Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Mistiy_Ronny    18/03/2015    2 recensioni
Una madre perennemente preoccupata. Un padre inesistente. Una sorella dal carattere difficile. Vicini curiosi. Un paesino disabitato. Una vicina di banco disperatamente innamorata. Un ragazzo perennemente scorbutico. Amori fiabeschi. In mezzo c'è Sofia
Sofia ha diciassette anni, vive in un perenne disagio psicofisico che affronta con l'unica arma disponibile:l'ironia.
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Appoggio la fronte contro il vetro freddo della corriera. Alzo lo sguardo per dare un'occhiata al mio viso ma il mio riflesso si confonde con le sporche goccioline condensatesi sul vetro. Anche se non posso vedere il mio volto scommetto che è stravolto e il mio sguardo urla “che palle!”. Quanto tempo della mia vita spreco su questo catorcio a quattro ruote? Ci impiega quaranta minuti per trascinarmi a scuola e altrettanti minuti per riportarmi a casa. Tutto questo perché vivo in un cesso di paese di nome “Fiorino”. Per quanto riguarda l'istruzione fiorino offre solamente una scuola materna e una elementare, tra l'altro diroccata. Dicono che presto chiuderà per essere ristrutturata.
Ogni santa mattina mi tocca alzarmi alle sei, correre alla fermata entro le 6.45 trascinare le mie chiappe stanche sopra questo coso e godermi quaranta minuti magici.
La mia testa è ancora sotto le coperte che riposa beatamente, il mio corpicino sente la mancanza delle soffice lenzuola di flanella che mamma ha comprato un mese fa

Vedi sono costate poco però non hanno niente da invidiare a quelle che vende quella ladra della Patti”.

Disse mamma tutta fiera mentre le sistemava sul materasso.
Patti è la proprietaria di un negozietto situato nel paese dove si possono acquistare tende, tovaglie, trapunte e altre stronzate varie. La mamma ce l'ha a morte con lei perchè, sostiene che vende la stessa merce del mercato a prezzi esorbitanti.
Il mio corpo infreddolito sogna quelle lenzuola che “costate-poco-però-non-hanno-niente-da -invidiare-a-quelle-che-vende-quella-ladra-della-Patti” . Mi sento sempre una merda quando mi alzo eppure sembra uno stato d'animo non condiviso. Vedo le mie compaesane che chiacchierano allegramente, seppure con la voce leggermente impastata dal sonno ma purtroppo sono abbastanza forti da poterle udire.

<< Hai presente Francesco? Mi piace >>
<< Davvero? E' cicciotello, come può piacerti? >>

Non mi interessano i drammi amorosi , quelli me li racconta mia sorella fino allo sfinimento. Aguzzo l'orecchio alla mia sinistra, magari le ragazze sedute ai seggiolini accanto hanno qualcosa di più interessante …

<< Ti piace lo smalto? >>
<< Bello!!! E' color corallo? >>
<< No è color … >>
Ci rinuncio. Meglio affondare la testa nella giacca e non sentire niente. Le chiacchiere di prima mattina mi danno la nausea, a dire il vero tutto di prima mattina mi stomaca, persino la colazione. Mamma ogni volta s'impegna a prepararmi una bella colazione, per esempio stamattina si è alzata all'alba per cucinare una torta di mele.

“ Mamma perchè non rimani a letto? Non è necessario che ti alzi per prepararmi la colazione”
“ 
Lo faccio con piacere. E poi se non te la preparo tu non mangi. “

Ogni volta mi siedo al tavolo e per farla contenta mi metto in bocca qualche boccone. Lei mi sorride soddisfatta e nel momento in cui mostra la schiena per lavare qualche utensile nel lavandino, sputo il cibo nel tovagliolo di carta che nascondo dentro la tasca dei pantaloni . Mia sorella seppure accanto a me, non se ne accorge, affonda la testa nella scodella di latte e non guarda in faccia nessuno. Credo che anche lei al mattino si senta una merda.
Quando posso alzarmi, mi dirigo in bagno dove butto nel cesso il fazzolettino, lo sciacquone elimina la prova del reato. Odio la colazione.



Sono arrivata. Che gioia ora mi tocca aspettare che la campanella suoni. Fa un freddo cane, è una terribile mattina di febbraio. Le mie guance bianche saranno diventate rossicce. Gli alunni che passano probabilmente pensano che sono sul procinto di piangere, Il freddo è talmente pungente che gli occhi sono umidi ma i passanti si sbagliano di grosso, io non piango mai. Piangere è da deboli e io non lo sono.
Accidenti! Un pizzicore mi sale lungo le cavità del naso. Se starnutisco è la fine, non potrò trattenere i goccioloni intrappolati nelle palpebre. Questa è una di quelle rare mattine in cui vorrei essere in classe, ci sarà comunque freddo e sarò costretta ad indossare il piumino, perchè la scuola non può permettersi di sostenere una spesa così grande come il riscaldamento. Non può nemmeno permettersi il rifornimento di carta igienica e di sapone nei bagni. Onestamente non so cosa può permettersi l'istituto. No giusto, lo so! Ieri nel porta gessi della lavagna, era presente un cancellino nuovo di zecca che la professoressa Leone elogiò. Sembrava molto felice, noi ai banchi un po meno, preferivamo un grande rotolo di carta igienica.
Tiro su col naso. Sono scampata al terrore dello starnuto in compenso ora devo lottare contro il disgustoso moccolo che vuole scendere giù dal naso. Uffa! Ogni volta che necessito di un fazzoletto non lo trovo mai nello zaino, colpa mia che faccio lo zaino sempre al mattino in fretta e furia, dimentico sempre qualcosa. No non è colpa mia se mi trovo in questa situazione. È colpa di Maria e del suo fidanzato.

In una bella mattina primaverile Maria e il fidanzato deciseo che fare sesso in macchina o nella cameretta da letto non era abbastanza eccitante, così s'intrattenerono in un coito, su un banco della classe B. Anche Cecilia, una bidella della scuola, quella splendida mattina di primavera si alzò con una bella idea: dare una lavata al pavimento della classe B prima dell'inizio delle lezioni. Fu così che Cecilia, con il mocho tra le mani sorprese i due. Quello che successe è scontato, ovviamente la bidella avvertì immediatamente la preside che espulse i fidanzatini per due settimane. 


Per intere mattinate le discussioni degli studenti erano incentrati su questo argomento. Si sa tutti gli episodi sconcertanti vengono poi ingigantiti dalla fantasie dei chiacchieroni.

<< Sai Clara? Quella pettegola del quinto anno mi ha detto che Cecilia, prima di avvisare la preside si è divertita insieme ai due ... >>

Mi disse Diana durante l'intervallo tutta divertita. Una balla clamorosa, se si fosse unita in un menage a trois, perché diamine avrebbe dovuto avvisare la preside? Maria avrebbe potuta ricattarla “ se lo dici a qualcuno noi facciamo la spia, ti rovinino la vita e diciamo a tutti quanto sei pervertita”. E poi Cecilia non è un grande bellezza, dubito che Maria, una delle più carine della scuola, desiderasse avere una esperienza sessuale con una vecchia rugosa come lei. Diana sembrava esserne convinta quindi, non volendo fare la guastafeste mi limitai a ridere assieme a lei.
Di tutta questa vicenda la cosa che più mi sconcerta è la “ bidella che va a pulire una classe”.

Lo scorso settembre, appena suonò la campanella seduta sulla sedia del mio banco, mi affrettai a bere la lattina di the che avevo acquistato al bar. La professoressa Leone non tollerava che qualche suo alunno bevesse durante le sue “importantissime lezioni”.
“ Noi siamo a scuola, non al bar! Al massimo posso tollerare la bottiglietta d'acqua sopra al banco”
Sentenziò con quella sua vocetta stridula. Che senso ha questa regola non lo so! Alla professoressa Leone cambia la vita se anziché la bottiglietta d'acqua, sul banco appoggio una lattina di the? Forse ha qualche problema con le lattine? Magari se sul banco lascio una bottiglietta di plastica di the non la disturba. Non rischiai, bastava un niente per farla ruggire.
Per non beccarmi una sfuriata, imprigionai tra le labbra la latta, reclinai la testa all'indietro per ingurgitare il liquido in un unico sorso. Diana al mio fianco rise prendendomi in giro, interruppe la delicata operazione. Non riuscii a trattenere la risata e quello che successe fu inevitabile: tossii furiosamente con il the piantato in mezzo alla gola, misi una mano sulla bocca per evitare di sparpagliarlo per terra con il classico risultato : mi sbrodolai tutta la t-shirt azzurra e persino una parte dei jeans. Una scena disgustosa. Ovviamente dalle dita scivolò la lattina e si formò una piccola pozzanghera giallina sul pavimento. Diana rideva come una scema, bella amica! Io stavo morendo soffocata e questa rideva . Con il viso tutto paonazzo e le lacrime al volto mi allungò un pacchetto di fazzoletti
“ Asciuga per terra , poi puliranno le bidelle”
Alla bene meglio asciugai il pavimento ma rimase una chiazza appiccicaticcia dal colore trasparente.


I giorni passarono e la macchia divenne color giallino, dopo un mese gialla e ora è marrone. Credo stia raggiungendo lo stadio della decomposizione. Perché Cecilia non si alza una bella mattina con l'intenzione di pulire la nostra aula? E magari scrosta anche quella benedetta macchia vecchia di cinque mesi.
Dopo il fattaccio la preside decise, per evitare episodi analoghi, che le porte dell'edificio si sarebbero aperte solo dopo il suono della campana, alle ore 8.00 in punto.
Vorrei tanto andare dalla preside e dirle: “ signora di mattina a malapena riesco a vestirmi, non mi verrebbe mai in mente d'intrattenermi in un passionale coito. Per favore mi lasci entrare”
“ vattene, esci da qui o ti espello” probabilmente risponderebbe così vista la sua fama di “donna acida”



Appena entro in classe la mia vicina di banco mi saluta
<< Buongiorno >> la voce di Diana è allegra. Lei è sempre allegra anche di prima mattina.
<< Ciao >> per quanto mi sforzi la mia voce è bassa e roca. Proprio non riesco a essere frizzante e gioiosa. Butto l'occhio per terra, magari Cecilia è venuta a pulire il zozzo pavimento. E no! La macchia è ancora lì! Oggi sembra ancora più scura di ieri. Non mi resta che dare il buongiorno anche a te piccola pozzanghera, ormai sei la mia seconda compagna di banco e credo che passeremo insieme questo anno scolastico. Cecilia non arriverà mai quindi posso affezionarmi oh! La professoressa di francese è arrivata. Bene durante questa ora penserò a come chiamarti.



La campanella suona, l'intervallo comincia. Tutte le mie compagne di classe si alzano contente. Contente di cosa non lo so, tanto fra dieci dieci minuti torneremo qua a marcire sul banco. Anche Diana è contenta ma per un motivo specifico: l'ora dell'intervallo per lei equivale “all'ora in cui sbavo dietro a Dennis”, un ragazzo dell'ultimo anno per cui Diana si è presa una sbandata.
<< Andiamo! >> mi afferra il braccio
<< Sì >> meglio che mi muova altrimenti questa mi trascina di peso.

Ci ritroviamo nel piccolo cortile della scuola, poggiate alla rete mentre ci fumiamo una sigaretta. La parola “cortile” non si s'addice al posto in cui ci troviamo, sotto ai nostri piedi c'è solo cemento eroso dagli anni . Nemmeno un filo d'erba o un alberello colora questo spiazzo grigio, solamente tanti piccoli mozziconi arancioni di sigaretta decorano questo triste grigiore. L'unica parola per definirlo è “triste” ma a Diana non importa perché tutti i colori sono racchiusi nel ragazzo che, a pochi metri da noi, pomicia appassionatamente con la sua fidanzatina.
Non so come fa, se a me piacesse un ragazzo non riuscirei mai a fissarlo ogni giorno mentre pomicia con una. Inoltre Diana non si limita a pedinarlo durante gli orari scolastici, attraverso Facebook s'informa dove trascorre i week end e trova sempre un modo per raggiungerlo e fissarlo mentre limona.
Un giorno gli esposi il dubbio ma lei con tutta tranquillità rispose:

prima o poi si lasceranno”
Fino a quando non scaricherà la tipa , continuerà a perseguitarlo come un'agente segreto. 
Dopo lunghi spionaggi, Diana si è tinta i capelli di biondo, con un radicale taglio di caschetto diventando una piccola copia della ragazza di Dennis
A Dennis piacciono così” , rispose lisciandosi con le mani il caschetto platinato




Hilary mi aveva prestato i suoi appunti di francese. Hilary è una deliziosa ragazza che frequenta il mio stesso anno ma in una sezione diversa. Ci eravamo conosciute in prima superiore durante l'intervallo, mentre facevamo la fila per usufruire del bagno, ma questa è un'altra storia.
Prima che arrivi la professoressa Leone acchiappo il libro dalla borsa, esco dalla stanza. mi getto nel corridoio e utilizzo la forza dei gomiti per farmi strada nella calca di alunni che disperati, cercano di arrivare nella propria classe.
Finalmente ci sono! La chioma bionda di Hilary affonda su un massiccio libro. Senza dire una parola piano piano, poso il quaderno accanto al librone, non voglio distoglierla dal suo affannatissimo ripasso. Lei si accorge della mia presenza, alza gli occhi e mi ringrazia con un sorriso. Hilary ha un bellissimo sorriso forse è per questo che gli uomini cadono ai suoi piedi. Quando sorride è meravigliosa, anche se per pochi istanti riesce a trasmettermi una dolce serenità. Per pochi attimi mi sento talmente serena che mi pare che Buddha sia sceso in terra a proclamare la dottrina della pace. Hilary non assomiglia affatto a quel panzone di Buddha ma a un piccolo angelo accompagnato dal dolce suono dell'arpa. Perché i suoi genitori non l'hanno chiamata Angelica? O Angela? Sarebbe stato un nome azzeccatissimo. Timidamente ricambio il sorriso, so che il mio non potrà mai trasmettere la stessa dolcezza.
Proprio nel momento in cui sto varcando la porta.
<< Cosa hai fatto all'occhio? >> mi volto verso la voce stridula e mi ritrovo davanti una biondina platinata, truccata quanto una prostituta. La domanda che più temo e tormenta ogni maledetto giorno della mia vita. Oggi mi ero dimenticata di avere una grandissimo nevo che si estende dalla fronte sinistra, percorre la palpebra fino allo zigomo, ma per fortuna a questo mondo c'è sempre qualcuno pronto a ricordarmelo. I medici lo chiamano *Nevo di Ota, io la chiamo “ macchia scocciante”
La sua voce è talmente allarmata che tutti gli occhi della stanza sono posanti su di me.
“Non sono cazzi tuoi! Tua madre non ti ha insegnato l'educazione? Se vedi una sconosciuta senza un braccio tu gli chiedi che diamine ha fatto? Anziché preoccuparti per la mia faccia, sarebbe meglio se ti preoccupassi della tua! Sei truccata come una puttana che fa sesso in macchina per 30 euro, mi vergognerei come una matta a girare conciata in quel modo”.

Vorrei tanto rispondergli così e magari mollargli anche un teatrale ceffone. La tipa a quel punto si metterebbe a piangere, copiose lacrime scenderanno lungo le gote segnando delle profonde strisce nere (indossa troppo mascara). A quel punto la professoressa sarebbe entrata in classe e sconcertata dal pianto della ragazza, mi avrebbe cacciato dalla preside.
<< Il trucco si è sbavato >> rispondo semplicemente. Purtroppo mia madre mi ha insegnato a comportarmi educatamente
Imbarazzata dai quaranta occhi che mi fissano, esco dalla stanza a testa bassa. Perché devo sentirmi in imbarazzo? E' lei che deve vergognarsi per aver umiliato così una persona che neanche conosce, è lei la cretina della situazione. Allora perché sono io quella che scappa dalla classe imbarazzata?



Per fortuna arrivo pochi secondi prima della prof. Quando appoggia il sederone sulla sedia, abbassa gli occhiali facendoli scendere fino alla punta del naso. I suo occhi sono ridotti in due arcigne fessure, ci scrutano con profondo odio.
Se ci odia così tanto, perché accidenti ha deciso di fare l'insegnante? Ci sono così tanti mestieri, come per esempio la professione del becchino. Sì sì,ce la vedo a sistemare i cadaveri dentro alle bare, i morti non parlano e non possono decisamente disturbarla a differenza di noi.
Mentre la professoressa Leone ci ordina di aprire il libro l'occhio cade sulla chiazza che giace per terra. Non gli ho ancora dato un nome, però mi disgusta e la trovo fastidiosa. Forse la gente pensa questo di me.



Finalmente sono fuori, anche oggi è andata!
Saluto frettolosamente Hilary e Diana. Hilary sicuramente avrebbe tirato fuori quello che successe poche ore fa, nella sua classe chiedendomi “stai bene?”. Lo avrebbe fatto in buona fede, si sarebbe comportata come un' amica esemplare . Nella mia testolina si delineano i contorni del volto di Hilary deformati dalla preoccupazione, gli occhi velati di pietà. Odio quello sguardo, sono cresciuta con quegli sguardi pietosi che urlano “povera ragazza”. In genere sono gli adulti a guardarmi così, invece i coetanei, mi fissano schifati e nel contempo curiosi. Odio con tutta me stessa quegli sguardi.

Anziché dirigermi come al solito, alla fermata del bus, la evito e imbocco la strada principale che mi conduce a una piccola piazza circolare costeggiata da negozi. Principalmente si trattano di negozi di vestiario fatta eccezione per una libreria e un negozio di fumetti. Quest'ultimo è la mia meta. Ho a disposizione solamente 15 minuti per andare afferrare il manga, cacciare i soldi sul banco e fuggire verso la fermata. Correndo ce la posso fare, ho calcolato che in media per percorrerla a piedi a passo cauto, sono necessari trenta minuti. Seppure lo zaino pesa sulla schiena ce la posso fare, anzi devo farcela. Visto il minuzioso calcolo è evidente che non è la prima volta che mi reco alla bottega, anzi quello è il mio posto preferito in cui trascorrere del tempo.
Attendo quel volume da mesi.

Ogni giorno ,dopo la scuola mi recavo nel negozio chiedendo al commesso che placido placido, si leggeva una rivista con la sigaretta pendente all'angolo della bocca
“ E' arrivato Saiyuki volume 1? “
No”
Quando arriva?”
Non lo so”
Nei precedenti tre mesi abbiamo intrattenuto questa conversazione , ogni giorno. Il proprietario non è molto loquace anzi, è evidente che gli scoccia parlare.

Dopo due mesi appena apro la porta il commesso poggiò il giornale sul banco e per la prima volta mi guardò .
<< Domani arriva >>
<< Davvero?! >>
<< Sì, ora vattene >>

Continuo a camminare a passo deciso mentre il vento mi sputa in faccia il freddo e la cartella sbatte contro le scapole. Niente può fermarmi, anche se la schiena strilla di dolore e ho perso sensibilità al viso. Se mi ritrovo in questa situazione è tutta colpa di Valeria.

Un bel giorno mi balenò nella testa l'idea di rileggere un vecchio manga così mi arrampicai sulla mensola alla ricerca dell'amatissimo saiyuki volume 1. Disperata rovistai tra i libri, spalancai i cassetti, l'armadio e dopo tanta ricerca giunsi a una conclusione : qualcuno si era intrufolato in camera e lo aveva gettato. Incazzata nera scesi i gradini che mi portarono al piano terra.
<< Mamma, hai buttato via un mio manga? >>
<< No Sofia, lo sai che non butto via niente senza il tuo consenso >>
<< Allora dove diamine è? >>
<< Cosa ? >>
Senza risponderle ripercorsi le scale per dirigermi nella camera di mia sorella. Spalancai la porta lei urlò coprendosi il seno. Valeria ha un seno generoso, lunghi capelli biondi e un fisico slanciato che fa impazzire i ragazzi.
<< Valeria hai buttato via un mio manga? >>
<< Si bussa prima di entrare >>
<< Valeria?! >>
<< Sì, ne ho preso uno a casaccio e l'ho messo nel pattume >>
<< Perché? >>
Valeria s'infilò una t-shirt che stava sul copriletto. Era molto aderente e due grandi capezzoli spuntarono sotto la maglietta. Valeria doveva avere un grande freddo.
<< Mi avevi fatto incazzare! Non avresti dovuto indossare la mia camicia di Calvin klain. L'hai impuzzolentita di sudore e non l'ho potuta indossare alla festa di Clara! >>
Due capezzoli ritti sotto la maglietta verde mi fissavano, non riuscivo a distogliere gli occhi da loro. Mia sorella ha due meloni belli grossi ma da chi diamine li aveva ereditati? Mia madre ha un seno normale, porterà un seconda e il mio è quasi inesistente. Pensai un attimo alle nonne ma nessuna possedeva mammelle così generose. Boh?!
<< Però io non l'ho buttata nel pattume la camicia >>
<< Chissene frega!!!! E' come se l'avessi fatto visto che puzzava non l'ho potuta indossare >>
Mia sorella si stava riscaldando e presto avrebbe cominciato ad urlare. Mia madre corse al piano di sopra sentendo il tono minaccioso della voce di Valeria
<< Che succede ragazze? >>
<< Niente, sono affari nostri >> mia sorella risponde sempre male alla mamma, soprattutto quando ha una dannata voglia di litigare. Per evitare che mia madre s' incazzasse con Valeria, liquidai la faccenda << mamma non è niente, è tutto a posto >>

Se avessi comunicato a mamma quello che la bella tettona aveva commesso, sarebbe andata finire male.

“ Perché hai buttato via il manga ? Lo sai quanto Sofia ci tiene”
“ Chissene frega mi aveva fatto incazzare “
“ Questo ti pare un valido motivo per buttare via le cose di tua sorella?”
“ Vaffanculo!!! Nessuno mi capisce in questa casa, me ne vado!!! “
Avrebbe indossato un paio di jeans e sarebbe uscita di casa con la schiena ritta e i suoi capezzoli dritti dritti. Quando si arrabbia mia sorella irrigidisce i muscoli, spesso li vedo guizzare sotto i vestiti. Mia sorella ha sempre i muscoli rigidi.
Valeria avrebbe sbattuto violentemente la porta di casa e mia madre si sarebbe seduta sul letto di mia sorella
“ Perché è così cattiva? “ avrebbe cominciato a piangere. Io sarei rimasta lì in piedi a fissarla. Odio terribilmente vedere piangere mia madre, non so mai cosa fare per consolarla.



Quel giorno ritenni giusto non fare la spia, però è colpa di Valeria se oggi devo correre come una forsennata.
Finalmente sono arrivata! Il commesso è lì al bancone con la sigaretta in bocca, la rivista tra le dita e con la sua perenne espressione annoiata. Da quando in qua è permesso fumare in un negozio? Se lui fuma posso accendermi anche io una paglia? Sarebbe una figata passare ore qui dentro, rovistare fumetti e fumacciare. Scommetto che a quello non andrebbe molto a genio e mi direbbe
Vattene fuori a fumare “
Che ingiustizia. Come può fumarmi in faccia in quel modo? Anche se fumare lì dentro pare pericoloso, insomma la merce del negozio è carta, l'inchiostro nero con cui stampano i fumetti è altamente infiammabile. Merda! Se un giorno quello stupido mentre riordina gli scaffali, la sigaretta cade dalle labbra su una pila di manga? Fuuuuuuuuuuum … l'unico negozio di fumetti nel raggio di miglia svanisce fra le fiamme!!! Non dovrebbe fumare qua dentro.
Gli passo davanti ma quello neanche mi saluta. Mi ha visto perché ha leggermente scostato la rivista ma non saluta. Non credo che sia un fatto personale, lui non saluta proprio nessuno, la cortesia neanche la conosce ma in fondo non m'importa.
Lo vedo SAIYUKI VOLUME 1 è sullo scaffale, nessuno mi può fermare!!!
La mia piccola e tenace manina lo sta per acchiappare, un coro immaginario immerge le mie orecchie
alleluia ….
Ci sono quasi voglio godermi questo trionfo, cauta cauta avvicino la mano
alleluia ...”
Il coro nella testa si arresta immediatamente. Vedo una mano furtiva che si posa sul volume, d'istinto la schiaccio impedendogli d'estrarre il manga dallo scaffale.. Purtroppo il proprietario della mano si trova a destra, il mio occhio destro è praticamente cieco quindi non riesco a vederlo. Mia madre mi raccontò che quando ero piccola, sono caduta dal seggiolone. l'impatto contro il pavimento fu talmente violento che da quel giorno, l'occhio vede solo ombre scure. In compenso l'occhio sinistro funziona alla grande e non mi tradirà mai. Vabhè questa è un'altra storia, ora devo capire chi diamine vuole rovinare il mio grande momento vittorioso!
Volto la testa e vedo un ragazzo. La prima cosa che salta all'occhio sono i suoi grandi occhiali da vista dietro ai quali si mostrano due occhi limpidi , che mi fissano intensamente. Non ho alcuna intenzione di distogliere lo sguardo, guardami quanto ti pare ma il manga non lo mollo. Le lenti dei suoi occhiali sono spesse, sembrano dei fondi di bottiglia, forse è messo male quanto me. Chissene frega! Non mi commuovi, Saiyuki non te lo do neanche se mi minacci!!! Le sue sopracciglia biondissime si contraggono e i grandi occhi azzurri si riducono in due fessure, vuole intimorirmi? Sai stupido ignorante anche io sono brava a fare questo gioco, adesso ti mostro uno sguardo cattivissimo.
Ok, adesso? Entrambi abbiamo le fronti corrucciate, ci guardiamo negli occhi come due predatori ma nessuno dei due ha l'intenzione di mollare la presa sul manga. Forse questa si tratta di una prova di resistenza, vince chi prima molla la presa. Accidenti, se dovessimo stare qui per ore? Merda devo fare pipì! Perché non sono andata al bagno durante l'intervallo? I bagni della scuola fanno schifo! Gli ottimisti affermano che viene pulito una volta a settimana. Ah adesso mi ricordo, mentre fissavamo Dannis e la sua fiamma amoreggiare ...

Diana vado un secondo al bagno “
“ No per favore, mi vergogno a stare qua da sola “
“ok “

OK UN CAVOLO! Ora sono qui a stringere il dorso della mano di uno sconosciuto, mi scappa la pipì e sto contorcendo la fronte così violentemente che mi fa male. Scommetto che lui ha la vescica vuota, probabilmente è andato al bagno poco fa ed è in perfetta forma. Magari ha pensato “mi svuoto la vescica e visto che ci sono mangio anche qualcosa, così sarò in grado di sostenere una lunga prova di resistenza”. Diamine! Ora la mia mano è sopra alla sua, solo le mie dita sfiorano la carta del volume. Affondo le dita dentro la carta del manga, così gli faccio intendere che non ho alcuna intenzione di mollare la presa. Cavolo ma se è andato al bagno si sarà lavato le mani? Le mie amiche dicono che i ragazzi dopo essere stati al bagno non si lavano mai le mani, anche mia sorella l'ha confermato. Qualche mese fa stava con un certo Antonio, Valeria mi disse che dopo fatto pipì, se lo rimetteva nei pantaloni e tranquillamente spazzava le mani sui jeans. Bleah!
Per fortuna questo è un problema che si può risolvere, mia madre mi ha infilato nella borsa l' amucchina tascabile.

Sofia bisogna combattere i germi “ mamma e la sua continua lotta con i germi!
Bene, dopo le immergerò in quello schifoso gel
<< E' mio >>
Il signorino finalmente si è deciso ad aprire bocca anche se ha detto un'enorme sciocchezza









NOTE :

Un grande grazie all'autrice SelenaK che mi ha ispirata e incoraggiata a scrivere questa fiction, questa storia non sarebbe mai nata se non avessi letto le sue appassionanti fiction. Fiction

Le ubicazioni nei quali si svolgono le vicende della fiction sono inventate, non esistono. Nonostante ciò, i personaggi vivono nell'epoca contemporanea, perciò saranno presenti continui riferimenti a opere,artisti, scrittori. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti o esistite è senza alcuno scopo di lucro, sono posti solo e unicamente come chiave di lettura.
Anche i personaggi della fiction sono inventati, provengono dalla mia testolina di conseguenza anche le vicende che racconterò sono fittizie.


*la patologia seppure Sofia è un personaggio fittizio, esiste realmente, se volete informarmi ecco un link utile
http://www.skindoctors.it/nevo-di-ota-ito/
Se qualche lettore si ritrova affetto da questa patologia e si senta offeso dalla Fiction chiedo scusa in anticipo. Non è mia intenzione offendere, la malattia di Sofia è posta come chiave di lettura, come critica nei confronti di una società che emargina e etichetta i “diversi”.




   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Mistiy_Ronny