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Autore: Elle_loves_cake    24/02/2015    1 recensioni
*Tratta da un sogno che mi perseguita da una settimana a questa parte*
"Io ti voglio bene [...] ti voglio tanto bene [...] io ti amo."
[736 parole]
"Ed eccomi qua [...] non potevo desiderare di meglio."
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sera, forse notte, forse era già mattina, io questo non lo so. Il tempo sta scorrendo troppo lentamente in queste ultime settimane. Non sono mai riuscita a entrare in quella stanza a parlargli, ho paura che, mentre pronuncio le fatidiche parole, le macchiette dichiarino la sua morte. Leggo l'etichetta sulla sua porta, cosa che ho già fatto una decina di volte, ma che dico, sono tre settimane che leggo quella fottuta etichetta. "Logan Henderson, numero 42, trauma cranico. Condizione instabile. Battito cardiaco irregolare. In coma da 20 giorni." No, c'è qualcosa che non va. Prendo un pennarello e crocetto il numero venti. Sono ventuno, ventuno giorni senza di lui. In più è tutta colpa mia. Porca troia, dovevo stare più attenta! Dalla stanza esce un'infermiere con aria malinconica. -Signorina, è qui per il paziente 42? Se si entri adesso, non sappiamo quanto ancora resterà in vita. Probabilmente meno di due giorni. Domani lo porteremo in un'altra stanza, poi diretamente all'obitorio, e da domani potrebbe non rivederlo mai più.- Queste non erano affatto le parole che volevo sentire, anzi. Il dottore avrebbe dovuto dire: "Il paziente sta migliorando, prevediamo che si svegli dal coma tra circa due giorni. Quindi non si preoccupi." Invece no, stavo fantasticando, e dopo le parole del medico scossi la testa, mentre una lacrima rigava il mio volto. Era tutta colpa mia. -Okay, vado a parlargli.- E senza dargli possibilità di ribattere, entrai nella stanza di Logan. Iniziai a parlare, anche se si capiva un quarto di ciò che stavo cercando di dirgli. -Hey. Logan Henderson sta morendo ed è tutta colpa mia. Logan, io devo parlarti, è urgente. Non mi interessa se non puoi sentirmi, io parlo lo stesso, devo sfogarmi, e questo è il momento migliore. Innanzitutto, scusami. Sai, io ho una storia difficile, e forse non credereai a quello che sto per dirti, ma oggi è la seconda volta che esco di casa. La prima volta è stata ventuno giorni fa. Si, penso che tu abbia capito. Era la prima volta che uscivo. Ero con mio "fratello", mi stava insegnano a guidare, volevo imparare per poi scappare dai miei tutori. Scusa Logan, io... mi sono fatta distrarre. Spero che tu andrai in un posto migliore di questo, dopo la morte. Ma che dico, tieni duro Logan, tieni duro, non morire ora, hai ancora tutta la vita davanti.- Instintivamente gli prendo la mano. -Poi, non ho mica finito. Io ti voglio bene, Logan. Ti voglio bene perchè il tuo sorriso, insieme alla tua musica, mi ha aiutata a non uccidermi, a non tagliarmi. Grazie, te ne sarò sempre grata. Ti voglio tanto bene. Si, perchè sei stato l'unico a rispondere quando picchiettavo sul vetro della mia finestra, sei stato l'unico a farmi ridere quando i miei tutori mi insultavano e mi trattavano come  un essere insignificante, come un errore. E... infine, io ti amo, Logan. Ti amo perchè mi sono accorta di essere gelosa. Gelosa di quando ti vedo con Erin, in giro mano nella mano, sul set, mantre vi baciate, giuro, ogni volta che vedo una scena dove siete insieme, io... ecco, si, sono gelosa. Sei anche la prima ed unica persona che sia riuscita a farmi sorridere, a farmi ridere.. sei il mio unico amico. Ma io... beh, io ti amo.- Sento la mano che stavo stringendo scivolare via, per  poi accarezzarmi la testa. -Oh mio Dio...- Queste sono le uniche parole che ho prounciato negli untimi trenta minuti. -Hey, Jennifer, GRAZIE. Mi hai salvato la vita. Si, si, ti ho sentita e...- Non finì la frase, perchè lo inerruppi. -No Logan, grazie a te. Tu mi hai salvato la vita. Io... non so come ringraziarti. Non dimenticarti di me.- Scrissi qualcosa su un fazzoletto, e glielo misi nella tasca della giacca, poi corsi via. Non ho avuto il coraggio di restre, di sapere cosa sia successo all' unica persona che mi trattava da essere umano, non da batterio, da aborto mancato. Sono passati due anni da quel giorno, ora vivo da sola, e ho intenzione di sposarmi con il mio ragazzo, Jeffrey. Qualcuno bussa alla porta. Apro, ed è lui. -Jennifer, so tutto. Scappa con me, scappa da questo posto d'inferno, vieni con me. Ti prego.- Non me lo faccio mica ripetere due volte. Mi tuffo nelle sue braccia possenti, per poi baciarlo. Esco dalla casa, che non è degna di essere chiamata "casa", senza prendere nemmeno le chiavi. Ed eccomi qua, su una limousine, seduta vicino all'uomo che amo. Non potrei desiderare di meglio.
   
 
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