Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: Anmami    02/03/2015    7 recensioni
In questa storia Beth non è morta, il colpo di pistola di Dawn non l'ha uccisa ma le ha procurato dei danni permanenti. L'arrivo ad Alexandria sancisce per il gruppo l'inizio di una nuova vita. Daryl, a differenza degli altri, sembra faticare parecchio ad integrarsi, tendendo ad isolarsi, consumato dai suoi sensi di colpa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I'LL TAKE CARE OF YOU.
 
Era trascorsa una settimana dal loro arrivo ad Alexandria e le cose stavano procedendo piuttosto bene. Rick e Michonne avevano preso servizio ed erano diventati agenti di polizia. Molto lentamente si stavano, chi più e chi meno, adattando alla nuova situazione. Ci sarebbe voluto del tempo, ma lo sceriffo era piuttosto fiducioso, la sua famiglia ce l'avrebbe fatta. Rick iniziava, con cautela, a fidarsi di quelle persone e la comunità cominciava a rispettare la sua divisa e ad interagire con lui, non come un estraneo, ma come un membro degno di farne parte.

Se per lo sceriffo Grimes le cose procedevano per il meglio, per un altro uomo la vita ad Alexandria era cominciata nel peggiore dei modi. Daryl aveva dei grossi problemi di adattamento e nessuno riusciva ad avvicinarlo. Non era stato ancora assegnato a nessun lavoro e ciò lo disturbava anche se, ad essere sinceri, non faceva nulla per tentare di integrarsi. 
Troppe le ferite aperte, troppa la diffidenza. Non riusciva a togliersi dalla testa che quel posto fosse la nuova Woodbury. Era terrorizzato a quell'idea. Si isolava molto spesso e passava le sue giornate seduto sotto il portico a fissare gli altri, pronto a scattare nel caso qualcosa non lo convincesse.

Era diventato protettivo in maniera quasi maniacale verso i suoi compagni, in particolare nei confronti di una. Beth. Dopo ciò che era successo ad Atlanta, dopo che aveva rischiato di vederla morire, Daryl non faceva altro che girarle intorno, certo, senza darlo a vedere, ma non la perdeva di vista neanche un attimo. Come scusa al suo comportamento usava la nuova condizione di Beth. La ragazza era diventata cieca da un occhio a causa del colpo di pistola ricevuto, ma era riuscita ad abituarsi e convivere con il suo handicap in maniera egregia. I primi giorni la riduzione del campo visivo le aveva causato qualche difficoltà e Daryl, sempre silenziosamente e senza dare nell'occhio non aveva fatto altro che occuparsi di lei.

Quando le cose si erano sistemate e la vita di Beth era tornata, se così si può dire, alla normalità, l'arciere aveva comunque continuato a comportarsi allo stesso modo, come se si sentisse in dovere di prendersi cura di lei. Con l'arrivo ad Alexandria le cose erano peggiorate. La seguiva ovunque e si preoccupava per lei quasi più di sua sorella Maggie.  La ragazza era grata a Daryl per tutte quelle attenzioni ed il loro legame si era rafforzato da quello sfortunato giorno al Grady, tuttavia iniziava a temere che la considerasse un'invalida. L'aveva vista come la ragazzina spaventata e depressa, come una suicida, come la sciocca in cerca di una sbronza per superare la morte del padre, come l'idiota che rischia la vita accoltellando una donna, armata solo delle sue intenzioni e di un paio di forbicine e non voleva davvero che a quel punto lui iniziasse anche a pensare a lei come ad una fragile non vedente.

Il suo occhio sano funzionava bene. E voleva che lui se ne rendesse conto, desiderava che Daryl si accorgesse della donna forte che sapeva di essere diventata. Tutto ciò che l'aveva buttata a terra in passato, era servito a porre le basi per la persona che era certa di vedere riflessa nello specchio ogni mattina.

Si erano divisi nelle due villette a loro disposizione e Beth, per occuparsi di Judith come faceva alla prigione, aveva deciso di stabilirsi in quella di Rick. Naturalmente l'arciere aveva tutte le intenzioni di portare avanti la sua missione di protezione nei confronti della ragazza e non ci aveva messo molto a decidere di abitare anche lui nella stessa casa.
Quella sera, come tutte  le altre da quando si erano sistemati nelle due abitazioni, dopo cena si prepararono per la notte. Non sembravano più un gruppo di accampati come i primi due giorni, potevano quasi essere scambiati per una normale famiglia, allargata, ma normale.

Dopo aver consumato il pasto serale, Daryl, come era ormai solito fare, si era rintanato nel suo angolino sotto al portico, con l'intento di isolarsi e fissare le stelle. Beth era preoccupata per il suo comportamento, avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma l'uomo non glielo permetteva. Decise comunque di fare l'ennesimo tentativo. Si infilò un giacchetto per ripararsi dall'aria fredda della sera e uscì dalla villa, raggiungendo l'uomo in completo silenzio. Si infilò le mani in tasca ed iniziò a dondolare sui talloni, incerta sul comportamento più opportuno da adottare.

-Bella serata eh?- buttò lì quella banalità, tentando di intavolare una conversazione.

Lui grugnì qualcosa di incomprensibile in risposta e ricominciò a fissare il cielo. La strategia della ragazza sembrava non avere presa su di lui. Doveva pensare a qualcos'altro per attirare la sua attenzione e spingerlo ad aprirsi con lei come aveva fatto in passato.

-Ci pensi mai alla nostra casa?- disse lei sedendosi sulle scale del portico.

Lui si voltò ed iniziò a fissarla con sguardo interrogativo, forse non riuscendo a capire a quale casa si riferisse. Restarono così, a scrutarsi e tentare di comunicare con gli occhi per diverso tempo, fino a quando Daryl, ricominciò a dedicare le sue attenzioni alle stelle.

-Non mi sono mai sentito a casa alla fattoria.- rispose l'uomo.

Lei sorrise e si sciolse i capelli. Le era mancata la sensazione dei sui ricci lasciati liberi di essere scompigliati dalla brezza leggera al tramonto. Non si riferiva certo alla fattoria con quella domanda, ma lui sembrava aver frainteso la sua domanda.

-Non mi stavo riferendo alla fattoria.- fece lei.

-La prigione?- domandò lui anche se con fare annoiato.

Dava l'impressione di non gradire particolarmente quella conversazione, ma che la stesse assecondando soltanto per paura di ferirla.

-Sbagli ancora. Mi riferisco alla nostra casa, Daryl, quella dove avevamo deciso di vivere. Pensi mai a cosa sarebbe successo se fossimo rimasti lì?- chiese Beth andando a sedersi accanto a lui.

-Avresti ancora tutti e due i tuoi occhi.- affermò sommessamente l'arciere piantando il suo coltello nel legno della ringhiera.

-Oppure sarei sepolta da qualche parte, o starei ciondolando in cerca di un cervello di cui nutrirmi.- disse la ragazza aggiungendo un verso simile a quello degli zombie.

Rise cercando di coinvolgere anche l'uomo nella sua risata, ma ciò che ottenne fu soltanto uno sguardo triste.

-Lo escludo.- sussurrò Daryl conficcando la lama ancora più in profondità.

-Daryl... puoi guardarmi per favore?- domandò Beth portando d'istinto una mano sul viso dell'uomo ed obbligandolo a voltarsi nella sua direzione.

Incontrò qualche resistenza, ma alla fine riuscì a vederlo bene in viso. Era palesemente a disagio, sembrava che, per lui, guardare la benda sull'occhio della ragazza fosse come ricevere un colpo al cuore.

-Puoi dirmi cosa vedi?- chiese lei, con cautela.

L'uomo portò una mano su quella che, delicata ma decisa, continuava a mantenere la presa sul suo volto. Tentò di scostarla, ma fu tutto inutile, Beth non era intenzionata a demordere. Era evidente che non ci avesse messo abbastanza forza, la ragazza era così minuta, sarebbe bastato davvero poco per interrompere quel contatto, ma forse non era ciò che Daryl desiderava.

-Una benda ed un occhio solo.- rispose lui, con una punta di rabbia nella voce.

Lei non si scompose nonostante la risposta, mantenne il sorriso sulle labbra e accarezzò con dolcezza la guancia dell'uomo.

-Sai cosa vedo io quando mi guardo allo specchio attraverso quest'occhio solo? Una donna viva e forte. Daryl, non devi più preoccuparti per me, sto bene e non ho più paura, dovresti smettere di averne anche tu. Mi sei stato di grande aiuto in questo periodo, ora permetti che sia io ad occuparmi di te. So che mi vedi ancora come la ragazzina che ha tentato di togliersi la vita, ma non lo sono più, sono cambiata ed è principalmente merito tuo.- fece lei portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Daryl sembrò colpito dalle sue parole, ma la reazione spiazzò la ragazza. Con delicatezza allungò le dita e le sfilò la benda, esponendo quel lembo di pelle tumefatta ed inspessita dove un tempo c'era il suo bellissimo occhio chiaro e luminoso e restò ad osservarla attentamente. 

-Questo è merito mio.- mormorò facendo trasparire tutto il suo senso di colpa.

Si alzò dal pavimento e si avviò all'interno della villa, lasciandola lì da sola.
Una lacrima solcò la guancia della ragazza, non era tristezza, era delusione nei confronti di sé stessa. Si sentiva incapace. Desiderava che lui capisse quanto gli fosse grata, quanto lo sentisse vicino e quanto fosse importante, anzi essenziale per lei, ma le parole non erano servite. Il suo viso deturpato, era uno scoglio troppo grande da superare. Beth non voleva che la serata si concludesse in quel modo, non voleva lasciarlo andare via prima di essere riuscita a spiegarsi. 
Si asciugò la guancia con la manica del giacchetto e seguì l'uomo dentro casa. Lo trovò sdraiato sul divano, le braccia dietro la testa, lo sguardo rivolto al soffitto. Lentamente si avvicinò e si inginocchiò sul tappeto accanto a lui.
Senza parlare, gli afferrò una mano e con la dolcezza che avrebbe usato con un bambino, se la portò al petto, all'altezza del cuore. Voleva che lui sentisse, voleva che lui capisse. Lei era viva.

-Questo è merito tuo.- disse sorridendo.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Anmami