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Autore: marcomoratto98    17/03/2015    0 recensioni
Era un altro giorno di battaglia, io e la mia squadra ci stavamo infiltrando nelle linee nemiche cercando di aprire la strada ai corazzati.
Era un altro giorno di battaglia e sapevamo che se avessimo fallito non saremmo più tornati a casa.
Genere: Dark, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un altro giorno di battaglia, io e la mia squadra ci stavamo infiltrando nelle linee nemiche cercando di aprire la strada ai corazzati.
Nessuno tra noi ricorda più il motivo di questo titanico scontro, sapevamo soltanto di star perdendo, anche se eravamo stati noi a dargli inizio, ma quegli schifosi rettili erano sempre un passo avanti a noi, con quella battaglia potevamo ribaltare la situazione a nostro favore.
Ci avevano proposto più volte di arrenderci, ma sapevamo che se ci fossimo arresi ci avrebbero sottomesso a loro.
Era un altro giorno di battaglia e sapevamo che se avessimo fallito non saremmo più tornati a casa.
Così avanzammo, tentando quella strategia quasi suicida, dirigendoci verso l’avamposto nemico, che a stento tenevamo sotto assedio.
 
Ancora prima di entrare in azione avevo il morale a pezzi, non so se fosse per colpa della distesa di corpi che stavamo attraversando o per l’odore nauseabondo che emanavano.
Pensavamo di trovare un esercito ad aspettarci, invece era tutto deserto, esattamente come il pianeta X-5, o quello che ne rimaneva, dopo il loro passaggio.
Stavamo per distruggere i cannoni, situati su una torre da dove si poteva dominare i dintorni, quando quei “cosi” ci accerchiarono.
A momenti ci spedivano nell’aldilà ma, grazie ad un colpo fortunato, la torre del cannone crollò esattamente sui nostri nemici, approfittando di questo diversivo imbracciammo le armi e abbattemmo quelli che si erano salvati dal crollo.
 
Avevamo poche munizioni e, la fuori, non saremmo riusciti a resistere fino all’arrivo dei rinforzi, quindi ci barricammo tra le rovine della torre continuando a usare quei pochi proiettili che ci rimanevano come difesa.
 
Avevamo usato tutti i proiettili e la speranza stava per lasciarci, quando quattro missili aria-terra sbaragliarono le linee nemiche, segnando l’arrivo dei nostri compagni nell’esercito.
Ci saremmo dovuti ritirare, come da protocollo, ma sapevamo che il nostro compito non era ancora finito.
 
Salimmo su un carro armato, lo volevamo usare come ariete per sfondare le loro difese e arrivare alla stanza di controllo, così da aprire il passaggio alla fanteria.
Cogliendoli di sorpresa assaltammo ciò che rimaneva della base costringendoli, per una volta, a barricarsi nell’unico  edificio ancora intatto: la stanza di controllo.
Dopo un confronto a fuoco, diventato poco dopo una battaglia di logoramento, riuscimmo a sbaragliare gli ultimi di loro rimasti, impadronendoci dei loro sistemi.
Dovevamo disabilitare tutte le difese della base, come da ordini, ma non lo facemmo, convinti da un oscuro presentimento che sarebbero servite ancora.
Così rimanemmo in attesa.
  
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