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Autore: Miss Dumbledore    18/02/2015    0 recensioni
“Più un cuore è vuoto e più pesa."
—Augusta Amiel-Lapeyre

Una ragazza ricca e tradita fin troppe volte, sfiduciata e arrabbiata nel profondo nei confronti degli uomini.
Un gigolò che si destreggia fra le donne più facoltose e sole della città usando il suo charme e il suo corpo come fonte di guadagno.
Lei che si sente un involucro vuoto.
Lui una cosiddetta “puttana di alto bordo”.
Come si incroceranno le loro strade? Cosa c'entrano i loro mondi l'uno con l'altro e cosa li ha portati a incrociarsi quando sono solo i soldi ad accomunarli?
Lei, non la classica bella ragazza, una bellezza discreta dai lineamenti particolari.
Lui affascinante, ferino e decisamente gettonato fra le signore; il classico uomo da ormone impazzito.
Lei con un carattere forte e un cuore che sembra essere stato asportato gli fa una proposta.
Superficialità e un viaggio interiore intrapreso dalla porta di servizio s'incrociano per arrivare alla stessa destinazione.
"Aprì gli occhi di scatto e incontrò i suoi, così blu da affogarvici dentro."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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WHO NEEDS A HEART WHEN THERE'S NO ONE TO LOVE?


Più un cuore è vuoto e più pesa.”
Augusta Amiel-Lapeyre



Una ragazza ricca e tradita fin troppe volte, sfiduciata e arrabbiata nel profondo nei confronti degli uomini.
Un gigolò che si destreggia fra le donne più facoltose e sole della città usando il suo charme e il suo corpo come fonte di guadagno.
Lei che si sente un involucro vuoto.
Lui una cosiddetta “puttana di alto bordo”.

Come si incroceranno le loro strade? Cosa c'entrano i loro mondi l'uno con l'altro e cosa li ha portati a incrociarsi quando sono solo i soldi ad accomunarli?
Lei, non la classica bella ragazza, una bellezza discreta dai lineamenti particolari.
Lui affascinante, ferino e decisamente gettonato fra le signore; il classico uomo da ormone impazzito.
Lei con un carattere forte e un cuore che sembra essere stato asportato gli fa una proposta.
Superficialità e un viaggio interiore intrapreso dalla porta di servizio s'incrociano per arrivare alla stessa destinazione.







#O – PROLOGUE ;

sepolcri imbiancati.




Il denaro, del quale si dice tanto male, svolge almeno una funzione benefica: quella di distrarre dalle miserie del cuore.”
Henri Duvernois




Entrò nel salotto del club, sfacciata imitazione di quelli americani e che aveva sempre guardato con sdegno pensando che fossero solo un covo di sepolcri imbiancati che guardavano il mondo con la puzza sotto al naso dall'alto della loro montagnola di soldi al pari di mosche su una pila di sterco.
Un paio di poltrone e due divani messi in circolo attorno ad un tavolino da caffè, quel salottino era stato arredato per il club del libro o le ore del thè delle signore più attempate ed era pressoché inutilizzato, soprattutto il mercoledì mattina. Ad aspettarla seduto su un divanetto a leggere pigramente il giornale c'era un giovane uomo di massimo venticinque anni dai capelli neri e scarmigliati studiatamente, indubbiamente attraente da quello che poteva vedere attraverso la camicia beige con le maniche arrotolate sugli avambracci e dei jeans attillati quanto bastava per far vedere i muscoli in tensione delle cosce delle gambe elegantemente accavallate. Aveva un bel viso, notò quando si voltò verso di lei, probabilmente attirato dal ticchettio dei suoi stivaletti sul pavimento mentre gli si avvicinava. Aveva una bellezza particolare, con grandi occhi blu, non azzurri , ma intensi come il mare dove c'è l'acqua alta. Il collegamento mentale fu immediato, come quando andava da piccola con sua madre in spiaggia e guardava l'orizzonte.
Lui piegò il giornale e lo posò sul divano accanto a sé alzandosi per raggiungerla.
«Buongiorno.» la voce era calda, avvolgente, mentre le porgeva la mano e accennava un sorriso.
Gli strinse la mano con sicurezza e lui ricambiò il suo sguardo.
«Salve, immagino che lei sia Ian..» disse e non aspetto nessun invito prendendo posto su una poltroncina accanto a lei. La studiò qualche istante senza far trasparire nessuna particolare espressione sul viso.
«Sì e lei Amelia.» concluse quelle presentazioni al contrario riprendendo posto sul divano che aveva occupato fino a poco prima, una delle regole, a quanto le aveva spiegato l'ochetta giuliva di cinquant'anni ridacchiando che aveva parlato di lui a sproposito alla festa di beneficenza qualche sera prima sotto un ingente dose di Martini, la regola era niente cognomi, per questioni di privacy.
Poi, dopo un altro Martini e chiacchiere inutili in cui le aveva scucito il nome del baldo giovane, l'aveva accompagnata alla toilette e mentre lei svuotava la sua vescica le aveva lasciato la pochette in mano e lei aveva rubato il numero dal super tecnologico cellulare che le era costato una barca di soldi, ma non sapeva quasi nemmeno usare, quindi figurarsi mettere un codice per lo sblocco.
Da avere il numero e seguire l'idea malsana che le vorticava in testa già da tempo e che quella chiacchierata aveva solo contribuito a riportare in superficie il passo era stato breve.
«Dunque, a quanto ho capito, ha un'offerta per me.» aprì il discorso incrociando le mani in grembo l'uomo con tranquillità, in fondo per lui era routine questa, no?
«Quattrocento, una notte intera.» contrattò freddamente, seduta con naturalezza su quella poltroncina che sapeva di pelle stantia come se non stesse contrattando la sua verginità.
«Briciole, non lavoro un'intera notte per niente.» cercò di inchiodarla con lo sguardo magnetico.
Lei lo studiò per qualche istante, non facendo trasparire nessuna emozione se non un certo fastidio.
«Non sopravvaluto la mia verginità, stia tranquillo, infatti io parlavo dell'anticipo.» spiegò con un gesto spazientito della mano.
«Interessante.. e la cifra finale?» si sistemò meglio sul divanetto, protendendosi leggermente verso di lei.
«Altri 400, la mattina dopo.»

Le puttane non vengono pagate per fare sesso, ma per andarsene.”
«Mi sembra un'offerta ragionevole.» annuì.
«Le condizioni sono semplici: si fa a modo mio, te ne vai la mattina dopo senza domande e deve rimanere tutto in quella stanza,» chiarì rigidamente. «mi sei stato caldamente consigliato, spero non siano soldi sprecati.»
Era passata dalla forma di cortesia al tu senza accorgersene, come non aveva fatto troppi giri di parole per arrivare a parlare dell'affare per cui erano entrambi lì e lei aveva saltato scuola. Sua madre era stata quasi felice di sapere che “bruciava” con delle amiche, forse solo per come le aveva definite, o forse perché le era sembrato di scorgere un po' della vecchia Amy in quella richiesta. Sua madre era sempre stata tipa da “se ogni tanto non hai voglia di andare a scuola, piuttosto dimmelo che almeno posso coprirti”. Se avesse saputo cosa stava facendo sarebbe rabbrividita.
«Non lo saranno, sono sicuro che ogni lode non sia stata minimamente gonfiata.» sorrise malizioso.
«Lo spero.» ribatté secca. «Ah, un'altra cosa, vorrei ti sottoponessi a degli esami per le malattie veneree, io prendo la pillola e non ho intenzione di usare il preservativo;» aggiunse pragmatica come se gli stesse chiedendo di passarle il sale. «naturalmente ti fornirò i risultati dei miei per garantire la mia buonafede.» bloccò sul nascere la risposta dell'uomo davanti a lei porgendogli una busta gialla che aveva tirato fuori dalla borsa oversize.
«Non credo comunque che essendo vergine avresti potuto aver contratto qualcosa di più di una candida.» rispose ironico prendendo la busta, la sua espressione sembrava dire “sì, chi ci crede”. Amy evitò di farvi caso più di tanto: era stato così anche quando una settimana prima l'aveva chiamato dicendogli a chiare lettere che lei voleva una compagnia accettabile per perdere la verginità e che dall'accordo che voleva proporgli ci avrebbe guadagnato ampiamente entrambi.
«Mi aspetto una tua chiamata non appena riceverai i risultati degli esami e li preferirei a busta chiusa, se non è un problema.» si alzò in piedi considerando il discorso chiuso, aveva sistemato quello che andava sistemato e quindi era inutile dilungarsi troppo.
La studiò ancora qualche istante poi la seguì mettendosi in piedi anche lui e prendendole la mano sfiorandola con le labbra in un'imitazione di un delicato baciamano, anche se sembrava più una velata presa in giro dalla luce che brillò negli occhi blu che non staccò neanche un istante dai suoi.
«Ma certo, è un piacere fare affari con te.» sorrise lasciandole la mano.
«Ne sono consapevole, spero di poter dire lo stesso di te,» fece un sorrisetto forzato in risposta. «buona giornata.»
«Lo sarà.» suonò come una promessa.. oppure quasi una minaccia. Non riuscì a classificarla e decise di non rimuginarci troppo per non avvelenarsi il cervello con riflessioni inutili.
«Buona giornata a te.»
Si voltò lasciandosi alle spalle quello strano uomo, prima che la decisione che l'aveva animata fino a quel momento potesse scemare in quella strana sensazione che le metteva addosso quell'individuo anche fin troppo strafottente. L'unica era sperare che fosse bravo a letto.

   
 
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