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Autore: Lenn chan    10/12/2008    8 recensioni
Un nuovo torneo, una nuova squadra, una nuova proposta...è troppo tardi per ricominciare tutto da capo? Per quanto tempo si può andare avanti rifiutando la realtà?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New chappy

New chappy!!! Finalmente!! Non vedevo l’ora di pubblicarlo, era da un sacco che ce l’avevo in mente!!^^ Che dire? E’ prettamente romantico, niente rivelazioni folgoranti (per il momento), ma saranno accontentate tutte quelle che già pregustano botte tra Kai e Sean!! XD Non si picchiano ancora però (sempre per il momento! XD).

L’ultima parte invece introduce l’azione che caratterizzerà il prossimo capitolo!!!! Ora vi lascio augurandovi una buona lettura a tutti!!!

 

***

Emozioni di un momento

 

Hilary si guardò allo specchio un’ultima volta. Osservò la sua figura per intero nella grande superficie riflettente davanti a lei, controllando che i vestiti fossero a posto. Aveva indossato una gonnellina bianca, corta e a pieghe, e sopra una maglietta leggera senza maniche, di un tenue color arancio albicocca.

Prese un profondo respiro, provando a calmarsi. Alla fine aveva deciso di accettare l’invito di Sean. In fondo non ci trovava nulla di male in una gita in barca, senza contare che le sembrava un’ idea molto carina. Ma non era tutto, c’era dell’altro. Sperava di poter allontanare Kai dai suoi pensieri, almeno per un po’. Sapeva che non ci sarebbe mai riuscita da sola e in questo il biondino le aveva offerto, senza saperlo, l’occasione adatta.

Si sentiva un po’ in colpa di sfruttare in questo modo la gentilezza del blader dei Revival nei suoi confronti, ma a compensare c’era il fatto che non mentiva quando diceva di trovarsi bene in sua compagnia. D’altra parte le riusciva difficile pensare che ci fosse qualcuno che non provasse lo stesso, Sean sembrava l’affabilità e la disponibilità fatte essere umano.

Stava scendendo il primo gradino della rampa di scale che l’avrebbe portata nella hall dell’albergo al piano terra, quando si fermò a riflettere su una cosa.

A dire la verità c’era qualcuno a cui Sean non piaceva particolarmente, e quel qualcuno era una persona molto vicina a lei.

Takao aveva etichettato quel ragazzo fin dall’inizio e non sembrava intenzionato a cambiare opinione, anzi. Quando gli aveva detto che sarebbe uscita con lui le aveva messo il broncio, nemmeno fosse suo padre o il suo fidanzato. Comunque il problema pareva riguardare l’intera squadra dei Revival. Per qualche motivo non la vedeva di buon occhio e il fatto che i suoi membri fossero bravi blader non era un’ attenuante, stranamente. Certo, questo risvegliava il suo spirito combattivo e la voglia di scontrarsi con loro, dandogli magari ancora più soddisfazione nel caso li avesse battuti, ma non gli bastava. Qualcosa in quei ragazzi lo metteva all’erta; almeno per quanto riguardava i membri maschili. Non ricordava infatti di aver mai sentito includere il nome di Chantal nei discorsi dell’amico. Chissà perché…

In ogni caso Hilary pensava di poter spiegare il perché di questo atteggiamento. L’ultima squadra rivelazione che avevano incontrato era stata quella della BEGA, e tutti ricordavano cosa era successo durante il periodo in cui Vorkov aveva provato a riprendere in mano le sorti del mondo del beyblade, con i suoi piani di conquista e potere. Yuri era finito in coma, per non parlare di Kai…contro Brooklin aveva rischiato la vita per ben due volte.

Un brivido le percorse la schiena e sentì il cuore stringersi in una morsa, come se quei ricordi così vividi nella sua mente fossero appena stati poggiati sul suo petto, pesanti come pietre, a schiacciarle il torace.

Scosse la testa, come a voler scacciare quei pensieri. Comprendeva benissimo la preoccupazione dell’amico, ma quella volta sarebbe andato tutto bene. Quel torneo era stato organizzato dal presidente Daitenji e non da Vorkov, che era invece sparito dalla circolazione.

Con questa nuova ondata di positività passò davanti alla reception, uscendo dall’hotel. Seduto sulla scalinata d’ingresso c’era già qualcuno ad aspettarla.

Hilary rimase lì impalata a fissare Sean per qualche secondo. Indossava una camicia bianca elegante, di cui aveva arrotolato le maniche fin sopra i gomiti e lasciato aperto il primo bottone. Era abbastanza stretta da tendersi ad ogni suo movimento, aderendo perfettamente al suo fisico modellato dagli allenamenti di beyblade. Sotto portava un normale paio di jeans scuri, indirizzandolo più verso un look casual. 

Non riuscì ad immaginare se un simile accostamento avrebbe avuto lo stesse effetto su un’altra persona. A lui stava benissimo, pareva un modello. Le era difficile credere che quel ragazzo stesse attendendo proprio lei.

-Ciao- gli disse quando gli si fu avvicinata.

-Ciao- ricambiò lui, alzandosi in piedi.

-E’ tanto che aspetti?-

-Dieci minuti, più o meno-

-Oh…scusami, io…- la brunetta guardò l’orologio imbarazzata, non sapendo come farsi perdonare il ritardo. Si erano dati appuntamento dopo pranzo, alle tre e mezza, davanti al Dazzler Tower.

-Non c’è motivo di scusarsi, sei in perfetto orario. Sono io che sono sceso in anticipo…è scortese far attendere una signorina-

Hilary sorrise, pensando che avrebbe dovuto cominciare a fare l’abitudine ai suoi modi di fare.

-Vogliamo andare?- le domandò poi, porgendole la mano. La ragazza l’afferrò timidamente, annuendo piano.

Stava già pensando che visti così potevano benissimo apparire una coppia di fidanzati, cosa che le provocò un certo imbarazzo, quando Sean, lungo la strada che costeggiava il fiume, si decise a lasciare la presa.

-Sai, mi fa davvero molto piacere che alla fine tu abbia deciso di accettare il mio invito- dichiarò all’improvviso, fermandosi sotto l’ombra di un albero in fiore. Hilary lo vide sollevare lo sguardo per osservarne la folta chioma verdeggiante. Aveva la sua solita espressione rilassata in viso, come se esprimere ad alta voce i propri sentimenti non lo mettesse per nulla a disagio. Per un momento invidiò quel lato del suo carattere, magari fosse stata in grado di farlo anche lei.

-E poi…sei davvero splendida oggi- continuò, fissandola con quei suoi intensi occhi verdi.

Le guance della giovane si accesero per quel complimento, mentre balbettava un impacciato ringraziamento. E dire che aveva indossato una tra le cose più semplici che possedeva.

Quando le sue gote ripresero un colorito normale seguì il suo accompagnatore lungo una stretta stradina in discesa che portava direttamente sulle sponde del La Plata. Fu sorpresa di trovare un piccolo molo, una specie di pontile in legno che protraendosi oltre la riva del fiume andava a fissarsi con dei pali sul fondale di questo. Intorno, sulla superficie dell’acqua, galleggiavano leggere tante piccole barche.

Il biondino le disse di aspettarlo mentre lui si dirigeva sulla banchina, verso un uomo che in quel momento era impegnato a ormeggiare una delle imbarcazioni. Lo vide scambiare qualche parola con lui, poi si voltò, facendole segno di seguirlo.

L’uomo li condusse verso una delle barche più piccole, a due posti, e Sean l’aiutò a salire. Dopo le ultime raccomandazioni di quello che probabilmente era il proprietario di quell’attività, la barchetta scivolò tranquilla sull’acqua, sotto il movimento ripetitivo che il ragazzo faceva fare ai remi.

La brunetta, seduta di fronte a lui, lo osservava curiosa. –Se poi ti stanchi, posso darti il cambio- gli propose.

-Figurati- ribatté l’altro. –Ti ho invitata io, ci mancherebbe che ti faccia anche faticare!- ridacchiò.

Le conversazioni che seguirono furono piacevoli: non troppo impegnative, semplici chiacchiere da fare in compagnia, e che diedero modo ad Hilary di conoscere un po’ meglio il giovane che ora le si era seduto accanto.

Quando Sean smise di remare, facendo fermare la barca, la ragazza si inginocchiò sul fondo, poggiando una guancia sul bordo della chiatta e sporgendo il braccio per arrivare a sentire l’acqua fresca del fiume sfiorarle le dita.

Lontani dai rumori della città, gli stormi di uccelli che solcavano il cielo, gli alberi in fiore sulla sponda opposta, era impossibile non rilassarsi.

-Quanti anni hai, Hilary?- domandò Sean all’improvviso, dopo qualche minuto di silenzio.

-Sedici- gli rispose, continuando a fissare la superficie limpida sotto di loro.

-Sei piccola allora!- la sua risata non voleva essere una presa in giro, anzi, era scherzosa in modo tenero.

Lei allora si voltò verso il ragazzo, in volto un’espressione stupita. –Perché, tu quanti anni hai?-

-Diciannove-

Rimase sorpresa da quella risposta. Aveva sempre pensato che avesse la sua stessa età, o al massimo l’età di Kai. Le risultava difficile credere che avesse ben due anni in più del russo, nonostante fosse più alto di lui. Certo, era molto carino, ma sembrava più giovane.

Restarono a guardarsi in silenzio per qualche altro istante, finché il blader avvicinò una mano verso la ragazza, poggiando delicatamente l’indice sulle sue gote. Hilary si irrigidì per quel contatto, ma lui sembrò non farci caso.

-Hai la pelle delicata- le disse, percorrendo il profilo dei suoi zigomi. –Il sole ha già lasciato il segno-

La sedicenne sapeva a cosa si stava riferendo; le bastavano pochi raggi di sole per dare un colorito più roseo alla sua pelle.

Intanto Sean era sceso ad accarezzarle la guancia, arrivando fino al mento, che prese tra due dita, facendo arrossire Hilary molto più di quanto non ci avessero già pensato i raggi ultravioletti.

Il suo cuore prese a battere più velocemente, in preda all’ansia. Il biondino le era vicino e la guardava fisso negli occhi. Era facile anche per una persona ingenua come lei intuire quale sarebbe stata la sua prossima mossa.

Hilary però non era molto sicura di essere pronta per quello. Anzi, non lo era affatto. Di certo non in quel momento, e non con lui.

-Sei carina anche così-

Le sorrise, tornando a prendere le distanze, lasciando la ragazza sorpresa. Non riuscì a comprendere infatti il motivo di quel repentino allontanamento, se era dovuto a qualcosa che lei aveva fatto, magari involontariamente, o se avesse solo frainteso le sue intenzioni. In ogni modo, le permise di tornare a respirare normalmente.

 

*

Un rosseggiante tramonto si stagliava nel cielo all’orizzonte. Ai loro piedi, accolta in una specie di valle incantata, si estendeva Buenos Aires che in quel momento, sul calar della sera, si accendeva pian piano in uno spettacolo di luci molto suggestivo.

Da quell’altura pareva si potesse quasi dominare la città. Circondati da quelle verdeggianti montagne, ricche di alberi le cui foglie rimanevano immobili nonostante la fresca brezza che proveniva dal nord, come fossero dipinte ad olio su tela, sembrava di trovarsi in un sogno. Uno di questi posti in cui ci si poteva aspettare di veder comparire all’improvviso un elfo danzante con un liuto in mano.

Takao non ricordava come fosse arrivato fin lì. Sapeva solo di volerci andare e di colpo…quel meraviglioso panorama era ciò che i suoi occhi vedevano.

Spostò lo sguardo sulla persona al suo fianco che sorrideva tranquilla. Le loro mani erano intrecciate. Il vento le scompigliava dolcemente i lunghi capelli ramati. Sarebbe rimasto per ore incantato a guardarla, come si trattasse di un’opera d’arte di straordinaria bellezza.

-E’ bellissimo qui- disse lei, con voce melodiosa.

-Sono contento che ti piaccia- le rispose il ragazzo, stringendo ancora più forte la mano nella sua.

-Chantal, ascolta…vorrei dirti una cosa- continuò poi, dopo qualche attimo di silenzio, in un impeto di coraggio inatteso.

La giovane si voltò verso il compagno, aspettando che parlasse. Tutto ciò che si poteva leggere nei suoi occhi verde mare era emozione e speranza.

-Mi sembra impossibile che tu sia qui con me ora. Tu sei così bella e io…sono solo uno stupido. Quando ti incontro non so mai cosa dire, ma dalla prima volta che ti ho vista penso sempre a te. E’ stato un colpo di fulmine- dichiarò tutto d’un fiato.

-Takao…- Chantal sembrava senza parole. –Oh, Takao…io non so cosa dire. Anche per me è stato lo stesso. Sono così felice!- gli rispose, in preda alla commozione.

-Chantal…- il giapponese le poggiò dolcemente le mani sulle spalle, fissandola intensamente negli occhi. Lentamente avvicinò il viso a quello della ragazza, le loro labbra, a pochi millimetri di distanza, quasi si sfioravano…

-TAKAO!-

Quell’urlo lo fece sussultare, cosa diavolo era stato? Si ritrovò con il fondoschiena a terra e un dolore a livello del ginocchio destro, come se avesse appena preso una forte botta.

Si guardò intorno confuso, cercando di capire dove si trovasse. Una finestra semichiusa da delle candide tende bianche e due poltrone separate da un basso tavolino dalla superficie in vetro, su cui era poggiato un vaso con dei fiori, gli fece ricordare di essere nel salotto della sua stanza d’albergo.

Osservò con aria ancora intontita il divano accanto a sé, i cuscini erano deformati come se qualcuno ci si fosse sdraiato sopra.

Si rialzò in piedi, portandosi una mano alla testa. Dopo pranzo, a stomaco pieno, doveva essersi addormentato sul sofà. E a giudicare da vari dolori sparsi e dal fatto che fino a pochi secondi prima si trovava sul pavimento doveva anche essere caduto a terra.

-Takao! Dai apri, siamo noi!- riconobbe la voce di Max oltre la porta. Dal modo in cui urlava e bussava doveva essere stato a chiamarlo per un bel po’.

-Era ora! Ma che fine avevi fatto?- esclamò il biondino quando si vide finalmente aprire.

-Mi ero addormentato- gli rispose lui, una smorfia imbronciata in viso. E stavo anche facendo un bel sogno…avrebbe voluto aggiungere. Sospirò, ovvio che non poteva essere altrimenti. Buenos Aires non era circondata da verdeggianti montagne e non sorgeva al centro di una valle. Soprattutto Chantal non sarebbe mai venuta lì con lui e non avrebbe mai avuto occasione per…arrossì ripensando a quel particolare del sogno, quando stava quasi per baciarla.

-Tutto bene?- gli domandò Rei, seguendo Max nella stanza dopo che il giapponese li aveva invitati ad entrare.

-A meraviglia- ribatté con un’espressione per nulla convincente. Sospirò, buttandosi di peso sul divano, voltandosi poi verso i suoi amici.

-Come mai questa visita?- chiese, facendosi d’improvviso curioso. A pensarci era strano che i suoi compagni venissero a cercarlo fino in camera e ora che lo notava c’era qualcosa nei loro atteggiamenti che non gli faceva considerare l’ipotesi che fossero venuti solo per portargli un saluto.

-Ecco, a dire la verità…- esordì Rei, bloccandosi poi per rivolgere uno sguardo complice e preoccupato all’americano.

-Abbiamo sentito qualcosa di veramente molto strano- continuò, prima di decidersi a raccontare ogni cosa.   

 

*

Un altro tuono rimbombò con fragore sempre più prossimo. Kai sollevò gli occhi al cielo, ormai del tutto coperto. Il temporale si stava avvicinando. E dire che fino ad un’ora prima c’era un sole che spaccava le pietre. Improvvisamente si era alzato il vento, che aveva portato con sé minacciosi nuvoloni neri.

Per fortuna aveva finito di allenarsi, ma anche in caso contrario non gli sarebbe cambiato granché. Spesso in Russia si allenava in mezzo a bufere di neve, di certo non sarebbe stata un po’ di pioggia a metterlo in difficoltà. Comunque doveva ammettere che non gli dispiaceva tornare in albergo, era da quella mattina che non toccava cibo e la fame cominciava a farsi sentire. Anzi se voleva mettere qualcosa nello stomaco doveva sbrigarsi, se Takao e Daichi fossero arrivati prima di lui avrebbe rischiato di non trovare più niente.

Sorrise a quel pensiero, mentre imboccò la strada che costeggiava il fiume. Il giorno seguente la squadra del suo ex-capitano avrebbe dovuto affrontare i Revival. Si prospettava un incontro interessante. La Neoborg invece non aveva in programma di scendere in campo fino al martedì, giorno in cui secondo il calendario dovevano essere sfidati dai Thirdsky. Due delle poche squadre del torneo che avevano qualche speranza di metterli in difficoltà. Ovviamente qualche speranza non sarebbe bastata. Era fermamente deciso a schiacciare chiunque gli fosse capitato davanti, dimostrando di essere il blader migliore al mondo.

Purtroppo non sarebbe stato come sconfiggere Takao in un incontro, ma almeno la sua ossessione di vincere contro di lui si sarebbe placata…almeno in parte, e almeno per il momento.

Affrettò il passo, una goccia era scivolata dal cielo lungo la sua fronte, ora che si trovava poco distante dal Dazzler Tower gli sarebbe scocciato bagnarsi. Gettò distrattamente un’occhiata alla sua sinistra, verso il fiume, e qualcosa catturò la sua attenzione.

Una ragazza dai capelli castani era in piedi vicino alla sponda del La Plata e sembrava aspettare qualcuno. Senza che il suo cervello ordinasse qualcosa alle sue gambe si fermò, incurante del temporale che di lì a breve si sarebbe riversato sulla terra.

Quella era Hilary…cosa ci faceva laggiù?

Subito dopo vide avvicinarsi a lei un ragazzo, dai capelli biondi e i tratti vagamente familiari. Impiegò un secondo per riconoscerlo come un membro della squadra dei Revival, Sean si chiamava, se non ricordava male.

Non seppe perché ma la sua mente si ritrovò a pensare quanto fosse insulso il suo nome. Istintivamente strinse i denti e le sue labbra si chiusero a formare una linea tesa. Un’improvvisa voglia di battersi si impossessò di lui da capo a piedi, sentiva Dranzer scalpitare nella tasca della sua giacca. Vi posò la mano sopra, avvertendo sotto le dita la forma rassicurante del suo beyblade. Forse era solo una sua impressione ma gli pareva di sentirlo bruciare attraverso il tessuto.

-Kai…ciao- lo salutò Hilary titubante, quando i due gli si avvicinarono. –Anche tu da queste parti?-

Il russo non rispose. Fissò la ragazza in silenzio per qualche istante poi spostò lo sguardo sulla persona che le stava accanto, di nuovo senza proferire parola.

-Beh, conoscendo la sua fama sarà stato sicuramente in giro ad allenarsi…ho ragione?- fece Sean, rivolgendosi direttamente a lui. Sorrise poi e poggiò una mano sulla spalla della brunetta.

-Già- ribatté Kai, glaciale. I suoi occhi ametista non abbandonarono quelli smeraldo dell’altro blader.

Hilary si scostò piano dalla presa del biondino, osservando i due ragazzi con aria apprensiva. Sembrava preoccupata per qualcosa.

Sussultò infatti quando la musichetta di un cellulare cominciò improvvisamente a suonare. Sean infilò una mano in tasca estraendone un piccolo telefonino argentato. Si soffermò un attimo sul display dell’apparecchio prima di rispondere.

-Scusatemi un minuto- asserì, poi si allontanò di qualche passo. –Greg, che succede?- lo sentì Kai chiedere sottovoce al telefono.

-Stavi tornando in albergo?- la domanda di Hilary lo costrinse a distogliere l’attenzione dal biondino.

-Dopodomani dovrete affrontare i Thirdsky…farò il tifo per te- gli augurò sorridendo. Il ragazzo continuò a fissarla in silenzio.

-Insomma…tutti noi faremo il tifo per te- aggiunse poi, come volesse correggersi, mentre arrossiva.

Sean tornò ad avvicinarsi ai due. –Scusami…devo andare- disse, rivolgendosi alla brunetta.

-E’ successo qualcosa?- domandò quest’ultima.

-Niente di cui preoccuparsi, tranquilla- scosse la testa e le sorrise rassicurante. A Kai però non sfuggì l’ombra di inquietudine che per un attimo attraversò i suoi occhi.

-Mi dispiace solo lasciarti qui così…-

Il blader dei Revival si voltò verso il russo. –Voi due vi conoscete…ti dispiace riaccompagnarla in albergo al posto mio? Comincia a fare sera e mi sentirei molto più tranquillo se Hilary non rimanesse da sola-

Immediatamente tornò a dedicarsi alla ragazza, senza nemmeno attendere la risposta del suo interlocutore.

Kai incrociò le braccia al petto. C’era qualcosa che lo irritava nei modi di fare di quel tizio. Così posato, preciso, così protettivo nei riguardi di Hilary…che poi da quando si conoscevano così bene?

Uno sbuffo involontario fuoriuscì dalle sue labbra.

-Sono rammaricato, davvero- continuò, prendendo la mano della giovane tra le sue. Il suo tono di voce e l’espressione del suo viso per un attimo ricordò a Kai qualcuno a cui era stato appena sferrato un pugno in pieno stomaco.

-Ti prometto che saprò farmi perdonare-

-Non c’è problema, Sean. Davvero, non devi preoccuparti per me- dichiarò Hilary, visibilmente imbarazzata.

Il biondo sorrise, come se quelle parole avessero improvvisamente cancellato la sua sofferenza. -Mi dispiace andare…ho passato una giornata molto piacevole in tua compagnia. Grazie, piccola Hilary- concluse. Poi si avvicinò al viso della sedicenne, dandole un bacio sulla guancia.

Kai serrò di nuovo i denti, combattendo contro quell’improvviso senso di acidità che gli aveva inondato lo stomaco, risalendogli fino alla bocca. Inghiottì a forza, cercando di togliere il sapore amaro che sentiva. Pensò che forse aveva più fame di quanto non immaginasse.

 

Pochi minuti più tardi Kai ed Hilary erano sulla strada per il ritorno al Dazzler Tower. Pioveva appena, ma l’eco minacciosa dei tuoni non faceva sperare che sarebbe durato ancora a lungo.

Il russo si fermò all’improvviso, sentendo i passi dietro di lui fare lo stesso. Si voltò verso la ragazza, squadrandola in silenzio per un attimo.

-Ti dispiace camminarmi davanti? Non sopporto essere seguito- le disse.

Hilary balbettò una timida risposta d’assenso, probabilmente messa in soggezione dal tono freddo con cui aveva pronunciato quelle parole.

Non sapeva nemmeno lui perché, ma c’era qualcosa che lo infastidiva. E non era la pioggia, che ora si era trasformata in un vero e proprio acquazzone. Alzò lo sguardo verso il cielo, stringendo gli occhi.

-Forse dovremmo aspettare che allenti un po’ la tensione- propose la brunetta. Il blader la vide coprirsi la testa con una mano, cercando di ripararsi come meglio poteva, mentre con l’altra indicava una piccola chiesa in fondo alla strada. L’entrata dell’edificio era preceduta da un piccolo porticato coperto.

-Speriamo che smetta presto- dichiarò ancora, una volta che furono al riparo. Kai fu dello stesso parere, ma si limitò ad appoggiarsi con la schiena al muro, incrociando le braccia al petto, infischiandosene di essere completamente zuppo da capo a piedi. Le gocce d’acqua grondavano dai suoi vestiti al suolo.

-Accidenti…comincia a fare anche freddo-

Hilary rabbrividì, mentre abbracciava il suo corpo per cercare di scaldarsi. Anche lei era bagnata fradicia. I capelli appiccicati alla fronte e al collo, e per il resto pareva si fosse appena tuffata in piscina con tutti i vestiti.

Involontariamente lo sguardo del ragazzo cadde sulla sua gonna che da bianca era diventata, a causa dell’acqua che aveva preso, un po’ troppo trasparente.

Subito voltò la testa dall’altra parte, percependo per un attimo uno strano calore inondargli il viso. Sospirò, e le sue guance tornarono alla temperatura normale. Poi senza nemmeno pensarci si tolse la giacca, porgendola all’amica.

-Puoi metterla, se hai freddo-

Hilary guardò prima l’indumento che lui teneva tra le mani, poi incrociò i suoi occhi ametista. Era abbastanza facile leggere la sorpresa sul suo viso.

-Ma così sarai tu ad avere freddo…- gli disse, apprensiva.

-Figurati- ribatté il russo, con noncuranza.

-Beh…allora grazie-

Il blader osservò la giovane infilare delicatamente la sua giacca, per poi rivolgergli un sorriso. In quel momento si rese conto di una cosa a cui non aveva mai fatto caso: quando Hilary sorrideva in quel modo le si illuminavano gli occhi. Parevano cioccolato fuso.

Sentì svanire completamente la sensazione di fastidio che provava fino a poco prima, e gli parve di essersi appena svegliato da un sonno molto lungo. Si sentiva intontito, tramortito quasi. Che cosa gli stava succedendo?

Riuscì a fatica a distogliere lo sguardo da lei e, forse era solo una sua impressione, ma gli sembrava che il suo respiro si fosse improvvisamente fatto irregolare. Troppo veloce.

Si portò una mano alla fronte, chiudendo gli occhi. Probabilmente quel giorno aveva esagerato: troppe ore di allenamento intensivo e aveva anche saltato il pranzo. Si, era sicuramente quello il motivo. Non potevano esserci altre spiegazioni.

 

*

Il lunedì non tardò ad arrivare. Lo stadio di Buenos Aires era gremito di persone. Sugli spalti si poteva già respirare l’atmosfera tesa ed eccitata che precedeva un grande incontro. Quella quinta giornata del torneo si apriva con una sfida che prometteva scintille: da una parte c’era la BBA Revolution, vincitrice del terzo campionato mondiale di beyblade, e dall’altra si presentavano i Revival, considerati come la squadra rivelazione della “Sfida ai Campioni”.

In cima nella classifica delle squadre sfidanti, a pari merito con i Thirdsky, i Revival avevano però dimostrato fin da subito di avere una marcia in più rispetto ai loro concorrenti. Il loro incontro con gli All Stars aveva lasciato sorpresi e senza fiato. Tutti erano impazienti di scoprire se questi bladers sconosciuti avrebbero replicato anche quella volta, non deludendo così le aspettative generali.

-Non capisco per quale motivo vuoi seguire l’incontro da qui- dichiarò Boris, tenendo gli occhi fissi su Yuri.

Quest’ultimo però non gli rispose, continuando ad osservare il beyblade stadium deserto al centro dell’arena. Le formazioni partecipanti si erano già schierate ai lati del campo, entro pochi minuti Djman avrebbe ufficialmente aperto la quinta giornata di campionato.

-Non siete obbligati a rimanere- pronunciò infine il capitano della Neoborg, dopo un silenzio che parve interminabile. Si decise a spostare l’attenzione sui suoi due compagni di squadra, Kai era sparito come sua abitudine, prima di aggiungere: -Potete seguire il match dalla tribuna-

Anche volendo non avrebbe saputo come rispondere a Boris, nemmeno lui ne capiva il motivo. Quella mattina per i Revival sarebbe sceso in campo anche il loro capitano, Chantal, come era già stato annunciato. E lui sapeva soltanto che voleva assistere alla sua sfida da vicino, forse sperando di scoprire qualcosa in più su di lei e soprattutto sul perché aveva la sensazione, ormai quasi la certezza, di averla già conosciuta in passato.

Quindi ora eccolo lì, in piedi sul limitare del corridoio che dagli spogliatoi conduceva direttamente nello stadio, al campo dove si svolgevano gli incontri.

-Non è questo il fatto, Yuri- continuò Boris. –Ultimamente sei così…-

-Strano- concluse Sergey per lui.

-Non mi sembra- ribatté il rosso, tornando a volgere lo sguardo dalla parte opposta. Aveva replicato senza nemmeno pensarci ma in fondo sapeva anche lui che qualcosa stonava nelle sue parole.

Quando Djman prese in mano il microfono, gli altri due membri della Neoborg si allontanarono, preferendo restare ad assistere all’incontro dagli spalti.

Ad affrontarsi in quel primo match sarebbero stati Daichi e Chantal. Lo sguardo di Yuri si soffermò solo per qualche secondo sul piccolo rappresentate dei Bladebreakers, mentre nella sua mente riaffioravano veloci i ricordi della loro ultima sfida, poi si concentrò sulla ragazza. E non le staccò più gli occhi di dosso.

I due bladers caricarono i loro beyblade e l’incontro cominciò. Chantal lanciò Rainbow con sicurezza e precisione, imprimendogli una forza e una velocità tali che sferzò l’aria circostante.

Alle orecchie del russo le urla e gli incitamenti di Daichi verso GaiaDragoon giunsero come se provenissero da chilometri di distanza. Era troppo concentrato sul capitano dei Revival per coglierne il senso.

I suoi capelli color rame, che le ricadevano lisci sulla schiena, mandavano riverberi ancora più accessi sotto le luci dei riflettori. Da quella distanza i suoi occhi verde acqua parevano ancora più chiari, conferendole un aspetto quasi etereo. La sua pelle pareva ambra, come di una leggera e perenne abbronzatura naturale. La sua espressione era neutra, solo la fronte appena corrugata lasciava intendere di essere pienamente concentrata.

Yuri avvertì quella strana sensazione di familiarità farsi più forte, risalendo prepotentemente dal profondo fino in superficie. Un brivido gli attraversò la schiena nello stesso istante in cui una domanda si formulò nella sua mente.

Se anche lui e Chantal si fossero già conosciuti in passato cosa gli sarebbe cambiato? Perché era diventata la sua ossessione scoprire la verità? La sua vita non sarebbe forse continuata come era stato fino a quel momento?

-Chantal!-

Il richiamo di Sean, dalla panchina dei Revival, lo distolse dai suoi pensieri. In campo tra i due beyblade infuriava la battaglia e nessuno dei due pareva cedere, si tenevano perfettamente testa. Almeno finché dalla trottola dai colori dell’arcobaleno non si sprigionò una forte luce bianca.

Il russo chiuse istintivamente gli occhi, per ripararli dall’improvviso bagliore, e quando li riaprì si trovò davanti le forme di un animale di straordinaria eleganza.

Era una volpe dal manto niveo, con tre soffici code dello stesso colore latteo. Gli occhi di un azzurro chiaro, ghiaccio, quasi si mimetizzavano con il resto del pelo. Seduta immobile in tutta la sua grazia, stava solo aspettando di ricevere un comando dalla sua proprietaria.

Il beyblade di Chantal intanto si era fermato al centro del terreno di gioco, continuando a ruotare velocemente su se stesso.

-Chantal, me lo avevi promesso!- urlò nuovamente Sean.

Yuri si soffermò su di lui, sulla sua espressione. Sembrava contrariato per qualcosa. Non arrabbiato, più che altro amareggiato. Non riusciva a comprenderne il motivo.

-Credi di farmi paura? Stai a vedere ora cosa succede!- sbraitò Daichi, in un tono che non lasciava repliche: era intenzionato a mettere termine all’incontro e ad uscirne vincitore, naturalmente.

-Adesso GaiaDragoon! Lame infuocate!- continuò, incitando la sua trottola. Il Drago Dorato fece la sua apparizione, scagliandosi poi verso l’avversario, guidando il beyblade viola.

L’impatto fu potentissimo e l’onda d’urto che seguì sollevò un vento paragonabile ad un tifone. Per qualche momento non si riuscì a vedere nulla del campo di gara, né dei bladers, completamente avvolti da un enorme polverone.

Quando la nube si diradò Yuri non fu l’unico a rimanere stupito. Persino Djman, che fino a quel momento non aveva mancato di commentare l’incontro colpo dopo colpo come un perfetto cronista, era rimasto impalato con il microfono in mano, la bocca spalancata per lo stupore.

Evidentemente si era aspettato, come tutti del resto, che quell’attacco andasse a segno. E invece non solo Rainbow aveva parato l’assalto di GaiaDragoon, ma l’aveva anche rimandato al mittente.

Il beyblade di Chantal continuava a ruotare tranquillo al centro del campo, come se non fosse stato minimamente sfiorato. La Volpe Bianca, posizionata sulle quattro zampe come prima di spiccare un salto, mostrava i denti minacciosa.

La trottola viola di Daichi invece, non se la passava altrettanto bene. Sbalzata dall’altra parte del beyblade stadium vacillava pericolosamente.

-Non te la prendere. Certamente non avrai impresso tutta la tua forza in quell’attacco- disse Chantal, con una fredda tranquillità.

La faccia incredula del ragazzino faceva però intendere il contrario. Era chiaro che non si aspettava che il suo attacco venisse respinto con tanta facilità.

D’altra parte nemmeno il capitano della Neoborg stesso se lo aspettava. Aveva subito anche lui quel colpo, nella finale del terzo campionato mondiale, aveva sperimentato di persona la sua potenza. E l’incontro era terminato in parità.

 

 

Ed eccoci qui!! Per sapere come finirà l’incontro tra Daichi e Chantal dovrete aspettare il prossimo capitolo!!! Intanto vi anticipo che dopo di loro scenderanno in campo Takao e Sean…ne vedremo delle belle!! Spero di riuscire a postarlo presto!!! Intanto aspetto le vostre opinioni su questo capitolo!

Prima di concludere ringrazio come al solito chi ha recensito lo scorso cap!!

 

Layly_lily: eh si, Sean è proprio carino!! Un po’ troppo per i gusti di Kai XD. Ti avverto che la sua reazione in questo capitolo verso di lui è solo un assaggino di ciò che si prospetta in futuro!! Sono contenta che la storia continua a piacerti, fammi sapere cosa ne pensi anche di questo cap, ci tengo!!^^

 

Solarial: beh, niente rivelazioni sconvolgenti riguardo la trama della storia, però in questo cap è successo ciò che speravi! Kai che vede Sean e Hilary insieme!! XD Come ti è sembrato? E’ stato abbastanza difficile scriverlo, non sapevo come rendere geloso uno come Kai senza andare OOC. Spero di esserci riuscita! Mi affido ad un tuo parere! Per quanto riguarda Chantal, ci saranno altri flash back su di lei e sulla squadra dei Revival in generale!! Ancora ne devono succedere di cose!! XD

Hai visto che combina Daitenji, si? XD

 

Hiromi91: ma certo che mi ricordo di te!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!^^ Come potrei scordarmi? Mi piacevano molto le tue storie!! A proposito, non è che ti è tornata la fantasia di tornare a scrivere qualcosa su beyblade? In quel caso io starò lì a leggere sicuro!!!

Cmq…sono contenta che ti piaccia la storia!! Non preoccuparti, di intrecci ce ne saranno a non finire!! E spero con questo capitolo di averti dato un assaggio di Kai geloso!! XD Ma ti avverto che dovrà ancora dare il peggio di sé! XD Per il resto, mi fa piacere che ritrovi i caratteri dei personaggi originali! Mi piacciono anche le storie OOC ma quando qualcuno legge questa storia vorrei che la leggesse come se stesse guardando ancora beyblade! Spero di riuscire a mantenere questa linea!! Ti aspetto per questo cap allora!! XD

 

Hilly89: non sei la sola ad aver pensato ad una sorella di Yuri per Chantal!!! XD Non hanno legami di sangue ma la loro sarà comunque una storia interessante…almeno spero!!Hilary è sempre Hilary, così come Kai è sempre Kai! Che dici? Una mossetta da ora se la comincerà a dare? XD Per quanto riguarda i Thirdsky, ora sono un pochino in secondo piano…ma presto si affermeranno nella storia scoprendo molto di più sul loro conto!

E Sean invece…eh si, magari ce ne fossero di più in giro di ragazzi come lui!!! Pensi che abbia un secondo fine? Non ti resta che scoprirlo con i prossimo cap!!^^

 

Vampirosolitario91: purtroppo hanno finito lo stampino per quelli come Sean! Bisogna farsene una ragione!! XD Scherzi a parte…spero che questo capitolo più romantico, con i membri di questo tormentato triangolo faccia a faccia, ti sia piaciuto!! Aspetto tue notizie!!^^

 

Redeagle86: d’accordissimo sul fatto che se si vuole una cosa fatta la deve fare una donna! Esperienza diretta di questo ultimo periodo, guarda! XD Tornando alla storia cmq…oggi c’erano tutti e due i nostri bei russi, uno più confuso di un altro, uno incacchiato e l’altro stupito! XD

Immagino che Sean a questo punto sia entrato nel tuo libro nero con inchiostro indelebile!!!! Immagino già la sua tomba sotto al tuo portone!! XD

 

Padme86: non preoccuparti del ritardo!! Io che dovrei dire che ci metto una vita ad aggiornare?ç_ç purtroppo non dipende tutto da me…

Sean, beh, ormai che ci prova con Hilary è evidente, l’ha visto pure Kai e mi sa che non gli è piaciuta tanto la cosa! Nonostante lui continui a fare il finto tonto!! XD Si darà un mossa presto? Mah…non ti resta che continuare a leggere i prossimi cap per saperlo!!^^

 

Ed eccoci alla fine! Grazie di nuovo a tutti quanti, sia a chi commentata e a chi legge e basta!^^ Vi aspetto tutti al prossimo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

  
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