Johnny atterrò sul soffitto dell'appartamento, spense le fiamme che lo avvolgevano e si passò le mani sulle spalle nude. Un po' di cenere finì sopra la terrazza, il giovane la tolse dai suoi corti capelli biondi e si massaggiò il collo muscoloso. Raggiunse il bordo della terrazza e saltò, atterrando nel davanzale sottostante. Si girò e bussò un paio di volte sul vetro della porta-finestra. Intravide la figura di Darcy seduta sulla poltrona, la giovane era piegata in avanti, i capelli neri le ricadevano davanti al viso e tra naso e bocca teneva una matita. Bussò più forte, rabbrividendo e saltellò sul posto. La ragazza posò il tomo sul divano, si voltò e sorrise vedendolo. Si mise in piedi, corse verso di lui, tornò indietro, prese un plaid e corse nuovamente alla finestra aprendola.

“E' bello vederti” sussurrò, facendogli l'occhiolino. Johnny ridacchiò, prese il plaid e se lo avvolse intorno al corpo.

“Mi dispiace se ieri non sono venuto al tuo esame, ma stavano invadendo Venezia ... di nuovo” sussurrò. Darcy gli chiuse la porta-finestra alle spalle e lo guardò dirigersi in cucina.

“Jane è messa peggio con Thor, lui non si fa sentire per anni” ribatté. Storm si sedette su una sedia, la avvicinò a una stufetta alogena e mise le mani davanti alla luminosa fonte di calore.

“Lo sai, io invece sarò sempre qui, a distrarti dallo studio” ribatté. Darcy sbatté un paio di volte le palpebre, sporse il labbro inferiore si indicò.

“Mettiti in fila ragazzino, c'è già moltissima roba che mi distrae” rispose. Iniziò a indicarsi le dita di una mano con l'altra.

“Serie televisive, il lavoro alla caffetteria ...”. Iniziò a enumerare Darcy.

“Ecco che inizia con un dibattito accademico dei suoi” si lamentò Storm.

“ ... gli speciali sugli attori che mi piacciono, i film al cinema, persino la mosca è interessante mentre studio”. Proseguì la giovane.

“E c'è la fila anche per le cose che ami?” domandò Johnny, alzando lo sguardo. Darcy annuì e si afferrò il seno.

“Queste le amo più di te, anche se i tuoi glutei sodi potrebbero convincermi in futuro a fare cambio di priorità” ribatté. Johnny scoppiò a ridere ed annuì, facendo ondeggiare il ciuffo biondo.

“Io, invece, amo solo te” ribatté. Darcy mosse la mano davanti al viso e sbadigliò.

“Già sentite queste menzogne” ribatté. Johnny si alzò, la raggiunse e avvolse anche lei nella coperta.

“Lascia che sia il mio calore a parlare per me” sussurrò con voce roca. Darcy si voltò e gli affondò il viso tra i pettorali sodi, strofinando il naso contro la sua pelle.

“Attento, è più probabile che io bruci te” lo stuzzicò. Johnny si piegò in avanti e le baciò il collo niveo, scostando con il naso le ciocche nere.

“Se tocco anche solo uno dei peluche che invadono la nostra stanza da letto, non avrò dubbi che sarai tu ad ardere me” sussurrò. Darcy si sporse sulle punte.

“Scemo” bisbigliò. Chiuse gli occhi e lo baciò.