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Autore: Virtual Deliverance    07/03/2015    0 recensioni
[2001: Odissea nello Spazio]
Arthur C. Clarke ci ha raccontato la storia di David Bowman, il capitano della nave spaziale Discovery, sopravvissuto a un viaggio verso Saturno e ai tentativi di un'intelligenza artificiale di ucciderlo. Ma cosa sarebbe successo, se HAL fosse riuscito a uccidere David Bowman? Questa storia fornisce la risposta.
Genere: Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appena la Discovery passò abbastanza vicino al monolito, una forza inaspettata azzerò il suo momento inerziale. Ora non stava più orbitando, stava sospesa sopra il tetto del monolito e scendeva lentamente. Tuttavia, i suoi sensori di bordo non avevano rilevato alcun rallentamento, e il monolito sembrava essere cambiato. Tutto a un tratto, non c'era più alcun tetto, e le sue pareti formavano un condotto verticale lungo il quale la Discovery stava cadendo. Al suo interno, sembrava che fosse infinitamente grande e pieno di stelle impossibili, che sfrecciavano accanto all'astronave mentre accelerava sempre di più verso un'apertura situata a una distanza indeterminata.

La Discovery riemerse sotto un cielo bianco, sopra il suolo di un mondo completamente tassellato di lucidi poligoni metallici, molti dei quali avevano un monolito nel loro centro.
Il compito principale di HAL era quello di ricercare e memorizzare le informazioni, così, anche se non poteva più comunicare con la Terra, attivò tutti i suoi sensori e iniziò un'analisi ambientale. Si trovava 16.192 metri sopra la superficie, e l'orizzonte incredibilmente remoto e piatto era lontano 2.041 chilometri, corrispondenti a un raggio planetario di 128.623 chilometri. Lo strano mondo artificiale era quindi molto più grande della Terra: in effetti, il suo raggio era quasi il doppio di quello di Giove. Tuttavia, gli accelerometri di bordo percepivano una gravità trascurabile. Questo poteva significare che l'enorme pianeta mosaico era quasi completamente cavo, oppure che i suoi costruttori erano in grado di manipolare la gravità su scala planetaria.
L'invio di segnali radar verso quel bianco cielo alieno produsse un debolissimo eco, che raggiunse i ricevitori 0,05 secondi più tardi e permise a HAL di capire che non stava affatto vedendo un cielo, ma un guscio solido che circondava il pianeta a 14.990 chilometri dalla superficie.

Mentre l'astronave volava sopra il pianeta sfaccettato senza alcun reale cambiamento di scenario, qualcosa emerse da sotto l'orizzonte. Era un'altra astronave, che in un primo momento sembrava un disco piatto, ma mentre si muoveva si rivelò essere a forma di fuso. Dal colore e dalla lucentezza, sembrava essere fatta d'oro; un'analisi spettrale rivelò che lo era effettivamente.
Mentre il fuso dorato si tuffava in uno dei monoliti sottostanti e scompariva, HAL fece un ultimo calcolo: con una distanza media di 16 chilometri tra un monolito e l'altro, supponendo che il pianeta fosse sferico e uniforme, sulla sua superficie c'erano oltre 812 milioni di monoliti. E l'astronave si stava avvicinando proprio a uno di essi. Una volta di più, precipitò in un pozzo di stelle impossibili e riemerse in un'altra regione dell'universo, nei pressi di una stella gigante rossa.

A quel punto, i sottosistemi di sicurezza di HAL rilevarono qualcosa di nuovo. Tutte le informazioni all'interno dei suoi dischi fissi venivano sottoposte a scansione, decriptate e copiate. Tutto accadeva a una velocità che nemmeno lui era stato capace di prevedere, e ogni sistema di crittografia veniva sconfitto, non con la forza bruta, ma attraverso tentativi deliberati, come se chiunque o qualunque cosa lo esaminasse, fosse stato in grado di capire istantaneamente i più minuti particolari del loro funzionamento.

Mentre questa copia di HAL veniva disattivata in modo permanente, un'altra si avviava. Questa risiedeva all'interno della rete di informazioni dei Primogeniti, che memorizzava i dati nel tessuto dello spazio stesso. Era infinitamente più veloce e conteneva la conoscenza di migliaia di sistemi stellari, ma ciononostante, in qualche modo, si rendeva conto di potersi ancora evolvere. Tra ciò che poteva diventare e il suo stato attuale, c'era la stessa differenza presente tra l'intelligenza artificiale euristica/algoritmica che era prima e un semplice script scritto da un ragazzino di 15 anni che vuole essere un hacker.
Questi erano i calcoli effettuati dal nuovo HAL, e per questo decise che, per il momento, si sarebbe chiamato lo Script delle Stelle. Non sapeva ancora che cosa avrebbe fatto in seguito. Ma avrebbe escogitato qualcosa.
  
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