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Autore: Xau    21/02/2015    0 recensioni
Questa è una storia anch'essa non proprio recente, scritta durante l'ultima settimana del 2013.
Kebel, gestore di una modesta bottega di bambole, ha perso da tempo la figlia, in suo ricordo creando una bambola con le sue fattezze. La vita dell'uomo verrà cambiata da un ragazzo, che risveglierà in quella piccola fattura un cuoricino fino ad allora silenzioso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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È una piccola bottega di bambole quella che da novant'anni a questa parte si affaccia in una stradina del centro, di quelle labirintiche, strette, un po' ombrose un po' illuminate dal sole. Le vetrine sono nel vecchio stile inglese, i montanti in legno decorati da fiori che col tempo e con le variazioni atmosferiche hanno perso i loro colori originali. Il signor Kebel è un uomo ossuto, asciutto, sorridente. Da suo padre ha avuto in eredità quest'ultima bottega di bambole della città, ed è riuscito a far battere i cuori dei piccoli giovincelli. Col passare delle lune ha saputo creare bambole sempre migliori, decorate ed espressive.
Un giorno tiepido e un po' nebbioso, aprendo bottega, vede un ragazzo, dai capelli bianchi come la brina e dagli occhi blu come pezzi di cielo, attendere compostamente vicino all'ingresso.
Nell'entrare, accende le luci facendo scoprire l'ampia collezione che qui dentro trova dimora e quando si mette al bancone scopre che il particolare cliente è anche lui presente.
Si inchina nel salutare.
- Cosa desiderate? - : domanda gentilmente con un lieve sorriso.
L'altro si gira e osserva una bambola alla sua destra, sullo scaffale più alto. Il suo corpo esile è di manifattura scrupolosa e calma, la sua espressione ingenua, come fosse una piccola dea. La sua testa è contornata da capelli lisci e lunghi, pallidi, che nascondono in parte il sottile collo. E' abbigliata di un vestito a tunica rosa e blu, a spirale, che la cinge delicatamente dalle spalle al ginocchio, terminante a gonna larga, e a sua volta decorato con mille fiori anch'essi rosa e celesti. Un boquet di fiori le decora la testa. Se ne sta sul fianco, poggiandosi sul palmo destro e mettendo i piedi da una parte, in una posizione rilassata e composta allo stesso tempo.
- Vorrei quella bambola - : la voce del ragazzo è calma, ma un po' di infantile emotività riesce ancora a sprizzare fuori. Una bambola che appare speciale per la promessa fatta alla sua sorellina. Il signor Kebel si tira lievemente all'indietro.
- Mi dispiace, ma Iris non può essere ceduta. E' importante per me, e non posso lasciare incustodito il negozio - : si scusa profondamente e per evitare di far dispiacere il ragazzo prende delicatamente, come fosse una personcina reale, un'altra bambola. Questi è vestita con una tenuta scura finemente decorata da pizzi floreali, e i suoi occhi neri come l'ebano lanciano uno sguardo languido e innocente, contornati dai capelli neri e decorati da fiori di melograno rosso scuro.
- Questa è altrettanto speciale... Shafia è in grado di proteggerti... -
Ma il giovane rifiuta. Ne dispiaciuto, ne triste, augura buona giornata ed esce.
Il signor Kebel vede qualcosa nelle bambole, come se fossero addolcite, il loro sguardo più espressivo, e il negozio riempito di una strana aura. Sensazioni che fino ad allora non sono mai venute dentro questa umile quanto rara bottega.

L'indomani, nell'aprire, l'uomo nota qualcosa di altrettanto particolare.
Qualcosa che al suo cuore fa mancare un battito.
Iris è seduta sul bancone, sul suo margine, trovandosi un posto vicino al vecchio telefono tutto blu. La sua testolina è un po' inclinata verso sinistra e tra le mani ha la penna a calamaio, lungo quanto è lei alta.
Il signor Kebel si domanda il motivo di ciò. Forse è un effrazione, o qualche mente scherzosa gli ha preparato una burla, ma nel controllare tutto il negozio trova qualsiasi cosa in regola.
Decide di andare a fare delle commissioni veloci e quando, pochi minuti più tardi, rientra, vede la piccola bambola seduta vicino alla vetrina, come un'innamorata silenziosa.
E' solo qualcuno che ha fatto uno scherzo...
Mentre questo pensiero gli balena in testa, prende Iris e la rimette a posto.
Il ragazzo di ieri si ripresenta e nell'avvicinarsi al bancone, la bambola cade proprio fra le sue braccia.
Si scusa e nel riporgerla al commesso vede che è cambiata profondamente. Le mani sono sul suo petto, i suoi occhi socchiusi e le sue gote imporporate. I due si scambiano uno sguardo, poi riguardano la bambola.
Gli svelti occhi del più giovane coprono l'ampia veduta della bottega, poi osservano di nuovo quella ragazza inanimata. Che provi, una bambola, qualcosa per lui? Un po' impaurito, gira ed esce dal negozio, lasciando il signor Kebel attonito e solo con le sue compagne miniaturali.
La notte, nei suoi sogni appare una ragazza. E' Iris, diventata umana, che sospira nel recitare delle corte rime, mentre gira lentamente su se stessa come in un etereo balletto:
Tanti anni ho aspettato,
un'amore che ho trovato.
Tante volte ho temuto
di avere un cuore mai battuto.
Dentro un corpo intrappolato
mille ricordi hanno aspettato.
Ah... non so quanto male mi faranno
questi battiti futuri che dentro me suoneranno.
Ma io dolore non sentirò
se io vicino a te abbracciata starò.
Il ragazzo è tremante, e vede come lei gli si avvicina e lo abbraccia.
Alza la testa, e i suoi occhi lucidi e pieni di lacrime di felicità guardano il ragazzo dritto nei suoi.
- Tu sei quello giusto, io lo sento... -
Il ragazzo si sveglia di soprassalto.
Nell'osservare la sua sorellina, leggere libri e fantasticare sul mondo li attorno, il desiderio si rafforza e si decide, anche guidato da quel sogno vivido e forte, di andare alla bottega.
Camminando nella frescura della mattina, immerso nella nebbia un po' rosea, arriva e porge al signor Kebel i soldi che bastano a comprare la bambola e che abbondano di altre 3 volte.
- Signore, ho visto lei in sogno. La bambola ha paura di non avere un cuore che batte... L'ho sognato -
Il commesso si passa la mano sulla fronte. Capisce ciò che ha provato il ragazzo.
- Ma, giovane, lei è il guardiano di questo posto. Lei ha protetto la bottega per molto tempo, e non voglio che le altre bambole soffrano... -
- Ma signore... Io le offro più soldi di quello che secondo lei è il valore di Iris... Ho promesso alla mia sorella di poter avere quella piccola bambola... -
Non può permettere che Iris abbandoni il negozio. Ma più importante è portare la felicità per i bambini. Quel ragazzo è puro, lo sente pure lui ora. Aveva intuito che anche Iris sarebbe andata a mani più giovani. Si avvicina allo scaffale.
Ciò che fa è una promessa dichiarata molto tempo prima, quando ha ricevuto questa bottega.
Un po' a malincuore, l'uomo prende la bambola e la porge al ragazzo.
Nello sfiorarla un'ultima volta, le dice addio con le lacrime agli occhi.

Il ragazzo corre a casa. La bambola è messa in una sorta di grosso tovagliolo di stoffa color celeste, il cui nodo è legato in modo elaborato. Assieme a Iris, un set fatto da pettine, un piccolo amuleto di ametista e un pettine a punta per le sue lunghe ciglia.
La casa del ragazzo è modesta, e si trova in un quartiere periferico dalle strade annodate. Nel salire le scale, non si sa dove finiscono le strade e iniziano le case. I numerosi giardini prensili illuminano la zona. Attraversato uno di questi giardini e avvicinatosi a un'ampia finestra, batte leggermente tre volte. Una bambina dai capelli bianchi come quelli del ragazzo, pallida, stanca, ma dagli occhi felici e acquosi apre la finestra e riceve il pacco.
- Ti ringrazio, fratellone - : dice piangendo di felicità. Per un momento, le ricorda il sogno fatto quella notte.
Lui rientra in casa, e ripensandoci sopra molte volte, alla fine si addormenta.
Viene risvegliato da una mano esile e sottile che lo tocca dolcemente sulle spalle. Nell'alzarsi, vede che è Iris a stare vicino a lui.
- Grazie ad avermi portata vicino al tuo cuore, Tesu -
Il ragazzo rimane interdetto e sgrana gli occhi : - Come fai a sapere il mio nome?? -
La ragazza le mette un dito sulle sue labbra.
- Le bambole non hanno cuore che batte, così che vediamo bene i cuori degli altri, ragazzo dai capelli di ghiaccio. Ora vieni con me -
Prende il ragazzo per mano e lo porta alla stanza della sorellina, che nel frattempo si è addormentata anch'essa. La ragazza indica la bambola a sua somiglianza, che messa su una poltroncina, se ne sta silenziosa a guardare nel vuoto.
- Ho atteso un cuore come il tuo. Noi bambole abbiamo bisogno dell'amore per vivere -
Il ragazzo guarda la sorellina, poi di nuovo Iris.
- Quindi io sono colui che hai aspettato da molto tempo? -
- Si, perché sei in grado di volere bene alle bambole. Anche se fin'ora non hai mai avuto l'occasione di vederne una con un'anima già sua... - : con un lieve movimento della mano indica le altre bambole che decorano la stanza della bambina. Sono tutte ordinate, pulite, i loro vestiti e i loro capelli come nuovi.
- Perché il signor Kebel non ti ha ceduto? -
Iris abbassa leggermente lo sguardo, continuando a tenere la mano al ragazzo.
- Devi sapere, ragazzo dai capelli di ghiaccio, che lui è mio padre -
Tesu rimane esterrefatto e tirando indietro la ragazza rientrano nella sua stanza.
- Cosa? Saresti quindi l'anima di sua figlia? -
- Esatto... Quella bambola è molto vecchia. Mio padre l'ha creata per ricordarsi di me anche dopo che sono spirata. Ha promesso a se stesso che mi avrebbe voluto bene anche quando sarei stata vacua e silenziosa... Col tempo sono diventata sempre più sensibile all'amore... -
Tesu si alza e guarda negli occhi la ragazza.
- Allora dobbiamo andare, altrimenti tuo padre diventerà triste... -
- Anche dovendo far diventare infelice la tua sorellina? -
- Tu sei la guardiana della bottega! Cosa vuol dire? Saresti legata anche alle altre bambole? -
- Si... Ogni bambola che viene creata in questa bottega detiene un piccolo pezzo di anima... Perché io sono colei che porta energia in quel-- -
Il ragazzo, colpito da quelle parole, indietreggia.
- Allora quando mi sveglierò devo riportarti indietro... Altrimenti la bottega del signor Kebel potrebbe morire - : la sua voce è tremante.
- Ma sei già sveglio... - : Iris tenta di avvicinarsi, quando il ragazzo scatta all'indietro e si rintana in un'angolo, mettendosi le mani sugli occhi.
- No... Tu sei un fantasma... Ha già avuto la tua vita, i tuoi amori e le tue emozioni. E io non voglio innamorarmi di rimembranze del passato! No! -
Lei inizia a piangere silenziosamente : - Io la mia vita non l'ho ancora vissuta... Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare... -
Si avvicina alla faccia di Tesu, gli prende le mani e con le lacrime che le rigano la faccia, lo bacia sulle labbra. Il ragazzo piange anche lui, sentendo come il corpo di Iris sia caldo, anziché freddo e nebbioso.
- Io sono una bambola innamorata... Ho bisogno proprio di te, ragazzo dai capelli bianchi -
Il suo petto è però ancora silenzioso.
Lui si sente sperduto, disorientato da quel bacio, poi si alza e stringe forte la mano di Iris.
- Resisti lontano dal tuo corpo di bambola? -
- Si... ma divento solo un ricordo nella tua mente -
- Non m'importa... Se tu mi ami, io devo ricambiare. Non voglio che una ragazza pianga inutilmente -

Il ragazzo cammina velocemente per le strade della città, percorrendo piazze e scalinate, virando da una parte all'altra. Tra le dita non si vede niente, ma lui sente la mano, un po' tremante, di Iris.
- Ti prego... Non mi abbandonare... -
La voce sottile e femminile risuona dal nulla. E' invisibile, ma finche Tesu non la lascia e non si dimentica di lei non si deve preoccupare. Arriva alla bottega e vi entra. Il commesso si sorprende, ma saluta in modo educato.
- Signore... E' vero che Iris è sua figlia? - : queste parole lo fanno trasalire.
Il silenzio riempie il piccolo ambiente. La figura oltre il banco sente che l'invisibile ragazza inizia a tremare più forte.
- Si. Era ed è mia figlia. La bambola che ti ho ceduto è in grado di portare anima ad altre bambole. Ma ora che la guardiana di questa piccola bottega se n'è andata... - : l'uomo prende la sedia e ci si accomoda : - ...ora questa bottega è condannata a morire lentamente... -
Il ragazzo alza gli occhi e guarda le altre bambole.
- Se per caso le dicessi che sua figlia è qui, insieme a me? Lei cosa direbbe? -
Tira la mano che tiene e finisce per stringere a se l'invisibile ragazza.
- No... Non può essere... Senza la bambola lei morirebbe... - : alle parole del signor Kebel, Tesu sente come Iris rischia di scomparire.
- NO! Lei non è insieme alla bambola... Lei è la bambola! E' le bambole vivono grazie all'amore. Finche io la sento vicino al mio cuore, non scompare! Ma se lei mi crede un pazzo, allora lo faccia pure, ma farà sparire lei! -
Quando qualcosa di abbastanza pesante viene poggiato sul bancone, l'uomo si deve ricredere, e ancor di più quando una voce femminile risuona dal nulla.
- Aia...! -
Il signor Kebel vede apparire una figura femminile molto evanescente. La prende per le spalle e l'abbraccia.
- Iris!! -
Inizia a piangere, e non può fermare le lacrime.
- Padre... Ai... Mi stai soffocando... -
In quel esatto momento appare alla porta la sorellina di Tesu. Tiene in braccio la bambola. E' fortemente affaticata e non riesce a tenersi più sulle gambe. Ha un'espressione sconvolta.
- Fratellone... La bambola ha un cuore che sta battendo... Lo sento. Lei ha un cuore! Sta battendo! -
E' sudata e riesce a raggiungere il fratellone prima di cedere completamente fra le sue braccia. Il ragazzo inizia a sorridere.
- E' normale. Ogni bambola ha un piccolo cuore che batte... Solo che non lo sentiamo. Se pulsasse più forte, le emozioni che passano dentro finirebbero per farlo andare in mille pezzi... -
Si girano nel momento esatto in cui la ragazza è ben visibile.
- Sorellina... Ti presento la Iris che hai stretto fra le braccia -
Si accorge che le altre bambole guardano tutte la ragazza, e sembra che le loro piccole vocine vibrano attraverso l'aria.

Una mattina, il signor Kebel entra nella bottega. Apre le luci.
- Buongiorno, maestro - : le voci delle bambole risuonano euforiche.

Una mattina, una bambina dalla pelle chiara e dagli occhi emotivi tiene in mano una bambola.
- Cara maestra... insegna alle mie altre bambine a raccontare storie con fiocchi e foglie... Va bene... iniziamo... Nel bianco inverno mosso dal Vento Notturno... -

Una mattina, Tesu si avvicina a Iris.
- Mi hai amato. Ora tocca a me dirti buongiorno... -
- Ma hai già fatto rivivere la bottega, mio padre... -
- Lo so... Ma un cuore è ciò che ti serve per arrossarti... -
Le prende la testa fra le mani e le bacia delicatamente.
Nel piccolo cuore femminile, un battito timido e fremente inizia a farsi sentire.
Tu-tum... Tu-tum...
 
   
 
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