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Autore: Light2015    07/03/2015    0 recensioni
[Bling Ring][Bling Ring][Bling Ring]Alex è un ragazzo di una ricca famiglia delle Woodland Hills (Los Angeles), studia economia e la sua vita sembra già impostata verso una prosperosa carriera da manager, ma l'incontro con una gang di giovani e lussuosi rapinatori farà prendere una diversa piega ai suoi programmi lavorativi e... sentimentali...
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
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La luce filtra fastidiosamente dalla vetrata della mia stanza. Mando una mail al professore per sapere quando posso andare all’università a prendere il materiale per l’esame dopodiché scarico il 12% della batteria del cellulare giocando e controllando le notifiche su Facebook. Non avendo altro da fare, decido di andare a correre a Venice Beach anche se ormai è tardo pomeriggio. Una scusa in più per non rimanere troppo. Valutazioni di una persona pigra che però tiene alla salute, tutto sta nel raggiungere un compromesso. Nike, pantaloni neri corti fino al ginocchio, maglietta bianca e felpa blu leggera rigorosamente aperta. Sono ormai le sei e questo è il momento migliore per essere sul lungomare, niente bambini urlanti, ragazzini che saltano la scuola o caotici bagnanti che affollano la spiaggia. Inizio a correre lungo la passeggiata, ho l’Ipod ma mi accorgo che è scarico e dopo un mezza dozzina di canzoni la batteria cede del tutto, nonostante ciò continuo a correre con le auricolari nelle orecchie. La cosa inizia a farsi noiosa e ripetitiva così comincio a correre più veloce… quanto più posso. Come se scappassi da qualcosa. Improvvisamente la visuale si fa più scura e confusa, rallento fino a fermarmi. Guardo il pavimento ma è sempre meno nitido anche quello. I rumori si allontanano. Respiro affannosamente e non capisco perché e cosa mi sta succedendo. Chiudo gli occhi e mi chino fino ad appoggiare il palmo della mano sulle mattonelle del vialetto. E’ ancora tiepido dal calore del sole che lo ho scaldato tutto il giorno. Intravedo, per quel che posso, una figura avvicinarsi. Corre. Faccio finta di allacciarmi la scarpa per non destare sospetti, ci manca solo che qualcuno mi soccorra. Bella figura per un (finto) atleta come me. Respiro profondamente e piano piano la situazione sembra migliorare, la vista torna nitida e ricomincio ad udire ogni suono che mi circonda: il chiacchiericcio delle persone, la musica del locale dall’altro lato della passeggiata e le lunghe onde del Pacifico che si infrangono sulla spiaggia.

Cammino finchè non mi sento completamente ripreso. Decido di prendere qualcosa da bere in uno dei tanti locali posizionati sul lungomare, si chiama “Sunset” ed è fornito di poltroncine esterne e tavolini in stile salotto con vista sulla spiaggia. Ordino una Coca-Cola e non appena ho la lattina in mano mi assicuro della quantità di zuccheri e chilocalorie che contiene. Non che io sia un fissato ma non è da me rischiare di svenire correndo. Fa capolino al locale un gruppo di ragazzi, anzi a dire il vero sono tre ragazze e un ragazzo, tutti rigorosamente in abiti firmati. Sento i loro sguardi pesare su di me. Provo un minimo di vergona nell’essere (probabilmente) dall’aspetto sconvolto e vestito con una semplice maglietta e pantaloncini. Mi rigiro la lattina tra le mani e cerco di sembrare disinvolto. Il gruppo prende posto dall’altro lato dello spazio del locale. Voglio andarmene ma qualcosa mi trattiene.

-“Scusi signore… questo è per lei”. Mi volto e vedo il cameriere che mi porge un tovagliolino di carta ripiegato, nel vedere il mio sguardo confuso aggiunge “Glielo mandano quei ragazzi al tavolo” e indica il gruppo dagli abiti firmati. Lo apro: “Unisciti a noi”. Non è una domanda. Mi alzo e mi dirigo da loro, una volta al tavolo sorrido e mostro il tovagliolino.

- “Prego…” esordisce una delle ragazze indicandomi l’unica poltroncina libera, è bionda con gli occhi azzurri.

-“Io sono Cloe”

-“Piacere” le stringo la mano e lei subito mi presenta gli altri.

- “Lei è Sam, lui Mark… e lei Nicki”

-“Io sono Alex… e ora spiegatemi il bigliettino”

-“Ci hai fregato il tavolo” mi spiega Mark sorridendo “Di solito ci sistemiamo sempre là, sei nuovo vero?”

-“Diciamo che non frequento molto Venice… sto a Woodland Hills”

-“Conosciamo bene quella zona non preoccuparti” precisa Sam facendo sogghignare tutti gli altri. Sorrido a mia volta non capendo ovviamente la loro complicità. “Allora Alex… studi, lavori? Cosa fai nella vita?” aggiunge la ragazza quasi a volermi distrarre da quei loro sguardi d’intesa.

-“Sono all’università… economia… e diciamo che sto cercando di sbrigarmi, non ne ho più voglia, voi?”

-“Idem, nel senso che non ne abbiamo più voglia nemmeno noi. Vedi, io e Mark siamo all’ultimo anno alla Beverly High ed è un po’ che siamo all’ultimo anno se capisci cosa intendo”. Mi viene da ridere ma riesco a trattenermi.

-“Io lavoro in un night club” dice Cloe “E a tempo perso provo a fare la modella… cosa che a Nicki invece sembra riuscire bene”. Guardo Nicki che non ha ancora proferito parola, è effettivamente molto bella e si limita a guardarmi con un sorriso appena pronunciato.

-“E non te la tirare!” le urla Sam che le siede affianco

-“Non me la tiro, sei solo gelosa…”. Le due ragazze iniziano a battibeccarsi. Sento il cellulare vibrare nella tasca, lo estraggo. C’è un messaggio di mia sorella Emily che mi chiede a che ora ho intenzione di tornare a casa, effettivamente sono quasi le otto.

-“Senti Alex perché sabato non vieni al locale dove lavora Cloe?” Mi chiede Mark, il quale probabilmente immagina che sto per lasciarli “Si chiama ‘Halo’, dai almeno sono meno solo con queste galline per una volta… ci si vede all’entrata per le dieci e mezza”

-“Ah… ok… si, perché no?” Rispondo pur rimanendo un po’ spiazzato, ma d’altronde sono ben felice di liberarmi per una sera dai miei soliti idioti compagni di università. “Ora devo andare…” Mi alzo, e con la penna lasciata sul tavolo con cui avevano scritto il mio messaggio, segno il mio numero di cellulare su un altro tovagliolino che lascio a Mark, mi sembra più affidabile delle ragazze.

Impiego più di mezz’ora a lasciare Venice in macchina. Una volta rientrato a casa salgo in camera mia, alzo lo schermo del pc che era rimasto in standby e cerco velocemente il locale. “Si può fare”.

   
 
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