Capitolo 1.

Che stress!

Sono stressata. Sono decisamente stressata. Ho diciannove anni e dovrei sentirmi  spensierata, godermi la mia giovinezza, uscendo con le mie amiche e, perché no, conoscere qualche bel ragazzo, e invece eccomi qui, ancora in pigiama all’una di pomeriggio, con i capelli racchiusi in una coda bassa stretti quanto basta per non farli ricadere in faccia mentre studio, un’emicrania cronica e il disperato bisogno di tempo. Sì esatto, ho bisogno di tempo: per me, per l’università, per le mie ormai poche amiche, per il lavoro e, ormai primario, tempo per trovare un nuovo coinquilino. Jessica ha deciso di farmi un brutto scherzo decidendo di sposarsi con il suo “tanto amato” fidanzato conosciuto solo due anni fa e quindi ora mi ritrovo in un appartamento di Milano più silenzioso e tranquillo del solito, ma anche con un costo doppio visto che la mia ormai ex coinquilina non mi ha lasciato neanche la quota dell’affitto per questo mese. Ho tappezzato la città con volantini e annunci sui giornali locali
CERCASI COINQUILINO.
Appartamento vista Duomo; 1 cucina, 1 salotto,
2 camere da letto con studio, 1 bagno. Persone
ordinate, pulite e puntuali con il pagamento.
€255/mese
Info: 0359244568
ovviamente ho avvisato anche la signora Dominici, la proprietaria degli appartamenti del palazzo in cui vivo, di non farsi alcun problema ad affittare il mio appartamento a qualcuno che fosse interessato, ma oramai sono più di due settimane che nessuno chiama e faccio doppi turni al lavoro per riuscire a pagare l’intero mese da sola. La signora Dominici è molto buona e sono certa che mi concederebbe altro tempo nel caso non riuscissi a racimolare l’intera quota, anzi sono certa che per un mese mi farebbe addirittura uno sconto, ma sono io che non voglio avere debiti o fare ritardi sui pagamenti; sono una persona molto corretta e non mi sembra giusto nei confronti degli altri inquilini del mio palazzo avere così tanta libertà.
Per questo mese non penso di avere problemi a pagare l’intera quota perché con gli straordinari e i risparmi che ho già ce la posso fare, ma mi preoccupo per il prossimo mese perché dovrò sostenere l’esame di Economia Aziendale e lo studio dovrà essere al primo posto, anche del lavoro, quindi non avrò tempo per ore extra in gelateria. Sì, penso di fare il lavoro migliore del mondo: lavoro in una stupenda gelateria che, però, ha anche una parte destinata al bar e alla paninoteca e, quindi, passo gran parte della mia giornata tra cibo, gelato e il soave odore di caffè.
Cosa che adoro del mio lavoro è che, innanzitutto, i miei datori sono due coniugi molto gentili e disponibili; si amano molto, si vede da come si guardano che sono innamorati persi nonostante siano sposati da più di vent’anni. Inoltre, nonostante la gelateria si trovi in centro e sia a volte molto affollata, è frequentata quotidianamente dalle stesse adorabili persone: il Signor Fenici, un pensionato finto brontolone che abbonda sempre con la mancia quando sono io a servirlo perché dice che gli ricordo molto una ragazza con cui usciva quando era un adolescente; il Signor Albricci ,grande amico del Signor Fenici e con cui gioca tutti i giorni, dalle 14.00 alle 18.00, a carte  accompagnato dal suo bicchierino di vino rosso che, come dice sempre, gli fa bene al cuore e all’anima; il piccolo Alex, un dolce bambino di 10 anni che abita qui vicino e che tutti i giorni viene a prendere il suo amato gelato al cioccolato con panna montata e al quale ormai sono molto affezionata. Infine, non certo per importanza, è un cliente abituale anche il mio migliore amico Michael: ha 20 anni, è molto più alto di me, biondo, ha gli occhi color nocciola sempre molto vivaci, un fisico normale ma che a me piace molto, anche perché non ho mai amato i ragazzi troppo palestrati e, cosa che adoro di lui, ha un carattere eccezionale, non l’ho mai visto triste in dieci anni d’amicizia e fa sempre in modo che chi gli sta intorno sia felice e si senta a proprio agio. Non so perché siamo solo amici, detto sinceramente credo che sia il ragazzo perfetto, eppure è dal primo giorno che ci siamo conosciuti che ci trattiamo da semplici amici e nessuno dei due, a quanto pare, prova qualcosa di più forte di una semplice amicizia. Credo che mi veda come una sorella minore e la cosa non mi dispiace affatto, anzi è ricambiata molto.
“Oh, andiamo Strawberry, smettila di divagare e studia! Devo smetterla di deconcentrarmi, sono indietrissimo con lo studio, devo fare la doccia  e anche andare a lavorare tra…oddio trenta minuti, non ce la farò mai!” corro in bagno e faccio la doccia in un tempo record per me, visto che di solito ci metto sempre venticinque-trenta minuti, mi asciugo, ma non avendo molto tempo lego i capelli ancora umidi in una coda alta e vado al lavoro. Fortunatamente è Maggio e non fa freddo quindi non mi ammalerò a causa dei capelli non del tutto asciugati e non mi preoccupo se, nell’uscire di corsa,  non ho preso la giacchetta.
“Wow! Oggi ce l’ho fatta! Sono le 14.00 giuste, non sono in ritardo” entro dalla porta sul retro, metto il grembiule e mi preparo ad un lungo turno di lavoro, visto che prima delle 10 non uscirò da qui. Con un sorrisone vado nella sala principale
-“Buongiorno a tutti!”-
-“Buongiorno Straw, sei pallidina oggi, scommetto che hai dormito poco per studiare..”-
-“Beh, come al solito signor Fenici! Vedo che ha aspettato me per ordinare, che le porto?”-
-“Mi sembra ovvio che ti abbia aspettato, sei tu l’unica che sa fare le cose bene qui dentro, mi stupisce il fatto che non ti promuovano”-
-“Ma di che promozione parla? Da cameriera a Capo Supremo? Ahahah e poi, andiamo signore, non sia così cattivo, anche le mie colleghe se la cavano molto bene”-
-“Mah, a me sembra che sia tu quella troppo buona.. Comunque prendo un gelato alla panna affogato nel caffè, mi raccomando espresso, e per il mio caro amico il solito calice di vino rosso”-
-“Signor sì signore! Ahahah che faccio, gliela metto qualche goccia di cioccolato nel gelato?”-
-“E poi ti chiedi perché sei la mia preferita.. ovvio che devi metterle cara!”-
-“Va bene, come desidera, arrivo subito”-
“Mi sono proprio affezionata a quell’uomo, penso che anche lui mi voglia bene..” preparo canticchiando quello che mi hanno ordinato e poi porto il tutto al tavolo, compreso il mazzo di carte che si trova nel cassetto vicino alla macchina del caffè, perché è sottinteso ormai che i miei due cari nonnini vogliano anche quello, ormai non serve più che me lo dicano, li conosco.
Il tempo oggi passa decisamente più veloce e sono già le 18.30. Approfitto del fatto che ormai il locale sia vuoto e comincio a fare le pulizie, cambio le vaschette del gelato e, poi, mi preparo un panino per la cena, visto che dovrò farla qui a causa degli straordinari. Mentre sono impegnata a preparare la mia cena, la porta si apre e me ne accorgo a causa del venticello un po’ più fresco del tardo pomeriggio che è entrato e del suono dell’acchiappasogni appeso sulla porta. “Che scatole proprio ora che stavo per mangiare” mi giro verso la persona che è appena entrata e, niente, rimango senza parole…