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Autore: Sassanders    09/03/2015    3 recensioni
Dal capitolo I:
Mentre sto per tirare la maniglia, la porta si apre e un uomo di cui non riesco a vedere il viso mi urta, facendomi strillare e versare il liquido sulla camicia bianca, ritirata ieri dalla tintoria.
Urlo come impazzita, imprecando e alzando lo sguardo. Davanti a me ho un ragazzo di venticinque anni circa, con i capelli corvini sparati in aria, due occhi castani, delle labbra sottili e un piercing alla narice sinistra.
-Sei un fottuto idiota!- esclamo, infuriata.
-Sei stata tu a finirmi addosso! Guarda dove cammini!- mi risponde, alzando un sopracciglio. Devo trattenermi dal prenderlo a pugni.
-Sei tu che non guardi dove vai!-
-Senti, dolcezza, scusa per la camicia, ma non ho tempo da perdere.- replica, sorridendo beffardo.
A quelle parole perdo letteralmente le staffe. Mi ha urtato, mi ha fatto macchiare la camicia pulita da poco, e fa anche lo strafottente?
-Sai che ti dico, tesoro?- dico, sottolineando il nomignolo. -Vaffanculo!- esclamo, con un sorrisetto e mollandogli un pugno abbastanza forte sul naso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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            EVERY BREAKING WAVE.

                             Capitolo 14

BRIAN’S POV.
Sono passati due giorni da quando me ne sono andato da casa di Sophie. Da quando l’ho lasciata lì, piangente, perché mi aveva mentito su ciò che aveva avuto il coraggio di farle il suo ex. Ho parlato molto con Jimmy in questo periodo, e gli ho anche spiegato tutto il piano che avevo in mente, per filo e per segno. All’inizio era un po’ titubante, ma alla fine ha accettato di aiutarmi e di non lasciarmi solo ad affrontare le difficoltà, nemmeno questa volta. The Rev mi ha anche informato su Sophie, attraverso quello che Julie gli ha riferito. Julie e Jimmy stanno insieme, finalmente. Quell’idiota del mio amico non ha fatto altro che parlarmi di lei in questo periodo, di quanto è bella e smancerie varie.
Julie ha esplicitamente detto che Sophie non è nella migliore delle condizioni. Passa le sue giornate sul divano, a mangiare gelato oppure nel letto con uno sguardo perso nel vuoto, a detta dell’amica. Mi sento un coglione proprio per questo, perché una ragazza come lei, sta soffrendo a causa di uno come me, senza nemmeno meritarlo. Sono a conoscenza del fatto che molto probabilmente sto sbagliando ogni cosa, a partire da quando ho chiuso la porta di casa sua fino a quello che ho in mente di fare proprio oggi. Jimmy e gli altri miei amici, a cui ho comunicato la mia idea dopo aver ottenuto una specie di consenso dal batterista, hanno cercato di sviarmi e di non farmi commettere un errore del genere, ma non è ho voluto sapere niente. James mi aiuta ed è già un punto a mio favore, per il resto poi si vedrà. Ho in mente tutto ciò che accadrà con precisione e sono deciso nel farlo: non ho alcun dubbio.
In questi due giorni, oltre che riflettere e pianificare, mi sono anche documentato sul conto di Logan, l’ex di Sophie, attraverso alcune vecchie conoscenze. Ho saputo dove lavora e cosa fa nello specifico, e ora so più o meno tutto di lui: un bel pezzo di merda, da quanto mi hanno detto.
Dopo essermi fatto una doccia veloce, mi preparo, indossando una semplice maglia bianca con lo scollo a V, un jeans nero strappato e delle semplici sneaker nere. Prendo un giubbino in pelle, lo infilo e mi siedo sul divano, aspettando l’arrivo di Jimmy. Guardo l’orologio appeso al muro della cucina, e noto che sono le 10,20. The Rev dovrebbe arrivare tra una decina di minuti, più o meno. E’ un tipo puntuale, quindi non credo che ritarderà. Mentre sono immerso nei miei pensieri, noto la mia cagnolina, Pinkly, salire sul divano e posizionarsi accanto a me. Sorrido e la prendo in braccio, carezzandole piano il musetto e il pelo bianco. Dopo qualche minuto sento il campanello di casa trillare e mi dirigo ad aprire la porta, trovando sull’uscio il mio amico tutto sorridente e pimpante.
-Ciao cazzone.- lo saluto e lui mi da’ una veloce pacca di saluto per ricambiare. Prendo le chiavi di casa, Pinkly, il cellulare ed esco di casa, chiudendo la porta e dirigendomi verso la mia auto grigia.
-Tutto pronto?- mi chiede Jimmy. Faccio un sorrisetto esplicativo e apro lo sportello dell’auto, sedendomi sul sedile del guidatore. Aspetto che entri anche James, e dopo aver lasciato Pinkly sui sedili posteriori, metto in moto. Accendo lo stereo e intanto il mio amico mi informa sull’attuale situazione di Sophie.
-La rossa sembra stare meglio.- annuncia.
Spalanco gli occhi.
-Davvero?- domando, titubante.
Vedo con la coda dell’occhio che annuisce vigorosamente.
-Julie mi ha detto che ieri ha fatto a Sophie un piccolo discorsetto e le ha fatto capire che non serve stare così, tanto le cose non migliorano. Una piccola strigliata, insomma. Sembra aver afferrato il concetto e ora sono addirittura uscite insieme per andare a fare spese. Cose da donne, hai capito.- dice, gesticolando. Annuisco e sospiro sollevato, nel sentire che finalmente sembra aver capito che non vale la pena buttarsi giù per uno come me. Rimaniamo in silenzio per il resto del tragitto, mentre penso a quello che succederà fra poco. Credo di assumere automaticamente un’espressione corrucciata, perché vedo Jimmy farmi coraggio.
-Su, amico, sta’ tranquillo.- mi rassicura. Sbuffo, passandomi una mano tra i capelli e spostando lo sguardo fuori dal finestrino. Mi si presenta una Los Angeles del tutto caotica: macchine che sfrecciano veloci, clacson per invitare gli automobilisti ad andare più in fretta, pedoni che corrono qua e là con valigette ed abiti eleganti. La macchina si ferma dopo qualche minuto e il mio batterista tossisce.
-Sei pronto?- chiede.
-Mai stato più pronto di ora.- dico, con tono fermo e tremendamente serio.
Annuisce e scendiamo dalla macchina, entrando nell’imponente edificio dinanzi a me con un’enorme insegna con scritto ‘Johnson & co.’. Entriamo nella sede a passo spedito, venendo avvolti da un’atmosfera frenetica. Ci dirigiamo verso un uomo mingherlino in giacca e cravatta seduto dietro una scrivania. Quest’ultimo alza lo sguardo e ci squadra dalla testa ai piedi. Mi avvicino e poggio una mano sulla scrivania.
-Buongiorno. Sa dirmi dove posso trovare l’ufficio del signor Johnson?- domando.
-Certo. Andate al sesto piano e lì troverete la sua assistente e il signor Johnson stesso.- mi risponde, con tono cordiale. Ringrazio e auguro una buona giornata, prima di prenotare l’ascensore poco distante dalla scrivania di quell’uomo, che in pochi secondi ci conduce al nostro piano. Le porte si aprono e ci mostrano un lungo corridoio con sedie su entrambi i lati delle pareti bianche e un grande lampadario che emana una luce gialla molto fioca. Percorro quei pochi metri che mi separano da colei che identifico come l’assistente di quello stronzo e tossisco per catturare l’attenzione della donna, che alza lo sguardo e mi sorride.
-Buongiorno signori. Cosa posso fare per voi?-
-Avremmo bisogno di parlare con il signor Johnson di una questione privata e importante.- affermo, contraendo la mascella. La ragazza -a quanto pare poco più grande di me- rimane con il sorriso sul volto per tutto il tempo, ascoltando con attenzione le mie parole.
-In teoria si potrebbe parlare con il signor Johnson solo su appuntamento, ma come vede oggi non ci sono molti clienti e quindi può tranquillamente parlargli in privato.- risponde. -Ed è anche fortunato, dato che molto spesso il signor Johnson è fuori per lavoro.- aggiunge, sfogliando un’agenda verde.
-Quindi, prego. Se volete seguirmi.- ci invita, alzandosi dalla sedia girevole e accompagnandoci fino alla porta di un ufficio, dove si legge la targhetta color oro con inciso ‘Dott. Logan Johnson’. La segretaria apre la porta e ci lascia con un ampio sorriso e io faccio un cenno col capo, per ringraziarla della disponibilità. Sposto lo sguardo all’interno dell’ufficio e vedo quel pezzo di merda scrutarmi con uno sguardo tra il sorpreso e lo spaventato. Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino alla scrivania. Lui aggrotta le sopracciglia e scatta in piedi.
-Cosa ci fa lei qui?- mi domanda. Scoppio a ridere, fissandolo.
-Non è buona educazione far accomodare i clienti, signor Johnson?- chiedo, sarcasticamente. Mi siedo su una poltroncina in pelle nera e Jimmy e l’ex di Sophie mi imitano.
-Sì, ma vorrei sapere cosa…- inizia, ma lo interrompo bruscamente, grattandomi il sopracciglio destro.
-Ascoltami bene, stronzo. Innanzitutto ringrazia chiunque in cui credi per non essermi già imbestialito e non averti già mandato all’inferno a suon di calci in culo. Detto questo, vorrei parlarti di un paio di cosette che sono successe in questo periodo. Come hai visto quel giorno, ero a casa di Sophie e ho saputo che vi siete mollati e che tu l’hai tradita. Su questo aspetto, non ho niente da dire. Anzi, per carità, mi hai solo semplificato le cose.- mi interrompo, facendo spallucce e poggiando i gomiti sul tavolo in legno. Vedo che ha comunque uno sguardo perplesso, oltre che intimorito.
-Devi sapere che io e Sophie abbiamo cominciato a frequentarci da quel giorno. Circa una settimana fa, quindi venerdì scorso, se non erro…- al solo pronunciare di quel giorno della settimana, si irrigidisce, il bastardo.
-L’ho invitata a cena la sera e lei ha accettato. Avevo in mente di portarla in un posto fantastico e tutto -e ti assicuro che sono un tipo che odia queste smancerie- e di farla divertire. Avevo pianificato tutto, ma la sera non ho più ricevuto risposta. L’ho aspettata per circa un’ora e stavo per mandare tutto a puttane, se non fosse per una telefonata di Julie che mi chiama, comunicandomi che Sophie è in ospedale in condizioni pietose. Ti posso garantire che quando l’ho vista in quello stato, mi sono sentito male. Era distrutta, e si vedeva dal viso e da come si comportava giorno e notte, anche se non riuscivo proprio a capire cosa diamine avesse. Tre giorni fa si è ubriacata e mi ha confessato che in realtà ricordava tutto di quella sera. Ricordava, piangendo, come l’avessi picchiata solo perché pensavi che io e lei stessimo insieme mentre tu ti scopavi felicemente quella troietta del suo capo.- mi interrompo per prendere fiato, inumidendomi le labbra.
-A quelle parole l’ho praticamente lasciata, perché sentivo che aveva tradito la mia fiducia e mi rendo conto solo ora di quanto io sia stato un coglione e di quanto in realtà la ami.- mentre pronuncio queste parole vedo il viso dell’uomo di fronte a me assumere diverse colorazioni: dal pallido al rosso.
-Senti io…- inizia, ma stringo le mani in pugni e Jimmy mi posa una mano sulla spalla come per farmi calmare.
-Non ho finito. Sono venuto qui con un intento ben preciso, anche se quello iniziale era di prenderti a pugni fino allo sfinimento, ma ripensandoci non vale la pena finire in galera per un poveraccio e codardo come te.- sento che è spaventato a causa del respiro che gli si è visibilmente mozzato in gola.
-Quindi sono qui oggi, per comunicarti che in questi giorni tornerò da Sophie e la convincerò a sporgere denuncia e anche ad intraprendere una causa contro di te, dovessi pagare tutti gli avvocati più bravi in circolazione. Quindi preparati psicologicamente e goditi queste ultime settimane in libertà, prima di marcire per i prossimi vent’anni al fresco.- affermo, mentre lo vedo sempre più intimorito. Sto facendo esattamente ciò che mi aveva consigliato Matt: incutere timore al bastardo, con parole forti, che lo colpissero a livello psicologico. Sembra che stia funzionando.
-Ora voglio proprio sentire cosa hai da dire.- aggiungo.
Prende un bel respiro profondo.
-Ascolta. Quando vi ho visti insieme a casa sua ho perso letteralmente il lume della ragione. Non volevo picchiarla in quel modo e farla stare male, ma l’ho fatto perché la amo e non posso accettare il fatto che lei ami un altro!- esclama, passandosi le mani sul viso.
A quella parole, scatto in piedi e perdo immediatamente quella poca pazienza che ho avuto fino ad ora. Mi avvento su Logan e lo afferro per il colletto della camicia sbattendolo contro il muro adiacente alla scrivania. Lo vedo sgranare gli occhi a causa del terrore e mi avvicino al suo viso. Jimmy si materializza accanto a me e cerca di bloccarmi, ma mi scrollo le sue mani di dosso.
-Tu hai fatto cosa? L’hai picchiata perché la ami? Sei proprio un figlio di puttana! Io la amo almeno il doppio di quanto tu possa amarla, e di certo non la uccido! Per di più mentre la tradisci con una cretina che apre le gambe davanti a te! Lurido pezzo di merda!- urlo, completamente impazzito. Gli mollo un pugno nell’occhio destro e lo vedo contorcersi per il dolore e gridare, mentre si accascia sul pavimento, con le mani sul viso. Anche Jimmy strilla come impazzito e in pochi attimi si scatena il putiferio. Mi afferra per le spalle e cerca di mantenermi mentre do’ un calcio allo stomaco di Logan. Quest’ultimo grida ancora una volta e io grugnisco.
-Vuoi stare calmo, cazzo?- mi rimprovera il batterista, afferrandomi per le spalle.
-L’hai sentito? Hai sentito cosa cazzo ha detto?- chiedo, indicando l’uomo ancora steso a terra con le mani sul viso.
Jimmy sospira e scuote la testa, sconsolato.
-Andiamo via.- impone, ma io nego con la testa e mi inginocchio davanti all’ex di Sophie che si copre ancora di più.
-Prova anche solo a dire qualcosa di tutto ciò che è successo ora e giuro che vengo qui e ti uccido con le mie stesse mani.- sibilo. Lui annuisce in fretta e io mi ricompongo, sistemando il colletto del giubbino in pelle. Usciamo in fretta dall’ufficio, dove vediamo la segretaria di Logan decisamente spaventata. La ignoro e continuo a camminare con disinvoltura, mentre le immagini di ciò che è appena successo, mi scorrono nella mente. Una volta raggiunta l’auto parcheggiata nel cortile dell’azienda, salgo sul sedile del passeggero e aspetto che Jimmy faccia lo stesso. Chiudiamo lo sportello in contemporanea e vedo il mio amico sbattere i pugni sul volante, con nervosismo. Aggrotto le sopracciglia e lo guardo interrogativo.
-Avevamo detto che dovevi mantenere la calma, idiota!-
-Gli ho dato una bella lezione. ‘L’ho picchiata perché la amo.’- dico, scimmiottando la voce del pezzo di merda. -Ti sembra una cosa normale? Tu non avresti reagito così se qualcuno avesse picchiato la tua ragazza, giustificandosi con un ‘l’ho fatto perché la amo’- imito delle virgolette con le dita –e sapendo che proprio questo coglione la tradiva con una?- chiedo, incrociando le braccia al petto. Lui continua a guidare, restando in silenzio e borbottando qualcosa di tanto in tanto. Prendo una sigaretta dal pacchetto delle mie Marlboro e la accendo, aspirandone il fumo.
-Non puoi fumare in macchina.- afferma il batterista. Alzo gli occhi al cielo e lo ignoro.
-Ah, portami a casa di Sophie.-
Vedo Rev girarsi verso di me con uno sguardo arrabbiato.
-Mi hai preso per il tuo autista personale, Haner? Comunque lo stavo già facendo.- ribatte, mentre io mi lascio sfuggire una risata, continuando a fumare.
Dopo non molti minuti riconosco il viale della casa di Sophie e la macchina si ferma.
-Grazie Jimbo, sei un vero amico.- affermo, tirandogli un pugno sulla spalla. Sbuffa e alza gli occhi al cielo, e io scoppio a ridere. Esco dal veicolo e sbatto lo sportello, buttando la sigaretta ormai terminata a terra e spegnendola con la punta della scarpa. Vedo che il mio batterista abbassa il finestrino e mi mostra un dito medio, con un piccolo sorriso. Ricambio il gesto con un altrettanto dito medio, e vedo che mette in moto l’auto e sfreccia via.
Mi ritrovo solo davanti alla porta di ingresso di Sophie e prendo un respiro profondo. Suono il campanello con impazienza, con una voglia assurda di abbracciarla e baciarla. Aspetto qualche attimo, fin quando la porta non si apre e mi mostra la ragazza che amo, con dei capelli un po’ arruffati ed uno sguardo triste, che però si illumina non appena scorge il mio viso sorridente. 









NOTE DELL'AUTRICE:
Chiedo umilmente venia per ritardo, ma, come detto la settimana scorsa, non posso aggiornare più di una volta a settimana.
Detto questo, buonassssera siori e siore. *assume tono da presentatore*
Vado di corsa, e mi scuso anche per la brevità di queste note, ma sono completamente impegnata, considerando che domani ho il compito di matematica (non frega a nessuno, ma okay) >.<
Bene, in questo capitolo ci sono dei progressi, e devo dire che mi sono anche divertita parecchio a descrivere la scena in cui Brian picchia Logan, deheh.
Ringrazio chi ha recensito, aggiunto alle seguite e preferite (addirittura) la mia pietosa fanfic,
Vi auguro una buona settimana.
Come sempre, vi voglio taaanto bene.
Alla prossima settimana,
Sassanders <3


 
   
 
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