Sei a scuola. E ti stai sorbendo una delle lezioni più pallose (secondo te): francese.
E ti chiedi perché non possono essere sostituite da due meravigliose ore di educazione fisica, dato che per te conoscere una lingua che non è la tua può risultare inutile. Già non consideri particolarmente importante italiano, figuriamoci una lingua che non parlerai mai. Io e Lysandre abbiamo provato a convincerti del fatto che, se la nostra band avrà successo, tornerà utile parlare il francese, casomai dovessimo avere una tournée in quel paese. Non dico che una minima parte del tuo cervello si chieda dove io mi trovi in questo momento, non sia mai! Solo percepici il posto vuoto dietro di te, magari ti serve soltanto l’ evidenziatore rosa che mi rubi sempre. Quello che ci fai, poi, rimane un mistero. Magari non senti una mano dietro la schiena, che cerca il tepore che tanto ama. Non quello del termosifone, piacevole, sì, ma il calore delle tue giacche di pelle. Non capisci se di solito c’è e non ci hai mai fatto caso oppure se è solo un brivido causato dalla felpa troppo leggera. Magari quel dannato chiacchiericcio tra me e Alexy, che ti da tanto i nervi, ti manca, così trovi conforto nell’ osservare con la coda dell’ occhio, in lontananza, Rosalya e Iris.
Mentre ti concedi questi attimi di distrazione, che sarebbero potuti diventare ore, la voce della professoressa richiama la tua attenzione: “Castiel, ripetimi la coniugazione del verbo ètre al passé composée.”
- “io, prof?” – si alza in piedi il tuo omonimo, con una voce forte e colma d’ autostima. Tiri un sospiro di sollievo, consapevole del fatto che il tuo compagno stia annaspando; privo della sicurezza che prima lo aveva caratterizzato. Noti la stanza con le stelline, una donna si sta occupando di rifare il letto, poi spegne la luce e quella finestra torna anonima, buia, come molte altre. Ti guardi attorno in cerca di qualunque possibile distrazione. Noti come una forma di solidarietà silenziosa e totalmente involontaria tra tutti gli studenti apatici e annoiati, costretti dalla legge a subire quell’inutile tortura; nonostante le continue ricerche d’ attenzione della prof. Voi ovviamente non potete, o meglio, non volete, lasciarvi tentare e continuate, anzi continuiamo noi tutti, perseveranti, a nuotare beatamente nella nostra privatissima piscina costituita da ignoranza. Sappiamo perfettamente che il dolce oceano della conoscenza è proprio davanti a casa, con spiagge bianche, onde perfette, ma non ci lasciamo tentare da questo dolce nettare. Il perché è molto semplice: per evitare un, secondo noi inutile, spreco d’ energia, preferiamo galleggiare nei nostri pochi metri d’acqua. Finalmente suona la campanella, ponendo fine a questo martirio. Pensi alla prossima ora, di scienze, noiosa quanto questa. Può consolarti soltanto l’ idea del panino alla nutella che sicuramente Lysandre accetterà di scambiare con la tua focaccia.
-Nathaniel
 
AUTRICE
Ciao, questa è la mia nuova OS, creata oggi perché sono rimasta a casa, immaginandomi la noiosissima giornata scolastica dei miei sventurati compari, che fra parentesi, non invidio affatto. Nella versione originale, scritta al cellulare, sotterrata da coperte, termometri (funzionanti o meno), bicchieri d’acqua e tazze di thè o tisane dalle più svariate provenienze, c’erano i nomi dei miei compagni, ma ho ben pensato di modificarli per adattarla al gioco di Dolce Flirt. Dico solo che il nome del ragazzo era molto meno originale di Castiel, quindi mi sono trovata incerta sul da farsi.
Se non si capisse, Nathaniel è innamorato del rosso, di cui non conosciamo i sentimenti, perciò, se vi chiedete perché nella presentazione non ci sono coppie, eccovi accontentate (ci sono ragazzi?)
Alla prossima! :3