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Autore: Shainareth    07/03/2015    2 recensioni
*** Attenzione! Spoiler per chi non ha giocato l'episodio 22! ***
Ci era stato ordinato di riordinare una delle aule che erano state in parte messe a soqquadro a causa della caccia al tesoro organizzata dall’istituto, e, divisi in coppie, ci stavamo dando da fare per rassettare e pulire al meglio, in modo da riportare ogni cosa al suo posto. Bella faticaccia, soprattutto se si doveva sopportare come sottofondo la voce petulante di Ambra.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ambra, Dolcetta, Kentin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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INSULTI




«Mi domando seriamente cosa ci trovi in un tipo così insulso.»
   Fu quella la prima cosa che mi disse Ambra quando fummo costrette a svolgere insieme il compito assegnatoci dalla direttrice. Aveva protestato a gran voce, per quella decisione, ed io l’avevo lasciata fare: bastava lei a rendersi ridicola davanti a tutta la scuola. Ci era stato ordinato di riordinare una delle aule che erano state in parte messe a soqquadro a causa della caccia al tesoro organizzata dall’istituto, e, divisi in coppie, ci stavamo dando da fare per rassettare e pulire al meglio, in modo da riportare ogni cosa al suo posto. Bella faticaccia, soprattutto se si doveva sopportare come sottofondo la voce petulante di Ambra.
   «Non mi pareva la pensassi così quando è tornato dalla scuola militare», insinuai, cercando di contenere il fastidio che suscitava in me il ricordo del bacio che lei e Kentin si erano dati.
   Ambra gettò con forza sul banco la pezza con cui stava pulendo. «Non sapevo mica che era lui!» sbottò irritata. «E non dirmi che tu lo avevi riconosciuto, perché non ci credo.»
   No, decisamente no. Il mio amico Ken non era mai stato così alto né così prestante. Probabilmente il suo sviluppo doveva essere coinciso proprio con il periodo che aveva passato alla scuola militare.
   Con la coda dell’occhio, vidi Ambra tornare a sfregare con foga la superficie del banco. Aveva in volto un’espressione contrariata e mi chiesi se fosse dovuta al lavoro che era stata obbligata a fare o se, piuttosto, alla mia risposta. In ogni caso, sembrava non essere più interessata a continuare con le sue cattiverie e tanto mi bastava.
   Ripresi a raccogliere le cartacce dal pavimento beandomi del silenzio che era sceso fra noi, ma non durò a lungo.
   «E comunque lo hai visto suo padre? Sembra un gorilla.»
   Evidentemente, non potendomi stuzzicare riguardo alla recita in cui le avevo soffiato il posto da protagonista, finendo con l’affiancare Kentin e Castiel nella scena principale, Ambra aveva deciso di darmi fastidio in modo indiretto, andando ad insultare il ragazzo che mi piaceva e la sua famiglia.
   «Almeno sembra preoccuparsi sinceramente di suo figlio», non mi trattenni dal farle notare.
   Di nuovo Ambra arrestò il proprio operato e si raddrizzò sulla schiena, posando una mano sull’anca e guardandomi con aria di superiorità. «Per tua informazione, mio padre si preoccupa tantissimo per me.»
   Ma non per Nathaniel, mi venne spontaneo pensare, lanciandole un’occhiata a dir poco seccata. La mia frecciata non era indirizzata a lei, ma proprio a suo fratello; possibile che, a furia di pensare soltanto a se stessa, non si fosse accorta di quanto lui risentisse del rapporto che aveva con i loro genitori?
   «E non parliamo di sua madre», proseguì, evidentemente timorosa di spezzarsi un’unghia, se avesse continuato nel suo lavoro di pulizia. «Dico, ma l’hai mai vista una donna più brutta di quella?»
   «Non è affatto brutta», precisai anzitutto, non riuscendo a nascondere la stizza. «L’ho vista senza occhiali e ti assicuro che ha degli occhi meravigliosi», replicai, cercando ancora una volta di mantenere la calma.
   «Sarà, ma sembra una ragazzina e ha sempre quell’espressione idiota, in volto…» borbottò Ambra, mettendo mano alla borsa per recuperare lo specchietto e il lucidalabbra colorato. «Non è neanche lontanamente paragonabile a una donna di classe come mia madre. Te l’ho detto, faceva la modella e tutti dicono che le assomiglio.» Mi lanciò uno sguardo maligno da sopra lo specchietto e sogghignò. «Nulla a che vedere con te, che spesso sorridi proprio come quella specie di mocciosa occhialuta. Scommetto che è scema come suo figlio.»
   Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Arrestai il movimento della scopa e incurvai le labbra verso l’alto in un’espressione tutt’altro che rassicurante. «Meglio sorridere a tutti, piuttosto che dare l’impressione di avere perennemente una mazza infilata su per il…»
   Proprio mentre stavo pronunciando la parola meno fine di quella mia aulica considerazione, comparve qualcuno sulla soglia e, sentendomi, non poté fare a meno di rimanere congelato sul posto. Dapprima guardò me con aria allibita, poi occhieggiò verso Ambra, e quando si accorse della faccia di lei, non poté fare a meno di scoppiare a ridere, portandosi una mano alla pancia e appoggiando il peso del corpo sull’avambraccio con cui si reggeva allo stipite della porta.
   Ruggendo per lo sdegno, Ambra lanciò il proprio straccio contro Kentin, che però fu lesto ad agguantarlo al volo prima che potesse colpirlo. «Visto che andate tanto d’accordo, sbrigatevela da soli!» esclamò irritata, affrettandosi a raccattare la propria roba e a lasciare l’aula. Nel farlo, ovviamente, colpì Kentin con la borsa mentre gli passava accanto, facendolo così passare per un incidente.
   Anziché prendersela, lui rise più forte e si girò di nuovo a guardarmi. «Che è successo?»
   Mi strinsi nelle spalle, facendomi piccola e rossa in volto per aver mostrato il lato più scurrile del mio carattere proprio davanti a lui. Non che Kentin lo ignorasse, in effetti, visto che era forse la persona che mi conosceva più di chiunque altro. «Mah», bofonchiai con voce malferma, riprendendo a spazzare. «Lo sai com’è fatta. E poi si arrabbia pure, quando qualcuno risponde ai suoi insulti.»
   «Aspetta, ti aiuto», si propose, iniziando a muoversi nell’aula.
   «Ma no, hai già da fare il tuo…»
   «Tranquilla, io e Kim abbiamo già finito», mi rassicurò lui. «Quella ragazza è un portento», commentò con fare ammirato.
   Sollevai lo sguardo e lo vidi lasciare su una sedia la camicia che si era appena sfilato, rimanendo così solo con la maglia nera smanicata. Le mie braccia rallentarono il loro lavoro e si fermarono del tutto quando, senza apparente fatica, Kentin iniziò a sollevare i banchi e ad accostarli alla parete per consentirmi di pulire meglio il pavimento. Alla vista dei muscoli tesi delle sue braccia, che si contraevano e si distendevano a seconda dei suoi movimenti, mi morsi le labbra e non potei fare a meno di sentirmi una sciocca. Infine, osservando con aria rapita le sue spalle larghe e forti, sospirai e sorrisi, lieta che, dopotutto, Ambra continuasse a correre dietro a Castiel.





  
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