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Autore: Caramel Macchiato    13/03/2015    3 recensioni
Ecco un'altra domanda che mi son posta: e quando la dolcetta sarà vecchia?
Nulla di spettacolare di nuovo, solo una piccola riflessione ;)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kentin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amo la primavera. Amo come la natura si risvegli sbadigliando vistosamente dopo l’inverno. Amo come le prime api assonnate ronzano in giro cercando polline. Amo quel vento dispettoso che da fastidio alla gente e rovina le giornate più calde. Parlando di caldo, la cosa che più amo, sono i primi tiepidi raggi di sole, come quelli che ora si riversano dalla finestra sulle mie palpebre abbassate. Nulla di più meraviglioso per una vecchia signora come me.
Tutta l’atmosfera zen che si è creata viene d’un tratto interrotta dall’arrivo di una macchina nel vialetto, il motore che viene spento e le portiere che vengono aperte e sbattute. Il tutto coronato dagli strilli allegri della mia nipotina.
Poco dopo la porta d’entrata viene aperta e la voce squillante della bambina di soli sei anni rimbomba nella casa.
-  NONNAAAAA! SIAMO ARRIVATI!-
-  Non urlare bimba, la nonna non è ancora sorda!-.
Sento il mio genero redarguire la piccola, che entra in salotto sgambettando verso di me, un largo sorriso che le raggiunge anche gli occhi e i capelli ricci e rossi acconciati alla bell’e meglio in due codini. Opera del mio genero, non ci sono dubbi.
La piccola mi salta in braccio sulla sedia a dondolo su cui mi stavo appisolando.
-  Nonna!-
-  Ciao sucrette-
-  Ciao, tutto bene?-
Mi chiede il padre della piccola, entrando in quel momento in salotto con un sorriso stanco, la barba di qualche giorno sulla mascella che indica quanto è impegnato in questo momento: in cinque anni di matrimonio con mia figlia, di rado l’ho visto in questo stato.
-  Bene grazie. Tu invece mi sembri un po’ provato, Stephan-.
-  Ah, si nota? Stanno arrivando gli esami e i ragazzi devono lavorare sodo… Ti lascio cherie fino verso le venti, se non ti da fastidio-
-  Ma quale fastidio potrebbe darmi questo prosciuttino?- Ridacchio, fingendo di mordere e mangiare la bambina, tra le sue risatine acute.
Mio genero mi sorride riconoscente, si avvicina per dare un bacio alla piccola e poi se ne va.
-  Nonna, nonna! La mamma ha trovato delle foto di quando era piccola e di te e del nonno!-
-  Ma davvero?-
Ripenso a quando mia figlia era piccola come mia nipote adesso. E poi mi viene da pensare a quando io ero piccola come mia nipote, e mi scappa una risatina.
-  Nonna, come hai conosciuto il nonno?-
-  Ah! Io e tuo nonno… Eravamo amici fin da bambini-.
-  Davvero? Ed eravate già innamorati?-
-  Oh no, ci sono voluti anni perché tra noi nascesse l’amore. Tuo nonno era veramente… Poco attraente fino ai diciotto- diciannove anni-.
Scoppio a ridere al ricordo. Faccio scendere la piccola dalle mie gambe e mi alzo faticosamente, dirigendomi poi ingobbita verso una grande libreria, cercando alcuni album rilegati con cura. Prendo il primo e lo apro sul tavolo del soggiorno, adiacente al salotto. Inforco gli occhiali, attaccati ad una catenella che porto sempre al collo, e lo apro. Mia nipote, che intanto si siede vicino a me, appoggia la testa sulle mani incrociate sul tavolo, la sua posa preferita per ascoltare le storie che le racconto.
La prima foto vede me e mio marito il primo giorno delle elementari, rigorosamente in divisa e tenendoci per mano. Scoppio subito a ridere.
-  Hai la mia età qui, nonna?-
-  Sì, sucrette. Io e tuo nonno abbiamo fatto tutte le elementari assieme. Tuo nonno veniva sempre preso di mira per gli scherzi, e io lo difendevo. Ero un po’ la sua eroina-
-  Il nonno piange in tutte le foto?-
-  Più meno- Rido di nuovo, scorrendo le vecchie foto in cui mio marito sembra sempre sul punto di scoppiare a piangere.
-  Ah, qui siamo alle medie! È stato un brutto periodo per tuo nonno: gli altri ragazzi lo prendevano sempre in giro e gli facevano un sacco di scherzi-.
Ripensai a come veniva tiranneggiato all’epoca, a quanti lividi aveva sempre addosso e a quanto scotch aveva usato per cercare di riparare i suoi occhiali.
-  Perché?-
-  Beh, tuo nonno era magrolino e non riusciva a rispondere alle ingiustizie, quindi gli altri lo prendevano di mira-.
La piccola ha gli occhi grandi, così giro rapidamente le pagine, tra foto di me nel circolo di tennis, con mio marito che mi regge la borraccia, schiacciato in un angolo, o foto con i miei amici. Raggiungo gli anni del liceo con un sospiro di sollievo.
-  Perché il nonno non c’è nelle foto?- Chiede la piccola.
-  Il nonno era a militare in questi anni. Voleva diventare un principe per me-
-  Ohhh! E lo è diventato?-
-  Oh sì! Quando è tornato ho perso la testa per lui!-
Sorrido dolcemente al ricordo e, girando pagina, compare la prima foto insieme. Era appena tornato dal campo d’addestramento e io ero andata a prenderlo in stazione.
-  Ma non è lui!- Obbietta la bambina, di fronte al bel ragazzo che mi sta vicino nella foto, sorridendo raggiante all’obbiettivo.
-  E invece si! Il militare l’ha cambiato completamente d’aspetto, ma il carattere è rimasto più meno uguale!-.
Carezzo con affetto la foto, rimanendo per l’ennesima volta incantata da mio marito, giovane, bello e raggiante.
Neanche a farlo apposta, la porta di casa si apre in quel momento e il bastone di mio marito lo precede.
-  Nonno!- Strilla la piccola, perdendo subito interesse per le foto e correndo in braccio a mio marito, che l’afferra al volo e si regge a stento sul bastone, ridendo felice.
-  Ma cosa abbiamo qui! Un angioletto venuto dal cielo?-
La bimba ride deliziata.
-  Stavamo guardando le vostre foto da giovani!- Strilla entusiasta.
Mio marito alza lo sguardo miope e mi scorge seduta al tavolo.
-  Oh, buongiorno amor mio!-
-  Buongiorno a te, Kentin, bentornato-
Lui sorride e, prendendo la mano alla nostra nipotina, s’avvicina zoppicando al tavolo, entusiasta di riesumare i ricordi della nostra gioventù. Gioventù ormai finita da un pezzo, che resta impressa nelle nostre memorie traballanti e sulle foto, come se fosse stato un bellissimo sogno.
   
 
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