Fanfic su attori > Jamie Dornan
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Autore: _ether    01/03/2015    3 recensioni
[Jamie Dornan/altro personaggio]«Ora ragazzi – ci ammutolì tutti il professore – verrete uno per uno qui vicino a me e metterete una mano dentro questa ampolla. Sul foglietto che pescherete ci sarà scritto il nome di uno degli artisti che avete appena visto proiettato. Queste grandi personalità dello spettacolo inglese hanno deciso di collaborare con la nostra importante università per poter darvi l'occasione di migliorare voi stessi, imparare dal mondo della recitazione e della regia e diventare un giorno degli ottimi registi, produttori o critici in questo ambiente. Il voto sarà dato su un piccolo cortometraggio che dovrà durare massimo un'ora dove riprenderete una giornata tipo di questi personaggi, con tanto di dietro le quinte e interviste allegate. Non so se avete presente i documentari di MTV, bhé, vorrei che somigliassero a quelli. E mi raccomando; massima professionalità. Bene, spero sia tutto chiaro, ora potete scendere.. educatamente», aggiunse, sghignazzando appena le prime ragazze si furono alzate, correndo e accalcandosi l'una sull'altra. (con il proseguire della storia potrei cambiare il rating in rosso, ma ancora è tutto nella mia mente)
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Who is Jamie Dornan?

Mi ero sempre chiesta per quale assurdo motivo nei telefilm dovevano far vedere che alla mattina questi protagonisti erano tutti allegri, ben truccati, con i capelli acconciati alla perfezione e una voglia assurda di affrontare la giornata scolastica o lavorativa, al massimo delle loro forze, quando io ero l'esatto opposto.
Ero sempre assonnata, rispondevo male anche per un misero buongiorno, non avevo la minima voglia di truccarmi, se non con un filo di matita e i capelli venivano raccolti sempre in una coda alta o magari lasciati sciolti, ma di sicuro non come potevano essere appena uscita da un parrucchiere.
Ero seduta da sola su una delle panche situate più in alto in quell'aula enorme, simile ad una stanza per congressi che nella mia università veniva usata solo quando arrivavano importanti professori per corsi extra, e guardavo fissa la porta, aspettando che il professore o John facesse capolino e si iniziasse la lezione. Intanto tamburellavo con una penna bic sopra il banco e sbadigliavo, stanchissima. Non ero andata a dormire tardi il giorno prima, alle undici io e Mad eravamo già sotto le coperte, ma io la mattina prima delle dieci, come minimo, non riuscivo proprio a svegliarmi completamente, a carburare. Ero in coma, e profondo anche!
«Tieni», e vidi comparire di fronte a me un bicchierone di cappuccino fumante, che proveniva proprio dallo Starbucks vicino.
Mi si illuminarono gli occhi e presi il cartoncino con tutte e due le mani, portandomelo alle labbra.
Poi mi resi conto che non avevo nemmeno guardato chi era che mi aveva offerto quel sidro afrodisiaco, così mi voltai per vedere il volto divertito di John.
«Ma.. che ci fai qui?»
«L'assistente?!» rispose con fare ovvio.
Gli diedi una spinta, «ho capitan ovvio seduto di fianco. Volevo dire.. come hai fatto ad arrivare fino a quassù? Non ti ho visto entrare.»
«Ho notato; stavo cercando di catturare la tua attenzione da ore, ma tu dormi proprio ad occhi aperti», mi sfottè lui.
Arricciai il naso, non era vero, magari ero un po' insonnolita, ma fissavo la porta da un quarto d'ora ormai!
«Ora scendo ad affiancare il professore, mi raccomando, ti voglio attenta», e mi diede un buffetto sulla guancia, con fare affettuoso, mentre io bevevo il mio amato cappuccino che caldo mi scorse in gola.
Appena se ne fu andato e sentii il professore iniziare la lezione, presi un taccuino dalla borsa, pronta a prendere appunti.
Ero eccitata e sentivo la caffeina fare effetto sulle cellule del mio cervello.
«Buongiorno a tutti, studenti, io sono il professor Arnold Richardson e sarò il vostro insegnante di regia per l'intero anno di corso. So che il prossimo anno dovrete scegliere una specializzazione, perciò ho deciso di farvi intraprendere un'esperienza unica che vi permetterà anche di avere delle idee più precise, un quadro più completo, su ciò che vorreste realmente dedicarvi in futuro..»
Continuò a parlare per un'altra ora delle tecniche base di regia, cose che già avevo studiato, dato che avevo dato l'esame di "regia 1" l'anno precedente, così stetti ad ascoltare la lezione senza nessuna particolare attenzione, fino a che le luci non si spensero e sul video proiettore non comparve una foto di una persona che mi sembrava proprio familiare.
Mi alzai diritta con la schiena, mettendomi composta sulla panca. Sì, Arnold aveva decisamente catturato la mia attenzione adesso.
Era Florence and the machine, quella donna stupenda che io amavo più di me stessa. Quante volte Mad aveva dovuto tapparmi la bocca, perchè andavo in giro per casa a canticchiare le sue canzoni malinconiche fino alla nausea? Perfino durante qualche video chiamata su skype, io iniziavo ad intonare qualche sua canzone, smettendo solo dopo aver sentito l'ennesimo grido di protesta della mia amica.
Poi la diapositiva cambiò, mostrando Keira Knightley. No, non potevo crederci! Volevano la mia morte?
Vidi il volto di John alzarsi nella mia direzione e cercare il mio sguardo, mentre soddisfatto incrociava le braccia al petto.
La mia mascella cadde a terra quando sullo schermo comparvero Daniel Radcliffe e poi i Radiohead.
«Che diavolo significa tutto questo?» mimai con le labbra, in direzione di John che però alzò le spalle, non capendomi.
Fecero vedere altri artisti, tra cui vari attori e boy band inglesi, che non conoscevo, infine la luce si riaccese, mostrando dei visi sconvolti quanto me. Una ragazza addirittura stava per strapparsi i capelli, mentre un'altra stava urlando: «Ma era Jamie Dornan quello?»
C'era il delirio puro in aula e sinceramente era alquanto esilarante.
«Ora ragazzi – ci ammutolì tutti il professore – verrete uno per uno qui vicino a me e metterete una mano dentro questa ampolla. Sul foglietto che pescherete ci sarà scritto il nome di uno degli artisti che avete appena visto proiettato. Queste grandi personalità dello spettacolo inglese hanno deciso di collaborare con la nostra importante università per poter darvi l'occasione di migliorare voi stessi, imparare dal mondo della recitazione e della regia e diventare un giorno degli ottimi registi, produttori o critici in questo ambiente. Il voto sarà dato su un piccolo cortometraggio che dovrà durare massimo un'ora dove riprenderete una giornata tipo di questi personaggi, con tanto di dietro le quinte e interviste allegate. Non so se avete presente i documentari di MTV, bhè, vorrei che somigliassero a quelli. E mi raccomando; massima professionalità. Bene, spero sia tutto chiaro, ora potete scendere.. educatamente», aggiunse, sghignazzando appena le prime ragazze si furono alzate, correndo e accalcandosi l'una sull'altra.
Io fui tra gli ultimi a mettere la mano dentro il vaso, poichè avevo preso l'intera storia con serietà, anche se speravo vivamente di leggere il nome di Keira Knightley sopra il foglietto che avrei pescato, dato che non era ancora stata estratta. Lavorare per lei sarebbe stato fantastico.
Vidi John farmi l'occhiolino di incoraggiamento e io gli feci una linguaccia di rimando prima di infilare la mano nel contenitore.
Non presi il primo fogliettino, ma cercai più in fondo, chiudendo gli occhi e strizzandoli, sperando sempre di più nella mia attrice preferita.
Quando fui pronta estrassi la mano e aprii il bigliettino. La mia espressione, da emozionata, cambiò radicalmente.
JAMIE DORNAN.
Ecco cosa lessi scritto sopra il mio bigliettino.
John mi si affiancò e, curioso, lesse anche lui.
«Sul serio? Proprio uno di quelli che non so neanche chi sia?»
Lui scoppiò a ridere divertito dalla mia espressione e da ciò che avevo appena detto.
«Guarda che dopo il film 50 sfumature di grigio è uno degli attori più richiesti», mi informò.
Spalancai gli occhi, «l'ho visto quel film e mi ha fatto schifo», dissi con tono acido, allontanandomi da lui per dirigermi alla lavagna e scrivere il nome dell'uomo di fianco al mio.
Non feci in tempo a voltarmi che la stessa ragazza che aveva urlato poco prima il nome di Jamie Dornan, mi prese per le spalle e iniziò a scuotermi.
«Ti prego, ti scongiuro, ti supplico; fa a cambio con me!»
Aveva almeno respirato? Mio dio, certi elementi mi mettevano paura.
«Ehm – e le tolsi le mani dalle mie spalle – chi hai tu?» e mi ritrovai di nuovo a sperare in Keira.
«I The Wanted», disse speranzosa.
Storsi la bocca, prima di scoppiare a ridere. Mi ricordo che una delle loro canzoni era stata la colonna sonora del mio viaggio di maturità ad Ibiza, su quelle note io e le mie amiche ne avevamo combinate di tutti i colori, ma poi non li avevo più sentiti, perciò preferii tenermi lo sconosciuto.
«No, grazie.»
La vidi guardarmi malissimo e girare i tacchi, diretta di nuovo al suo posto. Per tutta la lezione continuò a fissarmi in malo modo. Avevo seriamente paura di cosa avrebbe architettato per farmela pagare.

«..E quindi alla fine mi tocca lavorare per quel deficiente, perchè solo un deficiente può accettare una parte del genere, che ha recitato in quel film di merda sul sesso, che anche chi non se ne intende di regia direbbe quanto sia girato male, mentre a scuola c'è questa ragazza spagnola, penso dall'accento, che mi guarda sempre come se mi volesse uccidere da un momento all'altro.»
Stavo seduta sulla sedia della cucina, mentre spiegavo a Madeleine come mi era andata la giornata e mi mettevo intanto lo smalto rosso sulle unghie delle mani. La mia amica ascoltava interessata, cucinando nel frattempo qualche piatto italiano.
A pranzo avevamo mangiato entrambe in un fast food e io li odiavo seriamente da morire. Al solo pensiero dell'olio fritto o dell'unto mi si accapponava la pelle.
«Come hai detto che si chiama questo?» mi chiese lei, sghignazzando divertita.
«James Nordan, mi sembra.»
Aspettai di finire a mettermi lo smalto sull'unghia del mignolo, per sbottare con un tono di voce altissimo.
«Ma poi lo sai che anche John deve fare quest'esperienza? E sai chi si è preso? ED SHEERAN!» urlai.
Mad scoppiò a ridere.
«Tu stai delirando, è solo un lavoro per un voto all'università, devi stare calma.»
Sbuffai; certo, lo sapevo che l'importante era fare un buon lavoro, ma proprio io dovevo ritrovarmi a lavorare con uno di cui non avevo mai sentito parlare? Era ingiustizia.
«La tua giornata invece com'è andata?» le chiesi, soffiando sulle unghie della mia mano, sperando che lo smalto si asciugasse velocemente.
«Sai l'amico di John? Quello carino, moro? Abbiamo il corso di letteratura orientale insieme.»
Spalancai la bocca.
«Con David? Quello figo!» esclamai eccitata.
Lei si voltò, lasciando per un attimo i fornelli, e mi fece l'occhiolino. «Dai, che non va poi tutto così male.»
Risi divertita. Aveva ragione, dovevo smetterla di essere cos“ negativa; l'indomani lo avrei incontrato insieme al suo manager e magari avrei scoperto che era un uomo simpatico e non montato. Insomma, qualcuno con cui era bello lavorare, alla fine quello era l'importante.
Prima di andare a letto decisi di prendere il mio laptop e condurre delle ricerche basi; non potevo presentarmi senza conoscere un minimo la sua carriera. Scoprii che era irlandese, di Belfast precisamente, aveva girato una serie tv che stava riscuotendo molto successo e che era notevolmente apprezzato, anche se non era ancora sicuro di interpretare di nuovo il ruolo di Christian Grey nel sequel.
Quella sera mi addormentai con il pc acceso, mentre guardavo quel suo telefilm, e mi parve di ricordare che sognai un uomo affascinante, dagli attraenti occhi azzurri, così particolari da risultare quasi grigi. Quegli occhi gravarono su di me per tutta la giornata successiva.

**
Mi scuso vivamente per il capitolo corto e schifoso, nella mia testa era molto meglio hahah ma vi giuro che nel prossimo mi impegnerò molto di più e che si inizierà ad entrare nel centro della storia!
Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia, pur non essendo un granchè, mi riempite il cuore di gioia.

 

  
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