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Autore: redwarrior    04/03/2015    0 recensioni
e se piuttosto di finire su REQUIEM il nostro caro Master Chief atterrasse su Runaterra e lì incontrasse gli eroi della Lega, cosa succederebbe? leggete e saprete.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cortana, Master Chief
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nello spazio profondo...


Cortana risiedeva nel proiettore olografico della stanza criogenica, eseguendo una serie di diagnostiche durante il monitoraggio del tubo crio che conteneva il Master Chief o Jonh, come aveva iniziato a chiamarlo più spesso. Nel frattempo era riuscita a mantenere operativa ciò che rimaneva della matrice dei sensori della Dawn per monitorare l'esterno mentre lo Spartan dormiva davanti a lei. Riuscì anche a tener traccia del tempo e sapeva che erano passati tre mesi, dieci giorni e ventidue ore dalla battaglia finale sull' Arca contro la Mente Suprema, i lealisti Covenant, i Flood ed il Profeta della Verità.

Era finalmente finita, ed ora si trovavano nello spazio profondo a bordo della Forward Unto Dawn in attesa di soccorso.

Naturalmente aveva i suoi dubbi circa l'essere salvati in fretta essendo così lontani dallo spazio UNSC, ma mise da parte quelle riflessioni avendo cose più importanti a cui pensare. Ha ricordato la promessa fatta a se stessa per mantenere Jonh al sicuro, senza compromettere la sua lealtà al consiglio di sicurezza dell'ONU e all'umanità. Fu quella promessa che l'ha aiutata a resistere quando era rimasta intrappolata su Alta Opera e
torturata da Mente Suprema fino a che non arrivò il Capo a salvarla.

Aveva anche deciso di archiviare buona parte dei suoi dati nei computer della Dawn, per ora. Per lo più ciò che riguardava i Precursori, i Flood, gli Halo e qualsiasi altra cosa per far spazio nel suo sistema di memoria.
 Era stato impegnativo visto che aveva alimentatori limitati con cui lavorare e la maggior parte degli archivi della Dawn già pieni di informazioni, cosi dovette essere selettiva con quali dati mantenere e gli altri da cancellare. Fatto questo, si sentiva molto meglio non essendo più gravata dalle troppe informazioni.

Mentre riposava fece in modo di mantenere alcuni suoi sistemi online per sorvegliare la zona e John. Aveva alcuni infortuni ma sapeva che era un osso duro, così si tranquillizzò; ciò non voleva dire che non lo avrebbe tenuto d'occhio anche durante il suo riposo.

Tuttavia, come ha registrato i movimenti dei resti della fregata attraverso il vuoto dello spazio, qualcosa scattò sui suoi sensori svegliandola dal suo letargo. Cominciò a raccogliere i dati provenienti dai sensori e ciò che vide la sorprese: a quanto pare c’era un pianeta nelle vicinanze e da quello che affermavano i dati era anche abitabile.

L’UNSC AI esaminò le sue possibilità: con la Dawn nello stato attuale non c’era modo che sarebbero tornati sulla Terra in tempi brevi ed era plausibile che sulla superfice di quel pianeta sconosciuto avrebbero trovato forniture e una posizione più stabile per avviare una chiamata di soccorso.

Tuttavia, questa scelta avrebbe potuto rappresentare dei rischi. Non sapeva se gli indigeni fossero ostili o meno, se trovassero John o lei, chi sa cosa succederebbe. Ma da quello che era riuscita a raccogliere e quello che gli diceva la scansione, non avevano molte scelte, per ora. Almeno, sulla superfice potevano creare un campo base e poi fare un sistema COM rudimentale per inviare un segnale SOS, piuttosto che restare alla deriva nello spazio profondo.

Dopo aver preso la sua decisione, decise di fare un elenco delle forniture e attrezzature a bordo della Dawn prima di svegliare lo Spartan, suo protettore da anni. Avevano bisogno di tutto ciò che potrebbe aiutarli a sopravvivere in questo nuovo mondo. Doveva anche trovare un buon posto su cui far atterrare la fregata nel momento in cui avesse tracciato la discesa.
Mentre attraversava gli archivi dati, raccolse tutto ciò che riguardava il pianeta. Sembrava ci fosse un unico gigantesco continente circondato dall’oceano e da piccole isole. Una a nord-ovest, un’altra grande a nord-est con attorno tre isole più piccole ed infine tre di grandezza simile a sud-est. 

Completato il controllo dell’inventario delle forniture rimaste, decise di svegliare John. Sapeva che ci sarebbe voluto molto altro tempo prima di riuscire ad atterrare sulla superfice.
Mentre metteva online i sistemi di basso livello, fece molta attenzione a controllare i segni vitali del suo guardiano per far in modo che non fosse troppo gravemente ferito dalla sua permanenza in crio-stasi. Non appena i sistemi furono pronti iniziò la procedura di scongelamento, mentre controllava lo stato degli organi vitali. Sollevata dal fatto che i segni vitali erano tutti verdi, guardò il pod aprirsi sprigionando una massiccia ondata di gas ibernante.

“Svegliati John… ho bisogno di te.” Sussurrò dolcemente.

Non dovette attendere a lungo come John cominciò a muoversi, mostrando che si stava finalmente svegliando dal suo sonno criogenico indotto dal contenitore. E da quello che poteva vedere lo stava facendo piuttosto in fretta, considerando da quanto tempo era là dentro.

Quanto a John, si svegliò nello momento stesso in cui il sistema operativo della MJOLNIR avviava i sistemi. Fece un rapido controllo dell’armatura e vide che, nonostante i danni ricevuti nella battaglia dell’Arca, era ancora in ottime condizioni. Nonostante questo avviò lo stesso il sistema di diagnostica, solo per essere sicuro. Fatto questo, uscì lentamente dal baccello galleggiando, a causa della mancanza di gravità, verso il proiettore di Cortana.

“Apprezzato il pisolino ragazzone?” chiese lei con un sorriso.

Jonh sorrise un po’ dentro il suo casco all’ espressione sul volto di Cortana, poi notò che era leggermente diversa, il suo solito colore viola aveva un ombreggiatura blu ed era anche un po’ più stabile.

“Sembra che l’usura non ti abbia intaccato.” Commentò con tono di apprezzamento.

“Già, ho trasferito un sacco di dati che ho accumulato nella mia memoria per liberare spazio di elaborazione. Ora il mio sistema operativo si sente molto meglio.

“Così ho notato… c’è qualcosa che non va?”

Cortana si è affrettata a fare il riepilogo della situazione al Master Chief. Lo spartan ascoltò attentamente e non era molto entusiasta per il fatto che non erano ancora stati salvati da una nave e né che l’altra opzione fosse
quella di atterrare su un pianeta sconosciuto. Ma visto che non avevano altre opzioni al momento, non poteva obiettare sulla logica. Inoltre essendo in una posizione stabile avrebbero potuto creare un campo base e inviare
SOS alle navi di passaggio, piuttosto che rimanere nello spazio, o peggio, atterrare su pianeti meno ospitali.

Con le loro opzioni attentamente valutate, lo spartan decise che stavano per avere un atterraggio di fortuna sul pianeta e affrontare ciò che c’era laggiù. Iniziò prendendo il suo fidato MA5C ICWS dall’armeria ed una M363 con detonatore di proiettili remoto che galleggiava lì vicino. Controllò lo stato di entrambe le armi e vedendo che erano in buone condizioni le mise sulla schiena e sulla coscia destra. Fatto questo disinserì il chip di Cortana dal proiettore olografico e se lo infilò nel parte posteriore della testa, sentendo la familiare sensazione di mercurio freddo.

“Sai, non importa quanto tempo lascio la tua testa mi ritrovo sempre nello stesso ampio spazio. In un certo verso è comfort amente ridondante.” Rifletté giocosamente ad alta voce.

John alzò gli occhi a quest’osservazione.

Appena entrò in una delle sale armeria della nave, ha rapidamente iniziato a raccogliere le attrezzature di cui aveva bisogno: pacchi di munizioni, armi, attrezzi per le comunicazioni, forniture mediche e alcune confezioni di razioni.

Non appena ebbe raccolto abbastanza forniture, si diresse nella sezione dove venivano tenuti i baccelli ODST HEV. Iniziò subito a caricarne uno con le armi e le forniture di riserva che aveva raccolto. Fatto ciò, si avvicinò ad un altro HEV, controllandone sempre lo stato. Trovandolo adeguato ritornò in armeria per prendere più forniture possibili.

Riuscì a trovare un SRS99D-S2 AM con tutte le munizioni necessarie così come una spada d’energia di riserva; a quanto pare l’Arbiter l’aveva lasciata qui in giro senza preoccuparsene, forse potendo contare su altre armi di riserva. Decise di portala con sé sapendo quanto quest’arma fosse formidabile. Dopotutto, era stato nel suo raggio d’azione così tante volte da non poterle contare e ne aveva fatto uso in alcune occasioni. Mentre era più abituato a combattere a lungo raggio, riusciva a cavarsela anche in mischia.

Posò l’arma sulla schiena e decise di portare anche un coltello da combattimento, dentro la apposita guaina, sulla coscia sinistra. Così facendo riuscì a far spazio ad un altro paio di razioni nel proprio HEV.
Dopo di che decise di parlare di nuovo con Cortana per definire meglio i dettagli del piano, se volevano scendere illesi sul pianeta.

“Allora, come facciamo a far atterrare la Dawn tutta d’un pezzo?” chiese lui.

“Sto calcolando un angolo di traiettoria per la nave nella sua discesa dell’atmosfera, per assicurarmi che la blindatura non sarà troppo sotto sforzo o venga bruciata per il rientro atmosferico. L’angolo che ho impostato servirà anche ad evitare che le zone tagliate siano esposte a terra durante l’impatto, così che venga impedito qualsiasi danno ai sistemi centrali.” Spiegò lei.

“E il resto dei sistemi interni della nave?”

“Ho deciso di isolare le sezioni e le aree principali della nave. C’è ancora abbastanza energia nelle porte antincendio per farlo. Se ciò non fosse rimane dell’energia residua nel reattore a fusione da mandare a quelle porte che non ne hanno.”

John annuì, e controllando l’inventario per l’ultima volta ha iniziato a digitare il codice di comando nella console dell’altro HEV per farlo sganciare solo quando avesse digitato la chiave di crittografia nella console nascosta. Il pod sarebbe stato di vitale importanza per le sue operazioni future sulla superfice.

Una volta che fu pronto entrò nel suo HEV lasciando Cortana fare i calcoli necessari. Quando diede il segnale il Master Chief attivò l’ordine di sgancio. L’unica cosa che sentì fu il suono dei morsetti del HEV che venivano rilasciati e la sensazione di precipitare. In quel stesso momento dalla nave fuoriuscì un satellite drone con la funzione di agire come i loro occhi e loro orecchie.

Attraverso il computer di bordo guardò la restante parte della Dawn immergersi nell’atmosfera. Mentre osservava vide un bagliore arancione intenso con striature luminose circondare la nave durante l’attraversamento dell’atmosfera esterna mentre il suo e l’atro HEV erano appena entrati in quella esterna. Nonostante la notevole schermatura dal calore, lo spartano non aveva dubbi che all’esterno c’è ne fosse abbastanza per sciogliere la protezione di lamiera e friggere un uomo in nanosecondi. Anche se lo stesso John non era nervoso di fronte a tale prospettiva, avendolo fatto migliaia di volte, ricordava di storie riguardo i malfunzionamenti del HEV.

I baccelli erano per gli ODST il modo migliore per atterrare velocemente sulla superfice di un pianeta, portando scorte sufficienti, armi di ricambio, una radio, un alimentatore elettrico, e possono diventare degli ottimi rifugi temporanei. Altre varianti potevano essere configurate per portare altri oggetti o attrezzature necessarie per operazioni di commando o perfino istituire centri di comando e controllo. Tuttavia queste apparecchiature erano soggette a malfunzionamenti di volta in volta. Spesso finendo con l’occupante bruciato vivo o spiaccicato al suolo.

Molti ODST temevano questo tipo di morte, in quanto era come scavarsi la propria fossa. Ha sentito di molte storie di HEV finiti in laghi, fiumi, fianchi di montagne e altro ancora. Per questo prima di partire aveva scelto attentamente quali baccelli usare.

Ma il capo sapeva che niente di tutto questo sarebbe successo per il fatto che Cortana era stata molto attenta nel calcolare la traiettoria del HEV ed era quella più dotata in questa parte di missione. Quindi tutto quello che doveva fare era sedersi ed aspettare di atterrare sul pianeta che avrebbe chiamato casa per un po’.

Bene il primo capitolo è andato! Spero che vi sia piaciuto e se avete dei dubbi sulla geografia di Runaterra basterà cercare su internet “Runaterra map”.
P.S se qualcuno ha dei consigli per le scene di combattimento li accetto volentieri. BYE!
  
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