l'amore. Aveva fatto la codarda ma in quel momento era l'unica cosa che le sembrava giusta, il matrimonio era un passo troppo grande per lei.
                                 

                                   "Non sai quanto mi dispiace ma è meglio cosi.
                                         Ti amo Nathan ma è troppo per me.
                                                   Non ti merito, scusa."



Quelle tre righe scritte velocemente con gli occhi rossi di pianto avevano segnato definitivamente la sua vita. Quante volte avrebbe voluto tornare indietro, aveva addirittura cancellato il suo numero dalla rubrica per non avere tentazioni. Lui l'aveva cercata per mesi, l'aveva chiamata tutti i giorni senza ricevere risposta. Le aveva mandato messaggi pieni d'amore con la speranza che lei cambiasse idea. Le aveva mandato mazzi di rose una volta alla settimana. Poi le chiamate diminuirono, i messaggi erano sempre più disperati e le rose scomparirono. Fino al giorno in cui il telefono di Stana non aveva squillato più. Si era arreso, aveva capito che era meglio cosi, anche se stava morendo dentro, anche se la sua vita non aveva più senso. Se ne era fatto una ragione, l'aveva lasciata alla sua vita.

Nathan ebbe un sussulto e spalancò la bocca. Non era possibile, non poteva essere qui anche lei. Jeff non glielo aveva detto, probabilmente dopo lo avrebbe preso a pugni.
"Nathan tutto bene?" era la seconda volta in pochi minuti che Tamala aveva dovuto risvegliare dalla trance qualcuno.
"Stana.. Non sapevo fosse qui.." disse con un filo di voce. Ecco, l'aveva vista. Adesso non le rimaneva che avvicinarsi o scappare, un'altra volta. Percorse quei pochi metri con una lentezza assurda. Le sembrava di andare incontro al diavolo travestito da angelo. Più si avvicinava e più sentiva l'elettricità tra di loro. Quanto le era mancata questa cosa. Lui la stava mangiando con gli occhi e a Stana tremavano le gambe.
"Ciao Nathan.." disse con voce tremante.
"Stana.." Si strinsero la mano e in quel momento esistevano solo loro. Stana pensò che sarebbe svenuta. Quanto le era mancata la sua mano, quel calore familiare..
"Ehm ragazzi? Se volete vi prenoto una camera!" li interruppe Tamala.
"Tam!" gridarono contemporaneamente Stana e Nathan. Si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Ragazzi, vi stavate spogliando con gli occhi! Siamo in chiesa, contenetevi!" disse la donna mettendosi in mezzo a loro.

Si erano cercati durante tutto il pranzo. Si volevano ma si evitavano. Avevano paura di disturbarsi, di dire cavolate.. Non erano mai stati veramente distanti in quei cinque anni. Erano si lontani con il corpo ma il cuore di uno apparteneva all'altro. Erano legati da un sentimento fortissimo, da un filo che li avrebbe sempre ricongiunti. Erano indivisibili, una cosa sola.
"Stana posso parlarti?" quando si fece coraggio le si avvicinò. Aveva bisogno di lei, anche solo per pochi minuti.

Erano andati in spiaggia, non si erano parlati durante il tragitto, si erano solo osservati timidamente cercando di non farsi scoprire dall'altro.
"Mi sei mancata tantissimo stana." esordì Nathan. "Non so come ho fatto ad andare avanti senza di te. Mi hai lasciato cosi.. Con quel biglietto.. Io ero pronto a tutto, ti avevo chiesto di sposarmi, volevo passare il resto della mia vita con te ma quel biglietto è stata una secchiata d'acqua gelida. Ci sono stati giorni in cui ho creduto che non sarei andato avanti, ho pensato al peggio. Eri tutto per me, eri il mio sorriso, il mio sole, la mia anima. Ti sei presa il mio cuore e te ne sei andata. Ero disperato. Ho stressato Jon e Seamus con i racconti della nostra storia. Alla fine mi hanno mandato a quel paese. Mi hanno detto che avrei dovuto fare tutto per riconquistarti e io l'ho fatto, Dio se l'ho fatto! Ti ho telefonata giorno e notte anche con la scusa più banale, ti ho mandato migliaia di messaggi raccontandoti delle mie giornate senza di te. Mi sono aggrappato a tutto pur di sentire la tua voce ma non ho mai ricevuto risposta. Non sai quanto male mi hai fatto stana, mi hai illuso, mi hai fatto credere che saremmo potuti essere ciò che avevo sempre desiderato e poi sei scappata. Te ne sei andata cosi, lasciandomi piangere per giorni interi."
"Non ero pronta, lo sapevi.."
"Avresti dovuto dirmelo. Mi hai detto di si, hai accettato la mia proposta di sposarmi per poi scappare il mattino dopo. Pensi che sia stato facile per me vivere questi cinque anni senza di te? Pensi sia stato facile andare avanti quando eri fissa nella mia testa? Pensi che sia stato facile convivere con il dolore? Ogni cosa che facevo mi ricordava te. Ogni mattina mi accorgevo quanto fosse triste risvegliarsi e non trovare nessuno accanto a te. Abbiamo fatto l'amore e poi hai fatto i bagagli e te ne sei andata. Mi sono svegliato e al tuo posto c'era quello stupido biglietto con l'anello poggiato sopra. Mi hai fatto passare le pene dell'Inferno e tutto quello che riesci a dire è che non eri pronta? Ma per chi mi hai preso Stana?!" Era incazzato, frustrato, stava piangendo ma non gliene fregava nulla. Lei doveva sapere cosa gli aveva combinato. Doveva sapere tutto. Stana non disse nulla, era troppo impegnata a piangere e a darsi della stupida. "Ti amo. è tutto ciò che devi sapere Stana. Ti amo e basta, non mi interessa cosa mi hai fatto, ormai ho imparato a conviverci."
Stana era incredula. Nathan le aveva appena detto che la amava dopo averle sputato in faccia tutto il male che gli aveva fatto. "Mi ami ancora? Dopo tutto quello che ti ho fatto?"
"Sempre."
Lo abbracciò. Dopo cinque lunghi anni finalmente si sentiva bene. Finalmente era nel posto in cui voleva stare. Le erano mancate quelle forti braccia che la sapevano stringere così dolcemente. Dopo un tempo che le sembrò un'eternità si staccarono.
"Ti va di fare una passeggiata?" chiese Stana.
"Certo!"
Si presero per mano e camminarono al chiar di luna.
"Stana ti ricordi quando siamo andati a Disneyland? Mi avevi comprato quel ridicolo cappello con le orecchie di Pippo"
"Ma se era bellissimo!" rispose offesa Stana. "e tu ti ricordi di quella volta che siamo andati a sciare? Sei caduto come una pera cotta! Non mi scorderò mai quel giorno" disse ridendo.
"Non ridere! Mi sono fatto malissimo .. Sono stato due settimane con il gesso."
"E io sono stata due settimane ad accudirti come un bambino piccolo." Ridevano come ragazzini ricordando i bei momenti passati insieme. "Nath ti ricordi di quella volta in cui volevi farmi una sorpresina in doccia e invece sei caduto?" a quel punto Stana stava piangendo dalle risate.
"Questo non avresti dovuto dirlo. Ti conviene scappare prima che ti prenda e ti faccia il solletico." disse con finto tono minaccioso Nathan.
"No Nath, il solletico no ti prego!" disse mentre correva lontano da lui.
"Sto arrivando Stana!" Quando la raggiunse la abbracciò e iniziò a farle il solletico come promesso. Caddero sulla sabbia e continuarono a ridere.
"Ti prego smettila! Nath ahahah basta dai!"
Ma Nathan non aveva intenzione di smettere. Quando si rese conto che era sufficiente smise e si guardarono a lungo negli occhi. Stana aveva ancora il fiatone.
Si ritrovarono uno sopra l'altro a baciarsi. Dopo cinque anni finalmente potevano fare ciò che più desideravano. "Mi sei mancata cosi tanto stana" le disse sulle labbra prima di baciarla di nuovo.
"Anche tu. Non ho mai smesso di pensarti Nathan. Ti amo, ti amo cosi tanto"
"Quanto mi è mancata la tua pelle delicata. Quanto mi è mancato accarezzarti e coccolarti riempiendoti di baci.  Penso che non ne avrò mai abbastanza."
"Nathan io vorrei sapere se ti va di ricominciare.. Insomma, io sono stata una sciocca ma in questi anni ho capito che non posso stare senza di te. Ogni scelta la facevo pensando a te. Ti amo e non so come sono riuscita a stare senza di te."
"Per sempre?" chiese Nathan con le lacrime agli occhi.
"Per sempre."





saaalve a tutte e ben ritrovate! :')
vorrei fare un ringraziamento speciale al mio caro prof di diritto che con la sua noiosa lezione mi ha permesso di scrivere questa storia :)
un grazie particolare alle mie disagiate nerd che mi sopportano ogni giorno, vi voglio bene girls! 
ma soprattutto, grazie alla "zia" Lella che spreca il suo tempo per correggere le mie pazzie. 

fatemi sapere se vi è piaciuta, a presto! 
- Gia.
  
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