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Autore: Razor666    25/02/2015    1 recensioni
Vi siete mai immaginati cosa può pensare un non morto mentre prosegue all'interno della fornace della prima fiamma?
Secondo me ricorda tutti gli errori che ha commesso, le persone che ha conosciuto e più generalmente il suo passato.
“Da quando hai forgiato la Lama del Caos, ho percepito l’anima di Quelaag dentro quell’arma. Ma dimmi perché hai creato un arma simile? Io l’ho vista in mano ad un solo guerriero in tutta la mia vita, esso la usava solamente nelle situazioni critiche, e dopo che quest’ultimo è morto a causa della sua stessa arma, essa fu gettata nella lava in modo che non causasse altro dolore, perché hai riesumato una cosa simile?”
“Perché volevo sentire dolore, volevo punirmi per tutto i peccati che ho commesso, compreso quello di uccidere tua sorella.”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flayan

Il piromante-ninja Flayan era seduto dinnanzi al ricettacolo donatogli dall’illusione della figlia di Lord Gwyn, e stava osservando il gigantesco portone di pietra spalancarsi dinnanzi ai suoi occhi, mostrandogli la scalinata, avvolta nella luce bianca, che lo avrebbe condotto alla fornace della prima fiamma. In altre parole la fine del suo destino. Il non morto indossava una armatura coperta di spine, ma non indossava nessun elmo, poiché essi gli avevano sempre dato fastidio e non gli permettevano di focalizzarsi sul plasmare la sua fiamma della piromanzia. In quel non morto mostrava un viso umano che mostrava sì e no 20 anni, e con dei capelli rossi, ma il guerriero non era umano perché voleva avere tale aspetto nel suo ultimo atto, lui aveva passato tutta la sua vita da umano coprendo la sua identità, e l’unica donna al mondo a cui avesse mai voluto mostrare il suo vero aspetto era cieca, e lui era stato costretto ad ucciderla pochi minuti fa. Il vero motivo perché aveva speso una umanità per tornare umano era perché solo in questo stato il non morto è capace di passare attraverso i veli dimensionali e di convocare dei guerrieri che l’aiutassero nel suo cammino. Per interi secondi cercò il luminoso segno di evocazione del suo amico, quando si ricordò che anche Solaire era morto per mano sua. Nel suo lungo viaggio nell’abisso si era immaginato la sua voce per così tante volte che ormai lo credeva reale, molti sarebbero impazziti vedendo quelle persone a cui volevano bene morire sotto i propri colpi, ma Flayan era abituato alla morte fin dalla adolescenza.

“Madre sono tornato.”

Nonostante il viso fosse sfigurato dalla non morte, la donna riconobbe immediatamente il figlio e lo abbracciò immediatamente.

“Pensavo che non ti avrei mai più rivisto” Disse la donna tra le lacrime.

Il figlio non disse nulla, d’altronde poteva dare la colpa solo a se stesso se sua madre stesse soffrendo, era stato lui che stanco di essere discriminato perché la sua famiglia veniva dalla Grande Palude si era isolato da tutti,

era lui che aveva sfruttato la piromanzia insegnatoli da sua madre per diventare un assassino alla età di soli 16 anni,

era lui che si era fatto beccare stupidamente, morendo così impiccato pubblicamente, davanti agli occhi piangenti di sua madre.

Rimasero in questo modo per diversi secondi, quando il ragazzo ormai ventenne disse: “Devo scappare, quelli della via bianca mi stanno braccando, non voglio che se la prendono con te.”

“Lascia che ti dia una cosa.” La donna si allontanò da lui per un secondo, e ritornò da lui mostrandogli un anello color rosso dicendogli: “So che il fato dei non morti è di andare a Lordran, porta questo con te, è un anello che ti permetterà di parlare con la strega bianca che ha permesso ai nostri avi di scappare dalla Grande Palude assorbendo il miasma mortale.”

“Non riuscirò mai ad andare a Lordran, mi cattureranno prima e finirò in una prigione a marcire fino alla fine dei giorni.”

“So che tu sei bravo a scappare dalle persone, so che un giorno tu riuscirai a raggiungere la città degli Dei.”

 Il ragazzo non aveva mai creduto a quelle leggende, ma per non causare un ennesimo dispiacere a sua madre, rispose: “Lo farò, raggiungerò Lordran e parlerò con la Strega Bianca.”

Il guerriero si alzò ed percorse la scalinata in discesa che lo separava dal suo ultimo traguardo, mentre scendeva lungo quelle irreali scale, vide figure trasparenti di cavalieri neri che camminavano di fianco a lui. Anche se le aveva viste per la prima volta, sapeva benissimo che quelle erano le reminiscenze degli antichi cavalieri che avevano seguito il loro signore nell’ultimo atto. Una volta passato l’ultimo gradino il paesaggio cambiò drasticamente: adesso si trovava in un luogo gigantesco in cui regnava il grigio e la cenere, simbolo che lì era avvenuta una gigantesca deflagrazione.

 Flayan aveva appena ucciso il demone toro, ed aveva incontrato un individuo alquanto strano, che indossava un pettorale su cui era disegnato un sole e che possedeva uno scudo decorato con lo stesso simbolo. L’individuo misterioso diceva di chiamarsi Solaire e di essere venuto in questa terra in cerca del suo sole, e che il tempo era distorto e guerrieri antichi di secoli vanno e vengono. Mentre blaterava ciò Flayan pensava a pochi minuti fa, quando aveva incontrato quel non morto che cercava di vendergli delle cianfrusaglie, alla fine il piromante l’aveva ucciso e gli aveva preso la sua katana, che alla fine era l’unica cosa che gli interessava. Solo dopo ha scoperto, osservando un pezzo che quel non morto custodiva, che la sua vittima aveva una figlia chiamata Yulia che era morta tempo fa, infatti quel pezzo di carta era un disegno della sua Yulia. Nonostante Flayan aveva già ucciso in passato, questa volta provava rimorso per aver tolto la vita ad un innocente, che la maledizione lo stesse cambiando? Ad un certo punto Solaire gli disse che per convocarlo avrebbe dovuto essere in forma umana e cercare il suo segno luminoso per terra. Naturalmente il piromante, che aveva sempre fatto tutto da solo, rifiuto il suo aiuto e se ne andò senza salutarlo.

Dopo l’ennesima morte il piromante era un passo dal diventare vuoto, non si aspettava che erano due i guardiani della campana, e l’avevano ucciso così tante volte che ormai non si ricordava più come fosse vivere pensando che la morte fosse un punto di non ritorno. Improvvisamente si ricordò le parole di Solaire ed usò la sua ultima umanità rimasta per ritornare in forma umana, a lungo cercò il segno di Solarie, naturalmente prendendo in considerazione il fatto che il cavaliere non avesse messo nessun segno a causa delle sue parole, ma infine lo trovò. Era di un colore giallo luminosissimo e per Flayan fu la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua, lo evocò ed in breve tempo Solaire in forma di spirito color giallo apparì davanti a lui. Il piromante gli chiese scusa per come l’aveva trovato prima, ma lo spirito non poteva rispondigli a causa della sua natura. In breve tempo  i due riuscirono ad uccidere i due guardiani della prima campana e Solaire prima di scomparire gli regalò un medaglione su cui era inciso sopra il simbolo del sole, ed allora Flayan capì che per la prima volta dopo tanto tempo si era fatto un amico.

Il non morto proseguì verso il suo destino, quando fu aggredito da un cavaliere nero, quindi estrasse le sue armi: uno scudo medio impregnato di una magia che gli permetteva di recuperare più in fretta le sue energie, ed una katana forgiata dalle titanite dei demoni. Il cavaliere nero cercò di trafiggerlo con un poderoso fendente con il suo spadone nero, ma il piromante parò l’attacco con il suo scudo e trafisse il nemico, uccidendolo sul colpo. Immediatamente sentì nel suo corpo aprirsi una piccola ferita, non a causa dell’attacco nemico, ma a causa della maledizione impregnata nella Lama del Caos che impugnava, però una volta che il nemico scomparve l’anello dell’Occhio Malvagio che portava ad un dito gli rigenerò la ferita. Era quello il suo stile di combattimento folle, uccidere i nemici in un colpo solo in modo tale che l’anello lo rigenerasse, e se il nemico non moriva in un colpo solo? Naturalmente l’anello funzionava solo quando il nemico moriva, quindi i combattimenti contro i nemici resistenti lasciavano Flayan grondante di sangue, per le ferite causate dalla sue stessa arma, naturalmente dopo ciò schiacciava nelle sua mani una umanità per rigenerarsi, tanto la sua arma diventava più potente a seconda delle umanità imprigionate dentro il suo corpo, e poi a lui non mancavano quasi mai, dato che aveva passato molto tempo a cacciarle per donarle alla sua signora.

 Il piromante era finalmente giunto alla grande palude, in cerca sia dell’ultima campana del risveglio, sia della leggendaria Strega Bianca. Penò molto dinanzi alla guardiana della campana Quelaag, che era una donna simbioticamente unita dal bacino in giù ad un corpo aracnide sputa lava. Dopo che l’ebbe uccisa esplorò a lungo il suo domino ricoperto dalle ragnatele e dalle uova di esseri disgustosi, quando trovò un arco che conduceva ad un muro. Il non morto sospettoso colpì il muro, il quale scomparì mostrando un passaggio segreto, quindi proseguì ma un essere disgustoso ricoperto di spore gli bloccò la strada dicendo:

“Sei qui per servire la Fairy Lady?”

“Dimmi una cosa, è conosciuta anche con il nome Strega Bianca?”

“Si, ma io….”

“Sono qui per servirla.” Rispose Flayan immediatamente, lui non era il tipo da giuramenti, ma era troppo curioso di vedere questa strega di cui le aveva parlato sua madre, al massimo se ne sarebbe andato via se non lei era chi cercava, e se quel essere disgustoso avrebbe tentato di fermarlo, lui non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderlo. Una volta che entrò dentro, scoprì che la Strega Bianca era come Quelaag, solo che questa era completamente inerme, il corpo aracnide era ricoperto da ragnatele, simbolo che non si muoveva da molto tempo, mentre il suo corpo umano da donna era completamente bianco, come i suoi capelli, ed i suoi occhi privi di pupille quasi sicuramente ciechi.

“Cosa le è successo.” Chiese Flayan al essere ricoperto di spore senza neanche degnarlo di uno sguardo.

“La Fairy Lady ha assorbito dentro di se il veleno che stava distruggendo la città, permettendo così a molte persone di scappare dal miasma mortale.”

Osservò stupito la strega, non pensava che qualcuno potesse ridursi in questo stato pur si salvare delle persone, quella donna possedeva più coraggio di quanto lui non abbia ma visto in tutta la sua vita, ed era grazie a lei se lui ora esisteva.

Le parole uscirono dalla sua bocca senza neanche pensare: “Sembra sofferente, come faccio ad aiutarla?”

“Donale umanità, questo lenirà il suo dolore.”

Il non morto si concentrò e fece uscire dal suo corpo tutta l’umanità che possedeva, per donarla alla donna, la quale sembrò rasserenarsi dopo questo dono. Subito dopo cercò di parlarle, ma lei non rispondeva, solo allora si ricordò dell’anello donatoli da sua madre, e se lo indosso subito.

“Come stai?” Chiese il non morto.

“Sto bene Quelaag, grazie per il tuo dono sorella mia.”

Come se qualcuno gli avesse gettato una secchiate d’acqua fredda comprese che Quelaag aveva tentato di ucciderlo per rubarli la sua umanità e per donarla alla sorella sofferente, e che la Strega Bianca l’aveva scambiato per la sorella che lui aveva appena assassinato.

“Perché non rispondi sorella, e da tanto tempo che non parliamo.”       

“Tranquilla ci penserò io a prendermi cura di te.” Rispose Flayan mentendo sulla sua identità, ma non sul suo scopo.

Dopo la prova della fortezze di Sen era appena giunto nella città degli dei, e li aveva incontrato il fabbro gigante che gli disse: “Sei sicuro di ciò.”

“Mi avevi detto che potevi unire l’anima di Quelaag a questa katana, e creare un’arma più potente.”

“Si, ma ti ho detto che l’arma che nascerà si ciberà della tua forza vitale, hai almeno un’arma di riserva? Non puoi pensare di combattere tutta Lordran con un’arma del genere.”

Il fabbro aveva ragione, ma lui non cercava un’arma performante, cercava qualcosa con cui punirsi per i suoi crimini, ed un’arma rubata ad un innocente fusa all’anima della sorella della sua nuova signora, che lo feriva ad ogni colpo a segno gli sembrava una punizione perfetta, tanto possedeva un anello che gli permetteva di rigenerarsi ad ogni nemico ucciso.

Flayan rispose: “Non ti deve interessare quello che ci faccio con le mie armi, a te ti deve interessare solo la creazione.”

L’artigiano sconsolato si mise all’opera senza mai più protestare, e non protesterà nemmeno quando Flayan, pieno di ferite causate dalla sua stessa arma, gli chiederà di potenziarla mostrando tianti demoniache.

Il non morto proseguì attraverso uno stretto passaggio, ed un piede messo male l’avrebbe fatto cadere nel baratro senza fondo che stava sotto di lui, e sapeva bene che Lordran puniva spesso e volentieri gli stolti che non guardavano dove mettevano i piedi, quando improvvisamente un altro cavaliere nero lo attacco. Il piromante perso alla sprovvista fu colpito di striscio dal fendente del gigantesco spadone nero, ancora più grande di quello di prima, che per poco non perforò la sua ramatura di spine,. Per fortuna riuscì a stare in equilibrio, allora il cavaliere nero tentò un affondo, ma il piromante lo uccise allo stesso modo con cui aveva sconfitto il cavaliere di prima. Flayan osservò la sua armatura, che l’aveva protetto da quel possente colpo, e ripensò a come l’aveva ottenuta.  

 Da tempo Flayan parlava alla Strega Bianca, o meglio alla Fairy Lady, dato che anche lui aveva iniziato a pensarla con quel nome. Inseguito il non morto iniziò a confessarle il suo viaggio a Lordarn, ma iniziando le sue frasi sempre da “Ho scoperto da un non morto che…”  Durante quei dialoghi scoprì che il suo viaggio da non morto era stato deciso a tavolino dagli Dei, che non volevano che la fiamma si spegnesse, e così evitando che l’umanità acquisisse forza. Scoprendo ciò il non morto uccise Gwynevere, o meglio la sua illusione e poi uccise il terzogenito di Gwyn, Gwyndolin.

 Dopo che commise questa blasfemia imperdonabile proseguì per Lost Izalith, e qui venne attaccato da uno spirito oscuro molto tenace, un cavaliere che indossava un’armatura ricoperta di spine, allora non sapeva che quella sarebbe diventata la sua armatura finale. Dopo che sconfisse per la terza volta lo spirito, gli urlò: “Perché mi perseguiti? Quante volte ti dovrò uccidere prima di farti desistere?!”

Ma dopo ciò lo spirito non sparì, ma entrò dentro di lui, ed allora assorbì i suoi ricordi. Lo spirito oscuro un tempo si chiamava Kirk, ed era un servo si un’entità oscura ed il suo compito era di uccidere più persone possibili ed assorbire la loro umanità. Però un giorno trovò la Fairy Lady e se ne innamorò, per lei combatte contro i suoi ex compagni, che gli diedero il soprannome di cavaliere delle spine. Alla fine lui perì, ma non per mano umana, ma per mano di Quelaag, gelosa ed impaurita dal fatto che un giorno lui le avrebbe portato via il cuore di sua sorella.

Improvvisamente Flayan comprese una cosa a cui non ci aveva mai fatto caso: lui era innamorato della Fairy Lady. Per questo raggiunse subito un falò e si teletrasporto da lei grazie al potere del ricettacolo, ma naturalmente una volta raggiunto si diede dello stupido, d’altronde cosa poteva dirle. Però si accorse che dall’altra parte della stanza si accorse che era apparso un cadavere bruciato, osservandolo da vicino comprese che era il cadavere di Kirk dalla armatura di spine. Solare gli aveva detto che il tempo era distorto, ma non credeva fino a questo punto. Quindi il piromante si mise addosso l’armatura di spine di quello che un tempo era suo nemico, ma che ora aveva ereditato il suo obbiettivo.

Un cavaliere armato di alabarda tentò di tagliarlo in due, Flayan si riparò appena in tempo dietro il suo scudo leggiero e subì solo in parte il danno, per qualche secondo i due si scambiarono colpi, ma il cavaliere aveva la meglio grazie alla lunga portata della sua arma, improvvisamente il non morto immaginò la voce di Solare che gli urlava incoraggiamenti, e questo diede la forza a Flayan di respingere l’alabarda nemica e di finire il suo avversario. Fatto ciò ripenso al suo amico defunto.

Il piromante aveva appena sconfitto la culla del caos, era stato costretto ad uccidere Solare che era stato posseduto da un parassita schifoso, ed ora stava seduto davanti alla Fairy Lady In cerca di conforto.

“Cosa ti turba sorella mia.” Chiese dolcemente la strega nella lingua delle streghe.

“Ho incontrato un non morto, ho scoperto che era il primogenito di Gwyn e stava alla destra del padre, però un giorno il Dio della luce stanco della indole violenta del figlio gli tolse i poteri divini, distrusse ogni sua statua. Il primogenito della luce dopo anni ed anni si reincarnò in un bambino di nome Solare, il quale viaggiando per Lordran recuperò lentamente i suoi ricordi, e sentendo il rimorso per tutte le atrocità compiute quando era una divinità perse il sua guida…. Il suo sole. A causa della sua debolezza un parassita ha avuto vita facile ed ha preso possesso del suo corpo portandolo alla morte.”

“E perché stai piangendo, tu non odiavi le divinità per quello che è successo alla nostra famiglia a causa della fiamma?”

“Perché Solaire era il mio migliore amico.” Disse Flayan coprendosi immediatamente la blocca, consapevole del fatto che si era appena tradito.

“Non sapevo che avessi un amico, mi dispiace tanto, se ti può essere d’aiuto ti posso solo dire che lui continuerà a vivere dentro di te ogni volta che penserai a lui, così come faccio io pensando a nostra madre e le nostre sorelle morte.”

Possibile che si era bevuta anche questo? Flayan non poteva credere alle sue orecchie, ma ora che la sua amata gli aveva detto quelle parole dolci, non poteva più resistere, e sperando che la menzogna potesse continuare nonostante quello che stava per dire, le confessò: “Ti amo tanto sorella.”

“Anch’ io ti amo.”

Quelle parole nonostante non fossero rivolte a lui, il suo cuore sussultò, nonostante fosse ormai fermo da tempo.

In pochi possono vantarsi di essere sopravvissuti all’impatto con una ascia da guerra grande quanto una persona, ma ora Flayan faceva parte di questa stretta cerchia di persone, dopo che un cavaliere lo aveva colpito a tradimento alle spalle. Il piromante si rialzò a fatica e fu costretto a lanciare una Sfera del Caos contro il cavaliere. Naturalmente esso sopravvisse dato che la sua armatura bruciata gli conferiva una eccellente difesa contro il fuoco, però fu sbilanciato dall’attacco, e l’armatura non fu sufficiente  a respingere l’affondo della Lama del Caos. Ora che l’ultimo cavaliere era morto, nulla sperava lui dal santuario dove il Dio della luce solare si era immolato per tenere accesa la fiamma.

“Grazie, il dolore è passato.” Disse la Fairy Lady dopo che Flayan le aveva donato l’ultimo frammento di umanità. In realtà il piromante era stato spedito nel passato dato che aveva con se un pendente che apparteneva a Manus, il padre dell’abisso. Per liberarsi dal suo giogo Flayan era stato costretto a sconfiggere Artorias, il leggendario cavaliere che si diceva aveva affrontato l’abisso sconfiggendolo, ma in quel viaggio scoprì che la leggenda era falsa, il cavaliere era stato corrotto da esso. Era stato lui, Flayan, un normale piromante-ninja a sconfiggere l’abisso. Aveva ottenuto l’anima di Manus, scoprendo che quest’ultimo non era altro che il nano furtivo, e quell’anima non era altro che l’Anima Oscura originale, quella che il nano furtivo aveva diviso all’infinito creando così le Umanità e dando vita alla razza umana, anima che aveva donato senza indugio alla sua amata per lenire il suo dolore.

Era tutto finito adesso lui doveva compiere la sua scelta: donare il suo corpo e la sua anima alle fiamma per farla continuare a bruciare, oppure lasciarla spegnere e diventare il Dark Lord, ma prima di tutto ciò aveva un’ultima cosa da fare, una confessione.

“Ti devo dire una cosa, io non sono Quelaag, ti ho mentito per tutto questo tempo, io l’ho uccisa.”

Per un tempo immane per il non morto la Fair Lady non disse nulla, per poi dire: “Lo so già.”

“Cosa?! Io… da quanto tempo lo sai?”

“Da quando hai forgiato la Lama del Caos, ho percepito l’anima di Quelaag dentro quell’arma. Ma dimmi perché hai creato un arma simile? Io l’ho vista in mano ad un solo guerriero in tutta la mia vita, esso la usava solamente nelle situazioni critiche, e dopo che quest’ultimo è morto a causa della sua stessa arma, essa fu gettata nella lava in modo che non causasse altro dolore, perché hai riesumato una cosa simile?”

“Perché volevo sentire dolore, volevo punirmi per tutto i peccati che ho commesso, compreso quello di uccidere tua sorella.”

“Io non so che peccati hai commesso, l’unica cosa che so di te e di cui me ne importi e che tu abbia avuto tutta questa forza, sei riuscito a non diventare vuoto dopo tutto quello che hai passato, compresa la morte del tuo amico Solaire.”

“Tu sapevi che quello che ti raccontavo era il mio viaggio.”

“Certamente era ovvio da come ne parlavi che era quello che stavi provando tu. Riguardo a mia sorella so che l’hai uccisa per auto difesa, lei è sempre stata così, uccideva i non morti per portarmi le umanità e così anche molti altri, ma tu non hai mai ucciso per ottenere umanità. Dopo che hai ucciso quel non morto ed hai preso la sua arma hai capito l’importanza della vita umana, per questo hai scelto sempre la via più difficile e lunga per ottenere le umanità.”

Ora che ci pensava lui non aveva mai ucciso nessun non morto per ottenere il suo obbiettivo, aveva ucciso centinaia di topi nelle fogne e finendo avvelenato ed addirittura maledetto in tale luoghi. Aveva pure rinunciato per un attimo alla sua Lama del Caos, optando per un’arma capace di ridare vita ad ogni colpo inferto e per un giorno intero aveva ucciso delle specie di feti scheletrici nel dominio di Nito. Inoltre dopo aver sconfitto Manus era rimasto nell’abisso per ore ed ore, uccidendo quelle umanità giganti per potenziare l’Anima Oscura originale ed esserne sicuro che avrebbe adempiuto al suo scopo.

Vedendo che il non morto non dava segni di vita la Strega Bianca disse: “All’inizio credevo che tenevo a te solo perché mi donavi le tue umanità, non volevo che mi lasciassi sola e perciò ho continuato il tuo gioco ed ho continuato a farti credere che ti avevo confuso per mia sorella, ma ora che è tutto finito ho capito una cosa, tu non sei come tutti gli altri, io ti amo.”

“Anch’io ti amo.” Rispose il piromante d’istinto.

“Allora lascia che ti mostri qualcosa, però prima devi chiudere gli occhi.”

Flayan fece come richiesto ed immediatamente si ritrovò in una piccola montagna sopra Lost Izalit, ma non quella che conosceva, ma la vera Lost Izalit, una citta maestosa ricoperta da immense barriere protettive che impedivano alla lava di danneggiarla. Lui si era sempre immaginato che la citta fosse sono un gruppo di edifici monumentali senza vita, ma si accorse che quelle strade di pietra erano percorse da una moltitudine di persone, come se fosse una normale città.

“Mia madre e le mie sorelle maggiori provvedevano a tutti i bisogni della loro gente.” Disse una voce alle sua destra.

Flayan si voltò e vide la sua amata che stava osservando il panorama assieme a lui, era bellissima nonostante indossasse una tunica color nero che gli dava la sensazione che ella fosse una vecchia megere, il suo viso bellissimo pallido, i suoi capelli biondi ed i suoi occhi color azzurro mostrarono al piromante il vero aspetto della sua amata.

“Sei bellissima…”

“Anche tu, sei il primo che invito dentro i miei ricordi.”

In due si baciarono per la prima volta, per un attimo temete che le spine della sua armatura potessero ferirla, ma era solo un sogno e quindi le spine della sua armatura scomparivano al contatto con il corpo dell’amata. I due rimasero a lungo in quel modo, finché il maschio non disse: “Ci siamo dichiarati amore eterno, ma non so come ti chiami, io mi chiamo Flayan.”

“Io invece mi chiamo Quelaan.”

“Dicono che la piromanzia sia l’espressione ultima della fantasia, ma vostra madre nonostante sia considerata madre di tale arte, non era molto fantasiosa quando ha scelto i vostri nomi.”

I due misero a lungo poi iniziarono a raccontarsi il loro passato, e stanchi delle di parlare fecero l’amore. I due rimasero in quel sogno per moltissime ore, poi Quelaan gli chiese: ”Cosa sceglierai?”

Quella giusta domanda fece ritornare la mente di Flayan alla maledizione e rispose: “Ho deciso diventerò il Dark Lord e tu sarai la mia regina.”

“Non può essere, la mia vita è legata alla fiamma, se essa si spegne, anch’io avrò lo stesso fato, ma anche se la fiamma venisse vincolata l’energia liberata mi ucciderebbe dato che sono collegata ad essa.”

Al non morto vollero alcuni secondo per realizzare che qualunque scelta avesse preso la sua amata era condannata, quindi rispose: “Allora non sceglierò, lascerò che tutto continui ad essere così come è….”

“Sai che non puoi farlo la fiamma è destinata a spengersi, e se lo farà tu diventerai vuoto ed io morirò insieme al mondo, tu devi compiere una scelta.”

“Allora cosa posso fare?! Non voglio perderti.”

“Non c’è altra via, devi lasciarmi, ma non temere tu hai fatto tutto quello che potevi, grazie a te non soffro più e sono riuscita a passare questi bellissimi momenti con te, ho solo un’ultima richiesta.”

“Quale sarebbe.”

“Uccidimi, voglio morire tra le tue braccia, non lontano da te quando compirai la tua scelta”

Prima che il piromante potesse ribattere, fu cacciato via dal sogno e si ritrovò davanti a se la Quelaan unita al corpo del rango, ma per la prima volta con il volto sereno. Lui baciò un ultima volta la donna e le disse addio tra le lacrime, prima che la trafiggesse con la sua arma, sentì il suo corpo scomparire tra le sua braccia, lasciando dietro di se solo la sua anima.   

Flayan osservò la nebbia di fronte a se afferrò tra le sue mani il suo bene più prezioso, l’anima di Quelaan, e la schiaccio nel suo palmo. Numerose umanità invasero il corpo, curandolo dalle precedenti, e sentì la sua Lama del Caos e la sua fiamma della piromanzia reagire ad esse, quindi attraversò la nebbia ancora non consapevole della scelta che avrebbe compiuto. Al suo ingresso vide Lord Gwyn scagliarsi immediatamente contro di lui senza dire una parola e con il suo spadone ricoperto di fiamme. Il piromante non fu da meno dato che evocò una Tempesta del Caos, iniziando così l’atto ultimo del suo pellegrinaggio a Lordran.

 

 

Eoni passarono e Flayan aveva perso ogni suo ricordo, persino quelli di Quelaan, mentre era rinchiuso nella fornace della prima fiamma, dopo che si era gettato tra le fiamme. Lui non ricordava neanche perché aveva compiuto quella scelta, come tutto il suo passato, paradossalmente sapeva solamente cosa gli sarebbe successo se avesse preso quell’altra scelta. Dato che la vita era solamente un ciclo senza fine e senza inizio, lui aveva il potere di vedere cosa sarebbe successo alla fine di questo nuovo ciclo. Sapeva che un non morto aveva intensione di sconfiggerlo e dopo aver fatto ciò avrebbe lasciato che la fiamma si spegnesse, diventando così il Dark Lord che lui non era stato. Improvvisamente la nebbia davanti a lui si diramò e vide il nuovo prescelto, era vestito con una armatura pesante e portava con se uno spadone ed uno scudo. L’ex non morto immolatosi per la fiamma pensò:

Siamo così diversi tu ed io,

eppure abbiamo lo stesso fato anche se non te ne rendi conto,

tu sei di origini nobili mentre io di umili,

tu sei riuscito a salvare i tuoi amici, ed io ho perso il mio unico amico,

tu hai iniziato il tuo viaggio in compagnia del tuo fratello, mentre io ero solo.

Tu sei sicuro sulla scelta che prenderai,

diventerai Re ed e concederai un regno ai tuoi amici.

Ma non sai che:

uno affogherà nel veleno,

un altro soccomberà nel fuoco,

un altro rimarrà imprigionato nel ghiaccio,

mentre tuo fratello perderà tutto.

Alla fine maledizione ti colpirà,

una donna ti offrirà il suo aiuto,

 ma solamente per tradirti più tardi.

Infine penserai che forse era meglio se ti bruciavi nelle fiamme quando potevi,

ma sappi che io sono solo, abbandonato persino dai miei ricordi.

La verità è che non c’è una scelta giusta o sbagliata.

Un giorno lo capirai anche tu,

Vendrick.







Innanzi tutto vorrei ringraziare chi ha letto questa ff  poi vorrei rispondere ad una domanda che vi attanaglia.

Si Flayan è un nOOb d'altronde non c'è nulla da vantarsi nell'utilizare una katana, e senza mai un po di pvp serio, vergognati piromante-ninja dei miei stivali.

Spero che non vi sia dispiaciuto il collegamente finale con Dark Souls 2, forse ho tirato un po' troppo la corda, ma d'altronde la lore di quest'ultimo capitolo e così piena di lacune che si può sparare la qualsiasi cosa senza contrddire la lore di Dark Souls 2,

Innoltre se vi interessa sto scrivendo una ff crossover che unisce Dark Souls con Frozen, se vi interessa si chiama Dark Frozen, (fantasia portami via) e si trova nella sezione crossover di Dark Souls oppure nella sezione di Frozen.

Ciao a tutti

P.S: Non uccidetemi, lo so che facendo parte del patto del Caos, Flayan avrebbe potuto salvare Solaire, ma nonostante ciò ho preferito che quest'ultimo morisse. Chiedo indulgenza a tutti voi fan di Dark Souls.
 
  
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