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Autore: FeBookworm    19/02/2015    5 recensioni
La rabbia di Francis rimontò ancora più forte di prima appena realizzò la sua proposta. Lo considerava davvero un voltagabbana? Come il vecchio Somerset e il suo patrigno Stanley?
Ma allora sei proprio un idiota.
Francis gli sputò in faccia, rendendogli palese tutto il suo disgusto:”Bruciate all'Inferno. Ve lo auguro con tutto il cuore, Henri.”
Henry Tudor prese un fazzoletto dalla testa e si pulì la faccia:”Molto bene. Morirete anche voi domani. Dovreste esserne felice, morirete assieme a tutti i vostri cari York.”
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francis Lovell, Henry Tudor/ Henry VII, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo di Richard fino in fondo



 
Londra, 27 Novembre 1499
 
Francis venne svegliato da una secchiata d'acqua gelata che qualcuno gli aveva gettato addosso. Ci mise qualche secondo ad ambientarsi. Di sicuro non era più sul campo innevato di Bosworth, dove era sicuramente stato prima di ricevere quella botta in testa. Si guardò intorno con fare circospetto, gli occhi scuri che vagavano da una parte all'altra della stanza. Una stanza fredda, buia, spoglia, con solo un tavolo davanti a lui e una sottospecie di letto. Provò a muoversi, ma notò con disprezzo che gli avevano legato le mani dietro la schiena, come se fosse il peggiore dei criminali. Davanti a lui, di spalle, si trovava un uomo non tanto alto, con i capelli lunghi già di molto ingrigiti dal tempo.
“Ben tornato tra noi, sir Lovell” gli disse quell'uomo, rimanendo sempre di spalle.
Tudor, pensò Francis, una smorfia di disgusto dipinta sulla faccia.
Avrebbe dovuto immaginarlo. Johnny gli aveva detto di non tornare a Bosworth, che quello sarebbe stato il primo posto dove l'avrebbero cercato, ma Johnny non poteva capire. Era ancora troppo giovane per comprendere il dolore che provava lui tutte le volte che ripensava a quella mattina d'estate, tutte le volte che si ricordava di essere l'ultimo di loro ancora in vita.
 
Devo andare, Johnny. Voglio essere in mezzo a loro ancora una volta.
Ti uccideranno, zio Francis. Se ci vai adesso, ti uccideranno.
Sono già morto, Johnny. Metà del mio cuore è morto quella mattina a Bosworth, quando ho visto quello che hanno fatto a tuo padre, e l'altra metà è morta appena ho saputo di Agnes. Poco mi importa quello che faranno di me.
 
Se l'avevano catturato, adesso doveva essere nella Torre di Londra, in una delle tante stanze in cui richiudevano i criminali.
Un criminale, ecco quello che era diventato. Un criminale della peggior specie, ricercato per tutto il Regno, solo per essere rimasto fedele fino alla fine al suo legittimo Re, Richard III.
Finalmente Henry Tudor si girò verso di lui e i due si fissarono attentamente.
Il tempo non era stato così clemente con lui, pensò Francis. I capelli neri lunghi fino alle spalle stavano diventando radi sulla fronte ed intere ciocche grige mal celate rendevano opaco quello che una volta era stato il nero pece dei suoi capelli. Una rete fitta di rughe gli incorniciava gli occhi e gli angoli della bocca, rendendolo più vecchio della sua età di almeno cinque anni. In confronto a lui Francis sembrava avere dieci anni di meno.
“Vi abbiamo cercato dappertutto, sir Lovell. Ci chiedevamo dove potesse essere il più fedele servitore della Casata di York una volta venuto a sapere del ritorno di Richard di Shrewsbury. Ma per fortuna siete stato così gentile da raggiungerci di vostra spontanea volontà.”
Sul volto di Francis, all'udire quelle parole, si formò una smorfia di disgusto. Non aveva mai odiato Henry Tudor come in quel momento: era un piccolo mercante che si atteggiava da grande re, un finto inglese con ancora un marcato accento francese, un uomo che non sapeva come comportarsi con il suo popolo, troppo imbevuto dei modi delle corti francesi, delle corti nemiche. Nessun uomo avrebbe mai accettato il suo regno, o quello della sua progenie, perché questo re non avrebbe potuto dar loro una nuova Azincour.
“Volevate organizzare una nuova rivolta contro di me, vero? Per mettere quel finto York sul trono. Sapete che è solo un farabutto? L'ennesimo plebeo che crede di poter diventare un re vantando una parentela con mia moglie, una parentela che non esiste!”
Adesso stava parlando come un bambino, uno dei più cocciuti che cerca in tutti i modi di far sentire la sua voce sopra quelle degli adulti. Non si stava comportando poi molto diversamente da suo figlio Herny.
La smorfia di disgusto di Francis aumentò quando realizzò che razza di re aveva adesso l'Inghilterra.
 
Per fortuna Dickon non sei vissuto abbastanza a lungo per vedere questo re francese rovinare e degradare il nostro Paese.
 
“E' molto interessante quello che state dicendo, Henri, quello che non capisco è se state cercando di convincere me oppure voi stesso.”
Henry Tudor non si aspettò di sentirlo parlare e rimase senza parole a sentire le sue parole. Non solo lo aveva sfidata chiamandolo con il suo nome francese, ricordandogli quanto poco avesse a che fare con la corte e la tradizione inglese, ma lo stava addirittura sfidando con quel suo tono insolente.
“Non siete nella situazione di poter fare il gradasso, sir Lovell.”
Francis fece spallucce:”Troverete lo stesso un pretesto per tagliarmi la testa, tanto vale sfruttare questi ultimi momenti per sfogare tutto il mio risentimento su di voi.”
Di nuovo Francis lo sfidò non solo con le sue parole, ma anche con il suo sguardo. Uno sguardo che Henry aveva già visto, quasi quindici anni prima, sul volto di Richard Plantagenet. Uno sguardo pieno di orgoglio e fierezza, ma anche di dignità nonostante la sconfitta.
“Credete che io voglia tagliarvi la testa, dunque?”
“Mi tenete legato su di una sedia nella Torre di Londra e mi avete fatto catturare, cos'altro dovrei pensare?”
Henry rimase un'altra volta stupito dal modo di parlare di Francis. Aveva la stessa naturalezza di tutti gli York, una naturalezza che lui non avrebbe mai avuto. E, oltre a quello, aveva il tipico fascino York dalla sua, sebbene non lo fosse. Henry era sicuro che, se solo avesse avuto i mzzi necessari, avrebbe potuto portare dalla sua non solo il Nord dell'Inghilterra, ancora fedeli alla leggenda del Creatore di Re, ma anche l'intero Galles, da tempo fedele alla sua Casata.
Ma come ci riuscivano questi York? Qual era il loro segreto?
“Volevo tagliarvi la testa, sì. Ma adesso non lo voglio più.”
Francis alzò un sopracciglio, l'espressione impudente uguale a quella che aveva spesso visto fare a Bess:”Senza la vostra mammina non sapete decidere, Henri? Eppure ormai siete grande abbastanza per decidere da solo.”
“NON OSATE PARLARE DI MIA MADRE!!!” urlò Henry su tutte le furie.
“O forse avete bisogno che il vecchio Jasper vi metta le parole in bocca e vi tolga pure il moccio dalla faccia da bambino viziato che avete?” continuò Francis, la sua rabbia che aumentava in proporzione a quella di Henry:”Oh, è vero. Non può più farlo. Un altro morto sulla vostra coscienza, maestà.”
“Non ho ucciso io mio zio! Io lo amavo come un padre!”
“Certo che l'avete ucciso voi. Siete sempre stato un peso per vostro zio, incapace di mantenere il trono per cui lui aveva lottato per tanti anni e su cui lui vi aveva messo su tutti gli allori! La vostra incapacità di tenere a bada le ribellioni lo hanno sfiancato!”
“Basta! Smettetela!” urlò Henry, colpendo violentemente l'altro sul volto.
Francis sentì il sapore metallico del sangue in bocca, ma non fece notare niente a quel re fantoccio, stoico come un vero York, come Warwick aveva insegnato loro in quelle lontane estati a Middleham.
“Vi ho fatto tornare la voglia di tagliarmi la testa, non è così?”
La rabbia di Henry si fermò di colpo una volta che realizzò di avere anche lui il coltello dalla parte del manico:”A dire la verità no. Vi ho tenuto qui per farvi una proposta” gli disse, avvicinandosi a lui e poggiando le mani sui manici della sedia.
Questa volta su Francis a rimanere spiazzato dalle sue parole. Che cosa voleva l'usurpatore da lui? Lui, l'uomo di Richard fino in fondo?
“Domani Perkin Warbeck sarà giustiziato e con lui gli ultimi eredi della Casata di York. Ma io non posso continuare a uccidere pretendenti yorkisti e falsi eredi. Credevo che sposando Bess il popolo mi avrebbe accettato, ma non è stato così. Ho bisogno di qualcuno al mio fianco che faccia cambiare loro idea. Un uomo che li conosce a fondo, che sappia come parlare con loro. Ho bisogno il mio Warwick, sir Lovell. Volete esserlo voi?”
 
Domani Warkbeck sarà giusitziato.
E con lui gli ultimi eredi della Casata di York.
Taglierà la testa anche a Teddy, pensò Francis con orrore. Ucciderà Teddy e Johnny senza battere ciglio. Come fa a dormire sogni tranquilli la notte questo mostro?
 
Ho bisogno del mio Warwick.
Volete esserlo voi?
 
La rabbia di Francis rimontò ancora più forte di prima appena realizzò la sua proposta. Lo considerava davvero un voltagabbana? Come il vecchio Somerset e il suo patrigno Stanley?
Ma allora sei proprio un idiota.
Francis gli sputò in faccia, rendendogli palese tutto il suo disgusto:”Bruciate all'Inferno. Ve lo auguro con tutto il cuore, Henri.”
Henry Tudor prese un fazzoletto dalla testa e si pulì la faccia:”Molto bene. Morirete anche voi domani. Dovreste esserne felice, morirete assieme a tutti i vostri cari York.”
Prima che Henry Tudor uscisse dalla sua cella, Francis gli urlò dietro:”Non vi accetteranno mai. Né voi né i vostri discendenti. Troppo sangue inglese avete versato per farvi amare da loro.”
“Forse mi confondete con Edward IV. E' stato lui il sanguinario eroe di Towton.”
“Voi avete fatto molto peggio. E così faranno i vostri discententi. E prego Dio che la vostra insulsa discendenza si fermi con una femmina isterica e odiata dal suo popolo proprio come lo siete voi! E ricordate le mie parole, Tudor: potete ucciderci tutti domani all'alba, ma lo spirito di York continuerà a regnare ancora per secoli su questa terra e il vostro regno non sarà che una virgola tra quello dei Plantageneti e quello della dinastia che vi succederà!”
“Siete diventato pure un indovino adesso, sir Lovell?” lo derise Henry Tudor.
“No” rispose Francis con voce grave:”Sono sempre e solo stato l'uomo di Richard fino in fondo.”
 
 
Torre di Londra, 28 Novembre 1499
 
Solo Henry Tudor era presente alla loro esecuzione. Perkin Warbeck era stato il primo, poi avevano preso Johnny, il figlio bastardo di Richard, erede in tutto e per tutto di quel Richard duca di York che tanto aveva combattuto contro il Re Pazzo. Teddy venne preso per terzo ma, prima di salire sul patibolo, lo guardò e gli disse:”Non preoccuparti, zio Francis. La zia Anne si prenderà cura delle nostre anime e ci guiderà in un posto migliore. L'ha già fatto con Johnny, lo farà senz'altro anche con noi.”
Non aveva capito le sue parole all'inizio, confondendole per il delirio di un pazzo. Ma poi, quando mise la testa sul ceppo e tenne gli occhi fissi su Tudor in segno di sfida, capì perfettamente che cosa Teddy avesse voluto dire.
Anne era lì davanti a lui, un lungo vestito bianco a illuminarla tutta.
“Anne...”
Lascialo andare, Francis. Tutto il dolore che provi, tutto il risentimento....lasciali andare. Svuotati di tutto e preparati per l'eternità.
“Ho tentato, ti giuro che ho tentato di vendicarlo...”
Anne gli rivolse il sorriso più dolce che le avesse mai visto fare.
Lo so. Non ho mai dubitato che l'avresti fatto. Adesso chiudi gli occhi, Francis, e lascia scorrere via tutto. Avanti, lo so che sei pronto.
“Dickon...”
Ti sta aspettando, Francis. E' giusto due passi davanti a noi. Ti sta preparando la via. Adesso,Francis. Così. Abbandona tutto e vieni con me.
 
 
 
Henry Tudor credette davvero di fare la cosa giusta giustiziando Perkin Warbeck e il giovane Edward Plantagenet, erede di George duca di Clarence.
Ma le parole di Francis furono le più veritiere che mai sentì in tutta la sua vita. Non ebbe mai un Regno stabile e in pace, così come non lo ebbero mai suo figlio Enrico VIII e le sue figlie Mary Tudor e Elisabeth Tudor. E, da che il popolo ricordi, mai nessuna dinastia ebbe così tanto le mani sporche di sangue come quella dei Tudor, estintasi dopo la morte di Elisabeth I.
E Henry visse sempre con la consapevolezza che mai nessuno era stato per lui ciò che Francis Lovell era stato per Richard III, un servitore leale, un amico fedele.
Per ricordare il suo coraggio e la sua lealtà, in quella che era stata la sua casa, fece mettere una lastra di marmo con su scritto:
Sir Francis Lovell, l'uomo di Richard III fino in fondo.





Note dell'Autrice:
Non so esattamente da dove mi sia venuta fuori, ma trovo che molto poco sia stato scritto su Francis Lovell e così ho voluto omaggiarlo con questa OS, sfruttando anche l'alone di mistero che sta dietro di lui, visto che il suo corpo non fu mai trovato.
Spero davvero che vi sia piaciuta e mi scuso se ci sono degli errori di battitura D: li trovo sempre troppo tardi D:
Vi lascio il link della mia pagina autrice, se vi interessa seguirmi

https://www.facebook.com/pages/FedeMorningRockEFP/663566033691978?ref=hl

Buonaserata a tutti!^^

-Fé-

   
 
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