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Autore: Ortensia_    17/03/2015    0 recensioni
Io sono una persona e in quanto tale ho dei limiti.
Io sono uno scrittore e in quanto tale sarò giudicato per quello scrivo.

[...]
Chi sono io? Mayuzumi Chihiro. E cosa rimarrà di me? Un foglio di carta e una penna.
[...]
Se credessi nell'esistenza del Diavolo, sono sicuro che i suoi occhi sarebbero questi.
[ Vincitrice del contest "Ripopola Fandom" indetto da __Bad Apple__ ]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Chihiro Mayuzumi, Kiseki No Sedai, Ogiwara Shigehiro, Seijuro Akashi
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli occhi del Diavolo'
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Capitolo IX

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― Il presagio dell'imperatore si era rivelato corretto: Chishisa era la donna giusta per lui, la donna che aveva sempre cercato.
Era una creatura estremamente graziosa, raffinata, aveva una voce sopraffina ed era una donna indissolubilmente legata ad ogni forma d'arte possibile. Chishisa scriveva, suonava, dipingeva. Sembrava che le riuscisse tutto, anche per le cose più difficili le bastava metterci un po' più di impegno per ottenere risultati strabilianti.
Chishisa era un essere quasi perfetto, e per questo Akashi la riteneva degna di essere la sua sposa.
Akashi ammirava la sua bellezza esotica e il suo portamento elegante, era affascinato dal carattere vagamente selvatico, eppure non aveva mai tentato un approccio che si spingesse al di là di un'occhiata attenta e prolungata, e non perché non avesse il coraggio, ma semplicemente perché non l'amava. Chishisa, ai suoi occhi, era soltanto il mezzo che lo avrebbe portato a raggiungere la perfezione assoluta, che fosse morta improvvisamente appena dopo il loro matrimonio, oppure di parto nove mesi dopo la prima notte di nozze, non gli importava.
Quando Akashi le aveva proposto di sposarlo, Chishisa aveva accettato senza alcuna emozione nella voce o nello sguardo, non aveva preteso che si creasse qualcosa fra di loro e aveva continuato ad ostentare freddezza e diffidenza nei suoi confronti: era una donna estranea al fascino dell'amore, ma a quanto pareva aveva degli interessi e, come l'imperatore, era disposta ad un'unione senza sentimento pur di raggiungere il proprio obbiettivo.
La condotta morale della sua futura moglie non interessava all'imperatore, anzi si trattava di una sfacciataggine che lo intrigava: confermava quanto Chishisa fosse simile a lui.
«Chishisa, ti prego di non farmi aspettare.»
La donna lo guardò negli occhi solo per un istante, poi abbassò le palpebre e si passò la spazzola fra i capelli morbidi un'ultima volta.
«Non dovrà aspettarmi, Akashi-sama.»
Akashi guardò il riflesso della donna nello specchio solo per un istante e sorrise.
«Molto bene.» ―




Probabilmente scriverò per tutta la notte, voglio occuparmi del matrimonio dell'imperatore e di Chishisa nel migliore dei modi, attingendo dalle antiche tradizioni giapponesi e descrivendo ogni aspetto della cerimonia nei minimi particolari: molto probabilmente sarà uno dei capitoli più lunghi e dettagliati.
Mi alzo piano e tendo i muscoli delle gambe e delle braccia, inclino il collo a destra e a sinistra, cercando di sgranchirmi le ossa. Intravedo un rapido movimento alle mie spalle, la testa rossa di Akashi allontanarsi e scomparire al di là della soglia: oggi ha una riunione importante e quindi passerò il resto del pomeriggio da solo.
Quando raggiungo l'ingresso, lui è già uscito e sorregge la porta con una mano, mi segue con gli occhi.
«Domani verrai?» lo raggiungo e adagio la spalla allo stipite della porta, parlo a voce bassa.
«Forse.»
«Scriverò l'ultimo capitolo e, anche se sarà più impegnativo degli altri, riuscirò a terminarlo in giornata.»
«Sforzerai di nuovo gli occhi, Chihiro.» increspa le labbra in un sorriso e riprende a parlare con estrema calma «visto che si tratta dell'ultimo capitolo verrò.»
Probabilmente ha ragione: forzerò di nuovo gli occhi e forse dovrò passare un'altra settimana a girarmi i pollici e a mordermi le mani, terrorizzato all'idea che le idee possano lasciarmi improvvisamente e non tornare mai più, ma sono disposto ad andare oltre i miei limiti un'altra volta pur di finire questo maledetto romanzo domani, per scoprire che cosa ne sarà di me e di lui.
«Quando lo avrò finito mi prenderò una pausa.» e soprattutto assegnerò ai personaggi dei miei prossimi romanzi caratteri meno contorti.
«A domani, Chihiro.»
La sua voce è strana: non è ferma e tagliente come al solito, è come se si fosse improvvisamente incrinata, forse in seguito ad un pensiero spiacevole, ma non ho il tempo di soffermarmi su questo aspetto perché le labbra di Akashi sopra le mie mi sopraffanno e mi gettano nell'ignoto. Sembra quasi che abbia cominciato a leggermi dentro con i baci, mi sento come svuotato e disorientato ogni volta che le nostre bocche si separano e vedo nei suoi occhi il sangue che ribolle e l'oro liquido che scintilla.
«A domani.» è difficile parlare, anche la mia voce, per un istante, risuona incrinata, ma Akashi sembra non averlo notato – o semplicemente non gli interessa – e si congeda in silenzio, imboccando in fretta le scale.


Sfiato sommessamente e stacco le dita dalla tastiera, chiudo gli occhi e affondo i denti nel labbro inferiore: non è stata una buona idea passare tutta la notte a scrivere il nono capitolo e cominciare il decimo alle otto del mattino – oggi è mercoledì, ma ho chiesto ad Ogiwara di vederci un altro giorno –, gli occhi cominciano ad essere stanchi e a fare male.
Dopo aver descritto la cerimonia e aver chiuso il capitolo con le promesse di Chishisa e l'imperatore, ho speso qualche pagina dell'ultimo capitolo per scavare all'interno della donna e quindi approfondire il suo personaggio, e ora, prima di passare alla notte di nozze, vorrei scrivere del mio imperatore e della sua smaniosa ricerca della perfezione assoluta.
«Chihiro, fermati.» la voce di Akashi mi scuote dai miei pensieri ed io risollevo le palpebre con estrema lentezza: mi chiede di fermarmi? Quale dei due Akashi sta parlando? L'Akashi reale, che si preoccupa per la mia salute, oppure l'imperatore, che teme per il suo destino?
Non ho intenzione di fermarmi, soprattutto non ora che devo concentrarmi sul personaggio dell'imperatore.
«Prenderò una pausa quando arriverò alla prima notte di nozze.» mormoro sovrappensiero, cercando di catturare le parole confuse che mi ronzano in testa e ordinarle per ottenere una frase d'effetto con cui inaugurare la parte dedicata all'imperatore.


― Aveva trovato la tanto anelata perfezione assoluta, eppure sembrava ancora un uomo come tutti gli altri. ―




La parte dedicata all'imperatore ha richiesto più tempo del previsto per essere scritta e ha occupato il doppio delle pagine su Chishisa, ma ne sono profondamente soddisfatto, credo di essere finalmente riuscito a cogliere tutta la sua essenza e a tracciare perfettamente ogni congettura ed ogni dinamica.
Quando mi volto in cerca di Akashi, la vista si annebbia e una fitta lancinante mi attraversa la testa, facendomi mugolare sommessamente. Chiudo gli occhi e mi afferro la testa fra le mani.
Passato il dolore, riapro gli occhi lentamente e mi soffermo sul letto vuoto, le lenzuola stropicciate: Akashi dev'essere in cucina. Mi alzo ed esco da camera mia con calma, dirigendomi in cucina con passo estremamente lento, ancora stordito dalla fitta alla testa e impaurito dalla possibilità che la mia vista possa tornare opaca e mi costringa a rimandare ancora la fine del mio romanzo.
Esito, sento di non riuscire a varcare la soglia della cucina: Akashi mi dà le spalle, non si volta e rimane in silenzio, la sua figura è terribilmente opaca. Solo la sua figura.
«Akashi?» lo chiamo piano, trattengo il respiro.
Quando Akashi si volta vedo chiaramente il suo volto e traggo un sospiro di sollievo: la stanchezza comincia a giocarmi brutti scherzi.
«Sei a buon punto, Chihiro?»
Non rispondo immediatamente, mi avvicino a lui e spalanco una mano non appena vedo la sua tendersi e le sue dita giocare con un fiore di ciliegio.
«Sono a buon punto, ormai manca solo la notte di nozze.»
Sono certo che Akashi stesse per lasciar cadere il fiore al centro della mia mano, ma all'improvviso sembra aver cambiato idea e lo tiene ancora stretto fra le dita.
«Concludi un romanzo con una notte di nozze, Chihiro?»
«Non sarà una notte di nozze tradizionale.» non voglio spingermi oltre, spero che Akashi capisca.
«Ah sì?» mi guarda e lascia scivolare il fiore sulla mia mano, increspando le labbra in un piccolo sorriso «sono proprio curioso di vedere che cosa ti inventerai.»
Ricambio il suo sguardo e accenno un sorriso, mi chino lentamente e cerco di baciarlo, ma Akashi distoglie il viso.
Non riesco a dire nulla, mi allontano appena e gli rivolgo un'occhiata interrogativa e vagamente confusa: possibile che abbia capito?
«Non possiamo, Chihiro.»
Che cosa significa?
«Tu non sei perfetto.» increspa le labbra in un sorriso e spalanca gli occhi «non ricordi?»
Trattengo il respiro: perché mi sta respingendo? Non riesco a capire.
«Mi hai creato tu, Chihiro.»
La sua voce si affievolisce all'improvviso e i suoi occhi si chiudono.
«Akashi?» mormoro e gli sfioro il viso con la mano, ma le mie dita accarezzano il vuoto e lui è scomparso.
Schiudo le labbra e mi guardo intorno, sussurro ancora una volta il suo nome e spalanco le dita della mano per assicurarmi che il fiore ci sia ancora.
Sono rimasto di nuovo solo.


― Akashi la stava aspettando.
Chishisa gli aveva chiesto qualche minuto per cambiarsi e rinfrescarsi e lui le aveva risposto che avrebbe potuto impiegarvi tutto il tempo che riteneva necessario.
Chishisa era bella, ma ad Akashi non importava scoprire le sue nudità, non aveva fretta di spogliarla anche del suo ultimo velo di seta. Il sesso poteva aspettare, perfino l'amore e la guerra potevano aspettare, ma non la vita di uomo perfetto.
La porta cigolò sommessamente e Akashi intravide nella penombra della stanza la sagoma gracile di Chishisa.
«Mi perdoni se l'ho fatta aspettare, Akashi-sama.»
Akashi accennò un sorriso e negò con un rapido movimento del capo.
Chishisa si avvicinò con passo felpato, scavalcò il letto e gattonò lentamente verso di lui.
Akashi seguì le sua ombra con un lento movimento degli occhi, aggrappandosi ai suoi fianchi magri non appena lei si sistemò su di lui.
Gli sembrò di vederla sorridere e si dispiacque del buio che gli impedì di vederla con chiarezza.
Chishisa lo baciò piano e Akashi le accarezzò i fianchi, ricambiando dopo qualche istante di esitazione, ma la donna si scostò in fretta. Akashi pensò fosse spaventata all'idea di concedersi a lui così presto, senza che fosse mai stato instaurato un vero e proprio rapporto di confidenza fra le loro anime e intimità fra i loro corpi.
Cercò di nuovo le sue labbra, ma il viso di Chishisa gli sfuggì ancora e la donna frugò fra le sue vesti.
Akashi schiuse le labbra per chiamarla, ma qualcosa di freddo sprofondò nel suo petto e il suo richiamo si tramutò in un gemito soffocato.
L'imperatore spalancò la bocca in cerca d'aria e Chishisa si inebriò del calore del sangue, sfilò il coltello dal petto dell'altro e intrecciò le dita ai suoi capelli, come a volerlo rassicurare.
La profezia che aveva trovato in una piccola e antica biblioteca, durante la fuga dalle Dune d'Argento, raccontava di un giovane imperatore orfano di madre che avrebbe cercato di raggiungere la perfezione assoluta, ma la pergamena diceva che lui stesso era soltanto una pedina, la sesta creatura da eliminare insieme al Drago Rosso di Ethyl, la Fenice delle Terre Fredde, il Cerbero sotto la Cascata di Sheji, la Sirena del Lago Mihn e l'Idra delle Montagne Bianche.
Akashi sentì il respiro venire meno, avvertì solo per un istante le dita fredde di Chishisa fra i capelli e il suo petto caldo e tremante contro il viso, poi chiuse gli occhi e la penombra della stanza si tramutò nel buio più nero. ―






L'angolino invisibile dell'autrice:

Buonasera! Mi scuso per l'aggiornamento un po' tardo, ma ho la testa fra le nuvole e me lo dimentico sempre, ugh! ;3;
Ne approfitto per annunciare ufficialmente che “Gli occhi del Diavolo” ha vinto il contest per cui è stata concepita, anche se attualmente siamo ben lungi dal clima di festa di una settimana fa (?)
Sono veramente felice che abbia vinto, ci ho messo l'anima in questa fanfiction e sono personalmente soddisfatta, non tanto della trama in sé, quanto del modo in cui sono riuscita a gestire un personaggio poco calcolato come Mayuzumi.
A questo proposito ne approfitto per dirvi che attualmente sto stendendo uno spin off legato a questa fanfiction e che parteciperà ad un contest a pacchetti, quindi, ecco, penso proprio che nonostante sia uno spin off non potrò pubblicarlo separatamente e mi toccherà inserirlo in una raccolta, quindi se vedete miei aggiornamenti e nella trama c'è scritto che la storia in questione partecipa ad un contest, dategli un'occhiata perché potreste trovare lo spin off (l'unica cosa di cui sono sicura è che sarà la prima shot della raccolta).
Inserirò il link nell'ultimo capitolo di questa fanfiction non appena l'avrò pubblicato, comunque.
Per il resto--- ok, colpo di scena *3*
E manca solo un capitolo!
E non si fosse capito, ma penso di sì, Chishisa è la traslazione di Mayuzumi nel suo romanzo (Mayuzumi birichino che fa le self inserction /?/).
Ne approfitto ancora una volta per ringraziare le povere anime pie che stanno seguendo questa fanfiction/delirio/, davvero, grazie di cuore!
Alla prossima!
   
 
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