Ti alzi felice al suono assordante della tua sveglia. Nonostante sia fastidiosa, non ti mette di malumore, niente potrà farlo oggi, ne sei convinto: è il tuo primo giorno nel nuovo liceo, sarà bellissimo. Conoscerai tanti nuovi compagni e ti divertirai con loro. Cosa mai potrà andare storto?
Ti prepari in fretta; o, almeno, sicuramente più velocemente di come tu abbia mai fatto.
Pulisci per bene i tuoi occhiali, devono essere lucidi come nuovi; ti metti il tuo maglione nuovo, quello che tanto ti piace, di cui vai fiero: verde, con un piccolo pezzo bordeaux.
Nello zaino, oltre a libri e quaderni, infili un pacchetto dei tuoi biscotti preferiti, sicuro che entro poche ore, li starai condividendo con i tuoi nuovi amici!
Ti pettini i capelli, ti lavi i denti, le solite cose che fai ogni mattina; ma, oggi, con particolare cura.
Prima di uscire, ti guardi per l’ultima volta allo specchio e lo pensi ancora:
cosa mai potrà andare storto?
                                                                                                            
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E invece, qualcosa è proprio andato storto; terribilmente storto; insopportabilmente storto.
Stai versando talmente tante lacrime, che neppure i tuoi “fondi di bottiglia” – come li hanno definiti i tuoi nuovi compagni di classe – riescono a nascondere i fiumi che continui a sgorgare.
La mamma si affretta verso di te, ti abbraccia, ti toglie lo zaino dalle spalle, ti fa stendere sul divano. “Cosa c’è?, cosa c’è che non va?” continua a chiedere preoccupata.
E tu le spieghi.
 
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Le spieghi di Ambra, che ti ha picchiato e rubato i soldi.
Le spieghi di Rosalya, che ti ha chiesto perché ti vesti con stracci e non con vestiti.
Le spieghi di Karla, che ha sottolineato il fatto che persino una bassa come lei, ti supera.
Le spieghi di Castiel, che ti ha umiliato versandoti addosso uno stupido caffè davanti a tutti.
Le spieghi degli spintoni, delle risate maligne, dei commenti crudeli di tutti.
E le spieghi di lei. Della ragazza che ami da sempre. Della ragazza per cui ti sei trasferito.
 
Della ragazza che, oggi, si è unita al resto degli studenti che ti hanno umiliato.
Della ragazza che si è seduta vicino ad Ambra, in classe, e che ha riso con lei tutto il tempo.
Della ragazza che durante l’intervallo neanche ti ha salutato, per parlare dell’ultimo vestito in voga e delle scarpe fantastiche di quella ragazza della 5^A con Rosalya e Karla.
Della ragazza che ha baciato Castiel dopo due ore che si conoscevano, quando tu cerchi di conquistarla da ormai molti anni, e per lei sei sempre stato solo un amico.
 
Già, solo un amico… Ma almeno era qualcosa di bello. Qualcosa di ben diverso da ora, da “vittima di stupidi scherzi di ragazzi altrettanto stupidi.”
 
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E la mamma ti abbraccia, ti consola, ti accarezza.
Sollevi la testa e la guardi. “Perché, mamma?” chiedi.
E lei non risponde. Perché non c’è un “perché”. Ci sono persone buone e gentili, e persone crudeli. Il mondo è fatto così. E, per quanto ingiusto sia, lo sarà sempre.
 
Poi ti accorgi che tuo padre ti osserva, dal suo angolo; probabilmente già da un po’.
E lo conosci troppo bene, per non capire cosa stia pensando.