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Autore: Emily Kingston    22/02/2015    0 recensioni
Vorrei sorridergli, come facevo sempre dopo essermi imbronciata, e vorrei essere felice. Felice che ci siano ancora dei momenti in cui vuole salvarmi per sempre così. Però non ci riesco, perché la mia mente viene investita da immagini, ricordi, parole e diventa tutto un vetro rotto con cui non puoi che farti male.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La palestra è rumorosa come sempre. E affollata e piena di gente che va avanti e indietro, da tutte la parti, senza fermarsi mai.
Parte dei miei compagni sono seduti su una delle panche a ripassare, mentre l’altra parte è in campo ad allenarsi per le prossime partite di calcetto. Da quando è iniziato il torneo scolastico, hanno preso la cosa molto sul serio, neanche dovessero giocare una partita di Champions.
Io non ho voglia di ripassare e tantomeno sono la persona adatta da mettere in campo per correre dietro a un pallone, quindi me ne sto qui, su una delle piccole panche a bordo campo, la schiena appoggiata alla colonna di legno, le ginocchia contro il petto.
Oggi sono più sfatta del solito. Felpa larga con la zip, capelli che vanno da ogni parte, seguendo una logica tutta loro che ho rinunciato a capire. Però non m’importa; è tanto che non cerco di essere in qualche modo più bella, ultimamente m’importa soltanto di essere me.
“Lily!”
Alzo lo sguardo e incontro la cover di un telefono, puntato dritto verso di me, e poi il suo volto, che mi osserva con un mezzo sorriso. So già cosa sta per fare, eppure non faccio in tempo a coordinare le azioni coi pensieri e quando lo guardo storto, la foto è già stata scattata.
Vorrei sorridergli, come facevo sempre dopo essermi imbronciata, e vorrei essere felice. Felice che ci siano ancora dei momenti in cui vuole salvarmi per sempre così. Però non ci riesco, perché la mia mente viene investita da immagini, ricordi, parole e diventa tutto un vetro rotto con cui non puoi che farti male.
Come ci siamo finiti così?
Me lo chiedo spesso.
Non ce lo siamo meritati, nessuno di noi, questo è sicuro, e allora perché il destino ha deciso di giocare con noi in questo modo, rendendoci armi capaci di ferire gli altri con la sola forza di un respiro?
Vorrei poter riavvolgere il tempo e tornare a un momento in cui avrei potuto cambiare qualcosa, qualcosa che avrebbe impedito che ci ritrovassimo qui, promemoria viventi l’uno del dolore dell’altro.
Vorrei non avere il timore che quegli sguardi e quegli occhi non siano solo per me.
Vorrei poter sorridere a quella foto scattata a tradimento, come altre mille prima di lei, ma il fatto è che non voglio essere la ragazza a metà strada tra ‘sei speciale’ e ‘non sei speciale abbastanza
   
 
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