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Autore: Kooskia    26/02/2015    1 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16 – Prenderemo  Roma…  o sarà la morte.

Pioveva, e la terra polverosa divenne ben presto un grande campo di fango.
Decisamente non il tempo migliore per aspettare qualcuno, eppure Vindex non poteva fare altrimenti.
L’interno dell’edificio era chiaramente illuminato da diverse lampade e il grande drago cercava di capire cosa stesse accadendo all’interno, scrutando le sagome che si stagliavano davanti alle finestre.
Poteva succedere di tutto, potevano uccidere il suo capitano.
Eppure Vindex si era lasciato convincere, con suo grande rammarico.
Libertaria, al suo fianco, posò la punta della coda blu sulla sua spalla, per rassicurarlo.
C’era poco da cui essere rassicurati, in effetti.
I Garibaldini avevano ammassato una forza di diecimila volontari, senza grosse interferenze governative, ma nessuno sapeva con chiarezza le mosse dei Francesi che non potevano aver ignorato questi preparativi.
E le notizie dalla capitale non erano affatto buone.
I fratelli Cairoli avevano tentato un contatto con insorti Romani, ma erano stati uccisi insieme alla loro colonna in quello che Garibaldi paragonò essere un sacrificio italiano degno di Leonida e dei 300 Spartani.
Altri scontri e attacchi si erano susseguiti,  arrivando alla decapitazione di due patrioti per ordine personale del Papa davanti al Circo Massimo.
-Davvero un’azione molto cristiana… -
Pensò tra sé e sé Vindex, che da tempo aveva rifiutato di comprendere le sottigliezze ipocrite della religione.
-Ecco! Stanno per uscire!-
Disse Puck, scavando solchi nel fango con le zampe anteriori per l’ansia: sua figlia, seduta dietro di lui, manteneva un po’ più di contegno.
Alcuni ufficiali della guarnigione uscirono dall’edificio, seguiti da alcuni Garibaldini.
Tutti loro badavano poco alla pioggia che inzuppava i loro abiti, nonostante le mantelle e i cappucci pesanti: le decisioni che erano state prese potevano essere decisive.
Vindex scrutò il suo capitano in mezzo al gruppo e Libertaria al suo fianco emise uno sbuffo di sollievo.
-Sembra sia andato tutto bene, il capitano della Guarnigione sta stringendo la mano a quel Garibaldino. Ormai è fatta!- disse la dragonessa.
In quel momento alcuni ufficiali si staccarono dal gruppo, procedendo a passo spedito in mezzo al cortile infangato.
-Cruentum! Vieni qui!- urlò un uomo e Vindex fece a malapena in tempo a voltare il muso che il peso massimo più grande e più forte di lui emerse da un fitto boschetto ai margini del campo.
-Cosa ci fa lui qui?- chiese Libertaria, -Non dovrebbe essere dalla dragonessa che gli era stata assegnata?-
Vindex cercò di scrutare il muso di suo cugino attraverso la fitta pioggia.
Uno come Cruentum non avrebbe certo evitato un tale incontro per noia: c’era solo una spiegazione, ovvero che fosse tutto stato predisposto in anticipo e che egli avesse altri ordini.
Cruentum si avvicinò al suo capitano e agli altri ufficiali che lo avevano seguito: essi si arrampicarono rapidamente sul suo fianco, poiché il grande drago indossava già delle bardature complete.
-Cosa è successo, Giovanna? – disse Libertaria, rivolgendosi al suo capitano.
La voce del grande drago rese inutile un’eventuale risposta.
-Ci vediamo cuginetto, mi spiace che la mia presenza qui non possa prolungarsi. Ma il mio capitano e pochi altri ufficiali LEALI a sua maestà hanno giustamente pensato di dover denunciare sia voi che quei traditori.-
Disse, accennando con il muso al manipolo di soldati e ufficiali della guarnigione che avevano evidentemente accettato di collaborare con i Garibaldini.
-Anche se forse… da quanto mi è parso di capire dalla spiegazione del mio capitano, faremo prima una tappa dai Francesi: saranno molto interessati nel sapere esattamente i  numeri e le capacità di tutti voi. Non che abbiate una speranza di sopravvivere, battendovi contro i draghi Papalini e un’intera formazione dell’ Armée de l’air.-
Libertaria si allontanò di scatto dal gruppetto dei Garibaldini e dagli ufficiali loro alleati, per muoversi decisa verso il drago maschio ben più grande di lei.
-Tu non andrai da nessuna parte questa volta! Non ci fermerai  … posso capire che il tuo capitano sia un monarchico convinto, ma quale lealtà devi ad una dinastia che continua a sopprimere le vere aspirazioni di unità e libertà del nostro paese? Senza offrire nulla di concreto alla nostra razza! Per quale motivo tu…-
Cruentum la interruppe ridendo.
-La solita idealista! Non me ne frega niente di tutto questo… quello che voglio è poter mantenere i miei privilegi. Cibo e femmine sono quanto ogni maschio normale desidera, e se pensi che il mio cuginetto non sia uguale a me, allora ti stai illudendo … - disse con un ghigno.
-Credi forse che lui desideri qualcos’altro? Tu sei quella che è nata diversa da tanti altri draghi e sei sempre stata una sognatrice!   Vindex vuole semplicemente quello che io mi sono preso da te… -
Le sue parole si fermarono in un gemito strozzato quando Vindex emise un ruggito di collera e scattò in avanti. Forse il grande drago non si aspettava una mossa tanto ardita, né si aspettava una tale ferocia.
Reagì lentamente, dispiegando le ali e ruggendo a sua volta, ma Vindex si scagliò senza pensarci due volte contro di lui.
I due corpi cozzarono e lo stupore di Cruentum si mutò in orrore quando Vindex chiuse le fauci sul suo collo senza trattenersi: il drago più grande emise un rantolo e cercò di scuotere il cugino lontano da lui,
Era forte e il suo grande corpo si dimenava per cercare di liberarsi dalla presa di ferro di Vindex, ma non aveva mai combattuto una vera battaglia contro un nemico ad armi pari.
Una stirpe accuratamente selezionata avevano prodotto un drago possente, ma una vita trascorsa tra i privilegi derivati dal rango del suo capitano non avevano forgiato un combattente che sapesse reagire d’istinto. 
La sua resistenza durò poco, perché con un’improvvisa torsione Vindex gli ruppe il collo con un sonoro schiocco.
Il corpo del peso massimo crollò su di un fianco  per poi ribaltarsi, schiacciando sotto di sei i corpi urlanti del suo capitano e degli ufficiali monarchici.
Vindex sputò delle scaglie raggrumate di sangue che ancora teneva in bocca.
-… mai trovato interessanti i discorsi in mezzo ad una battaglia.- commentò quietamente.
Il piccolo draghetto Puck saettò rapidamente verso il grande corpo, annusando e constatando l’evidenza.
-E’… morto, Vindex.- disse, per poi sollevare il capo e manifestare sul suo muso un’emozione rara per lui:  la preoccupazione.
-Sono tutti morti… dopo di questo, non possiamo più tornare indietro!-
Vindex ebbe un’improvvisa sensazione di gratitudine per il suo piccolo amico: aveva usato il plurale, riferendosi a tutti loro.
-Questo era per l’Aspromonte, per il sangue di Incitatus… e per tanti altri insulti.- commentò il peso massimo, prima di rivolgere lo sguardo verso una Libertaria dall’espressione incerta.
-Non… non starai pensando seriamente a quello che ha detto Cruentum? Io non ti sto certo attorno solo per … -
La dragonessa blu scosse il capo, uscendo dai suoi pensieri, e mostrandosi sorpresa e divertita.
-Certo che no! Stavo pensando a cose ben più  serie! Possibile che delle sue ultime parole tu ti sia concentrato solo sulle ciance più inutili e prive di fondamento?!-
Benchè il suono delle sue parole fosse quello di una ramanzina, Vindex provò dentro di sé un’enorme soddisfazione nel constatare che la dragonessa non aveva di quei dubbi.
-Beh… è che quando ha detto quelle cose lì… io ho rivisto tutto quello che hai passato, tutto quello che aveva fatto, e allora… -
Libertaria allungò la coda, colpendolo al fianco in maniera innocua.
-E tu lo hai ucciso per quello…  comprensibile, ma non era la ragione più importante! Un’intera formazione aerea Francese, è questo il problema adesso! E se tu non lo avessi ucciso, probabilmente ci avrebbero teso una trappola.-
Vindex finalmente capì ed  annuì… anche se in cuor suo continuava a ritenere ben più importanti le altre ragioni.
-E su questo Puck ha ragione: nessuno di noi, inclusi i nostri i capitani, può sperare in un perdono dopo quanto accaduto oggi. Prenderemo  Roma…  o sarà la morte.-
  
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