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Autore: Xandalphon    14/03/2015    5 recensioni
Una raccolta di 'lettere impossibili' di personaggi storici e mitologici ai loro amori. Un viaggio nel tempo dal 3000 a.C sino all'età contemporanea, attraverso i loro sentimenti per le persone a loro più care. Che siano felicità o disperazione, gioia o amarezza.
Perché l'affetto, l'amore e i sentimenti sono nell'uomo gli stessi di sempre.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Qin Shi Huang-di e Zhao Zhao

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Per il reato di alto tradimento, la concubina imperiale che si onora del nome di Zhao Zhao è condannata a morte.

 

Rumore di passi sul selciato.

 

Non sono passi pesanti, cadenzati, da soldato. Sono passi felpati, leggeri.

 

Sono i miei, mentre percorro il centinaio di metri che mi separa dalla mia fine. Un'ultima gentilezza di Ying Zheng, intimare alla piazza il più rigoroso silenzio. Non ci sono insulti per Zhao Zhao, la concubina traditrice. Solo il cinguettio di qualche uccello ed il tetro ululato del vento dell'ovest.

 

Con l'intero mondo che tace intorno a me, riesco persino ad udire il battito del mio cuore mentre accelera, accelera, sempre più. Del resto, non mancano ormai che pochi metri alla mia fine, potete forse biasimarmi per questo?

 

Il mio nome sarà maledetto, cancellato. Sarà come se non fossi mai esistita. Nessun libro ricorderà il mio nome. E se anche qualche ardito pazzo osasse scrivere di me null'altro che poche righe, L'imperatore di Qin troverà il testo e lo brucerà...

 

Cosa ho mai fatto per meritare tanto odio? Perché il popolo di Xi'an tra poco vedrà il mio sangue sparso sulle pietre delle scalinate del palazzo?

 

Se vi rispondessi che non lo so nemmeno io ridereste? Io lo farei, se non stessi per morire. Lo farei, se non insistessi anche qui, anche ora, a mantenere una maschera di imperturbabile impassibilità, come si conviene ad un membro della casa imperiale.

 

Atteggiamento inutile, vero? Tranquilli, me lo dico anche io.

 

La mia colpa è stata quella di credere che un uomo potesse rimanere uomo. Amarlo come tale, anche quando iniziava a pensare di essere una divinità. Parlargli come ad un amante, non come ad un signore.

 

Stupida, stupida e ancora stupida... Una volta che un cuore diventa di pietra, non vi sono lacrime o elisir che possano farlo tornare a battere. Ormai, l'unica pozione magica che cerca ora il mio signore non è che quella dell'immortalità.

 

E sì, un giorno glielo dissi.

“Sei talmente ossessionato dal cercare qualcosa che ti renda immortale da dimenticarti di vivere!”

Mentre gli urlavo questo, buttai a terra la fiala con il mercurio liquido. Quel dannato, orrendo intruglio che gli avevano preparato i maghi di corte lo stava uccidendo, altro che garantirgli la vita eterna!

 

Tanto bastò. Giudicate voi, se questo è un tradimento.

 

Sì, in effetti lo è, a giudicare bene. Ho tradito la mia stessa vita per amore di qualcun altro... Qualcuno che non ama altri che sé stesso. Ho sprecato la mia vita inseguendo le orme di un uomo che non si è mai girato a guardarmi negli occhi nemmeno una volta.

 

E in questo mondo, la pena per la condanna di stupidità è solo una. La morte.

 

Spero che troverai la tua vita eterna, imperatore di Qin. Ma sappi che ti aspetterò comunque dall'altra parte. Sono certa che per allora capirai, finalmente, il vero significato della parola 'immortalità'.

 

Angolino dell'autore

 

Allegria e gioia, eh? Eppure, dopo quella di Alessandro, questa lettera mi sembrava un seguito appropriato. Come Alessandro, infatti, Chin Shi Hunag-di, ha inseguito gloria e grandezza. Ma al contrario del primo, quest'ultimo ha fissato il sole tanto a lungo da rimanerne abbacinato. E' cresciuta in lui un'ossessione maniacale per la sua stessa grandezza, tanto da pretendere di acquisire la vita eterna con ogni mezzo possibile:

 

Io ho apportato l'ordine alla folla degli esseri e sottomesso alla prova gli atti e le realtà: ogni cosa ha il nome che le conviene. Io ho distrutto nell'Impero i libri inutili. Io ho favorito le scienze occulte, affinché si cercasse per me, nel paese, la droga d'immortalità.

 

Eppure, questa stessa follia lo ha condotto alla morte. Il mercurio liquido, che credeva gli avrebbe garantito di vivere per sempre, in realtà per l'uomo è un veleno mortale. Goccia dopo goccia lo ha debilitato, sino ad ucciderlo.

 

Dopo di lui, la sua dinastia è durata ben poco, collassata sotto il peso di rivolte militari e popolari. Giusta punizione? Molti lo pensano in effetti... Ma la vera grande punizione è la stessa di sempre: la condanna all'infelicità.

  
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