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Autore: Cloe87    01/03/2015    0 recensioni
Un post Aizen in cui alcuni Espada tornati in vita per mano di individui poco sani di mente, si troveranno a confrontarsi con la minaccia di quello che credevano essere soltanto un vecchio mito greco.
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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SORRIDETE, SIETE SU SCHERZI A PARTE!

O forse no?

 

Era ormai tardo pomeriggio e Kisuke Urahara si apprestava a sorseggiare il suo tè in compagnia del fidato Tessai, quando la porta del suo negozio venne parzialmente aperta da un uomo.

«Spiacenti, ma oggi è giorno di chiusura. Ripassate domani» disse quindi il caramellaio, sventolando il suo ventaglio.

«Io invece credo che per oggi farete un’eccezione, dato che sono qui su indicazione di Susanoo» disse però un’autoritaria voce maschile, la cui reiatsu, decisamente non umana, faceva intendere che l’uomo in questione era qualcuno piuttosto importante. Kisuke alzò quindi un po’ sorpreso il bordo del cappello, per liberarsi la visuale, ritrovandosi così ad osservare un bell’uomo dai tratti occidentali e con gli occhi di un falco.

«Quindi anche voi sareste un dio?»

«Esattamente e sono qui per chiedervi un favore un po’ particolare…»

 «Allora sono spiacente, ma devo informarvi che le foto di Yoruichi senza veli le ho finite e dovrete attendere la ristampa. Il venerabile Susanoo è passato ieri a fare scorta.»

«Guardi che non sono qui per le foto di quella Shinigami» fu però la risposta seccata di Ka.

«Ah!» fu il conseguente commento sorpreso di Urahara, sul cui volto però comparve presto un sorrisetto da intenditore: «Aspettate, ho capito… volete quelle di Rangiku Matsumoto! Però per quelle dovete darmi il tempo di contattare Hisagi…»

«A dire il vero sarei qui per acquistare un gigai» lo bloccò la divinità.

«Un gigai? E da quando gli dei hanno bisogno di un gigai?» domandò quindi sbalordito Kisuke.

«Infatti non è per me, ma per lui» e detto questo Ka spalancò completamente la porta, lasciando così vedere ai presenti un’appariscente zazzera blù ed un ghigno ferino.

«Grimmjow?» esclamò quindi incredulo Kisuke, mentre a Tessai cadde la tazza di mano.

«In persona! Allora, dov’è il mio corpo finto?»


***


Orihime quella mattina era veramente stanca e si era alzata decisamente contro voglia, ma le lezioni non aspettavano certo lei e quindi le era toccato prepararsi per uscire.

Erano stati giorni decisamente stancanti e soprattutto strani quelli in cui era incappata, dopo che Ulquiorra era piombato all’improvviso nuovamente nella sua vita. Inoltre l’Espada le aveva raccontato una strana storia in cui Elpis, una sorta di personificazione della Speranza, l’aveva ricomposto insieme ad altri Espada, attratta dalle loro speranze espresse prima di morire. E siccome quella di Ulquiorra era stata quella di capire meglio i sentimenti umani, per i quali aveva iniziato a nutrire un po’ d’interesse dopo le vicende di Las Noces; Orihime se lo era ritrovato tra i piedi e la cosa non era stata esattamente una passeggiata. Infatti, tolto che non era più reclusa in una camera bianca, il comportamento dell’Espada non era cambiato molto da quando era il suo carceriere. Ed avere un tizio, tra l’altro piuttosto inquietante, che per la maggior parte del tempo ti fissava in silenzio e ti rispondeva a monosillabi, non era proprio il massimo. Senza contare che data la sua ampia gamma di espressioni, era pressoché impossibile capire cosa gli passasse per la testa, e siccome era un Espada a briglia sciolta nel mondo umano, la cosa era piuttosto preoccupante, così come sapere che la seguiva come fosse la sua ombra. Fortunatamente l’Espada aveva almeno avuto la premura di non installarsi in casa della ragazza, lascandole così la sua intimità.

«Ehilà, Inoue, tutto bene?» la voce di Ichigo la fece voltare sul marciapiede  di fronte alla scuola.

«Sì, certo. Grazie per l’interessamento, Kurosaki-kun!» le sorrise lei, ma il ragazzo le si avvicinò aggrottando la fronte poco convinto, facendola così arrossire.

«Sicura? Ti trovo decisamente stanca ultimamente. Non mi starai nascondendo qualcosa per caso?»

Il cuore della ragazza perse un battito. Possibile che sapesse che Ulquiorra era tornato in “vita” insieme ad altri Espada e che l’aveva presa come cavia per le sue riflessioni sul mondo umano? (facendole così capire come si dovessero sentire gli animali presi in esame nei documentari). No, la cosa non era possibile. Ulquiorra le aveva infatti detto che molto probabilmente gli dei che l’avevano ricomposto, lo avevano anche in qualche modo reso non percepibile agli Shinigami, dato che nessuno degli psicopompi nei paraggi si era minimamente accorto della sua presenza, cosa alquanto strana data l’entità della reiatsu dell’Espada. Quindi Ulquoirra aveva ipotizzato che ci fosse stato la zampino di Hope e Ka. E tenendo conto che Ichigo non aveva più i suoi poteri era da escludere che avesse potuto anche lontanamente pensare ad una cosa del genere. Orihime decise quindi di mantenere il silenzio riguardo l’argomento e, anche se non amava molto dire le bugie, preferì far buon viso e cattivo gioco, per non farlo preoccupare. Anche perché ultimamente aveva notato che anche Kurosaki era più crucciato del solito, nonostante dicesse a tutti che non c’era nulla che non andasse.

«Ma no, figurati! Semplicemente tra lo studio e il mio nuovo lavoretto part-time ho un mucchio di cose da fare!»

«Ricordati che se hai bisogno di qualsiasi cosa io, Sado ed Ishida ci siamo! Altrimenti a cosa servono gli amici?» le disse quindi Ichigo, poggiandole una mano sulla spalla comprensivo.

«Grazie, Kurosaki-kun» riuscì quindi solo a farfugliare Inoue arrossendo come un pomodoro, mentre il tornado di Keigo si abbatteva su di loro, venendo però prontamente messo cuccia da un cazzotto di Kurosaki.

«Quante volte dovrai prenderti un pugno in faccia da Ichigo, prima di capire di darti una regolata, e Keigo?» domandò quindi Mizuiro, arrivato insieme al compagno di classe esuberante, continuando a smanettare con il cellulare, mentre Keigo si rintanava in un angolo a commiserarsi. Finito quindi di mandare il messaggino, Mizuiro si rivolse a Kurosaki e Orihime:

«L’avete saputa la novità?»

«Quale novità?» chiese perplesso Ichigo.

«Che da oggi dovremmo avere dei nuovi compagni di classe stranieri e anche una nuova insegnante d’inglese, perché la precedente è stata trasferta in un altro istituto.»

«Cosa? Io non ne sapevo nulla! E perché non me l’hai detto prima? Io sono tuo amico!» iniziò di conseguenza a piagnucolare Keigo, per poi tornare a commiserarsi in un angolo, mentre l’attenzione di Mizuiro, di Ichigo e di Inoue venne attirata da un nugolo di ragazzine starnazzanti, le cui voci vennero presto sovrastate da un:

«Non so manco cosa sia un cellulare e voi volete che vi dia il numero? Ma levatevi dai piedi e fatemi passare!» mentre una zazzera blu si faceva largo tra le ragazze che gli offrivano il pranzo.

«Ma che cazzo vogliono queste oche da me? Non hanno nemmeno un’anima decente e pretendono che io pasteggi con loro. Ma per chi mi hanno preso? Mica sono Yammi che ingurgita qualsiasi cosa gli capiti a tiro!» tuonò infatti il povero Espada, mentre Kurosaki sbiancava di botto:

«Gri…Grimmjow?»

Un sorriso sghembo da serial Killer comparve sul volto dell’interessato, non appena i loro sguardi s’incrociarono:

«Kurosaki Ichigo…» ghignò infatti l’Espada facendo scrocchiare le nocche delle mani e all’ex sostituto Shinigami non restò altro da fare che darsela a gambe.

«Ehi, dannato, dove diavolo credi di andare? Non mi sono di certo abbassato ad indossare un gigai per giocare ad acchiapparello!» ringhiò quindi Grimmjow partendo all’inseguimento, venendo però sorpassato da una scheggia verde, che saltò addosso a Kurosaki, urlando:

«ITZIGO!!!!»

 L’ex sostituto Shinigami si ritrovò quindi la faccia immersa tra due enormi e soffici meloni.

«Ne…Nel?» riuscì soltanto a bofonchiare Ichigo, cercando di divincolarsi dalla morsa dell’ex Terza Espada per respirare.

«Itzigo non ti devi preoccupare! Ci penso io a proteggerti da quegli animali, ora che hai perso i poteri!» lo rassicurò la ragazza, stringendo ulteriormente la presa, guardando torva verso Grimmjow.

«Ehm… Neliel-san… lo stai soffocando!» le fece quindi notare Orihime e finalmente Neliel si accorse della sfumatura tendente al bluastro di Kurosaki.

«Oh… scusa Itzigo!» disse mortificata la ragazza, allentando la presa, senza però mollare l’osso, cosa che fece emettere un sospiro rassegnato ad Orihime.

«Sei disgustosa da quanto sei umana, Neliel» la voce di Nnoitra fece calare il silenzio tra i presenti, che si ritrovarono ad osservare una pertica dai capelli scuri, mentre Nel sibilava un “Fatti i fatti tuoi” e Kurosaki si stropicciava gli occhi incredulo. Forse era un incubo e doveva solo svegliarsi.

«Diamine se è alto! E anche la ragazza e il tamarro dai capelli azzurri non sono sicuramente di queste parti. Dici che siano loro i nostri nuovi compagni stranieri?» domandò quindi Mizuiro incuriosito, mentre Keigo riapriva i rubinetti piagnucolando un “Ma perché Ichigo non ci presenta mai nessuno, se conosce così tanta gente? Non ci vuole più bene?”.

Nel quindi decise di rompere l’imbarazzante silenzio e le occhiate indagatrici, facendo le presentazioni: «Lo spilungone dai capelli neri si chiama Nnoitra ed è mio cugino, io invece mi chiamo Neliel, mentre il ragazzo dai capelli azzurri è mio fratello e si chiama…»

«GRIMMJOW, VUOI ABBOTTONARTI QUELLA DANNATA CAMICIA? GUARDA CHE SE FINISCI IN PRESIDENZA STA SERA TE LE PRENDI!» una voce di donna irruppe nel gruppo e il suddetto Espada venne centrato in testa da un registro di classe.

«Tho, guarda! È arrivata la mia adorata sorellina!» fu il commento palesemente ironico di Nnoitra, che ricevette in risposta da Rihanon uno sguardo inceneritore. La demone infatti non era di cattivo umore; di più!

Nulla da dire sul fatto che Ichigo osservò tutta la scena a dir poco sbalordito; sia per il fatto che Nnoita fosse “vivo” (dato che si ricordava fosse stato fatto fuori da Zaraki dopo uno scontro epico), poi per il fatto che fossero tutti in gigai ed in divisa scolastica ed infine… da quando quei tre erano imparentati? Inoltre quella donna alta e dai capelli scuri e con il viso più crucciato del suo, l’aveva già vista da qualche parte e difatti, dopo un primo momento di smarrimento, Ichigo esclamò sconvolto un:

«Ma lei è quell’esperta d’occultismo!!!»

Rihanon scrutò il giovane dai capelli arancioni per poi dire: «Non so di cosa tu stia parlando. Comunque io sarò la vostra nuova insegnante d’inglese. Quindi ci vediamo in classe… Kurosaki!» per poi dare le spalle al gruppetto di “studenti” e avviarsi verso l’ingresso della scuola aggiungendo solo un “Muovetevi, la campanella sta per suonare”.

«Ehm, scusa… Nnoitra, giusto?»

L’attenzione del Quinto Espada venne attirata da Mizuiro.

«Che vuoi, pivello?»

«Quella è tua sorella, giusto?»

«Così pare» confermò Nnoitra con poco entusiasmo.

«Allora non è che potrei avere il suo numero? Sai, mi servirebbero delle ripetizioni d’inglese…»

Nnoitra guardò il ragazzino con la stessa faccia di chi ha di fronte un idiota.

«Tu sei completamente fuori! Da quella è meglio stare alla larga, fidati!» fu infatti il suo commento, mentre insieme agli altri si avviava verso i cancelli dell’istituto, mentre Keigo tartassava Orihime e Ichigo sul come e quando avessero conosciuto i loro nuovi compagni stranieri, ricavandone però solo una risatina isterica da parte di Inoue ed un secondo cazzotto da Kurosaki, che si accostò a Grimmjow, prendendolo da parte:

«Che diavolo è questa storia? Esigo delle spiegazioni!»

Il Sesto Espada fece spallucce, mettendosi le mani in tasca.

«Io voglio la rivincita Kurosaki, quindi ti terrò d’occhio fin quando non avrai recuperato i tuoi poteri, per il resto è a quella stronza e ai suoi amichetti che devi chiedere cosa frulla per la testa. Io ne sto solo approfittando»

Ichigo quindi non poté far altro di annotarsi di andare al più presto a scambiare due chiacchiere con la nuova “maestra d’inglese”.


***


Nel frattempo, nascosto tra le fronde di uno degli alberi che davano sul cortile della scuola, Ulquiorra aveva osservato tutta la scena disgustato. A quanto pare i suoi ex compagni erano caduti proprio in basso, per decidere di ridursi ad indossare un finto corpo umano. Ma se era risaputo che Neliel fosse sempre stata un’Espada alquanto strana, così come che la fissazione di Grimmjow per quello Shinigami, rasentasse quasi il ridicolo, per quanto riguardava Nnoitra, non riusciva proprio a capacitarsi. Comunque non erano cose che lo riguardavano, quindi lasciò presto cadere il suo interesse per l’argomento, passando a riflette su altro.

Aveva infatti deciso di seguire a scuola Orihime per verificare se i suoi sospetti, sul fatto che la sua aura fosse stata in qualche modo “schermata”, fossero veri. E dal suo esperimento aveva ottenuto risposta positiva, dato che nemmeno elementi del calibro di Ishida e Sado, si erano accorti della sua presenza, nonostante non avesse fatto nulla per nascondere la sua reiatsu. Inoltre era rimasto piuttosto incuriosito dalla reazione di Orihime di fronte a quel Kurosaki. Non che il Quarto Espada non si fosse mai accorto di una certa predilezione della ragazza nei confronti di quello Shinigami, ma non riusciva a comprendere il motivo per il quale davanti a lui andasse completamente in panne, nonostante avesse dimostrato una lodevole fermezza e forza d’animo durante il suo “soggiorno” a Las Noces. Inoue infatti non la si poteva certamente definire debole sul fronte psicologico. Eppure con quel ragazzo si sbriciolava come pasta frolla, così come non aveva potuto non notare anche un cambiamento d’espressione della ragazza, anche se lieve, quando Nel era saltata addosso ad Ichigo.

Bisognava inoltre aggiungere quella donna che si era presentata come “la nuova maestra d’inglese”. Quei lineamenti dolci, ma severi allo stesso tempo e quegli occhi di brace, gli ricordavano qualcosa… qualcosa e qualcuno a cui non riusciva però a dare un nome, ma che gli aveva fatto attorcigliare le viscere.

Ulquiorra slacciò il collo della sua divisa, per poi massaggiarsi il foro da Hollow, che gli doleva in un modo tremendo e non riusciva a capirne il perché.

“Forse perché quella donna fa parte di un passato che non ricordi, ma che vorresti riavere? E questo ti fa male?” le disse la vocina di una bambina infondo alla sua anima. Voce a cui l’Espada aveva ormai imparato a dare un nome: Elpis.

D'altronde anche con quella bambina e con quell’uomo di nome Ka, aveva avuto la stessa sensazione, anche se non così forte e dolorosa come alla vista di quella femmina. Era stato come se fosse stato trafitto al… cuore? No.  Non poteva essere. Gli Hollow il cuore non l’avevano e lui più degli altri doveva esserne consapevole, dato che rappresentava la morte per nichilismo.

“Chissà se è veramente così, o se la tua maschera da Hollow altro non è che una protezione verso quella vita che reputi “spazzatura” solo per comodità? Altrimenti perché trasformarti in Hollow e cercare d’evolverti? Perche diventare Vasto Lord ed infine Espada se l’esistenza altro non è che un viaggio senza meta?  Se la vita non ha senso, perché allora cercare di sopravvivere a tutti costi, invece di lasciarsi trasportare dalla corrente? Infondo potevi sempre non afferrare la mia mano e rimanere cenere.” Trillò però di nuovo Elpis in fondo alla sua anima.

Ulquiorra chiuse gli occhi immergendosi in quei quesiti assurdi, che continuavano a martellarlo da quando Inoue prima, e Hope e Ka poi, avevano incrociato la sua strada.

La risata di Elpis riecheggiò squillante e divertita nella sua mente, dandogli uno starno senso di déjà vu.

Decise quindi di allontanarsi da lì per svuotare la mente congestionata, mentre un’insistente pioggerellina iniziava a cadere su tutta Karakura.

Così quando Orihime rincasò da scuola, trovò il Quarto Espada seduto sui gradini della rampa di scale esterne che portavano al suo appartamento, con lo sguardo perso all’orizzonte, bagnato fradicio ed intento a massaggiarsi la base del collo.

Inoue si chiese quindi se anche gli Hollow si potessero ammalare come gli Shinigami.

«Hai qualcosa da dirmi, donna?» le domandò Ulquiorra, senza distogliere lo sguardo dal cielo plumbeo ed Orihime arrossì. L’Espada doveva infatti essersi accorto che lei lo stava osservando.

«Beh… ecco… sei fradicio» 

Ulquiorra a quell’osservazione girò il capo verso la ragazza pronunciando un laconico: «Piove» facendo sentire Inoue una perfetta idiota. Dopo di ché cadde nuovamente un silenzio imbarazzante, che venne nuovamente rotto da Orihime.

«Hai mal di gola?»

 Ulquiorra la osservò in silenzio senza capire e la ragazza si affrettò a spiegarsi:

«Si, insomma, stando sotto la pioggia c’è il rischio di ammalarsi; anche se forse un Espada non corre questo pericolo»

«Non ne ho idea. Nell’Hueco Mundo non esiste la pioggia»

«Allora forse ti converrebbe fare un bagno caldo e indossare dei vestiti asciutti» lo raccomandò Orihime.

«E dove li trovo, donna?»

Inoue emise un sospiro rassegnato sperando di non doversi pentire dell’offerta che stava per fare all’Espada, ma in fondo gli faceva troppa pena vederlo in quella condizione, anche se sapeva bene che quell’aspetto malinconico era solo un’illusione data dalle finte lacrime verdi che gli rigavano il volto bianco.

«Dovrei avere ancora dei vestiti di mio fratello che dovrebbero andarti bene e per il bagno ti posso  imprestare il mio»

«Se non disturbo…»

«Ma figurati!»

Ulquiorra scoccò uno sguardo poco convinto ad Orihime e al suo sorriso incerto. Inoue infatti non era molto brava a nascondere i suoi pensieri e se da un lato non se la sentiva di fare la bastarda e lasciarlo sotto la pioggia, dall’altro stava pregando di non star facendo una cazzata.

«Veramente, non mi sei di peso!» cercò di essere più convincente Inoue, ripetendosi mentalmente che infondo non poteva esserci di peggio di aver per casa Rangiku.

Ulquiorra le rivolse ancora uno sguardo per nulla convinto, ma si decise ad alzarsi. Infondo aver l’occasione di potersi fare un bagno caldo non gli dispiaceva per nulla.

«D’accordo, donna»

Orihime infilò quindi le chiavi nella toppa ed entrò nel suo appartamento.

 

****

 

Nel frattempo, dall’altra parte di Karakura, Rihanon s’immerse fino al mento nelle vasca da bagno, dopo aver chiuso la porta a chiave.

Era stata una giornata decisamente stressante. Fare da balia a tre Espada in gigai non era infatti una passeggiata, soprattutto perché, tolta Nel, gli altri due erano degli attaccabrighe senza speranza. In più, oltre a tenere d’occhio quei casinisti, doveva anche svolgere le sue mansioni d’insegnante e rimanere allerta per scongiurare eventuali pericoli. In più a loro si era aggiunto anche quel ragazzino dai capelli arancioni in cerca di spiegazioni, che lei aveva liquidato con un asciutto “Se vuoi continuare a rimanere un normale studente delle superiori, evita di farti e fare domande”. Peccato che quel Kurosaki non era della stessa opinione. Insomma, come sempre, la “Capa” aveva messo in atto le sue brillanti idee con l’aiuto di Ka, per poi rifilare a lei la patata bollente.

Infatti non appena si era sparsa la voce della trovata del gigai per poter far incontrare Grimmjow con il suo amichetto Shinigami, anche Neliel aveva battuto i piedi per avere lo stesso trattamento, mentre Nnoitra ne aveva approfittato per trovare un escamotage per levarsi Aster di torno almeno per qualche ora, e tapinare Nel cercando ogni scusa per scontrarsi con lei.  

Inoltre quella sorta di contrabbandiere/caramellaio con il cappello non era stato stupido e, anche se aveva saggiamente accettato di esaudire la richiesta di un dio, aveva comunque patteggiato la garanzia che i tre Hollow fossero tenuti costantemente sott’occhio. Ed ecco fatto; lei era stata spedita a fare da insegnante d’inglese in quella scuola per sorvegliare i suoi adorati “parenti”. Fanculo alla “Capa” e alla sua idea di giocare alla famigliola del Mulino Bianco inventando parentele surreali con gli Espada. In più Ka se n’era lavato le mani con la scusa che lei era la più adatta al ruolo, siccome Lucien era già stato mandato in missione ed ecco qui: lei si era trovata con due cugini ed un fratello nuovi di zecca a cui badare. Senza contare che il dover stare a stretto contatto con dei ragazzini le riportava alla mente dolorosi ricordi… d'altronde lui aveva all’incirca quell’età quando l’aveva lasciata…

“Ci mancava solo questo in un momento così delicato” pensò quindi la demone spostando lo sguardo verso la finestra rigata dalla pioggia battente. Infatti se Lucien era stato mandato ad isolare l’Hueco Mundo, questo voleva soltanto dire una cosa: la rottura del Sigillo di Pandora era vicino ed il fatto di avere quegli Espada tra i piedi non era un bene. Si chiese quindi nuovamente per quale assurdo motivo Hope aveva deciso di portarseli dietro.

“… se è questo che ti preoccupa potresti sempre aiutarli a colmare il buco della loro anima, in modo che possano arrangiarsi da soli contro i nostri avversari….”

Il ricordo della risposta che Hope le aveva dato la colpì come una mazzata sui denti. Che la “Capa” sperasse seriamente in una cosa del genere? Infondo che avessero bisogno di rinforzi era un dato di fatto, ma perché proprio degli Hollow?

“Dovresti sapere bene che chi riesce a risalire da un baratro, evita di caderci un’altra volta” le suggerì una voce di bambina in fondo all’animo.

Rihanon sospirò passandosi una mano tra i capelli bagnati. Anche se Hope la faceva facile, ciò che le aveva indirettamente chiesto non lo era minimamente, dato che il fatto di voler riempire il vuoto non era una cosa che poteva dipendere da lei, ma soltanto da loro.

  
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