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Autore: deine    13/03/2015    3 recensioni
Dopo la battaglia alla Montagna Solitaria, Legolas parte per cercare Aragorn, seguendo il consiglio di Thranduil. L'Elfo dovrà affrontare un lungo viaggio, seguendo il corso del Grande Fiume, ma non sarà solo in questa avventura...
Dal testo:" La sua mano si strinse attorno all’arco istintivamente, quando sentì il grido disperato che aveva squarciato il silenzio. Si alzò precipitosamente, preparando una freccia con movimenti veloci e ormai automatici, mentre cercava di capire da che direzione provenisse il grido, che non si ripeté. Legolas si mise a correre verso Ovest, da dove pensava fosse arrivata quella disperata richiesta d’aiuto."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il fiume scrosciava inquieto alle sue spalle, rumoreggiando. Vis gli era grata, perché il frastuono copriva il fruscio dei suoi abiti e il suo respiro affannoso, mentre slegava la sua sacca dalla schiena del cavallo e si allontanava, tentando di essere più silenziosa possibile. Si voltò ancora e rimase immobile a fissare la schiena coricata di Legolas. Non se ne era accorto. Certo, non aveva motivo di pensare che ella sarebbe scappata, e i suoi sensi non erano all’erta. Vis si sentì male, una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco, simile a una vertigine: non voleva tradire la sua fiducia, fuggendo come una ladra, ma non poteva permettersi di metterlo in pericolo. Eazar era forte e spietato, ed ella conosceva la sua crudeltà: l’aveva provata sulla sua pelle, aveva visto quel mostro torturare efferatamente molti Uomini, Elfi e Nani e aveva visto essi supplicarlo di sottrarli al dolore. Aveva visto egli squarciare la loro carne con la sua spada, e provare piacere. Non aveva dubitato neanche un attimo di Legolas, conoscendo il suo valore e il suo coraggio, ma quanto avrebbe potuto resistere la sua mente, quando avesse visto Eazar torturare Vis senza che avesse la possibilità di intervenire? Non voleva appurarlo. Una lacrima le cadde sulla guancia, mentre si girava e si allontanava a passi leggeri; cercò di non lasciare nessuna impronta, o segni che potessero indicare la direzione che aveva preso. Si lasciò alle spalle la tenerezza e la serenità degli ultimi giorni per concentrarsi su quella sfida che avrebbe dovuto affrontare. Tremò al pensiero di rivedere l’orco, ma non si volse e non tornò indietro.
 
 
 
Il suo primo pensiero fu per lei. “Idiota!” si disse. Doveva immaginarlo. Doveva sapere che l’avrebbe fatto. E forse lo sapeva, e si era rilassato solo per metterla alla prova. No. Ora l’unica cosa che doveva fare era trovarla, in fretta, prima che lo facesse Eazar. Si alzò e saltò sul cavallo: lei era a piedi e non doveva essere andata molto lontano a piedi, il problema era sapere dove. Legolas respirò profondamente per calmarsi e aguzzò la vista. Mentre adocchiava un punto dove l’erba era stata leggermente schiacciata da uno stivale, si chiese se ella non l’avesse sottovalutato. Non si diede una risposta, e partì al galoppo.
Mentre incitava il cavallo, pensò, per la seconda volta in pochi giorni, che doveva salvarla. Intanto era giunto nei pressi di quello che sembrava un villaggio, e il cielo tuonava. Mentre le prime gocce di pioggia cadevano sulla sua fronte, smontò da cavallo e si avvicinò ulteriormente all’agglomerato di capanne. Regnava un innaturale silenzio, ragione per cui poteva sentire distintamente gli zoccoli del cavallo appoggiarsi sul terreno. La spiegazione di quel silenzio arrivò pochi secondi dopo, quando notò un uomo riverso a terra appoggiato a una porta. Si chinò e lo scosse. Era morto. Orripilato, spalancò ogni porta, ispezionò ogni angolo: nessun abitante era ancora vivo. Corse di nuovo verso il cavallo, stringendo quello che aveva trovato vicino ad uno dei morti, una bambina di otto anni, e che lo inquietò ulteriormente: un pugnale ricurvo insanguinato, che rassomigliava in tutto e per tutto a uno di fattura degli Orchi. In preda alla rabbia Legolas lanciò lontano quel tremendo artefice di morte e saltò sul cavallo, mentre la pioggia scrosciava e rendeva scivoloso il terreno. Se Eazar era passato di lì, Vis non era lontana. Spronò la sua cavalcatura, mentre la speranza e il sollievo per esserle vicino si mischiava all’angoscia dovuta alla possibilità che l’Orco l’avesse trovata prima di lui. Ma, mentre usciva da quel villaggio intriso di morte e sangue, l’angoscia prese il sopravvento, poiché udì un urlo, simile a quello che aveva sentito giorni prima.
“Vis” fu il suo ultimo pensiero, prima di scendere dal cavallo e spiccare una corsa, le mani che preparavano velocemente una freccia.
 
 
 
 
 
Mah… non so cosa pensare di questo capitolo, che è imperdonabilmente corto, poiché sto ancora facendo pratica con i capitoli “di passaggio”. Era pronto da qualche giorno, ma ho aspettato fino all’ultimo a pubblicarlo per fare tutte le correzioni e modifiche possibili, quindi spero che sia comunque abbastanza leggibile, nel caso così fosse (o non fosse) lasciatemi pure un commento o una recensione!
È mio dovere informarvi che… ci avviciniamo alla fine! Eh sì, ci saranno solo più un paio di capitoli, credo! Riguardo al capitolo, so che la protagonista che si preoccupa per il compagno di viaggio e scappa sola soletta è una scena abbastanza comune, ma mi sembrava che non fosse fuori luogo. Un bacio a tutti, Mela.
 
 
 
   
 
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