Edoardo Tenerone si guardò intorno con aria annoiata: stava partecipando alla peggiore festa della sua vita e non conosceva assolutamente nessuno. In generale gli piacevano le feste in maschera, ma questa era troppo d'alta classe per i suoi gusti. Tutti indossavano costumi astratti e sfarzosi, quasi da carnevale veneziano, e il suo costume da Nick Fury stonava. Si passò una mano nella folta barba, prese un bambino caramellato dal tavolo del buffet e lo rosicchiò distrattamente, ignorando le urla di dolore. Non gli interessava nemmeno partecipare al gioco della serata: scoprire chi, tra tutti quei costumi, era il Borghesauro, emblematico e ricchissimo nobile che aveva deciso di organizzare la festa. Tutti gli invitati si affannavano, interrogandosi l'un l'altro, ognuno dubitando del proprio interlocutore, con le maschere ben strette in viso. Le regole erano semplici: chi avesse riconosciuto il Borghesauro avrebbe guadagnato più soldi di quanti si potessero immaginare; chi avesse sbagliato sarebbe stato colorato di nero per entrare a far parte della schiavitù della casa; infine, chi fosse stato scambiato per il Borghesauro, avrebbe ricevuto in premio delle formose schiave.

A Edoardo Tenerone non interessava nulla di tutto ciò: non credeva nel denaro né nella proprietà privata e non voleva certo finire a fare lo schiavo. Così sedette su una poltrona fatta di banconote e sacchetti di cocaina (c'erano centinaia di poltrone identiche, all'interno della villa) e si mise a pensare a Marx. Era così concentrato che nemmeno si accorse di niente quando una persona venne a sederti accanto a lui.

-È una festa orribile, non trovi? - chiese l'estraneo.

-Non sono il Borghesauro – rispose Edoardo Tenerone. La stessa risposta che aveva dato a tutti quelli che avevano cercato di attaccare bottone con lui. Ma, a differenza degli altri, questo estraneo non se ne andò annoiato. Rispose: - Non cerco il Borghesauro. Non mi servono altri soldi né schiavi.

Colpito da quelle parole Edoardo Tenerone si voltò a guardarlo: un ragazzo dal fisico affascinante, il cui volto era coperto da una maschera che gli era ben familiare.

-Agente Colson! - Disse con gioia.

-Proprio io. Qui è una noia, ti va di andare a chiacchierare sul tetto?

Nel palazzo non c'era un tetto, ma decisero di andarci comunque. Cioè, nei film americani succede sempre, perché qui no?

Sul tetto Edoardo Tenerone tolse la maschera e si sdraiò in terra.

-Non puoi toglierti la maschera, è nel regolamento.

-E quindi? Non c'è nessuno qui a vedermi, se non te.

L'agente Colson annuì. Quindi tolse la maschera anche lui. Dietro si celava un bellissimo ragazzo e Edoardo Tenerone si trovò a nascondere un'erezione. Colson gli porse la mano:- Darietto Borghesauro.

Edoardo Tenerone non seppe cosa dire. Rimase stordito per un secondo, poi farfugliò: Qu-quel Darietto Borghesauro?

-L'unico e originale. Di certo non mancherò agli ospiti. Non mi ha riconosciuto nessuno.

-Sono tutti vestiti da carnevale veneziano, perché tu no?

-Scherzi? Il carnevale veneziano non è USA.

Questa volta fu Edoardo Tenerone ad annuire.

-Sai che non esistiamo? - chiese Darietto Borghesauro.

-In che senso?

-Siamo frutto dell'immaginazione di una persona.

-E perché me lo dici?

-Perché questa persona – disse Darietto Borghesauro – si è un po' rotta le palle di scrivere. Quindi facciamo finta che c'è stato tutto il corteggiamento e noi già ci amiamo, ok?

-Non sarebbe un po' noioso?

Darietto Borghesauro ci pensò un po' su.

-Dobbiamo trovare un antagonista – disse allora Edoardo Tenerone. - Che ne dici di qualcuo che vuole impedire il nostro amore?

La Petrigna improvvisamente spalancò la porta del terrazzo e urlò:- Non potrete sposarvi!

-Noooo! - Gridò Darietto Borghesauro. -Perché?

-Perché le persone con due voti… non dovrebbero mischiarsi a quelle con un solo voto!

Edoardo Tenerone sentì le sue gambe cedere.

-Cosa? - Esclamò. -Tu hai un solo voto in arte?

-È così – rispose Darietto Borghesauro, arrossendo in volto per la vergogna. Perdonami se ti ho tenuto nascosta questo terribile aspetto della mia persona ma io… io non posso vivere con ciò!

Darietto Borghesauro si asciugò le finte lacrime da borghese e tentò di gettarsi dal balcone, ma fu fermato da un urlo:- Fermati! - disse l'urlo.

Darietto Borghesauro si fermò e la Petrigna esplose e lui e Edoardo Tenerone si sposarono fino a che Darietto non scoprì che Edoardo era comunista e esplosero anche loro, fine.