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Autore: olly_shady    23/02/2015    1 recensioni
Bisogna aspettare per vedere come tutto va a finire, a volte per veder cambiare la propria vita basta così poco: un sorriso, un gesto, un bacio di prima mattina, una persona.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi sveglio sono nel mio letto e Marshall è accanto a me, mi accarezza una guancia. << Che ore sono? >> chiedo con un filo di voce. << Le 11. >> mi alzo di corsa << Sono in ritardo devo andare! >> mi ferma << Ho chiamato io e ho detto che ti sei sentita male durante la notte. >> mi rilasso,avevo bisogno di un po' di riposo. << Scusami, non ho capito in che stato ti trovavi, sono stato così cieco... >>scuoto la testa << No... >> mi ferma nuovamente con un bacio dolce. << Sai di lacrime! >> sorrido. Mi prende in braccio e mi fa sdraiare sul letto. Mi bacia e spoglia. Quella volta lo facciamo in modo dolce, e così unico che non ci sono parole per descriverlo. << Oggi a pranzo ti va di venire con me? >> annuisco. Avevo appena fatto una doccia, avevo in dosso solo un completo nero in pizzo. Le clavicole erano molto più sporgenti, le costole si potevano contare, gli occhi erano infossati e gli zigomi sporgenti. Mi sentivo orribile . Uno scheletro che camminava. << Sei magrissima. Vuoi che ti prenda un appuntamento con il medico? >> era Marshall, non sapevo quando fosse entrato. Annuisco nuovamente e lui mi da un dolce bacio sulla guancia. Il pomeriggio stesso ho visto il medico, mi ha preso un po' di sangue e urina per gli esami. << Signorina Holme, lei rischia l'anoressia, anzi oserei dire il primo livello. È molto stressata e ha bisogno di due mesi di totale riposo. >> protesto << Non posso garantire niente, anzi non garantisco niente, devo lavorare e fra un po' devo riprendere a studiare. Non posso permettermi pause. >> mi guarda con aria di rimprovero, ma non dice niente ed esce. Mi rivesto ed esco anch'io, vedo Marshall e il dottore salutarsi. Si avvicina e mi prende per mano. << Vuoi venire stare con me? >> scuoto la testa, sapevo di avere bisogno di aiuto, ma una vocina dentro di me diceva che potevo farcela da sola. << Per favore, casa mia spesso è vuota e in questo modo non paghi l'affitto e lasci un lavoro, quello da cameriera. >> scuoto la testa. Chiamo Mary << Ciao tesoro. Come stai? >> respiro in modo rumoroso << Hey, non sto proprio bene … >> << Marshall ti ha fatto qualcosa? >> scuoto la testa e inizio a piangere << No, no anzi … lavoro in tre posti diversi, non ho mai tempo per mangiare e dormire, sono leggermente sottopeso e ... >> piange anche lei. << Vorrei poter venire a trovarti. Marshall cosa ne pensa di questa situazione? >> sentendo il suo nome sorrido e le lacrime tornano indietro. << Mi ha detto di andare a stare da lui un periodo, così non pago più l'affitto solo che... >> Mary è entusiasta << Vai, prova a fidarti di qualcuno, poi vi amate cosa te ne frega! >> quella sua frase, mi fa scoppiare in lacrime di nuovo. Non sapevo quali erano i miei sentimenti per lui e neanche i suoi. Cos'era? “ Vado a letto con la mia segretaria oppure voglio qualcosa di più da lei? ” Non vado nel locale quella sera, mi sono addormenta per poi svegliarmi nel bel mezzo della notte, con il respiro affannoso, sentivo un forte peso sul petto, e la testa mi girava. I pensieri più brutti mi venivano in mente, per un attimo ho pensato di buttarmi giù. Prendo il telefono e chiamo Marshall. << Ho bisogno di te ... >> e chiudo la telefonata. Sono sul mio letto e ho le ginocchia al petto, ho il respiro corto e affannoso, le lacrime continuano a scendere lungo il mio viso e continuo a guardare in giro per quella camera che era enorme. Vedo un uomo sulla porta della mia stanza, era lui, mi sembrava un'eternità da quando lo avevo chiamato. Si butta sul letto e mi abbraccia forte. << Cosa ti sta succedendo,piccola? >> non riuscivo a calmarmi, la testa mi girava e non riuscivo più a respirare. << Sssh … Piccola, respira, andrà bene. Ora sono qui con te. Non ti lascerò! >> mi attacco al suo collo e smetto di piangere, il respiro è ancora corto e affannoso, ma lui era lì e sentivo che tutto sarebbe andato bene. Credo di essermi addormentata o svenuta, perché non mi ricorda nulla. Dormo per molto tempo e finalmente mi sveglio. È la mia stanza ,qualcuno mi tiene la mano. Abbasso lo sguardo e vedo la testa bionda di Marshall. <> mi guarda dritta negli occhi e mi bacia. << Cos'è successo? Per quanto tempo ho dormito? >> si guarda attorno. << È successo che sei una bambina molto cattiva e testarda. Hai dormito per un po', ma va bene così. >> spalanco gli occhi, mi sorride e il mondo torna in equilibrio. Scuote la testa ,mi tranquillizza stringendomi forte la mano e poi mi da un bacio sul palmo. Mi sentivo tanto debole, però ero dove dovevo essere. Vicino ad una persona a cui importava di me. Forse non voleva sesso da me, forse nel suo cuore pieno di ferite, crepe e cicatrici c'era posto anche per me. Volevo solo proteggere quel cuore che ancora sanguinava. Per tutto il tempo Marshall mi guardava attentamente. Sentivo che voleva captare qualcosa, sentivo che aveva bisogno di certezze come ne avevo io. Sorrido e allungo una mano fino a toccare il suo petto. << Non sforzarti! Ti prego! >> un sorriso spento compare sul suo viso. << Starò bene, e lo sapiamo entrambi. >> Mi bacia dolcemente, mi prende in braccio e mi porta sul divano. Vedo dei fiori sul tavolino e ringrazio. Si muove con naturalezza. Prepara una spremuta, cerca i biscotti e per lui fa un caffè. << Posso venire da te?>> il suo viso si illumina e un bellissimo sorriso riempie il suo bel faccino. Anche se per un paio di secondi resta immobilizzato. << Dici davvero? >> annuisco. Mi prende in braccio e gira con me un paio di volte. << Signore, ti ringrazio! >> mi bacia << Brava piccola peste! >> Eravamo sul suo divano a guardare un film mangiando M&M's però a metà film mi sono addormentata. Al mattino ero sola nel letto e non ricordavo come ci fossi arrivata. Un Marshall sorridente e fresco di doccia mi ha salutata con un bacio. << Vieni ho preparato la collazione. >> mi sono alzata svogliata da sotto le coperte e sono andata in cucina. Un bellissimo tavolo addobbato con un sacco di cose dall'aspetto gustoso e al centro del tavolo una rosa bianca. Mi siedo e lui di fronte a me. << Hai cucinato tu? >> annuisce mentre si mette in bocca un cupcake. << Sei bravissimo, non sapevo... >> la sua rista mi interrompe << Cosa c'è? >> si allunga e mi sfiora le labbra con le sue << Non sono capace, volevo fare bella figura con te. >> rido. Pochi secondi dopo le sue labbra sono di nuovo sulle mie, un bacio dolce che mi diceva “ Sei a casa, non preoccuparti! Ci sono io! ” . << Allora, oggi cosa fai? >> chiedo mentre finivo il latte. Mi guarda attentamente, inarca le sopracciglia << Mi prendo cura di te! >>
  
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