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Autore: ivi87    11/03/2015    8 recensioni
In parte Stanathan, in parte la storia di un'amicizia.
#TrillionIsTheWay
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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With A Little Help From My Friends

 

 

# 1

 

 

“Non ti capisco Nathan”.

Nei camerini degli Studios c’era una piccola discussione in corso tra Nathan e Luke Reichle, lo stilista e costumista dello show.

“Cosa c’è che non va nei tuoi vestiti?”, domandò Luke.

Nathan sorrise “Nei miei vestiti? Nulla! Io parlo di quelli di Castle”.

Luke era un guru nel suo ambito e riuscire a fargli cambiare idea era per tutti impossibile.

Beh, quasi. Lui e Stana andavano d’amore e d’accordo e a lei ovviamente tutto era concesso. Nathan non si sarebbe stupito se un giorno Luke l’avesse proclamata sua modella e musa ispiratrice.

“Vesto Richard Castle in maniera impeccabile, Nate!”, rispose lo stilista.

“Esatto!”, Nathan colse la palla al balzo “Anche troppo! Sembra che abbia solo camicie e completi coordinati? Non hai una normalissima maglietta?”.

Luke strabuzzò gli occhi “Una...”, quasi non riusciva a pronunciare il nome di quell’indumento “...m-maglietta?”, domandò con aria sconvolta.

L’espressione sul suo volto fece sorridere Nathan.

“Niente, lascia perdere Luke”, scosse la testa ed uscì dai camerini.

Un brusio attirò la sua attenzione verso un gruppetto di persone appena fuori dal set che ricreava l’interno del distretto.

Man mano che le persone si dispersero, riuscì a scorgere l’assistente di Stana mentre le porgeva un bicchiere d’acqua.

Appena la ragazza lo vide avanzare nella loro direzione riprese il bicchiere ormai vuoto e lì lasciò da soli.

“Ti sei sentita poco bene?”, chiese Nathan, sorpreso.

Fino a poco fa gli era sembrata in ottima forma.

“Solo un lieve giramento di testa”, Stana sorrise nervosamente “Non ti devi preoccupare”, concluse la frase posandogli la mano sul braccio, prima di allontanarsi.

Stana Katic era una delle migliori attrici in circolazione e Nathan ormai in questi anni aveva imparato a conoscere ogni sfumatura della sua recitazione.

Per questo gli era stato facile capire che stava mentendo.

Strinse gli occhi osservando la sua figura sinuosa camminare verso la roulotte del trucco.

Decise di lasciar correre per il momento.

Forzarla a parlare non aveva mai portato buoni risultati.

Nathan lo aveva imparato in quel breve periodo che avevano passato insieme, quando lei e il suo fidanzato si erano momentaneamente lasciati.

Troppo breve, purtroppo.

Mentre Nathan iniziava ad innamorarsi di Stana, lei stava già ponderando l’idea di perdonare il suo ex.

E così l’aveva lasciata libera senza dirle quello che provava.

Non voleva mettersi in mezzo ad un rapporto così solido e duraturo.

Stana e Kris, per quello che ne sapeva lui, stavano insieme da una vita.

Come tutte le coppie di lunga data c’erano degli alti e bassi, ovviamente.

La loro breve relazione era frutto di uno di quei ‘momenti bassi’.

Non sapeva nemmeno dire come era riuscito a tornare a lavorare con lei come se niente fosse.

Jon e Seamus lo distolsero da quei pensieri, raggiungendolo.

“Ci si rivede tra un paio di mesi, allora?”, lo abbracciarono a turno.

Nathan annuì “Buon Natale, ragazzi”.

La pausa invernale era già arrivata e le ultime riprese prima dello hiatus si erano concluse da una decina di minuti.

Passò dal suo camerino per controllare di non aver lasciato nulla fuori posto e poi si avviò all’uscita degli Studios.

Vide il suo autista già pronto ad accoglierlo con la portiera dell’auto aperta. Poco distante, Stana scendeva le scale della fermata della Metro.

Controllò l’ora. Era da poco passata l’una di notte.

Le inviò un messaggino.

“Troppo tardi per l’ATP. Salverai il mondo domani alla luce del sole”.

Attese qualche minuto e la vide riemergere dalla scalinata della Metro.

"Accetti un passaggio?", le chiese una volta che gli fu vicina.

Stana sembrò esitare. Non era da lei essere così indecisa.

Nathan cercò i suoi occhi e quello sguardo la convinse.

"Ti ringrazio", mormorò appena.

Lasciò che salisse per prima e poi si infilò in auto con lei.

Nathan comunicò il cambio di destinazione all'autista.

Improvvisamente sui sedili posteriori calò il silenzio.

Stana si torturava incessantemente le mani.

"Ti senti meglio?", Nathan decise di provare a rompere il ghiaccio.

"Te l'ho detto, non era nulla" rispose nervosamente.

Lui annuí, poco convinto.

"Torni a casa per le vacanze?", decise allora di cambiare argomento "Natale in famiglia?".

"Sí, partiamo tra pochi giorni" confermò.

Quel plurale non passò inosservato ma Nathan si sforzò di sorridere.

"Io torno in Canada con Jeff tra un paio di settimane", proseguí sul tema neutrale delle vacanze.

Un altro paio di chiacchiere a vuoto e il silenzio tornò a regnare nell'abitacolo.

Solo i suoni della città provenienti dai finestrini leggermente abbassati facevano da sottofondo.

"Nathan", Stana ruppe il silenzio, mantenendo lo sguardo rivolto verso le luci fluorescenti della città "Sono incinta".

Ne aveva sentite di notizie sconvolgenti nella sua vita.

Quando gli avevano comunicato che sarebbe rimasto sordo dall'orecchio sinistro per il resto dei suoi giorni era stato davvero un bel colpo.

Ma questo. Questo era di gran lunga peggiore.

Questo decretava la fine di tutto.

La fine dei sorrisini maliziosi e degli sguardi rubati.

Dello sfiorarsi per sbaglio senza dare nell'occhio.

Piccole cose in effetti, ma che avevano imparato a farsi bastare.

Ora che stava per diventare madre e che con Kris avrebbe formato una famiglia, sapeva di dover rinunciare a lei completamente.

L'auto si fermò dolcemente, costringendolo a parlare prima di vederla scendere.

"Sarai una buona mamma", le disse con un piccolo sorriso in volto.

Non poteva farle semplicemente le classiche congratulazioni perchè non sarebbero state sincere.

Decise di dirle l'unica cosa che sentiva di pensare veramente.

Stana appoggiò la mano sulla sua. Chiuse gli occhi e la strinse forte "Grazie" rispose, poi scese dall'auto richiudendosi la portiera alle spalle.

Da solo, su quei sedili posteriori, sentì la rabbia montare veloce. Strinse la pelle degli interni con tutta la sua forza. Poi lasciò la presa e scagliò un pugno sul finestrino.

"Signore, tutto bene?", domandò l'autista.

Nathan si era dimenticato di lui.

"La porto a casa?", chiese subito dopo.

"Sì, grazie", gli rispose educatamente.

Ma non era casa sua quella in cui entrò, una volta giunto a destinazione.

Imboccò il vialetto della villetta accanto alla sua e cominciò a bussare forte.

Non ricevendo alcuna risposta, Nathan si attaccò al campanello.

Michael Trucco, suo amico da una vita, aprì la porta brandendo una mazza da baseball.

"Accogli sempre gli ospiti con quella in mano?", domandò Nate entrando in casa senza troppe cerimonie.

 




 

Ivi’s Corner:

Sono tornata, con una Stanathan che è molto più di una Stanathan.

È il racconto di un’amicizia e non una qualsiasi!

Non conoscete i Trillion? Beh, state per conoscerli!! :)

Etta, Fania, Dia... mie compagne Trillioners, un bacione grosso!

 

Rachi, mia beta di fiducia, sei impagabbbbbile! (ma un giorno ti pagherò con un biglietto aereo per Starling City, lo prometto!)

 

A presto :-*

Ivi87

   
 
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