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Autore: RocketQueenie    22/02/2015    13 recensioni
cosa può succedere se, sfuggiti da Bosco Atro e dalla prigionia presso gli Elfi Silvani, Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia si trovassero alle prese con un nuovo arrivato? sarebbe l'inizio di un'avventura, di un'amicizia, di un amore, un modo per ribaltare dei destini già scritti, o solo l'inizio del declino?
!fan fiction avventurosa con (parecchi) elementi erotici e contenuti talvolta un po' forti!
Non permettiamo a noi stessi di farci del male, finché soffrire non è l'unica cosa che ci salva. O che ci resta, magari. L'unica cosa che ci fa sentire vivi, presenti, al mondo. Fa così paura, a volte, continuare a lottare. Avere così tanto da perdere..
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Thorin Scudodiquercia, per ragioni antiche e ben radicate nel suo vendicativo e rancoroso cuore di Nano, detestava gli Elfi e tutto ciò che li riguardava.
Essere chiuso nelle loro segrete, nonostante il trattamento da Re che gli riservavano, era un’umiliazione orribile, così insopportabile da non far altro che acuire il suo odio bruciante.
L’unica cosa che gli impediva di impazzire, giorno dopo giorno, era immaginare quello che avrebbe fatto a Re Thranduil una volta uscito da quella ignobile cella. Pianificava la sua vendetta minuziosamente, escogitando sempre nuovi stratagemmi, architettando nuove intricate astuzie.
Questa ostilità era come una macchia di petrolio, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno si espandeva, arrivando ad investire qualsiasi cosa intorno a sé, qualsiasi Elfo, qualsiasi guardia, qualsiasi semplice suddito.
Nonostante questo, nonostante la sua rabbia e il suo rancore paressero quasi inestinguibili, nonostante fosse ormai completamente inacidito e dominato dall’odio, persino il grande Re sotto la Montagna rimase ammutolito e abbagliato davanti alla figura che si palesò alla porta della sua cella.
Il silenzio li avvolse come una pesante tenda di velluto, e il tempo parve dilatarsi all’infinito.
Nessuno dei due accennò una mossa, una parola, un movimento.
Restarono lì, avvolti dalle tenebre e della loro immobilità,  a fissarsi negli occhi con un misto di emozioni.
Finalmente la figura si mosse, infilò le braccia all’interno dell’inferriata, e posò l’involto ai piedi del Re, senza una parola.
Mentre ritraeva le braccia, Thorin ne afferrò una, tra le sue mani forti, come ad impedire che si dileguasse come tutte le notti precedenti.
Ci fu uno sguardo sgomento, nessuno dei due sapeva spiegarsi quel gesto impulsivo, poi Thorin lasciò andare quel polso sottile come se avesse preso una scarica elettrica.
Un ultimo sguardo, e la figura svanì nella notte, affrettandosi lungo il corridoio.
Il Nano si lasciò cadere sul suo giaciglio, folgorato.
Non riusciva a spiegare l’intrico di emozioni che l’aveva percorso in una sola frazione di secondo.
Era qualcosa di diverso da ogni sensazione mai provata prima, e lo preoccupava.
Mangiò il contenuto del fagotto prima di rendersi conto che questa volta, nessun sospetto lo aveva attraversato, come se si fidasse di chi gliel’aveva consegnato.
“Ridicolo”, pensò, asciugandosi il lieve sudore freddo che gli imperlava la fronte “Assolutamente ridicolo.”
Rimase sdraiato fino a che non si rese conto che la guardia aveva rispettato la sua promessa: nessuno venne a consegnargli il vassoio con il cibo, nonostante un paio di Elfi armati fossero tornati a fare la ronda.
Passarono parecchie ore, ore che il Re passò a pensare furiosamente, quando all’improvviso, un rumore metallico lo fece voltare di scatto.
La porta della sua cella si stava aprendo, e prima ancora che riuscisse a capire quello che stava succedendo, si trovò davanti il Capo delle guardie e altri cinque Elfi, con delle catene dorate in mano.
-Il Re vuole vederti, Nano.- disse quello guardandolo con disprezzo e facendo cenno agli Elfi di legarlo.
Thorin li lasciò fare, senza togliersi lo sfizio di scattare vicinissimo a uno di essi, che si ritrasse spaventato.
-Vedo che avete paura dei vostri prigionieri.- constatò –Fate bene, siete più saggi di quanto vi ritenessi.-
-Silenzio!- intimò il Capo delle guardie –Non una parola di più.-
Thorin fu ricondotto nella Sala del Trono, dove già una volta aveva mostrato a Thranduil un po’ della ben nota gentilezza nanica.
Il Re era mollemente stravaccato sul suo trono, e accarezzava distrattamente l’orlo in pelliccia del suo mantello.
-Ben tornato, Thorin Scudodiquercia.- disse con il suo solito tono carezzevole e mellifluo, senza ancora guardarlo –Come vi siete trovato nel mio regno? Siamo riusciti ad insegnarvi un po’ di buone maniere?- si voltò verso di lui con un sorrisetto provocatorio, al quale Thorin decise di non rispondere.
-Benissimo, in realtà.- disse, non curante.
-Sono certo che tutti questi giorni di digiuno sono troppi persino per te, non è vero? Puoi far cessare questa prigionia. Sai che io non voglio tenerti qui contro la tua volontà. La decisione è tua.-
Il tono di Thranduil si era fatto quasi seduttivo, dolce e appiccicoso come il miele.
-Già una volta Re Thranduil mi ha fatto questa proposta. Attentare alle ricchezze della montagna in cambio della libertà. Aiutare l’uomo che anni addietro ha tradito me e il mio popolo, rifugiandosi nella sua codardia e nella sua vigliaccheria nelle ampie stanze di questo palazzo, mente noi morivamo di fame e di stenti, in mezzo all’inferno di Smaug. Non un aiuto, non una parola è mai giunta da voi. Vi siete chiusi qui dentro come topi, scappando e tremando di paura. Ebbene, come ho già risposto la scorsa volta, giammai un Nano offrirà aiuto o ricchezze agli Elfi, dovesse pure morire di fame per i mille anni a venire!-
Gli occhi blu del Nano luccicarono d’orgoglio e di rabbia, mentre completava con un urlo roco la sua risposta.
Thranduil lo guardò, e dai suoi occhi trasparì più rispetto di quanto avrebbe voluto.
-Sia.- rispose poi, abbassando stancamente le palpebre sui suoi occhi azzurri –Se vuoi che queste mura siano la tua tomba, io non posso certo impedirtelo. Ma insisterò ancora, Scudodiquercia. Ho tutto il tempo, io.-
Con un cenno della mano ordinò alle guardie di riportare il Nano in cella, dove egli si lasciò scortare senza opporsi. Le minacce del Re degli Elfi avevano avuto su di lui più potere di quanto gli piacesse ammettere.
Non poteva marcire lì, in quel posto disgustoso. Lui e i suoi avevano una missione da compiere.
Inoltre era terribilmente preoccupato per il signor Baggins, che non vedeva più da giorni e giorni, ormai.
La notte scese su Bosco Atro, e Thorin Scudodiquercia si affiancò alla porta in attesa spasmodica.
Passarono le ore senza che nessun rumore squarciasse quell’innaturale silenzio, e il sonno stava per avere la meglio su di lui.
Sentiva le palpebre pesanti, le membra sempre più stanche e affaticate.
Stava per rinunciare, quando qualcuno bussò lievemente con le nocche sulle inferriate.
Thorin aprì gli occhi di scatto, e un sorriso si fece strada, suo malgrado, sul suo volto.
Eccola lì, la bellissima Elfa della notte scorsa.
Reggeva il fagotto, e aveva uno splendido sorriso sul suo volto efebico.
-Thorin Scudodiquercia...- sussurrò, con una voce che gli ricordò delle cascate di velluto.
Lui la guardò, incapace di proferire parola.
I suoi lunghi capelli neri, sciolti lungo le spalle, i suoi occhi scuri che sembravano rilucere di stelle con le lunghe ciglia nere, la pelle candida, le carnose labbra rosse, il suo bellissimo corpo flessuoso, che si poteva intravedere alla luce delle torce attraverso il leggero abito bianco.
Era la creatura più bella che il Re avesse mai visto.
-Ho un messaggio per te.- proseguì lei –Da parte del tuo amico hobbit, Bilbo. Vi porterà in salvo, Thorin. I tuoi amici Nani stanno bene, non ti preoccupare. Manca poco e sarete tutti fuori di qui.-
Parlò pianissimo, guardandosi sempre nervosamente alle spalle.
Thorin sentì un improvviso calore riscaldargli il petto:-L’hobbit?- domandò, prima che la sua fronte si corrugasse –E tu come fai a saperlo?-
-Me l’ha detto lui.- rispose lei, guardandosi nuovamente alle spalle.
-Come so che non menti?- chiese nuovamente Thorin, sospettoso –Sei una di loro.-
-Non per molto...- sussurrò piano lei –E comunque non devi fidarti per forza, lo vedrai.-
Detto questo si voltò, pronta ad allontanarsi.
-Aspetta!- esclamò Thorin, prima di chiedersi come mai la stesse trattenendo.
Quando lei si fermò e lo guardò, la domanda gli sorse spontanea:-Come ti chiami?-
-Haerelwen.- rispose, prima di allontanarsi velocemente.
 
   
 
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