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Autore: Jothewarrior    05/03/2015    0 recensioni
Jo è un Death Weapon Meister che vive a Death City con la usa arma/ragazza Lucy, e qui vi racconterò le loro mitiche avventure.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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C’era una volta tanto tempo fa… Nahhhh quante storie avete sentito iniziare così, riproviamo…
Ehi questa è la maxi storia di come la mia vita è cambiata capovolta sotto sopra sia finita… Nahhh nemmeno così, fa troppo anni’90…allora ricominciamo.
Ehy…Salve salve salve, come butta? A me più che bene, visto che mi annoio a morte e non ho un cacchio da fare vi racconto un po’ di me…
Mi chiamo Jo e sono un Death Weapon Meister. Sono nato e cresciuto nella città di Death City.
 Bhè che dire, i miei genitori non potevano fare lavoro migliore, sono: Alto, biondo, ho gli occhi azzurri, ho un fisico normale, bhè diciamo che si vede che vado in palestra. Ormai da quando sono nato sono passati 17 anni, di merda. Non per qualcosa, amo la mia vita, ma…ok forse è meglio se vi racconto.
Sono sempre stato un ragazzo allegro e gentile con tutti, ma avevo un unico grande problema: I miei genitori. Shinigami santo, non mi facevano respirare. Ora hanno “allentato la presa”, grazie anche all'arrivo della mia sorellina, sulla quale hanno spostato le loro attenzioni, ma quando ero piccolo non mi facevano fare mai niente, specialmente mia madre. Infatti, era per colpa sua se non avevo molti amici, a parte Jessie. Non so perché a mia madre quella bambina dai capelli argentati e gli occhi azzurri è sempre stata simpatica. Io e Jessie siamo cresciuti insieme, e all'età di 13 anni ci iscrivemmo alla Shibusen dove iniziarono la maggior parte dei miei problemi.  Ora che ci penso ,  le feci anche una promessa il giorno prima di andare alla Shibusen…
(flashback)
-Adoro guardare le nuvole…- mi disse Jessie guardando in alto –…e tu Jo?-
-Eh… scusa non ti stavo seguendo, dicevi?- le risposi guardandola. Eravamo stesi sul prato nel parchetto vicino a dove abitavamo. Il giorno dopo saremmo andati alla Shibusen, non vedevo  l’ora! Il sogno di una vita finalmente si realizzava, non riuscivo a pensare ad altro. La mia amica sospirò e mi disse:
-Sei proprio emozionato, eh?-
-Vuoi scherzare? Non stò più nella pelle- le risposi, alche lei alzò il busto e si mise a sedere guardandomi con aria molto seria.
-Jo, voglio che tu mi faccia una promessa…- disse allungando una mano col mignolo alzato verso di me -…qualsiasi cosa accada rimarremo sempre insieme- concluse guardandomi negli occhi. Alzai il busto anche io e afferrai il suo mignolo col mio.
-Promesso, nessuno ci separerà mai. Hai la mia parola!- le sorrisi e potei notare un po’ di rossore sotto le sue guance poco prima che mi saltasse al collo e mi stringesse in un forte abbraccio.
-Grazie…- mi sussurrò all'orecchio mentre mi stringeva a se, là per là rimasi immobile poi a mia volta la abbracciai e ringraziai di avere almeno lei come amica.
(fine flashback)
Che ricordi, già. Comunque, tornando a noi.
Prima di tutto devo premettere una cosa: mia madre non ha il senso della moda, pertanto immaginate come mi mandò a scuola. Non ci riuscite? Vi capisco, nemmeno io riesco ancora a farmene una ragione, provo a descrivervelo: pantalone a pinocchietto rigorosamente nero, scarpe classiche e camicia bianca, in più dobbiamo aggiungere degli occhiali a “tappo di bottiglia” e infine capelli a caschetto.
Appena varcai la soglia della classe venni inondato da un fiume in piena di risate, non potete immaginare minimamente l’imbarazzo di quel giorno, avrei preferito sprofondare piuttosto che rimanere in quella classe ma inaspettatamente Jessie, che è sempre stata una tipa piuttosto timida con chi non conosceva, gridò:
-E’ FACILE GIUDICARE, VORREI VEDERE VOI AL SUO POSTO!-  in quel momento in classe non volò una mosca. Non sapevo cosa dire o cosa pensare, ero letteralmente impietrito. Dopo il suo "exploit ", Jessie mi prese per mano e ci andammo a sedere poco prima l’inizio della lezione. Quel giorno vidi per la prima volta colei con cui, tutt'ora, condivido la mia vita: Lucy. Lei era splendida! Era poco più bassa di me, con capelli biondi, occhi azzurri, un corpo mozzafiato e una quarta di seno. Non sapevo bene cosa mi attrasse di lei, probabilmente le tette, ma me ne innamorai subito. Intanto il tempo iniziò a passare velocemente ed altrettanto velocemente crebbe la mia popolarità da sfigato, anche se Jessie era sempre al mio fianco e oltre a lei mi ero fatto altri amici come Tsubaki e Black☆Star, ma nonostante questo rimanevo sempre “Jo quattrocchi”. Sì, era quello il mio soprannome. Porco Shinigami, quanto odiavo quel soprannome, ma non potevo cambiare le cose, o almeno così credevo.  
Un giorno, durante la pausa, Lucy mi si avvicinò e mi chiese di vederci in biblioteca per studiare insieme. Ok, sarò onesto, era la terza volta che io e Lucy parlavamo, e le altre due era stato perché stava giocando ad obbligo o verità con delle amiche e un obbligo diceva che doveva parlare con me per almeno 5 minuti, ma questi sono dettagli.  Non potei fare a meno di accettare!
Mi preparai all'incontro, anche se sia Jessie che Tsubaki non erano d’accordo. Entrambe dicevano che Lucy aveva qualcosa in mente.  Non diedi ascolto alle loro parole e mi recai all'appuntamento. Aspettai in biblioteca per più di un’ora. Quando ormai avevo perso le speranze, Lucy, finalmente, si presentò. Mi prese per mano e mi disse che non c’era tempo per le spiegazione e che avrei dovuto seguirla senza fare domande, mi colse alla sprovvista, ma ehy, perché no? Così la seguii senza fare domande. 
Passammo per corridoi che io non avevo mai visto, fino ad arrivare in una stanza buia. Lì Lucy mi slacciò velocemente la cintura dei pantaloni. Lì per lì non mi resi gran che conto di quello che stava succedendo.
* Questa è la volta buona che perdo la mia verginità * pensai.
Subito dopo la cintura mi tolse anche i pantaloni, poi avvicinò il suo volto al mio e disse una cosa che non dimenticherò mai:  -Spero che tu possa perdonarmi-
In quel momento non capii il perché di quelle parole, poi mi diede una spinta e io caddi all'indietro.  Ad un tratto si accesero tutte le luci e sentii delle risate provenire da dietro di me. Iniziai a capire il senso di quelle parole, eppure non ci volevo credere, presi coraggio e mi girai. Tutta la mia classe era lì a ridere di me, non riuscivo a muovermi, ero come paralizzato, ad un tratto qualcuno si materializzò davanti a me e con una bomba fumogena coprì quell'imbarazzante spettacolo mentre qualcun'altro mi trascinava via da lì. I miei salvatori mi portarono in una camera del dormitorio e finalmente potei guardarli in faccia, erano i miei unici amici: Jessie, Tsubaki e Black☆Star.
Non mi pentirò mai della scelta che feci quel giorno, anche perché è ciò che mi ha reso quello che sono oggi.
(flashback)
Jessie, Tsubaki e Black☆Star mi guardavano senza dire una parola quando ad un tratto Black☆Star mi passò un paio di pantaloni che infilai immediatamente. Non sapevo che dire, avevo solo una gran voglia di piangere e urlare. La ragazza dei miei sogni mi aveva organizzato un simile scherzo. Dai miei occhi cominciarono a cadere delle lacrime, una dopo l'altra senza che io potessi fare nulla per fermarle. In quell'istante capii di aver toccato il fondo. Jessie mi strinse in uno dei suoi abbracci per consolarmi e mi disse:
-Jo mi dispiace avrei dovuto fermarti… Scusami, è colpa mia. Ma ormai non puoi cambiare le cose, dovremo solo aspettare che passi-.
No non volevo aspettare! Avevo aspettato anche troppo. Mi asciugai le lacrime, mi alzai in piedi e dissi:
-Black☆Star a che ora cominci gli allenamenti la mattina?-
-Alle 6 mi alzo, vengo fuori scuola e faccio 100 giri dell'edificio prima di entrare. Perché?- mi rispose il mio compagno.
-Alle 6 di mattina, bene! Ti dispiace se mi unisco a te? Vorrei che mi allenassi ad usare l'onda dell'anima come fai tu!- Jessie e Tsubaki erano molto sorprese dalle mie parole.
-Tsk, credi davvero di potermi stare dietro? A me, che sono un Dio?- mi chiese il mio amico con un ghigno beffardo sul volto.
-Ehy! Con chi credi di avere a che fare?!- gli risposi ghignando a mia volta. Alla mia risposta Black☆Star scoppiò in una grossa risata, che fu fermata da un pugno sulla testa tirato dalla sua arma Tsubaki. Ripresosi dalla botta, il ragazzo dai capelli azzurri tornò serio e allungò una mano verso di me dicendo:
-Ci sto, ma al primo lamento che sento sei fuori! Ci siamo capiti?- afferrai la mano e la strinsi.
-Cristallino- risposi sicuro di quello che stavo facendo.
-Verrò anche io!- intervenne Jessie. La guardai incredulo -Che c'è? Ricordi la promessa? Nulla ci separerà!- concluse. I miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime, non sapevo come avrei fatto senza di lei. La abbracciai e le sussurrai ad un orecchio:
-Grazie...-
(fine flashback)
Quel giorno, tornato a casa, scesi nuovamente con Jessie e andammo dal barbiere. Era arrivato il momento di togliere quell'orribile caschetto. Mi feci fare un taglio normale: capelli semi corti con il ciuffo che andava verso sinistra. Poco prima di tornare a casa andammo a comprare un paio di jeans, completamente inesistenti nel mio armadio, e poi rientrammo.
Quando arrivai presi in massa tutte le camice  e pantaloni che componevano il mio guardaroba e li buttai tutti, tranne una camicia azzurra alla quale ero molto affezionato. Feci scucire le maniche della camicia da Jessie ed ero pronto per il giorno dopo.
Da quel giorno per un paio di mesi mi allenai con Black☆Star  finché non iniziai a sviluppare le mie tecniche, quali: Soul Speed, Soul Blast, Esplosione dell'Anima, Soul Shield e il Soul Hope.
Durante tutto il periodo dell’allenamento non avevo mai messo piede a scuola, studiavo a casa e mi presentavo, sotto copertura, solo quando c’era qualche test nei quali ho sempre avuto ottimi voti. Poi, finalmente, arrivò il momento del mio ritorno. Quel giorno fu fantastico. Anche perché per la prima volta, da quando posso ricordare, avevo tolto gli occhiali, grazie ad un'operazione fatta qualche giorno prima.
(flashback)
Attesi fuori la porta che il prof cominciasse a fare l’appello. Quando sentii chiamare il mio cognome, diedi un calcio alla porta che si aprì violentemente.
-Oh, ora capisco perché stavi aspettando fuori. Bhé, bella entrata, lo ammetto. Quindi deduco che tu sei Tantum, quello che non si fa vedere da un po’. E’ la prima volta che ci vediamo, io sono il professor Stein…- disse un prof che non avevo mai visto. Era seduto sopra ad una sedia con le rotelle e mi fissava in modo strano. Aveva cicatrici ovunque, i capelli bianchi e una vite che gli spuntava dalla testa. Grazie all'allenamento ero diventato in grado di vedere le anime, quindi provai a sfruttare questa tecnica su l’uomo che era davanti a me e ne rimasi quasi paralizzato, non avevo mai visto un’anima tanto forte quanto contorta.
 –Oh, che c’è la mia anima ti spaventa?- mi chiese il professore accorgendosi che gli stavo guardando l’anima.  -Sai, devo ammettere che anche la tua anima è interessante. Non avevo mai visto un’anima tanto limpida come la tua…mi viene voglia…di dissezionarti- disse scattando con la sedia verso di me munito di un bisturi.
Successe tutto in un attimo.
Quando il professore mi fu ad un palmo di distanza, lo colpii con un pugno in piena faccia e mi spostai dalla sua traiettoria.
–Tutto qui? Un colpetto da quattro sold…- il professor Stein non riuscii a completare la frase. Gli diedi le spalle e dissi:
-Esplosione dell’anima- .
Schioccai le dita e il prof fu sbattuto nel primo muro che si trovava sul suo percorso. In classe di alzò un brusio generale, guardai verso i miei amici: Black☆Star  teneva alto il pollice in segno di approvazione, mentre Jessie e Tsubaki  mi guardavano con aria preoccupata. Spostai lo sguardo verso Lucy che aveva un’espressione a dir poco incredula, come il resto della classe insomma.
-Ah, interessante, un colpo a scoppio ritardato che colpisce direttamente l’anima…-  mi girai e il professor Stein si stava rimettendo in piedi –…molto interessante… Bene, ora, signor Tantum, se non le dispiace, prenda posto che riprendiamo la lezione-.
Feci come disse il prof e mi andai a sedere di fianco a Jessie mentre tutti mi tenevano gli occhi puntati addosso. Mi guardai in torno e sussurrai a Jessie:
-Qualcosa mi dice che ho fatto colpo-
(fine flashback)
E questo era solo l'inizio.
Da quel giorno per l'anno successivo tutto procedé per il meglio, anche se non avevo ancora trovato un partner.
Non fraintendete, dopo il mio cambiamento ebbi molte richieste da parte sia di ragazzi che da ragazze, ma le rifiutai tutte. Non giudicatemi, sono fatto così, anche se Lucy mi aveva fatto quell'orribile scherzo, la volevo come partner. Non so se l'ho già detto, Lucy è un'arma e voi mi chiederete: "Perché non fai coppia con Jessie?" Perché Jessie è un'artigiana come me. Qualche volta ,quando dovevo esercitarmi ,mi aiutava la mia sorellina Kobato che può trasformarsi in un pugnale oppure, quando ero a scuola, lavoravo da solo o con un partner provvisorio. Da quando seppi che Lucy era un'arma , avevo giurato a me stesso che, un giorno o l'altro, sarebbe diventata mia. Intanto mi feci tanti nuovi amici come Maka Albarn e Soul Eater e conobbi anche Death the Kid, figlio di Lord Shinigami che, a parte la mania per la simmetria, sembrava un tipo apposto.
Intanto le cose tra me e Jessie iniziarono a complicarsi, perché?
Semplice: Più la mia popolarità cresceva, più cresceva il numero di ragazze che mi giravano intorno, il tutto proporzionato alla gelosia di Jessie. Non capivo perché, da quando ero cambiato e ricevevo più attenzioni lei mi pressava, cercava di tenermi sotto controllo e la cosa non mi piaceva, tant'è che litigammo più di una volta. Un giorno, in particolare, avevo deciso di far la finita e di chiudere tutto. Dopo l'ennesimo litigio le dissi che non avremmo più dovuto vederci, ma quello stesso pomeriggio...
(flashback)
Ero in camera mia a leggere un libro quando mia madre mi chiamò dicendo che Jessie era venuta a trovarmi
*E adesso che vuole?! Le avevo detto che avevamo chiuso!* pensai
-Non la voglio vedere mandala via!- gridai da camera mia senza muovermi dal letto, ma era troppo tardi infatti mia madre aveva aperto già la porta e aveva fatto entrare Jessie in casa.
*Questa me la paghi mamma* continuai a pensare. Chiusi il libro e mi affrettai a dare le spalle alla porta di camera coprendomi la faccia con il cuscino. Quando sentii la porta aprirsi e richiudersi subito dopo non mi mossi di un millimetro
-Jo... voglio solo parlare...- mi disse Jessie che, a giudicare dal rumore dei passi, si stava avvicinando al mio letto.
-Non abbiamo nulla di cui parlare- le risposi senza alzare il cuscino, la sentii sedersi sul letto accanto a me
-Ti prego Jo... almeno guardami...- sbuffai spostai il cuscino e mi girai, ma quella che mi trovai di fronte non era la Jessie che conoscevo.
Jessi era una ragazza molto semplice, l'avevo vista raramente con un abito diverso dalla divisa scolastica o qualcosa che non si trattasse di pantaloni e magliette, ma questa volta era vestita con un abitino bianco molto corto con un merletto ricamato che metteva il risalto il suo décolleté che, accorgendomene solo ora, era abbondante quanto quello di Lucy. Inoltre a differenza delle altre volte, aveva i capelli sciolti e non raccolti in una coda di cavallo o in una treccia come di solito. Il dettaglio che si notava di più era un filo di trucco, sempre stato inesistente sul suo volto, che non disturbava affatto, anzi, la rendeva più attraente. Fino a quel momento avevo sempre considerato Jessie come una seconda sorella ma ora che la vedevo così…era molto più che una sorella, era una donna.
-Jessie ma che…- non sapevo che dire, lei mi mise l’indice davanti alle labbra
-Ho pensato che…così potessi piacerti di più…- aveva colto nel segno, ma quello che successe dopo fu qualcosa che non mi sarei mai aspettato da lei. Si avvicinò a me e mi baciò. Le sue labbra erano così dolci e morbide che mi facevano desiderare che quel bacio non finisse mai, anche perché quello fu il mio primo bacio.
Una volta staccatasi da me la guardai negli occhi e notai che erano lucidi, come se stesse per scoppiare a piangere –Jo…ho paura… io... io non voglio perderti…- iniziò a dire con la voce che le tremava, la guardai negli occhi e le sorrisi mentre le passavo una mano tra i capelli argentei
-Non piangere, non mi sembra il caso- le dissi
-Perché? Come faccio a sapere che rimarrai con me? Come faccio a sapere che non appena mi toglierò questi vestiti e tornerò ad essere la solita Jessie non mi volterai di nuovo le spalle? Jo…io ti amo…- dai suoi occhi cominciarono a cadere delle lacrime che, miste al trucco, sembravano quasi gocce di inchiostro. Mi avvicinai a lei e le restituii il bacio che mi aveva dato poco fa lasciandola sbalordita. Quando mi staccai da lei le dissi:
-Scusami sono stato uno stupido cieco a non rendermi conto dei tuoi sentimenti. Ti prego perdonami se puoi- iniziai mentre le asciugavo le lacrime con le maniche della maglietta –Su non piangere, le lacrime non si addicono al tuo bel faccino- continuai, vedendo il suo viso illuminarsi in una dolce risatina –Non ci posso credere, hai fatto tutto questo per me?- conclusi.
-E per chi altri sennò? Ci conosciamo da quando eravamo bambini e…ho sempre provato gli stessi sentimenti…ma tu niente, non te ne sei mai accorto…- mi rispose abbassando lo sguardo. Scesi dal letto e mi misi in ginocchio davanti a lei  dicendo:
-Oh bhè, meglio tardi che mai no? Jessie posso farti una domanda?-
-Certo…- mi rispose guardandomi perplessa
-Vorresti farmi l’onore di diventare la mia ragazza?- le chiesi prendendole la mano. Jessie mi guardava incredula
-Sei serio?- mi chiese con voce tremante dall'emozione. Annuii e in un’istante Jessie saltò dal letto buttandomi le braccia al collo, cademmo a terra e mi ritrovai sotto di lei  –Si!si!si!si!si!si!-  gridava dall'eccitazione, mi venne da ridere, era davvero buffa come situazione. Ci baciammo di nuovo e sentii la porta della mia stanza aprirsi, spostai Jessie da sopra di me, mi girai e vidi Kobato che ci guardava stringendo il suo pupazzo a forma di coniglietto. Vedendoci la mia sorellina di nove anni  gridò:
-MAMMA!!! MI SA CHE DIVENTERÒ ZIA!!!!- 
(fine flashback)
Speravo che diventando la mia ragazza Jessie sarebbe tornata quella di un tempo, ma invece mi sbagliavo di grosso, all'inizio non me ne resi conto, tant'è vero che me lo fecero notare i miei compagni. Piano piano Jessie mi stava privando di ogni libertà e infatti ragionandoci, da quando stavamo insieme non uscivo con nessuno se non c'era anche lei, non esistevano più le serate gioco con gli amici il venerdì o altre uscite random, ormai ero diventato un burattino nelle sue mani.
Un giorno decisi che questa storia doveva finire. Ero solo a casa, i miei erano scesi con Kobato, mi scolai una lattina di Sprite e invitai Jessie a casa. Quando arrivò non aveva la più pallida idea di quello che volevo chiederle, ma non appena intuii qualcosa fece in modo di........."distrarmi" se così si può dire. Così quello stesso giorno convocati i miei amici per raccontar loro della mia impresa
(flashback)
Prima di entrare nel bar dov'erano Black☆Star e gli altri mi preparai bene il discorso, anche perché non era facile spiegare quello che era successo. Feci un profondo respiro ed entrai. 
Vedendomi arrivare Black☆Star si alzò e iniziò a battere le mani dicendo:
-Eccolo! Allora dicci, l'hai fatta piangere?-
-Black☆Star!- lo riprese Tsubaki
-Oh bhè , possiamo dire che ha anche urlato...- commentai
-Wow addirittura? Si vede proprio che non ci sai fare con le ragazze- mi rimproverò Soul
-Già...- dissi sedendomi e ordinando una lattina di Sprite
-Allora raccontaci, com'è andata?-disse Maka, molto curiosa
-Bhè che dire, l'ho invitata a casa ci siamo seduti e le ho detto: "Jessie senti, le cose tra noi stanno prendendo una brutta piega..."- mi fermai col racconto perché arrivò la mia ordinazione e iniziai a sorseggiarla.
-E allora, continua!- disse Black☆Star in preda all'euforia.
- Ok ok...allora poi prima che io finissi di parlare mi ha baciato, poi una cosa tira l'altra e..............- dissi sussurrando le ultime parole.
-Non ho capito le ultime parole, puoi ripetere- mi chiese Maka
-H...ho detto che................- ripetei sempre allo stesso modo
-Dai Jo parla! Mica te la sei portata a letto!- mi urlò contro Black☆Star
-Hem...veramente...- balbettai
-No, non lo hai fatto davvero- mi disse Tsubaki scrutandomi con lo sguardo
-Si ok, ci ho perso la verginità. Ma non è stata colpa mia!- mi discolpai
-Non so se pestarti o darti il cinque- mi disse Black☆Star
-Bhè devo dartene atto Jo: non sei riuscita a togliertela dalle palle, ma almeno l'hai posizionata meglio- mi disse Soul stroncato con un potente Maka Chop dietro la testa.
-Vi ho detto, ero partito con l'idea di farla sparire dalla mia vita, ma poi è successo ciò che è successo e non ho saputo resistere...sono debole su 'ste cose...- dissi.
Ci fu un attimo di silenzio che fu interrotto da un sospiro di Tsubaki
-Forse si è spaventata a tal punto che non ha visto altra soluzione...forse ora cambierà, dopotutto state insieme da poco- disse la mia amica
-Spero che tu abbia ragione sai...-
(fine flashback)
Purtroppo anche se ci speravo, non cambiò niente e ogni volta che tentavo di lasciarla Jessie mi "distraeva", anche in quest'occasione pensavo che non sarebbe mai cambiato niente, e invece... bhé, ho avuto un'occasione che non mi lasciai scappare, ma procediamo con calma. Vi ricordate di Lucy?
Bene, durante quel periodo cominciò a comportarsi in modo strano, finché un giorno, durante una lezione pratica finimmo per lavorare insieme, con risultati a dir poco eccellenti, sembrava che fossimo stati fatti l'uno per l'altra...in senso di  compatibilità di anime. Comunque, mi volle mettere alla prova. Dopo la lezioni mi si avvicinó e mi disse: "Se vuoi diventare il mio partner, devi venire nei sotterranei oggi alle 15. Spero che ci sarai".
Inutile dire che accettai. Lasciai un bigliettino a Jessie e alle 15 spaccate, andai nei sotterranei della scuola. Quando arrivai Lucy era come impazzita. All'inizio diceva cose senza senso, parlando di un certo Ashura e di altre cose, una più inquietante dell'altra, poi mi attaccò senza motivo dicendo: "se non posso averti non ti avrà nessuna".
Riuscii a renderla inoffensiva senza farle troppo male, o almeno credevo,  perché poco prima che svenisse riuscì a liberare il guardiano dei sotterranei: un Cerbero.
L'animale mi attaccò senza alcuna esitazione. Lottai con tutte le mie forze per proteggere Lucy, ma non era sufficiente. Quando Cerbero stava per sopraffarmi intervenne lo Shinigami fermando definitivamente il bestione. Quello stesso giorno, lo Shinigami convocò Lucy nella Death Room senza convocare anche me, il che mi parve strano. Poco dopo incontrai Jessie che mi disse che era stata lei a fare la spia e a scaricare la colpa solo su Lucy. Mi arrabbiai tantissimo, nel messaggio avevo specificato di non farne parola con nessuno, anche se mi aveva salvato la vita questo non la giustificava! La lasciai nei corridoi e corsi nella Death Room, qualcosa mi diceva che Lucy non era consapevole di quello che stava facendo.
(flashback)
Bussai ripetutamente alla porta della Death Room, ma nessuno mi rispose,  così aprii la porta ed entrai e iniziai a correre lungo il corridoio per raggiungere il fulcro della stanza dello Shinigami.
-La tua condotta è inaccettabile, ti rendi conto di quello che stavi per fare?! In più coinvolgendo ingiustamente un tuo compagno!- gridò lo Shinigami, per poi tirare un sospiro e continuare -La pena per ciò che hai fatto è la detenzione. Lo sai vero?-
-Aspettate!- gridai arrivando finalmente davanti allo Shinigami
-E tu che ci fai qui!- mi disse Lucy vedendomi
-Ti salvo dalla detenzione, ringraziami- le dissi.
-Tantum,  perché sei venuto?- mi disse lo Shinigami
-Lord Shinigami, la prego, mi chiami Jo. Comunque, sono venuto perché state per commettere uno sbaglio- cominciai.
-Uno sbaglio?- disse il signore della morte.
-Si, io ho combattuto contro di lei e posso dire che non era in se. Conosco Lucy e di certo non era consapevole di quello che faceva. Diceva cose senza senso, parlava di un certo Ashura...- quando lo Shinigami sentii quel nome, mi guardò perplesso.
-Hai detto Ashura?- mi chiese
-Si,  se non ricordo male si...- commentai, alche Lord Shinigami si girò e ci disse:
- Lucy rimarrai altre tre ore dopo le lezioni per una settimana in punizione. Ora potete andare-
Quando io e Lucy uscimmo dalla Death Room lei fece per andarsene ma la fermai afferrandole un braccio e le dissi:
-Te ne vai così?-
-Sì. Non abbiamo niente da dirci- mi rispose
-Io ho qualcosa da dirti veramente…- le dissi avvicinandomi a lei – …ti perdono.- lei mi guardò sorpresa -Ricordo ciò che mi hai detto quel giorno, se ora sono così è solo grazie a te quindi: ti perdono- conclusi. Mi guardò negli occhi e un dolce sorriso si disegno sul suo volto anche se durò poco, Lucy scosse la testa e divenne subito scontrosa
-Non ho bisogno del tuo perdono! Se è tutto, io me ne vado- disse cercando di farmi lasciare la presa 
-No, non ho ancora finito. Lucy vuoi diventare la mia partner?- le chiesi così a bruciapelo. Il suo volto si illuminò di nuovo.
-Davvero?!- mi chiese sprizzante di gioia per poi tornare subito seria –Bhè, come vuoi. Basta che tu non ti faccia strane idee- mi disse, alchè scoppiai a ridere
-Tranquilla, ti ricordo che sono fidanzato. Allora ci stai?- le dissi lasciandole il braccio e porgendole la mano
-Ok, spero solo che non mi deluderai- concluse stringendomi la mano
-Tranquilla non ti deluderò, hai la mia parola-
(fine flashback)
Da quel giorno cominciò la mia collaborazione con Lucy. La presentai ai miei amici e a Jessie, sui primi a parte qualche incertezza iniziale fece una buona impressione, sulla seconda per niente, nonostante le mie continue rassicurazioni Lucy era perennemente vista agli occhi di Jessie come una minaccia, pertanto doveva essere eliminata.
Dopo non appena un paio di mesi avevamo già raccolto una decina di anime, che per dei novizi era un’ottimo risultato. Più andavamo avanti, più diventavamo forti e più cresceva il nostro rapporto di amicizia.
Non pensate male, anche se era la ragazza che avevo sempre sognato non avevo nessuna intenzione di tradire Jessie, anche se fu proprio per…non so se dire merito o colpa… vabbé diciamo che è merito suo se la storia tra me e Jessie finì. Andò più o meno così:
Lucy era venuta da me per organizzare un piano per abbattere il nostro prossimo obbiettivo quando Jessie venne all'improvviso iniziando a dare i numeri perché non l’avevo avvisata che io e la mia partner ci saremmo visti, iniziò ad insultare Lucy dicendo che ero solo suo e che non si sarebbe dovuta sparire dalla mia vita. In quel momento non ce la feci più, le avevo ripetuto più di una volta che amavo solo lei e che tra me e Lucy non c’era niente, ma lei non ne voleva sapere. Ormai non c’era più niente della Jessie che conoscevo, ora era solo un mostro geloso. Così decisi di darci finalmente un taglio. La sfortuna di Jessie fu che con altre persone presenti non poté usare le sue “armi di distrazione” su di me e così ci lasciammo. Poco prima di andarsene Jessie giurò che sarebbe tornata e che quel giorno sarei stato di nuovo suo.
Tutt'oggi non si è ancora fatta viva, anche se mi piacerebbe sapere che fine abbia fatto visto che poco dopo che ci lasciammo lei andò via con i suoi genitori.
Bhè, tornando a noi. Io Lucy continuammo a raccogliere anime e ad accrescere il nostro rapporto, finché, un giorno, mente stavamo raccogliendo la nostra ottantesima anima:
(flashback)
-Fantomatico Ladro Lupin riuscirò dove Kid ha fallito, mi prenderò la tua anima! Pronta Lucy?- dissi alzando una mano
-Come sempre!- disse la mia compagna saltando e trasformandosi in una spada dalla lama azzurra come i suoi occhi e con l’elsa dorata come i suoi capelli.
Afferrai al volo la spada e mi preparai alla battaglia
-Hahahahaha! Pensi davvero di riuscire a fare meglio di quel ragazzino?- mi derise Lupin
-Sta a guardare, Soul Speed!- dissi, attivando una delle mie tecniche, grazie alla quale potevo muovermi con una velocità impressionante tenendomi alzato fino a due centimetri da terra. Scattai contro il mio avversario
-Che credi di fare!- mi disse puntandomi una pistola contro e sparando un paio di colpi. Scansai gli spari e in un battito di ciglia gli fui ad un palmo di distanza
-Prendi questo- lo colpii tre volte per poi spostarmi dietro di lui, poi mi rivolsi a Lucy dicendo:
 –Lucy, volevo chiederti una cosa- intanto la pistola di Lupin si ruppe in due pezzi e insieme a quella anche il sacco con i soldi, che aveva dietro la schiena, e anche la cintura dei pantaloni a causa dei colpi che gli avevo dato
-Dimmi- mi rispose mantenendo la forma da arma.
-Ormai è quasi passato un anno da quando ci conosciamo…-  mentre parlavo Lupin cercò di svignarsela, così lo rincorsi sempre con l’ausilio del Soul Speed e lo colpii col manico della spada sulla testa facendolo cadere a terra
-Hai ragione, e allora?- mi invitò a continuare Lucy, mentre con un fendente staccai di netto la testa a quel Kishin lasciandone solo l’anima. Lucy tornò umana alche io presi l’anima che avevamo appena raccolto e mi inginocchiai davanti a lei porgendogliela
-Ti va di diventare la mia ragazza?- le chiesi guardandola negli occhi
-Oh Jo…- disse Lucy prendendo l’anima e mangiandola subito per poi darmi una mano a rialzarmi -…mi domandavo quando ti saresti deciso a chiedermelo. Ma certo che voglio!- mi rispose sorridendo, così baciai, finalmente, la ragazza dei miei sogni.
(fine flashback)
Quello fu il giorno migliore di tutta la mia esistenza.
Da lì successero tante cose, la prima tra tutte che grazie ai miei sforzi riuscii a trasformare Lucy in Falce della morte e io diventai, finalmente, Death Weapon Meister. Conobbi i suoi genitori e in più andammo a vivere insieme. Purtroppo, in questo periodo, poco dopo la mia nomina il sommo Kishin Ashura si liberò e tutt'ora gira ancora libero... stiamo facendo tutto il possibile per riacciuffarlo, ma purtroppo continua a sfuggirci.
Ma c'è anche altro. Secondo voi due ragazzi che vivono da soli,  cosa potrebbero mai fare?
Esatto, tromb...hem cioè......fare l'amore. Voi mi direte: "Ma che ci frega di quello che fai con la tua ragazza?!",  lo so lo so ma lasciatemi spiegare, tutto a suo tempo. Lasciate che vi racconti la prima volta mia e di Lucy: la nostra prima volta Lucy era talmente imbarazzata che quasi non la riconoscevo. Aveva sempre avuto un atteggiamento sicuro di sé e spavaldo, ma in quell'occasione era l'esatto contrario. Forse perché a differenza mia era ancora vergine, anche se dall'impressione che avevo avuto, grazie appunto al suo atteggiamento avrei detto il contrario. Vabbè c'è da dire che una volta imparato era ed è quasi sempre lei a condurre il gioco. Forse è proprio per questo che siamo finiti nei guai...
Bhè ormai è arrivato il momento di dirlo, Lucy aspetta un bambino. Già sono un ragazzo di 17 anni, Death Weapon Meister nonché ragazzo padre. Bhè che altro dire, la mia vita è completa! Ecco ora conoscete la mia storia. E sapete la parte migliore?
È solo l'inizio.
  
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