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Autore: tndproject    05/03/2015    5 recensioni
«Dammi un bacio».
Kentin si pietrificò, prima di alzare lentamente lo sguardo dal suo cellulare e posarlo sugli occhi (troppo seri, per i suoi gusti) di Alexy.

[Alexy/ Kentin, con la partecipazione di un Armin selvatico ♥]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alexy, Armin, Kentin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E guerra sia
(l'avrebbe di certo preferita)




«Dammi un bacio».
Kentin si pietrificò, prima di alzare lentamente lo sguardo dal suo cellulare e posarlo sugli occhi (serissimi, d'altronde) di Alexy. Aprì le labbra per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono; le richiuse, pensò, fece una smorfia e poi riprese a far vagare il dito sullo schermo luminoso del telefono.
«Perchè dovrei?», chiese, con quell'acidità infondata che solo lui possedeva. Non lo stava guardando in faccia.
Alexy rimase profondamente offeso da quella domanda; incrociò le braccia al petto e lo fissò insistentemente.
«Perchè sei il mio ragazzo», ringhiò, e le guance di Kentin assunsero una lieve sfumatura rossiccia, «e perché, essendo fidanzato con un cretino che si ostina a fare il finto etero, credo che tu me lo debba anche».
«Non faccio il “finto etero”!», esplose Kentin con una vocina isterica che si costrinse ad abbassare quando notò di aver gridato. Il cellulare gli scivolò dalle mani e finì sul tappeto, ma non sembrò importare a nessuno dei due.
Il ragazzo si sforzò di non scoppiare a ridere. «Sì che lo fai. Continui a correre dietro a quella tipa, quella coi capelli rossi, pur sapendo che ti ha respinto quando eri ancora un nerd senza accenno ad una vita sociale – e non vuoi dire a nessuno che stiamo insieme».
«E' perchè ho paura pensino che mi piacciano i ragazzi». Kentin, insicuro e probabilmente cosciente di starsi contraddicendo, aveva le guance in fiamme.
«Ah, non è così?».
«No!».
«Quindi non ti piaccio?». Alexy aveva assunto un'espressione crucciata sul volto. Il castano sospirò e si nascose il volto tra le mani.
«...Tu sei una cosa diversa», mormorò, con una vocina così piccola e nascosta che per un attimo gli sembrò lo stesso ragazzo che era stato solo qualche mese prima, quello con gli occhialoni, le lentiggini e i capelli a scolapasta. Oddio, che carino, pensò, senza darsi un contegno, e sorrise, felice di essere riuscito a strappargli una simile dichiarazione – sempre meglio di niente, Alexy sapeva accontentarsi.
«In che senso “diversa”?».
...o forse no.
Kentin affondò di più il volto tra le mani e mugolò qualcosa che l'azzurrino riconobbe come un “tanto lo sai”, ma che sarebbe benissimo potuto anche essere un “vai a fanculo”. Rise, cristallino, e gli si avvicinò; il ragazzo era seduto sul pavimento a gambe incrociante, ma Alexy non ci mise nulla a posizionarsi alle sue spalle, schiena contro petto, cingergli la vita con le braccia e baciargli il retro il collo, sorridendo con le labbra sulla pelle tesa.
«Quindi me lo dai, un bacio?».
Kentin si tolse le mani dal volto e lo guardò storto, per quanto quello posizione potesse consentirglielo: «no».
Il sorriso sul volto di Alexy sparì, lasciando posto ad un'espressione alquanto irritata. Un po' andava anche bene, ma quando iniziava ad intestardirsi così davvero non lo sopportava – e guerra sia, pensò. Sollevò le braccia e questa volta gli cinse il petto, abbastanza forse da assicurarsi che non potesse scappare; dopo di che si buttò senza tentennamenti all'indietro, cadendo di schiena sul pavimento e trascinando, di conseguenza, Kentin con se, che durante tutta la procedura non aveva smesso d'insultarlo. Si ritrovarono a terra, Kentin ancora stretto tra le braccia di Alexy, entrambi sdraiati di fianco; il castano scalciò e «lasciami andare!», urlava, e allora «te lo scordi», rispondeva l'altro, «prima mi devi baciare».
«Non puoi obbligarmi».
«Con la lingua».
«ALEXY–!», e nel mentre insultava, scalcava, graffiava senza fare male e–
Kentin notò con orrore la porta della camera che si spalancava senza bussare.
«Alexy, mamma ha de–».
E notò con altrettanto orrore Armin che spalancava gli occhi sulla soglia, Alexy che sollevava gli occhi e vedeva il fratello e allora sussurrava «copertura saltata» nel suo orecchio, ridacchiando.
«I – Io...». E Il ragazzo dai capelli neri che sembrava un pinguino che aveva appena assistito allo scioglimento del proprio ghiacciaio.
«Credo di aver lasciato la wii accesa». E che corse via.
Kentin sospirò disperato, nascondendo il viso nel petto del suo ragazzo.
«Ti prego, ti prego, cerca di convincere tuo fratello che non sono gay, ti prego».
«Troppo tardi, amore».
Poi lo baciò.




 

la tentazione d'intitolare questa fic "no homo" era fortissima, giuro. Poi mi sono trattenuta, ma comunque l'headcanon secondo il quale Kentin faccia fatica ad ammettere di essere gay senza speranza rimane.
anyway, questi due sono stupendi, cagateli di più (/;v;)/

   
 
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