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Autore: satakyoya    09/03/2015    2 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Arrivò il giorno di S. Valentino. Il giorno in cui le coppie si scambiano qualcosa di speciale in segno di amore. ma questi saranno i nostri ultimi 5 giorni sulla Terra a partire da oggi. Arrivai davanti alla scuola e rimasi lì ferma ad aspettare gli altri. C’erano altri ragazzi (giovani) davanti alla scuola quando improvvisamente… arrivarono dei giovani in divisa scolastica e molto seri che si avvicinavano verso di me.
Erano in tre e quando furono vicino a me uno di loro mi disse: “lei è la signorina Ebe?”
“Si, sono io.”
“signorina, ci segua per favore.”
“Certo.” Mi bendarono e mi portarono in un luogo che non riuscivo a riconoscere essendo bendata. Poi mi fecero sedere su un qualcosa di morbido, simile ai sedili della macchina di Pan. Erano proprio i sedili della sua macchina, lo capii toccando intorno a me. Sentii il motore accendersi e la macchina andare in avanti. Girò a destra, a sinistra e poi improvvisamente l’auto si fermò. Sentì una portella (veniva da destra) aprirsi, poi chiudersi e dei passi avvicinarsi verso di me. Si aprì la portella e io scesi dalla macchina ancora bendata. Feci qualche passo ma poi mi ordinarono di fermarmi. Aspettai un po’ poi mi fecero fare qualche passo e mi fermai all’improvviso. Sentii una porta aprirsi davanti a me e mi ordinarono di fare 4 passi avanti. Io li feci e chiusero la porta.
Mi trovavo nella stanza da sola e bendata.
“Tieni gli occhi chiusi.” Disse una voce maschile che assomigliava a quella di Pan. Io tenni gli occhi chiusi e mi venne tolta la benda. Qualcuno mi alzò la testa e poi sentii qualcuno che mi baciò.
“Okay, ora apri gli occhi.” Disse la voce maschile che scoprì essere Pan (aprii gli occhi).lui mi si avvicinò all’orecchio e disse: “buon San valentino amore mio. (si raddrizzò) Okay ragazzi, ora potete togliervi la divisa.”
Io mi girai e ne rimasi stupita. Sotto la divisa di carabinieri c’erano i miei amici.
“Ciao Ebe! Ti è piaciuto il nostro scherzetto?!” disse Imeneo con espressione divertente.
“Buon San Valentino Ebe!” disse Clio.
“Grazie ragazzi! Grazie di cuore! Ma c’è una cosa che non capisco… perché avete fatto tutto questo?”
“Ce lo ha chiesto l’altro giorno Pan. Ha detto che voleva fare qualcosa di speciale per te… e così ce lo ha chiesto.” Disse Clio guardando Pan e sorridendo. Io lo guadai e  poi ci fu un attimo di silenzio.
“Bene allora noi andiamo.” Disse imeneo guardando le ragazze.
“Aspettate!” dissi io
“EEEH???” dissero loro tre in coro.
“avrei una cosa da darvi fatta con le mie mani ieri sera.” Dissi io e tirai fuori da una busta tre scatoline e dissi loro: “questo è per voi tre. Mentre per te, Pan…”
“io cosa?” chiese lui. tirai fuori dalla borsa una scatola più grande, ma non di tanto.
“Ecco, questa è per te. È della cioccolata che ho fatto per tutti voi. Ora potete andare.”
“Ok, ragazzi, divertitevi.” Disse Pan.
Le ragazze si incamminarono, Imeneo invece fece due passi (contati) poi girò la testa e disse: “Ci vediamo a scuola e divertitevi.” Imeneo si avvicinò agli altri e chiusero la porta. mi guardai intorno.
“Pan, scusa se te lo chiedo, ma dove ci troviamo?”
“ieri sera ho prenotato una camera in questo Hotel Lato. Ah, aspettami qui, ti ho portato una cosa.” Disse lui. io mi sedetti per terra e lui andò nella stanza accanto (il bagno). Tornò pochi secondi dopo e si presentò a me con un mazzo di tulipani.
“Uao! Che belli, grazie! Vediamo… 5, 10, 15, 16, 17! Esattamente come i miei anni. Ma come facevi a sapere che mi piacevano i tulipani?”
“Beh (una mano sulla testa), sono in segno del mio amore verso di te. Questi sono anche in segno di perdono da parte tua.”
“perdono? Ma perché?” chiesi io incuriosita.
“si, perdono, perché prima di andare via dovrò chiederti di dimenticarti di me. sia per il nostro amore, sia per mio padre.”
“No, non voglio farlo! Non lo farò mai!”
“Invece dovrai farlo sennò sarò costretto a cancellarti la memoria io stesso.” Disse Pan con tono un po’ triste.
“cancellarmi la memoria? Da quando avresti questo potere di cancellare la memoria?” dissi io di nuovo incuriosita.
“In realtà ho questo potere dalla nascita, ma nessuno a parte te conosce questa cosa, nemmeno mio padre stesso.” Disse lui e poi ci fu un attimo di silenzio assoluto.
“Ebe tu lo sai che mio padre ha anche trovato una ragazza con cui io mi dovrei sposare per garantire continuità al regno. Secondo l’ultima lettera che mio padre, di nome Ade, mi ha mandato dice che lei è bella e si chiama Macaria. È una dea della morte.” Disse lui seduto davanti a me.
“si, lo so. Ma questo cosa c’entra adesso?”
“Beh.. io gli ho mandato una lettera di risposta in cui dicevo che io sarei andato nel regno INFERNO e tu nel regno PARADISO. Vorrei sapere di più su noi due e capire se la leggenda riguardo noi è vera oppure è tutta una finzione. Quindi tu andrai là, scoprirai il più possibile e verrai da me a dirmelo. Spero però che tu ne sia d’accordo.”
“Certo che sono d’accordo!!” esclamai io.
“l’unico problema è che mio padre il giorno stesso è venuto da me infuriato e abbiamo fatto una discussione perché non era molto d’accordo. Alla fine però ha dovuto accettare, ma ha attivato il vero potere della maledizione.” Disse lui con un espressione un po’ triste.
“Due domande: quando partiamo? E come ci arrivo nel regno PARADISO?” chiesi io.
“Partiremo alla mattina presto tra quattro giorni. Ti farai guidare da Clio, lei è una musa che viene dal PARADISO.”
“Ma come fai a dire questo?”
“me lo ha detto lei di persona. Spero che per te va bene, andiamo prima in PARADISO e poi andremo a trovare mio padre.”
“Ok, va bene. Oh, sono già la sei. (mi alzai) Devo andare a casa a cenare.” Dissi io e lui si alzò.
“resta. ti invito  a cena. Guarda sulla terrazza davanti alla finestra.” disse lui. Lo ringraziai e andai a vedere. sulla terrazza vidi un tavolo apparecchiato per due, due sedie, una candela illuminata. Sentii lui al telefono che faceva un’ordinazione dicendo: ‘due piatti di riso e due Strawberry Sundae’. Io aprii la finestra e mi sedetti, lui andò alla porta, prese un carrello e lo portò da me.
“Ecco, questo è per te, invece questo è per me.” disse lui dando un piatto di riso per uno.
“grazie.” Dissi io. Lui si sedette davanti e me e mangiammo un pochino di riso. Finii prima io di lui.
“Questo è per te e questo è per me.” disse lui posando due coppe di gelato e si sedette di nuovo.
Diedi due cucchiaiate al gelato visto che mi sentii piena. Lui rimise sul carrello i due gelati.
“Ebe ho una cosa da darti in memoria di me.” disse lui. mi mise davanti una scatolina molto carina. La aprii e dentro ci trovai due anelli semplici ma a me piacevano tanto.
“Oh, grazie Pan! Facevi senza sforzarti così tanto! Scusa se te lo chiedo, ma… cosa vogliono dire questi anelli? E come mai ce ne sono due?” chiesi io curiosa. lui mi infilò l’anello nel dito medio.
“Accettali, questi rappresentano l’amore l’uno per l’altro. Ci ho fatto incidere all’interno ‘da Ebe per Pan’ nel mio e nel tuo ‘da Pan per Ebe’. Essendo questa la festa degli innamorati e la nostra ultima festa insieme, ho pensato di comprare questo in segno dell’amore che ciascuno di noi prova per l’altra persona. Non dobbiamo separarcene mai, per nessun motivo.” Mi disse lui.
“Oggi sei un insieme di sorprese! Lo accetto. Però avrei una cosa anch’io da confessarti.”
“Allora dimmi.” Disse lui. stavolta era lui incuriosito e io guardavo il basso seduta davanti a lui con i pugni stretti.
“Io… io ti… ti… io ti amo!!”gli dissi ad alta voce e guardandolo negli occhi. Lui mi guardò poi si mise a ridere.
“Eh? Ma cos’hai da ridere! Guarda che io sono seria!”
“Lo so che sei seria. Mi stupisce il fatto che ci sia voluto così tanto tempo prima di confessarmelo.”
“In realtà ho iniziato a scoprirlo solo quando eravamo in piscina. Da quel giorno io non ho avuto il coraggio di dirtelo perché sono molto timida. Adesso che ci sono riuscita, sono felice di avertelo detto. Ti amo.”
“Anche io ti amo.” Disse lui cercando di avvicinarsi. Io però guardai l’orologio sul polso e segnava le 8 di sera.
“cavolo, sono già le 8. Devo andare a casa a preparami per domani.” Dissi io alzandomi dirigendomi verso la porta. appena arrivai davanti alla porta, lui mi si parò davanti e mi bloccò il passaggio.
“No, non puoi andare. Non puoi andare se non mi baci.” Mi disse lui. ci baciammo intensamente nello stesso tempo aprì la porta e lui fece un passo indietro e io un passo avanti. Ci staccammo e me ne andai.
“Buonanotte amore.” Mi disse lui.
Arrivai a casa e preparai la borsa. Poi mi misi il pigiama e andai a dormire. È stata una giornata bellissima che non dimenticherò mai.
   
 
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