Le stelle. Quante volte le avevo osservate senza rendermi conto della loro reale bellezza? Tantissime volte e mi pentivo di non aver capito prima il vero senso di tutto ciò che mi circondava.

L'uomo è una creatura egoista, soltanto adesso lo avevo capito davvero, dopo tutti quei mesi passati a scappare dagli zombie e sì, anche, dagli uomini vivi.

I primi tempi erano stati i più duri per me: avevo perso entrambi i miei genitori e il mio ragazzo nel giro di una settimana, proprio quando era iniziata l'epidemia. La mia città, Savannah, era stata una delle prime ad essere colpita e annientata nel giro di pochissimo tempo. Ho passato quasi quindici giorni dentro a casa mia, completamente da sola, rinchiusa nella cucina, mangiando le ultime cose rimaste e tappandomi le orecchie quando sentivo i versi di quelle cose per le strade.

Riuscii a risvegliarmi dal mio torpore soltanto quando un ragazzo, forse un po' più grande di me, entrò in casa inseguito dagli zombie, rovinando completamente quel mio nascondiglio e costringendomi a fuggire da quella casa e da quella città. Non ho la minima idea di che fine abbia fatto quel ragazzo, ma riesco sempre a sentire le sue urla provenienti da casa mia. Non sarei mai riuscita a salvarlo, o meglio, questo era quello che continuavo a ripetermi i primi giorni, per evitare che i sensi di colpa mi soffocassero.

Adesso, a distanza di quattro mesi all'inizio dell'epidemia, era tutto cambiato. Io ero cambiata, il mondo era cambiato. Mi ero adattata alla situazione, aveva prevalso il mio istinto di sopravvivenza. Avevo capito che dovevo fare tutto il più silenziosamente possibile, che non dovevo mai rimanere senza scorta d'acqua e che la pistola trovata sotto il bancone di un supermercato sarebbe stata la mia migliore amica, insieme ad un lungo coltello che avevo attaccato al cinturino dei miei jeans e che usavo quando il rumore della pistola diventava troppo pericoloso per me. Avevo capito che non dovevo fidarmi più di nessuno: mi ero fatta cogliere impreparata più di una volta, in cui, persone a me ignote, mi avevano rubato coperte e scorte mentre io dormivo in qualche bosco o struttura abbandonata. Non dovevo più ripetere errori del genere.

Proprio per quel motivo quella notte, sotto uno dei più belli cieli stellati che io avessi mai visto, mi ritrovavo a seguire le tracce di quello che doveva essere un grosso pick up, che tagliavano a metà una vasta campagna. Non riuscivo a rendermi conto di quanto mi fossi allontanata dalla mia città natale, ma poco mi importava. Erano due settimane ormai che vivevo all'ombra di quel gruppo che tutt'ora stavo seguendo. Lo avevo notato un giorno in una cittadina abbandonata, avevo visto il modo in cui uccidevano gli zombie, il modo in cui erano organizzati, l'umanità che avevano l'uno con l'altro. E avevo capito di aver bisogno di aiuto. Prima di mostrarmi loro, avevo iniziato a seguirli e lo ammetto, di tanto in tanto avevo rubato qualche loro scorta, quando la fame prendeva il sopravvento su di me. Sapevano di essere seguiti, lo vedevo, ma volevo assicurarmi che fossero brave persone.

Dovevo decidermi a rivelarmi, quella mattina avevano trovato un pick up e io non sarei più riuscita a seguirli senza mezzo con cui muovermi. Respiravo a fatica a causa del mio passo svelto che si stava trasformando in una corsa, mentre i miei occhi continuavano a seguire i segni delle ruote sul fango e sulla mota. Aveva piovuto tutto il giorno prima.

All'improvviso mi fermai, il cuore che batteva all'impazzata e il mio viso totalmente paonazzo a causa del caldo, nonostante fosse sera. Non c'erano più tracce. Il mio cuore perse un battito. Mi guardai intorno quasi disperata all'idea di aver perso quel gruppo e soltanto in un secondo momento mi accorsi di quello che avevano fatto: le avevano cancellate di proposito, perchè sapevano della mia presenza. Alzai gli occhi al cielo e guardai le stelle, con la consapevolezza che avrei dovuto tornare a cavarmela da sola. Non sapevo se sarei stata abbastanza forte ancora per molto, erano mesi che non parlavo con nessuno, il mio cervello iniziava a dare i numeri.

Sentii un rumore di passi, o almeno così parve a me, e mi voltai di scatto, anche se ormai il buio aveva preso il sopravvento. Mi ero allontanata dalla strada principale, ero in aperta campagna e l'unica cosa che illuminava l'ambiente intorno a me era la luna. Altri passi, qualcuno che si trascinava tra l'erba. Zombie. Tirai fuori il coltello e mi guardai intorno, senza riuscire a vedere niente e nessuno. Poi la individuai, una vecchia casa abbandonata, in lontananza, e iniziai a correre. Il rumore di passi era sempre più insistente, non potevano essere così veloci. Che fossero in molti?

Le gambe ormai si muovevano automaticamente e ero quasi arrivata, se non fosse stato per una mano che bloccò la mia corsa, tappandomi la bocca con forza. Provai ad urlare ma non ci riuscii e all'improvviso tutto si fece più buio: un colpo in testa mi fece perdere i sensi, allontanandomi almeno per qualche minuto da quell'orribile mondo che mi circondava.




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Ciao gente! Questa è la prima FF che scrivo su The Walking Dead, questa è una sorta di premessa riguardante la protagonista, spero che il capitolo vi interessi almeno un po' e vi porti a seguire la mia storia! Mi farebbe piacere ricevere qualche recensione, soprattutto per migliorarmi!
A presto spero :)