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Autore: Stormwind    24/02/2015    1 recensioni
Qual è la differenza tra uomo e soldato? Dove finisce la sensibilità umana e dove comincia la macchina spietata? Queste le parole di un soldato al fronte, conscio di aver perso l'uomo che una volta dimorava tra le sue stanche membra.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera di un soldato

 

Guardami madre. Guarda tuo figlio, divenuto una macchina. 

Guardami padre. Guarda il tuo unico figlio, pronto a difendere le tue fragili ossa, stanche per il lavoro in fabbrica. Cosa vedi?

Guardami madre. Guarda il tuo ometto: ora è un fiero soldato.

Cosa vedi? Vedi gli stessi occhi verdi o una fredda patina?

Guardatemi, o genitori miei. Sono un soldato. Guardate vostro figlio mentre è mandato lontano da casa. Guardami padre, mentre combatto il nemico. Rivedi lo stesso ragazzino al quale hai insegnato tanto? O sono cambiato?

Guardami madre; tasta la mia paura mentre vedo corpi privi di vita stramazzare al suolo, conscio che il prossimo potrei esser io.

Ma non piangere mamma. Mi hanno insegnato a morire e a non chiedermi il perché. E tu, papà, non preoccuparti: sono un uomo oramai, non fuggirò come un codardo. Dicono che non c’è speranza di vittoria, ma sino a che non verremo tutti sgozzati come agnellini non saremo liberi da questo inferno.

Guardate il vostro ragazzo; sono un killer.

Vi scrivo da questa guerra. Non so neanche per cosa sto combattendo, né mi è dato saperlo. Cammino al passo di marcia, dimenticando come si fa a sognare, ogni, singolo, giorno.

Mi hanno addestrato per uccidere, solo per poi morire a mia volta, - la normalità- dicono i miei compagni di reggimento.

Vorrei poter tornare al tempo dei giochi puerili, quando la guerra era solo una bruttura, una parola così lontana e sporca nella mia bocca da lattante. Ora è tutto così vero e non c’è nulla che posso fare. Ho dimenticato cosa voglia dire guardare il cielo senza il timore di veder volare ordigni; ho dimenticato la libertà di un cielo scoperto e non terso di sangue e dolore. Rivedrò mai la patria mia? Vi rivedrò mai, genitori adorati?

Distanti le serene, che sia giunta la mia ora?

   
 
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