Il
piromante-ninja Flayan era seduto dinnanzi al ricettacolo
donatogli dall’illusione della figlia di Lord Gwyn, e stava osservando
il
gigantesco portone di pietra spalancarsi dinnanzi ai suoi occhi,
mostrandogli
la scalinata, avvolta nella luce bianca, che lo avrebbe condotto alla
fornace
della prima fiamma. In altre parole la fine del suo destino. Il non
morto
indossava una armatura coperta di spine, ma non indossava nessun elmo,
poiché
essi gli avevano sempre dato fastidio e non gli permettevano di
focalizzarsi
sul plasmare la sua fiamma della piromanzia. In quel non morto mostrava
un viso
umano che mostrava sì e no 20 anni, e con dei capelli rossi, ma il
guerriero
non era umano perché voleva avere tale aspetto nel suo ultimo atto, lui
aveva
passato tutta la sua vita da umano coprendo la sua identità, e l’unica
donna al
mondo a cui avesse mai voluto mostrare il suo vero aspetto era cieca, e
lui era
stato costretto ad ucciderla pochi minuti fa. Il vero motivo perché
aveva speso
una umanità per tornare umano era perché solo in questo stato il non
morto
è
capace di passare attraverso i veli dimensionali e di convocare dei
guerrieri
che l’aiutassero nel suo cammino. Per interi secondi cercò il luminoso
segno di
evocazione del suo amico, quando si ricordò che anche Solaire era morto
per
mano sua. Nel suo lungo viaggio nell’abisso si era immaginato la sua
voce per
così tante volte che ormai lo credeva reale, molti sarebbero impazziti
vedendo
quelle persone a cui volevano bene morire sotto i propri colpi, ma
Flayan era
abituato alla morte fin dalla adolescenza.
“Madre sono tornato.”
Nonostante il viso fosse sfigurato dalla non morte, la donna riconobbe immediatamente il figlio e lo abbracciò immediatamente.
“Pensavo che non ti
avrei mai più rivisto” Disse la donna tra le lacrime.
Il figlio non
disse nulla, d’altronde poteva
dare la colpa solo a se stesso se sua madre stesse soffrendo, era stato
lui che
stanco di essere discriminato perché la sua famiglia veniva dalla
Grande Palude
si era isolato da tutti,
era
lui che aveva sfruttato la piromanzia
insegnatoli da sua madre per diventare un assassino alla età di soli 16
anni,
era
lui che si era fatto beccare
stupidamente, morendo così impiccato pubblicamente, davanti agli occhi
piangenti di sua madre.
Rimasero
in questo modo per diversi secondi,
quando il ragazzo ormai ventenne disse: “Devo scappare, quelli della
via bianca
mi stanno braccando, non voglio che se la prendono con te.”
“Lascia
che ti dia una cosa.” La donna si
allontanò da lui per un secondo, e ritornò da lui mostrandogli un
anello color
rosso dicendogli: “So che il fato dei non morti è di andare a Lordran,
porta
questo con te, è un anello che ti permetterà di parlare con la strega
bianca
che ha permesso ai nostri avi di scappare dalla Grande Palude
assorbendo il
miasma mortale.”
“Non
riuscirò mai ad andare a Lordran, mi
cattureranno prima e finirò in una prigione a marcire fino alla fine
dei
giorni.”
“Dimmi
una cosa, è conosciuta anche con il nome Strega Bianca?”
“Si,
ma io….”
“Sono
qui per servirla.” Rispose Flayan immediatamente, lui non era il tipo
da
giuramenti, ma era troppo curioso di vedere questa strega di cui le
aveva
parlato sua madre, al massimo se ne sarebbe andato via se non lei era
chi
cercava, e se quel essere disgustoso avrebbe tentato di fermarlo, lui
non si
sarebbe fatto scrupoli ad ucciderlo. Una volta che entrò dentro, scoprì
che la
Strega Bianca era come Quelaag, solo che questa era completamente
inerme, il
corpo aracnide era ricoperto da ragnatele, simbolo che non si muoveva
da molto
tempo, mentre il suo corpo umano da donna era completamente bianco,
come i suoi
capelli, ed i suoi occhi privi di pupille quasi sicuramente ciechi.
Osservò
stupito la strega, non pensava che
qualcuno potesse ridursi in questo stato pur si salvare delle persone,
quella
donna possedeva più coraggio di quanto lui non abbia ma visto in tutta
la sua
vita, ed era grazie a lei se lui ora esisteva.
Le parole uscirono dalla sua bocca senza neanche pensare: “Sembra sofferente, come faccio ad aiutarla?”
“Donale
umanità, questo lenirà il suo dolore.”
Il
non morto si concentrò e fece uscire dal
suo corpo tutta l’umanità che possedeva, per donarla alla donna, la
quale
sembrò rasserenarsi dopo questo dono. Subito dopo cercò di parlarle, ma
lei non
rispondeva, solo allora si ricordò dell’anello donatoli da sua madre, e
se lo
indosso subito.
Come
se qualcuno gli avesse gettato una
secchiate d’acqua fredda comprese che Quelaag aveva tentato di
ucciderlo per
rubarli la sua umanità e per donarla alla sorella sofferente, e che la
Strega
Bianca l’aveva scambiato per la sorella che lui aveva appena
assassinato.
“Mi
avevi detto che potevi unire l’anima di
Quelaag a questa katana, e creare un’arma più potente.”
Ma dopo ciò lo spirito
non sparì, ma entrò dentro di lui, ed allora assorbì i suoi ricordi. Lo
spirito
oscuro un tempo si chiamava Kirk, ed era un servo si un’entità oscura
ed il suo
compito era di uccidere più persone possibili ed assorbire la loro
umanità.
Però un giorno trovò la Fairy Lady e se ne innamorò, per lei combatte
contro i
suoi ex compagni, che gli diedero il soprannome di cavaliere delle
spine. Alla
fine lui perì, ma non per mano umana, ma per mano di Quelaag, gelosa ed
impaurita dal fatto che un giorno lui le avrebbe portato via il cuore
di sua
sorella.
Improvvisamente Flayan
comprese una cosa a cui non ci aveva mai fatto caso: lui era innamorato
della
Fairy Lady. Per questo raggiunse subito un falò e si teletrasporto da
lei grazie
al potere del ricettacolo, ma naturalmente una volta raggiunto si diede
dello
stupido, d’altronde cosa poteva dirle. Però si accorse che dall’altra
parte
della stanza si accorse che era apparso un cadavere bruciato,
osservandolo da
vicino comprese che era il cadavere di Kirk dalla armatura di spine.
Solare gli
aveva detto che il tempo era distorto, ma non credeva fino a questo
punto.
Quindi il piromante si mise addosso l’armatura di spine di quello che
un tempo
era suo nemico, ma che ora aveva ereditato il suo obbiettivo.
Un cavaliere armato di alabarda tentò di tagliarlo in due, Flayan si riparò appena in tempo dietro il suo scudo leggiero e subì solo in parte il danno, per qualche secondo i due si scambiarono colpi, ma il cavaliere aveva la meglio grazie alla lunga portata della sua arma, improvvisamente il non morto immaginò la voce di Solare che gli urlava incoraggiamenti, e questo diede la forza a Flayan di respingere l’alabarda nemica e di finire il suo avversario. Fatto ciò ripenso al suo amico defunto.
Il piromante aveva
appena sconfitto la culla del caos, era stato costretto ad uccidere
Solare che
era stato posseduto da un parassita schifoso, ed ora stava seduto
davanti alla
Fairy Lady In cerca di conforto.
“Cosa ti turba sorella
mia.” Chiese dolcemente la strega nella lingua delle streghe.
“Ho incontrato un non
morto, ho scoperto che era il primogenito di Gwyn e stava alla destra
del
padre, però un giorno il Dio della luce stanco della indole violenta
del figlio
gli tolse i poteri divini, distrusse ogni sua statua. Il primogenito
della luce
dopo anni ed anni si reincarnò in un bambino di nome Solare, il quale
viaggiando
per Lordran recuperò lentamente i suoi ricordi, e sentendo il rimorso
per tutte
le atrocità compiute quando era una divinità perse il sua guida…. Il
suo sole.
A causa della sua debolezza un parassita ha avuto vita facile ed ha
preso
possesso del suo corpo portandolo alla morte.”
“E perché stai
piangendo, tu non odiavi le divinità per quello che è successo alla
nostra
famiglia a causa della fiamma?”
“Perché Solaire era il
mio migliore amico.” Disse Flayan coprendosi immediatamente la blocca,
consapevole del fatto che si era appena tradito.
“Non sapevo che avessi
un amico, mi dispiace tanto, se ti può essere d’aiuto ti posso solo
dire che
lui continuerà a vivere dentro di te ogni volta che penserai a lui,
così come
faccio io pensando a nostra madre e le nostre sorelle morte.”
Possibile che si era
bevuta anche questo? Flayan non poteva credere alle sue orecchie, ma
ora che la
sua amata gli aveva detto quelle parole dolci, non poteva più
resistere, e
sperando che la menzogna potesse continuare nonostante quello che stava
per
dire, le confessò: “Ti amo tanto sorella.”
“Anch’ io ti amo.”
Quelle parole nonostante
non fossero rivolte a lui, il suo cuore sussultò, nonostante fosse
ormai fermo
da tempo.
In pochi possono vantarsi di essere sopravvissuti all’impatto con una ascia da guerra grande quanto una persona, ma ora Flayan faceva parte di questa stretta cerchia di persone, dopo che un cavaliere lo aveva colpito a tradimento alle spalle. Il piromante si rialzò a fatica e fu costretto a lanciare una Sfera del Caos contro il cavaliere. Naturalmente esso sopravvisse dato che la sua armatura bruciata gli conferiva una eccellente difesa contro il fuoco, però fu sbilanciato dall’attacco, e l’armatura non fu sufficiente a respingere l’affondo della Lama del Caos. Ora che l’ultimo cavaliere era morto, nulla sperava lui dal santuario dove il Dio della luce solare si era immolato per tenere accesa la fiamma.
“Grazie, il dolore è
passato.” Disse la Fairy Lady dopo che Flayan le aveva donato l’ultimo
frammento di umanità. In realtà il piromante era stato spedito nel
passato dato
che aveva con se un pendente che apparteneva a Manus, il padre
dell’abisso. Per
liberarsi dal suo giogo Flayan era stato costretto a sconfiggere
Artorias, il
leggendario cavaliere che si diceva aveva affrontato l’abisso
sconfiggendolo,
ma in quel viaggio scoprì che la leggenda era falsa, il cavaliere era
stato
corrotto da esso. Era stato lui, Flayan, un normale piromante-ninja a
sconfiggere
l’abisso. Aveva ottenuto l’anima di Manus, scoprendo che quest’ultimo
non era
altro che il nano furtivo, e quell’anima non era altro che l’Anima
Oscura
originale, quella che il nano furtivo aveva diviso all’infinito creando
così le
Umanità e dando vita alla razza umana, anima che aveva donato senza
indugio
alla sua amata per lenire il suo dolore.
Era tutto finito
adesso lui doveva compiere la sua scelta: donare il suo corpo e la sua
anima
alle fiamma per farla continuare a bruciare, oppure lasciarla spegnere
e
diventare il Dark Lord, ma prima di tutto ciò aveva un’ultima cosa da
fare, una
confessione.
“Ti devo dire una
cosa, io non sono Quelaag, ti ho mentito per tutto questo tempo, io
l’ho
uccisa.”
Per un tempo immane
per il non morto la Fair Lady non disse nulla, per poi dire: “Lo so
già.”
“Cosa?! Io… da quanto
tempo lo sai?”
“Da quando hai
forgiato la Lama del Caos, ho percepito l’anima di Quelaag dentro
quell’arma.
Ma dimmi perché hai creato un arma simile? Io l’ho vista in mano ad un
solo
guerriero in tutta la mia vita, esso la usava solamente nelle
situazioni
critiche, e dopo che quest’ultimo è morto a causa della sua stessa
arma, essa
fu gettata nella lava in modo che non causasse altro dolore, perché hai
riesumato una cosa simile?”
“Perché volevo sentire
dolore, volevo punirmi per tutto i peccati che ho commesso, compreso
quello di
uccidere tua sorella.”
“Io non so che peccati
hai commesso, l’unica cosa che so di te e di cui me ne importi e che tu
abbia
avuto tutta questa forza, sei riuscito a non diventare vuoto dopo tutto
quello
che hai passato, compresa la morte del tuo amico Solaire.”
“Tu sapevi che quello
che ti raccontavo era il mio viaggio.”
“Certamente era ovvio
da come ne parlavi che era quello che stavi provando tu. Riguardo a mia
sorella
so che l’hai uccisa per auto difesa, lei è sempre stata così, uccideva
i non
morti per portarmi le umanità e così anche molti altri, ma tu non hai
mai
ucciso per ottenere umanità. Dopo che hai ucciso quel non morto ed hai
preso la
sua arma hai capito l’importanza della vita umana, per questo hai
scelto sempre
la via più difficile e lunga per ottenere le umanità.”
Ora che ci pensava lui
non aveva mai ucciso nessun non morto per ottenere il suo obbiettivo,
aveva
ucciso centinaia di topi nelle fogne e finendo avvelenato ed
addirittura
maledetto in tale luoghi. Aveva pure rinunciato per un attimo alla sua
Lama del
Caos, optando per un’arma capace di ridare vita ad ogni colpo inferto e
per un
giorno intero aveva ucciso delle specie di feti scheletrici nel dominio
di
Nito. Inoltre dopo aver sconfitto Manus era rimasto nell’abisso per ore
ed ore,
uccidendo quelle umanità giganti per potenziare l’Anima Oscura
originale ed
esserne sicuro che avrebbe adempiuto al suo scopo.
Vedendo che il non
morto non dava segni di vita la Strega Bianca disse: “All’inizio
credevo che
tenevo a te solo perché mi donavi le tue umanità, non volevo che mi
lasciassi
sola e perciò ho continuato il tuo gioco ed ho continuato a farti
credere che
ti avevo confuso per mia sorella, ma ora che è tutto finito ho capito
una cosa,
tu non sei come tutti gli altri, io ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
Rispose il piromante d’istinto.
“Allora lascia che ti
mostri qualcosa, però prima devi chiudere gli occhi.”
Flayan fece come
richiesto ed immediatamente si ritrovò in una piccola montagna sopra
Lost
Izalit, ma non quella che conosceva, ma la vera Lost Izalit, una citta
maestosa
ricoperta da immense barriere protettive che impedivano alla lava di
danneggiarla. Lui si era sempre immaginato che la citta fosse sono un
gruppo di
edifici monumentali senza vita, ma si accorse che quelle strade di
pietra erano
percorse da una moltitudine di persone, come se fosse una normale città.
“Mia madre e le mie
sorelle maggiori provvedevano a tutti i bisogni della loro gente.”
Disse una
voce alle sua destra.
Flayan si voltò e vide
la sua amata che stava osservando il panorama assieme a lui, era
bellissima
nonostante indossasse una tunica color nero che gli dava la sensazione
che ella
fosse una vecchia megere, il suo viso bellissimo pallido, i suoi
capelli biondi
ed i suoi occhi color azzurro mostrarono al piromante il vero aspetto
della sua
amata.
“Sei bellissima…”
“Anche tu, sei il
primo che invito dentro i miei ricordi.”
In due si baciarono
per la prima volta, per un attimo temete che le spine della sua
armatura
potessero ferirla, ma era solo un sogno e quindi le spine della sua
armatura
scomparivano al contatto con il corpo dell’amata. I due rimasero a
lungo in
quel modo, finché il maschio non disse: “Ci siamo dichiarati amore
eterno, ma
non so come ti chiami, io mi chiamo Flayan.”
“Io invece mi chiamo
Quelaan.”
“Dicono che la
piromanzia sia l’espressione ultima della fantasia, ma vostra madre
nonostante
sia considerata madre di tale arte, non era molto fantasiosa quando ha
scelto i
vostri nomi.”
I due misero a lungo
poi iniziarono a raccontarsi il loro passato, e stanchi delle di
parlare fecero
l’amore. I due rimasero in quel sogno per moltissime ore, poi Quelaan
gli
chiese: ”Cosa sceglierai?”
Quella giusta domanda
fece ritornare la mente di Flayan alla maledizione e rispose: “Ho
deciso diventerò
il Dark Lord e tu sarai la mia regina.”
“Non può essere, la
mia vita è legata alla fiamma, se essa si spegne, anch’io avrò lo
stesso fato,
ma anche se la fiamma venisse vincolata l’energia liberata mi
ucciderebbe dato
che sono collegata ad essa.”
Al non morto vollero
alcuni secondo per realizzare che qualunque scelta avesse preso la sua
amata
era condannata, quindi rispose: “Allora non sceglierò, lascerò che
tutto
continui ad essere così come è….”
“Sai che non puoi
farlo la fiamma è destinata a spengersi, e se lo farà tu diventerai
vuoto ed io
morirò insieme al mondo, tu devi compiere una scelta.”
“Allora cosa posso
fare?! Non voglio perderti.”
“Non c’è altra via,
devi lasciarmi, ma non temere tu hai fatto tutto quello che potevi,
grazie a te
non soffro più e sono riuscita a passare questi bellissimi momenti con
te, ho
solo un’ultima richiesta.”
“Quale sarebbe.”
“Uccidimi, voglio
morire tra le tue braccia, non lontano da te quando compirai la tua
scelta”
Prima che il piromante
potesse ribattere, fu cacciato via dal sogno e si ritrovò davanti a se
la
Quelaan unita al corpo del rango, ma per la prima volta con il volto
sereno.
Lui baciò un ultima volta la donna e le disse addio tra le lacrime,
prima che
la trafiggesse con la sua arma, sentì il suo corpo scomparire tra le
sua
braccia, lasciando dietro di se solo la sua anima.
Flayan osservò la nebbia di fronte a se afferrò tra le sue mani il suo bene più prezioso, l’anima di Quelaan, e la schiaccio nel suo palmo. Numerose umanità invasero il corpo, curandolo dalle precedenti, e sentì la sua Lama del Caos e la sua fiamma della piromanzia reagire ad esse, quindi attraversò la nebbia ancora non consapevole della scelta che avrebbe compiuto. Al suo ingresso vide Lord Gwyn scagliarsi immediatamente contro di lui senza dire una parola e con il suo spadone ricoperto di fiamme. Il piromante non fu da meno dato che evocò una Tempesta del Caos, iniziando così l’atto ultimo del suo pellegrinaggio a Lordran.
Eoni passarono e Flayan aveva perso ogni suo ricordo, persino quelli di Quelaan, mentre era rinchiuso nella fornace della prima fiamma, dopo che si era gettato tra le fiamme. Lui non ricordava neanche perché aveva compiuto quella scelta, come tutto il suo passato, paradossalmente sapeva solamente cosa gli sarebbe successo se avesse preso quell’altra scelta. Dato che la vita era solamente un ciclo senza fine e senza inizio, lui aveva il potere di vedere cosa sarebbe successo alla fine di questo nuovo ciclo. Sapeva che un non morto aveva intensione di sconfiggerlo e dopo aver fatto ciò avrebbe lasciato che la fiamma si spegnesse, diventando così il Dark Lord che lui non era stato. Improvvisamente la nebbia davanti a lui si diramò e vide il nuovo prescelto, era vestito con una armatura pesante e portava con se uno spadone ed uno scudo. L’ex non morto immolatosi per la fiamma pensò:
Siamo così diversi tu ed io,
eppure abbiamo lo stesso fato anche se non te ne rendi conto,
tu sei di origini nobili mentre io di umili,
tu sei riuscito a salvare i tuoi amici, ed io ho perso il mio unico amico,
tu hai iniziato il tuo viaggio in compagnia del tuo fratello, mentre io ero solo.
Tu sei sicuro sulla scelta che prenderai,
diventerai Re ed e concederai un regno ai tuoi amici.
Ma non sai che:
uno affogherà nel veleno,
un altro soccomberà nel fuoco,
un altro rimarrà imprigionato nel ghiaccio,
mentre tuo fratello perderà tutto.
Alla fine maledizione ti colpirà,
una donna ti offrirà il suo aiuto,
ma solamente per tradirti più tardi.
Infine penserai che forse era meglio se ti bruciavi nelle fiamme quando potevi,
ma sappi che io sono solo, abbandonato persino dai miei ricordi.
La verità è che non c’è una scelta giusta o sbagliata.
Un giorno lo capirai anche tu,
Vendrick.
Innanzi
tutto vorrei ringraziare chi ha letto questa ff poi vorrei
rispondere ad una domanda che vi attanaglia.
Si Flayan è un nOOb d'altronde non c'è nulla da vantarsi nell'utilizare una katana, e senza mai un po di pvp serio, vergognati piromante-ninja dei miei stivali.
Spero
che non vi sia dispiaciuto il collegamente finale con Dark Souls 2,
forse ho tirato un po' troppo la corda, ma d'altronde la lore di
quest'ultimo capitolo e così piena di lacune che si può sparare la
qualsiasi cosa senza contrddire la lore di Dark Souls 2,
Ciao a tutti
P.S: Non uccidetemi, lo so che facendo parte del patto del Caos, Flayan avrebbe potuto salvare Solaire, ma nonostante ciò ho preferito che quest'ultimo morisse. Chiedo indulgenza a tutti voi fan di Dark Souls.