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Autore: AlessiaDettaAlex    20/03/2015    7 recensioni
[MinoRyuu | One-shot | Triste, Romantica | Dedicata all'eclissi solare del 20/3/15]
I ragazzi assisteranno per la prima volta alla visione di un'eclissi.
Cioè dell'unico momento, raro e prezioso, in cui la Luna raggiunge e bacia il Sole.
Dal testo:
"«Sai, Kushieda, quest’estate Kawashima mi disse una cosa che non dimenticherò più: sosteneva che io fossi la luna, tu il sole»"
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Minori Kushieda, Ryuji Takasu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eclipse
 
«Vacci da solo, bastardino!»
Taiga non era mai stata trattabile, secondo Ryuuji, ma lo era ancor meno quando rifiutava le sue proposte di passare del tempo tra amici, solo per divertimento. Bisognava essere tanto fortunati da beccarla in uno dei suoi giorni e trovare comunque la maniera più convincente per chiederglielo.
D’altra parte Ryuuji era stato certo – fino a un attimo prima – che Taiga non avrebbe mai voluto perdersi un evento tanto raro e affascinante come un’eclissi solare.
Evidentemente si sbagliava.
«Vieni, stupida! Ci saranno anche Kushieda, Kawashima e Kitamura!»
«Non ho intenzione di muovermi di casa per vedere una macchietta nera coprire il sole!»
Come smontare un evento astronomico rilevante in meno di due secondi.
«Come ti pare… a più tardi»
Il ragazzo, stanco di combattere, giro i tacchi e uscì da casa Aisaka.
Da quando Natale era passato Taiga era diventata – se possibile – ancora più nervosa di prima. Nemmeno la presenza di Kitamura riusciva più a placarla. Anzi, non riusciva nemmeno più a convincerla a smuoversi di casa. Era incredibile: probabilmente aveva cominciato ad accettare il rifiuto subito a inizio anno e a vederlo solo come un amico.
Cosa che non era riuscito a fare lui, invece. Solo qualche mese prima era la sera della Vigilia, la notte in cui la ragazza dei suoi sogni l’aveva rifiutato. Ma poi, che razza di rifiuto era quello? Ryuuji non riusciva proprio a capire il significato del discorso fatto da Minori quella sera. Lui voleva sapere. C’era qualcosa sotto, e voleva scoprire cos’era. Minori non gli era mai sembrata tanto interessata a lui come in quel periodo, perciò quel no non se l’era proprio aspettato.
Secondo Taiga era colpa sua, della sua presenza costante attorno a Ryuuji. Era un fatto plausibile e il ragazzo dragone era più che mai deciso a verificare quell’ipotesi.
Stringendosi pensieroso nel giubbotto, si accorse a malapena di essere arrivato a destinazione. La cittadinanza aveva organizzato un evento pubblico per osservare il fenomeno astronomico: il giardino pubblico era gremito di gente – soprattutto bambini – che parlottava e faceva la fila ai telescopi schermati montati dagli astrofili. Non sarebbe stata un eclissi totale, ma la copertura del sole avrebbe raggiunto circa il settanta percento. Abbastanza da accorgersene, quindi.
«Benarrivato Takasu!» lo salutò la voce sicura di Yuusaku.
L’interpellato si girò sorridente.
«Ciao Kitamura!» rispose a sua volta.
«Ehi Takasu-kun!»
Eccola, subito dietro Kitamura, Minori Kushieda. Un sorriso gentile, leggermente diverso da quello esagerato che aveva di solito, le abbelliva il viso. Indossava una giacca a vento con una sciarpa rosa e un berretto bianco. Proprio come quella notte…
«Kushieda» salutò lui con un cenno del capo.
«Ami?» chiese Minori voltandosi verso Yuusaku.
«Ha detto che non le andava di uscire di casa solo per vedere una macchietta nera coprire il sole!» rise lui per tutta risposta.
Ryuuji rimase interdetto.
«Quelle due sono proprio uguali…» si ritrovò a mormorare tra sé.
«Cosa, Takasu-kun?»
«No niente, riflettevo a bassa voce»
«Bene» ricominciò Yuusaku sorridente, «l’evento è già iniziato, andiamo ai telescopi!»
L’aria era carica di tensione. Tutti erano eccitati per qualcosa che nemmeno capivano fino in fondo perché, oggettivamente, una pallina bianca coperta in parte da un’ombra nera non era poi questa grande visione. C’era qualcosa di affascinante però, nell’idea che la luna raggiungesse il sole. Lei, così piccola e insignificante, aveva l’ardire di coprire la luce di un astro molto più grande e luminoso. Capitava raramente, ma nulla poteva fermare l’avanzata della luna.
Ryuuji chiese in prestito a un vicino un vetrino affumicato e lo pose tra sé e il sole. Una timida sfera bianca mostrava i suoi chiari contorni, tagliata quasi a metà da un’ombra. Guardò l’orologio da polso: tra massimo un quarto d’ora l’eclissi avrebbe raggiunto il picco massimo. Ruotò il vetrino di poco, come se in quel modo riuscisse a vedere qualcosa di diverso da quello che c’era.
«Non cambia niente se lo giri!»
Ryuuji sussultò al sentirsi arrivare quella voce alle spalle. Minori era lì, dietro la sua schiena – in punta di piedi – intenta a cercare di vedere attraverso lo schermo del ragazzo.
«Vuoi vedere?» gli disse lui porgendogli lo strumento.
«No, grazie, ho già questi!»
Nello stesso istante tirò fuori dalla tasca un paio di occhiali da sole rinforzati con due spessi filtri professionali. Il ragazzo sorrise tra sé: su qualsiasi persona sarebbero risultati ridicoli, solo lei poteva portarli con classe.
«Ufo a ore dodici!»
«Ufo?»
«Sta coprendo il sole proprio adesso!»
«Kushieda…» ridacchiò lui, ormai abituato alle uscite strampalate della ragazza.
L’atmosfera si era fatta ombrosa. Il picco dell’eclissi non era stato ancora raggiunto, ma si poteva percepire molto bene come la luce ambientale fosse calata, come se fosse nuvoloso. Inoltre faceva più freddo. Ryuuji rabbrividì.
Si guardò intorno: i ragazzi che gli avevano ceduto il filtro erano scomparsi, ammassandosi intorno agli strumenti ben più potenti degli organizzatori dell’evento; nel raggio di una decina di metri non c’era più nessuno se non loro due. Persino Kitamura era in mezzo alla folla a snocciolare qualche nozione di astrofisica a un gruppetto di studentesse adoranti.
«Come sospettavo, tu sei uno dei pochi che sa vedere la bellezza delle cose piccole, Takasu-kun»
La voce di Minori lo riscosse.
«Che intendi dire?»
Lei si tolse gli occhiali e li ripose in tasca.
«Che molti rimangono delusi quando vedono il sole attraverso questi vetrini. Senza la sua corona di luce il sole non è altro che un gigantesco pallone… coperto a metà da un altro pallone. “Nulla di che”, dicono»
La rossa si tolse il cappello e guardò in direzione di Ryuuji.
«Ma per te è diverso. Ciò che è insignificante per altri, per te ha un valore immenso. Come Taiga»
Il giovane puntò gli occhi in quelli di lei con un’intensità tale da farla arrossire. Comprese il suo disagio e tornò a guardare un punto indefinito di fronte a sé.
«Sai, Kushieda, quest’estate Kawashima mi disse una cosa che non dimenticherò più: sosteneva che io fossi la luna, tu il sole»
Minori abbassò lo sguardo imbarazzata, ma rimase in silenzio ad ascoltare.
«Diceva anche che se mi fossi avvicinato troppo a te, avrei finito per bruciarmi»
«Non aveva tutti i torti» lo interruppe lei con una punta di amarezza.
Ryuuji colse il cambio di tono e lo usò per rafforzare l’ipotesi con cui era partito. Forse davvero Minori l’aveva scaricato per il bene di Taiga e non perché non provava niente.
«Ma io credo si sbagli. Guarda la luna»
Lui le indicò il cielo e le resse il filtro davanti agli occhi, per permetterle di vedere.
«Luna e sole si incontrano raramente. Ma nonostante questo, lei non si arrende mai e continua ad inseguirlo. Finché un giorno, oggi, non si trovano e si uniscono»
Minori teneva gli occhi fissi sullo schermo che Ryuuji le sorreggeva, cercando di razionalizzare quello che lui aveva detto.
Poi il grido di Kitamura alle loro spalle li raggiunse:
«Takasu! Kushieda! L’eclissi ha raggiunto il picco massimo!»
«Ah, è vero!» esclamò Minori guardando con più attenzione, «Takasu-kun, guarda anche tu»
Lui obbedì e si riappropriò del vetro.
Settanta percento. Il sole era ormai un’unghia, grossa, ma pur sempre un’unghia. La luminosità era scesa ancora e la temperatura anche.
«Vedi Takasu-kun, per quanto la luna possa sforzarsi di raggiungere il sole, in realtà rimarranno sempre lontani»
«A me non sembrano così lontani» puntualizzò Ryuuji gettando un ultimo sguardo allo spettacolo che aveva davanti.
«È solo prospettiva…»
Eccola, di nuovo, quell’amarezza nella sua voce, che tradiva ciò che provava veramente.
Il ragazzo poteva scommettere che c’era qualcosa sotto.
«Accade. Non importa se lo vediamo solo noi, se è vero solo per noi e non in altri punti del pianeta o dello spazio. Sta comunque accadendo. Sta accadendo che la luna ha avuto il coraggio di baciare il sole»
Minori si voltò di scatto verso Ryuuji, rossa in viso per le sue parole.
«Takas…?»
Un bacio la bloccò.
Ryuuji teneva le labbra premute sulle sue con delicatezza, ma senza permetterle di scappare.
Lei provò a liberarsi con un paio di scatti, ma alla fine dovette cedere: lui era sicuramente più forte e, soprattutto, era semplicemente lui. E non era contemplato che arrivati a questo punto Minori potesse resistergli. Così, lentamente, schiuse le labbra e gli permise di approfondire il bacio.
Il ragazzo le circondò la vita con un braccio e la strinse a sé. Questa era la sua vittoria. La dimostrazione ultima che Minori non provava indifferenza verso di lui.
La luce nebulosa dell’eclissi li circondava, pigra. Loro erano come il sole e la luna: attratti senza sosta l’uno dall’altra, si cercavano nel cielo, si sfioravano, si allontanavano; finché un giorno si raggiunsero e si unirono, in un attimo infinito che non si sarebbe ripetuto per molti anni ancora.
Ma, come per il sole e la luna, questa era solo illusione.
Minori se ne rese conto per prima e poggiò la mano sul petto di Ryuuji per allontanarlo.
Avevano entrambi il fiato corto e non avevano idea di quanto erano rimasti uniti. Ma questo non era importante.
«È solo prospettiva, Takasu-kun. Noi non siamo destinati a stare insieme» sussurrò lei abbassando lo sguardo.
Poi si voltò e cominciò a camminare a passo svelto verso la folla di persone che ancora osservava l’apice del fenomeno.
Lui non riusciva a capirla. Cos’era davvero che la spingeva a tirarsi indietro? Che cosa aveva visto che lui non vedeva? Rimase per un tempo indefinito a guardarle la schiena piccola ma robusta che si allontanava da lui, una seconda volta.
Takasu Ryuuji non poteva ancora immaginare che la prossima volta che ne avrebbero riparlato, sarebbe stato lui a mostrare la schiena a lei, allontanandosene per sempre.



 
Note di me.
Viva la vida!
Quanto sono deprimente quando scrivo sulla MinoRyuu, maremma maiala.
E niente, oggi ho visto l'eclissi. Quando ho letto su un sito che veniva definita "bacio tra sole e luna" non ho potuto fare a meno di fangirlare su una MinoRyuu. Il mio Sole e la mia Luna <3
Così, è venuta fuori questa cosuccia. Spero non faccia esageratamente schifo.
Sono graditi i pareri, anche negativi *O*

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... insomma. Mai 'na gioia.
Vabbuò, a presto!
Alex
   
 
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