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Autore: SSJD    02/03/2015    7 recensioni
Non ce la può fare...
Dannato Vegeta...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Pan/Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Trunks x Pan'
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La quarta non prima volta di Pan



Bacio
Bacio
Carezza
Carezza
Care...
Ops...
"T-Truunks?!?"
"Che c'é, Pan? Qualcosa non va?"
"T-tu s-sei... insomma... io ti ho... voglio dire... scusa, non volevo... é che mi hai sempre fermato prima che potessi arrivare..." deglutì "lí. T-tu s-sei...
"Eccitato? Beh... sí, sei tu"
"Mamamamama... Trunks?!?... C-cosa... cioé... che intenzioni hai?"
"Nessuna intenzione che non sia TU a volere."
Pan si alzó dal divano di casa Brief dove, fino a pochi istanti prima, era ad amoreggiare con il suo amorevole fidanzato e inizió a camminare nervosamente per il grande salone, sotto gli occhi perplessi misto divertiti di lui. Il colore del viso della ragazza passó, in pochi attimi, tutte le 50 sfumature che portano dal rosa candido al rosso fuoco e il suo cuore stava letteralmente invocando pietá, per riuscire a darsi una calmata. Le preghiere del poverino erano tutte rivolte ad una mente che, da parte sua, era in balia di pensieri che si inseguivano come bolle di sapone trascinate da un leggero venticello.
Pan, sgranocchiandosi l'unghia del pollice, rivolgeva ogni tanto lo sguardo verso il suo ragazzo che, ancora sdraiato sul divano, la osserva mantenendo un sorriso rassicurante.
Ad un tratto, come se volesse finalmente far trovare una via di fuga alle bolle di sapone, che le stavano affollando il cervello, Pan si riavvicinò al divano e, inginocchiandosi davanti ad esso per poter guardare Trunks negli occhi, gli disse:
"F-fammi capire, non mi dici piú di no?"
"No."
"Cioé... cosí... tutto d'un tratto..."
"Sí."
"T-tu vuoi fare..." deglutì "Vuoi davvero fare l'amore? Con me?"
"E con chi altro, Pan? TU sei l'amore della mia vita, ma se non ti senti pronta dimmelo, ho aspettato fino ad ora posso aspettare tutto il tempo che desideri, non é un problema. Scusami se mi sono lasciato andare al mio istinto, prima, pensavo lo volessi anche tu."
Pan, con gli occhi sgranati fece un enorme sospiro e pensò che, in fondo in fondo, aveva aspettato quel momento da tanto tempo, ma la consapevolezza di ció che desiderava fare veramente con Trunks era arrivata solo da poco. Ogni volta che pensava a quando era una ragazzina e ci aveva provato con lui su quel pianeta assurdo ai confini dei confini della galassia, si sentiva proprio stupida. Non sapeva né cosa stesse chiedendo a Trunks di fare, né cosa volesse dire farlo con lui. Ora che erano passati tre anni, peró, la situazione era ben diversa. Ora era lei ad avere tutte le carte in regola per donarsi finalmente anima e corpo a quell'essere perfetto, non solo fisicamente, che le stava sorridendo a pochi centimetri dal suo viso. Dopo un altro, enorme e profondo sospiro, Pan alzó lo sguardo e gli disse:
"Per favore, non ti scusare... sono io ad essere una perfetta sciocca. Ho aspettato questo momento per tanto tempo e non ho mai... pensato a cosa... a come sarebbe stata... la prima volta... Solo adesso mi sono resa conto che non ero venuta qui stasera per invogliarti a fare l'amore. Mi piace tanto baciarti e... accarezzarti e ricevere tutte le attenzioni che mi dai e che mi hai sempre concesso, in questi tre anni che siamo stati assieme. Pensavo fosse una serata come le altre: coccole, tv, spuntino di mezza serata. Non ero... pronta... a... questo."
"Va bene, te l'ho detto, non é un problema, aspettiamo... Ora torni qui, per favore? Altrimenti fanno in tempo a rientrare i miei dalla cena e addio serata di coccole."
"Noooo! Aspetta, io non ho detto che non lo voglio fare, ho detto solo che non ero venuta con quella intenzione! É che... io, non... non so proprio... da che parte iniziare... eheh (ride nervosamente) che stupida, vero?"
"Pan, non sei stupida e non é vero nemmeno che non sai da che parte iniziare. Riprendiamo da dove abbiamo interrotto e vedrai che il resto verrá da sé. Ti fidi di me?"
"Sí... ma...
"Se ti fidi di me andrá tutto bene, stai tranquilla, Pan. Preferisci andare di sopra? In camera mia?"
"No, no... é solo che...
Trunks capí che c'era qualcosa che non andava, Pan era troppo nervosa per poter pensare di proporle di affrontare la sua prima volta proprio quella sera. Si mise a sedere sul divano e le prese un polso per farla mettere a cavallo delle sue gambe e poterla cosí guardare negli occhi essendo i loro visi praticamente uno di fronte all'altro. Il sayan ebbe conferma che qualcosa non andava quando la vide abbassare la testa per non doverlo guardare. A quel punto, Trunks le fece sollevare il dolce faccino mettendole l'indice sotto il mento e, quando lei finalmente si decise a sollevare lo sguardo e i suoi occhi incrociarono quelli acquamarina di lui, le fece un sorriso e le disse:
"Di cosa hai paura, Panny? Perché ti sei rattristata? Vedi che non sta succedendo niente di male? Senti, mi è venuta un’idea: io adesso me ne sto qui, buono buonino. Decidi tu cosa vuoi che io faccia. Tutto ciò che farai tu a me, poi lo farò io a te, ok? In questo modo saprò esattamente cosa desideri e cosa non ti va e se non vorrai arrivare fino in fondo sarai tu a deciderlo, va bene?”
“Mamamamama… Trunks? Io non… non credo… io non credo di esserne capace… Come faccio a sapere cosa ti piace se…
“SSSSHHH… segui il tuo istinto Pan e non ti preoccupare per me. I miei sensi sono uguali ai tuoi, sarà molto bello per entrambi. Vuoi provare a fidarti?”
Pan non rispose. Gli prese il viso tra le mani e inizió a baciarlo con la stessa delicatezza con cui l'aveva baciato la prima volta, su quel lontano pianeta. Lo bació per molti, interminabili minuti e Trunks corrispose a tutti i suoi baci abbracciandola e accarezzando il bellissimo corpo di Pan che ancora era seduta a cavalcioni delle sue gambe. Ad un tratto, lei si staccò e facendo scivolare le mani dal suo viso fino al collo della camicia gli sussurrò:
“Posso?”
Senza dire nulla, Trunks spostò le sue mani sull’ultimo bottone della camicetta di lei facendole capire che avrebbe mantenuto la promessa fattale poco prima. I due si slacciarono a vicenda i bottoni dei loro indumenti con una lentezza esasperante e sempre guardandosi fissi negli occhi innamorati. Quando Pan iniziò ad accarezzare il suo uomo, lui fece lo stesso e i brividi si propagarono sulla pelle di entrambi i corpi che tanto avevano aspettato prima di potersi sfiorare. Ad un tratto Pan scese a slacciargli la cintura dei jeans e i bottoni dando un po’ di sollievo all’eccitazione di Trunks che, fino a quel momento, era rimasta costretta in quello spazio angusto. Lui fece lo stesso e Pan capì era giunto il momento per entrambi di liberarsi dell’abbigliamento che ancora impediva il contatto della loro pelle. Si alzò a malavoglia dalla posizione che aveva mantenuto fino a quel momento e si abbassò i jeans per poi sfilarli da sotto i piedi, abbandonandoli sul pavimento del salotto. Fece fare la stessa fine alla camicetta, rimanendo in slip e reggiseno. Trunks fece un leggero sorriso quando vide che la sua ragazza non aveva la biancheria intima coordinata. Le poche volte che gli era capitato per sbaglio di entrare in camera della sorella che si stava rivestendo, non si ricordava di averla mai e poi mai vista senza un completo coordinato colore/modello addosso e Bra nemmeno aveva un ragazzo a cui esibirli, tutti quei completini. Pan invece indossava un reggiseno bianco a balconcino che le garantiva una forma perfetta del seno sotto la camicetta e un paio di slip che non erano decisamente il coordinato della parte sopra. Quando il sorriso di Trunks si allargò a questo pensiero, lei fece una faccia un po’ buffa e gli disse:
“Che c’è? Sei… sei… non ti piaccio?”
“Oh sì, sì che mi piaci… è che proprio non te lo aspettavi che stasera sarebbe finita così… la cosa mi diverte molto.”
“Mi stai prendendo in giro?” chiese Pan guardandosi per capire cosa tanto lo stesse divertendo. Poi, vedendo il non completino che indossava, sgranò gli occhi e guardandolo continuò: “No, non… non dirlo a Bra, ti prego… lei mi dice sempre che bisogna mettere tutti i coordinati perché se un giorno ti capita qualcosa e finisci, che ne so, all’ospedale, poi se arrivi là e ti tolgono i vestiti e vedono che sotto hai i mutandoni della nonna con il reggiseno scoordinato poi fai la figuraccia e tutti ridono di te e….
“Paan!” riuscì a bloccarla lui.
“Cosa… cosa c’è?”
“Mia sorella ti ha detto questo?”
“Sì,” rispose timidamente Pan abbassando lo sguardo.
“Ammesso che una sayan forte come te possa finire all’ospedale non so per quale assurdo motivo, non credi che prima di preoccuparsi del completino intimo che non hai, ti farebbero qualche domanda in merito alla strana cicatrice della coda che ti porti dietro?”
“Ma…
“Fidati, mia sorella è pazza, si depila per andare dal dentista perché dice che “non si sa mai”… Ora, vuoi per favore tornare qui? Non mi importa niente del tuo non completino, anche perché spero che fra poco sparisca dal tuo bellissimo corpo.”
“Sì… sì, ok… posso… posso tenerlo ancora un pochino?”
“Puoi tenerlo anche fino a domattina, se vuoi. Te l’ho detto, fino a dove desideri arrivare tu.”
Pan si rimise esattamente nella stessa posizione in cui era prima. Ora le sue mutandine scoordinate ma umide della sua evidente eccitazione andavano a sfiorare i boxer rigonfi del piacere di Trunks. I due si lasciarono andare a carezze e baci che non avevano mai osato darsi per tutto il tempo in cui erano stati assieme, negli ultimi tre anni. Ad un tratto Pan azzardò una carezza al di fuori dei boxer e poi andò ad infilare la mano dentro per poter accarezzare con una delicatezza infinita la parte più intima del suo uomo. Trunks non potè fare altro che emettere un gridolino di piacere e, dopo un paio di sospiri non riuscì più a controllarsi. Le prese la mano per bloccargliela e subito sul volto di Pan comparve un’espressione triste e stupita e gli chiese:
“Cosa c’è? Ho…ho fatto qualcosa di male? Ecco lo sapevo che avrei fatto qualcosa di sbagliato…
“No, non hai sbagliato proprio niente, Pan…è che se non ti fermi diventa impossibile, per me, controllarmi…ho bisogno di…posso…posso andare avanti io ora? Devo poter controllare il mio istinto e non lo posso fare se…se sei tu a fare per prima le cose…ma ti prometto che se all’ultimo momento cambierai idea e non vorrai più continuare, mi fermerò…ok?”
“Non cambierò idea, Trunks…”
“Devi solo sapere che lo puoi fare e che io capirò”
“Ok” rispose semplicemente lei facendogli un sorriso dolcissimo.
Trunks ribaltò la situazione e la fece sdraiare sul divano sotto di sé. Di nuovo furono
Baci
Baci
Carezze
Carezze
Care...
Ops...
Rumore di una chiave che gira nella toppa della porta d’ingresso e due voci ben note provenienti dell’atrio:
“…ah, Vegeta…cosa vuoi che ne sappia dove ho lasciato la borsetta, adesso vado di sopra e la cerco…hai dovuto volare per sole dieci miglia, cosa vuoi che siano? Hai fatto pure un po’ di allenamento…” disse la voce di Bulma allontanandosi su per le scale.
A Pan e Trunks salì il cuore in gola. Subito si misero a sedere sul divano, una vicino all’altro ed entrambi si coprirono con un plaid che era sempre sullo schienale del divano (chissà perché poi era sempre lì, quel dannato plaid). Si guardarono negli occhi leggermente preoccupati di essere scoperti e Trunks disse sottovoce:
“Pan azzera l’aura, altrimenti mio padre…
“Mio padre cosa, Trunks?” chiese una figura che, nell’oscurità della casa, si stava avvicinando al divano dove cercavano di nascondersi i due amanti.
“P-papà…siete…già…rientrati?” chiese il ragazzo dai capelli lilla quando si trovò di fronte il padre vestito con uno smoking nero e che, con le braccia conserte e un sorrisetto malefico dipinto in volto, lo scrutava con due occhi neri che sembravano l'anticamera dell'inferno.
“Tua madre ha dimenticato la borsetta, tanto per cambiare…ma mai dimenticanza fu tanto gradita…direi. Vedo che vi stavate divertendo, o sbaglio?” chiese Vegeta mantenendo un sorrisetto malizioso e allo stesso tempo terrificante.
“No, cioè…sì…cioè…non ancora, veramente…” cercò di spiegare Trunks il cui volto aveva passato ormai tutte le 50 sfumature che vanno dal rosso al viola acceso.
“Basta, Trunks! Tu sei il principe dei sayan, non ti è concesso balbettare come un infimo topo che ha paura di essere disintegrato” lo aggredì Vegeta con tono minaccioso.
“Io non ho paura di essere disintegrato, solo che tu voglia impedirmi di stare con lei. Io la amo” rispose Trunks facendosi coraggio e alzando lo sguardo per fissare suo padre negli occhi, per la prima volta in tutta la sua vita.
Vegeta allargò ancora di più il sorriso, si avvicinò al volto del figlio che non fece nulla per tentare di allontanarsi e gli sussurrò all’orecchio:
“Se la ami, Trunks, allora la devi trattare come una principessa. È chiaro?”
“Sì, lo so”
“Bravo, vedi di ricordartelo, altrimenti te la dovrai vedere con me…e, adesso, veniamo a noi…principessa” disse Vegeta voltandosi verso Pan che lo guardava terrorizzata.
Vegeta appoggiò una mano allo schienale del divano, all’altezza dell’orecchio destro della ragazza e si chinò in avanti. Si avvicinò al suo collo e, del tutto inaspettatamente, annusò la sua pelle facendole venire i brividi. Poi, staccandosi, la guardò negli occhi e le disse:
“Così non va, principessa, sai che odore hai cercato di nascondere con questo profumo fruttato (scusa Panssj, ti ho presa ancora in prestito) che farebbe impazzire anche gli ormoni di un essere asessuato come Junior?”
“Ma io uso sempre questo profumo…non…volevo nascondere proprio niente…io…
“Che volessi o no, quello che nascondi è un odore inconfondibile, sai come si chiama?”
Pan riuscì solo a fare cenno di no con la testa e Vegeta continuò:
“É odore di guai, seri, per voi due. Sei nel periodo giusto per combinare un bel casino, principessa e se domani mattina sentirò una piccola aura sayan provenire da qui dentro” le disse sfiorandole appena il ventre “giuro che prendo il pisello del tuo fidanzato e gli ci faccio un nodo. Poi, visto che comunque sei la nipote di Kaaroth, ti posso concedere l’onore di scegliere quale tipo di morte debba toccare a Trunks per ciò che ti ha fatto. Quindi, i casi sono due, o lui è bravo quanto me e vuole cimentarsi nell’impresa senza prendere alcuna precauzione, pur conoscendo le conseguenze, oppure si infila uno di quegli affari di gomma puzzolente sperando di non aver beccato proprio quello con evidenti difetti di produzione. Scegli tu. Sono stato sufficientemente chiaro?”
Pan fece solo cenno di sì con la testa e Vegeta, rimettendosi dritto, fece un sorrisetto soddisfatto e disse ad entrambi:
“Bene, sono contento che ci capiamo al volo. Ora vado, Bulma sta tornando, speriamo che abbia trovato quella dannata borsetta. Ah, un'ultima cosa, Pan, quello è il plaid di Bulma. Fai in modo di rimetterlo esattamente dove l’hai trovato perché ancora peggio di vedere me arrabbiato, è doversi sopportare lei contrariata”
Così dicendo, Vegeta voltò loro le spalle e, senza salutare, uscì dal salone, richiudendosi la porta scorrevole alle spalle.
Poco dopo, i due ragazzi non poterono fare altro che sentirli uscire di casa e seguire con la mente l’allontanamento dell’aura del principe dei sayan nel cielo della notte.
Seguì qualche minuto di silenzio durante il quale i due rimasero a guardare fuori con gli occhi sgranati per quanto era appena successo loro. Poi, rimanendo immobile e senza nemmeno voltarsi a guardare Trunks, Pan si schiarì la voce e chiese:
“T-Trunks? D-dimmi che hai un preservativo”
Il ragazzo emise solo un mugugno di disapprovazione e voltando leggermente il capo verso di lei le disse:
“Mi dispiace…no…non avevo previsto di fare l’amore con te stasera. É venuto tutto così…se li avessi avuti avresti pensato male di me. Non tengo in casa una cosa di questo tipo se non ho intenzione di usarla, ti pare? Sicuro che Goten ne ha una scorta intera a casa”
“Eheh, credo di sì…Trunks…perdonami, ma io non me la sento di…
Pausa
Sospiro
“…ho già abbastanza paura per ciò che stavo per fare…non credo di poterci sommare anche la paura di…aspettare un bambino…ti prego, scusami, so che posso fidarmi di te e che non permetteresti mai una cosa del genere, ma io…vorrei soltanto sentirmi più…tranquilla”
“Pan, guardami per favore”
La ragazza si girò e lui le prese delicatamente il viso tra le mani. La guardò per qualche istante per cercare di comprendere il suo stato d’animo. Poi le fece un leggero sorriso e le disse:
“Pan, sei la creatura più bella che io abbia mai potuto incontrare e per me è una gioia infinita poter solo pensare di passare tutta la mia vita con te a fianco. Mio padre ha ragione a dire che sei una principessa e che ti devo trattare come tale. L'ho sempre fatto e continueró a farlo, per tutto il resto della mia vita. Peró non dirmi che hai paura, ti prego, mi fai stare male e mi si stringe il cuore a pensare che tu temi ció che stavamo per fare. Io non potrei mai e poi mai farti del male, lo capisci?"
"Lo so, Trunks, ma io non ho paura per quello. So che stasera mi avresti dato solo piacere, ma sono io che temevo e...temo ancora... veramente...di non saperne dare alcuno...a te"
"Pan Son! Questa é la piú grossa stupidaggine che io abbia mai sentito. Tu non hai idea di quanto sia stupendamente perfetto per me stare con te anche solo a guardarti mentre dormi, a sentire il tuo respiro quando ti addormenti sul mio petto e sentire di iniziare a godermi la vita solo quando ti ho a fianco. Lo capisci che ti amo e che fare l'amore con te, in qualunque giorno della mia vita avverrá, sará sempre e comunque un capolavoro di complicitá tra di noi?"
Pan rimase piacevolmente scioccata. Trunks Brief, l'uomo che le era stato a fianco in mille avventure e negli ultimi tre anni, era lí, di fronte a lei a dichiararle tutto il suo amore e lei, Pan Son, era di fatto ammaliata e assolutamente rapita dal suo sguardo, dalla sua voce e, non per ultimo, dalle sue parole.
Presa da un istinto naturale, gli diede un bacio e, senza distogliere lo sguardo dal suo, gli disse:
"Grazie, Trunks. Sono sicura che sará stupendo, ma...
"Ma?"
"Ti prego, non stasera"
"No piccola, non stasera. Vuoi restare a dormire? Staró buono, parola di sayan"
"La parola del principe dei sayan? Come si puó dire di no? Ma prima...
"Prima?"
Bacio
Bacio
Carezza
Carezza
Carezza
....
...
Niente OPS.
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