Capitolo
3
Non vedeva Richard da
quattro giorni ormai, escludendo il momento in cui era trasmigrato
brevemente
per recuperare Gwendolyn
e Gideon e
accompagnarli al ballo. Non avrebbe mai creduto di dirlo a riguardo di
un ragazzo
che non fosse Gideon, ma le mancava.
Adesso, mentre rimetteva
via le sue cose e si preparava per uscire da scuola e tornare a casa,
non potè
fare a meno di pensare a quel bacio che si erano scambiati. Mai nessuno
le
aveva fatto lo stesso effetto.
Era questo ciò che
provava Gwendolyn quando Gideon la baciava? Se era così
adesso capiva perché
quei due si sentissero così irresistibilmente attratti
l’uno dall’altra.
- Ehy, Charlotte, hai
visto quello lì? –
La voce di Cyntia le
giunse alle orecchie come un fastidio cinguettio. Quella ragazza doveva
davvero
imparare a moderare il tono e a non esaltarsi così tanto per
il primo bel
ragazzo che le capitava davanti.
- Ehy, Tigre. –
Quella voce.
Alzò gli occhi,
degnandosi finalmente di guardare nella direzione in cui Cyntia e Sarah
stavano
fissando con gli occhi a cuoricino.
Appoggiato a una moto,
interamente vestito in pelle e con una sigaretta fumante stretta tra le
labbra,
stava Richard.
- Quello è assolutamente
frocio, ne sono sicuro – asserì Gordon, mentre le
ragazze presenti scuotevano
teatralmente la testa. Per lui tutti i bei ragazzi erano gay oppure
imparentati
con tutte le ragazze del mondo, c’era poco da fare.
Così si trattenne dal
rispondergli o anche solo rivolgergli un minimo d’attenzione
e scese la rampa
di scale del patio con studiata grazia.
- Che ci fai qui? –
domandò, suo malgrado incapace di trattenere
l’allegria nella sua voce.
- Una sorpresa. Ho
pensato che potevo passare a prenderti visto che era parecchio che non
ci
vedevamo e che sicuramente sentivi la mia mancanza. –
Sbuffò.
Arrogante.
- Sicuro che non fossi tu
che sentivi la mia mancanza? – lo rimbeccò.
- Ma come siamo
presuntuose – rise, porgendole una mano.
L’accettò, lasciandosi
attirare verso di lui, ma rimase comunque un po’ guardinga.
Era sulle spine:
l’avrebbe forse baciata nuovamente?
No, si limitò ad
accarezzarle il volto e a baciarle una guancia. Poi scese con le labbra
nell’incavo del collo e, persino da dove erano loro,
Charlotte potè sentire
Cyntia che squittiva davanti a quel gesto romantico.
Anche Richard doveva averla
sentita perché le porse il casco di riserva e mise in moto,
poi alzò la voce e
si rivolse direttamente a Gordon: - Tanto per la cronaca, sono etero e
neanche
lontanamente bicurioso; mi spiace se distruggo le tue fantasie
erotiche, amico.
–
Charlotte montò dietro di
lui, cingendogli la vita con le braccia e ridacchiando contro il suo
giubbotto
di pelle. Il resto dei presenti fece eco alle sue risate mentre Gordon
arrossiva e borbottava qualcosa tra i denti.
La moto sfrecciò via,
diretta chissà dove. Quando raggiunsero la destinazione,
Charlotte sgranò gli
occhi.
- Non siamo a Temple. –
- Acuto spirito
d’osservazione, miss Montrose. L’ha capito
dall’assenza della loggia o dalla
mancanza di Guardiani e adepti isterici? –
- Dove ci troviamo? –
Richard lanciò una breve
occhiata intorno a sé.
- Di solito quanto c’è
tanto verde in piena città ci si trova in un parco
– ironizzò.
Charlotte lo colpì con un
piccolo pugno.
- Sta diventando una
mania quella di picchiarmi, eh? Se vuoi mettermi le mani addosso,
almeno fallo
in modo più piacevole. –
- Del tipo? – lo provocò,
sbattendo innocentemente le lunghe ciglia sugli occhioni blu.
- Tipo così –
ribattè,
accarezzandole i fianchi e lasciando scivolare le mani al di sotto
della
camicetta della divisa.
Rabbrividì, stringendosi
contro di lui e cingendogli il collo con le braccia.
- O così – aggiunse,
liberando una mano e seguendo il profilo delle calze che indossava
sotto la
gonna a pieghe.
- O magari così –
concluse, baciandola.
E fu nuovamente beato
oblio. In quel momento nella sua vita c’erano solo loro due,
nient’altro aveva
importanza. Si riscosse solo quando un terribile presentimento si fece
strada
in lei.
- Perché non conosco la
tua versione presente? –
Richard corrugò la
fronte, perplesso, - Stai cercando di dirmi che hai un debole per i
quarantenni? –
Scosse la testa.
- No, scemo. Solo che non
ti ho mai visto alla Loggia e la frequento da anni. Insomma, come fai a
trasmigrare senza cronografo? –
- Semplice, non lo
faccio. Non conosci la mia versione quarantenne perché non
esiste né é mai
esistita. –
- Non capisco. –
Prese un bel respiro,
come se fosse in procinto di dire qualcosa di particolarmente difficile.
- Quello che sto cercando
di dirti, Charlotte, è che io non arriverò mai a
quarant’anni. Ho cominciato a
trasmigrare nel futuro da quando ho scoperto che sarei morto,
così mi sono
rifugiato qui. –
- Come Paul e Lucy che
vivono nel passato? – domandò incerta.
Annuì. – L’idea
l’ho
presa da loro, in realtà. –
Charlotte rimase in
silenzio, cercando di metabolizzare la notizia. Era assurdo, ma
d’altro canto
talvolta la felicità giungeva sotto le forme più
inaspettate. A lei era toccato
un ventunenne proveniente dal passato nonché sfuggito
miracolosamente alla
morte. Un ventunenne incredibilmente sexy, aggiunse prontamente, che la
teneva
stretta a sé come se fosse la cosa più preziosa
del mondo.
- Sono felice che tu
abbia scelto di trasferirti nel futuro e che tu mi sia venuto a
prendere a
scuola e non mi abbia portata alla Loggia ma qui. –
- Dovevo farlo -, ammise,
- Perché da quando ti ho vista non sono più
riuscito a togliermiti dalla testa.
–
La dichiarazione d’amore
che aveva aspettato per così tanto tempo finalmente le
veniva rivolta. Non da
Gideon, come aveva sempre pensato, ma la cosa non le importava. E la
sensazione
era ben diversa da quella che Diamante suscitava in lei. Forse,
dopotutto, era
sempre stata una tipa da Lapislazzuli.
- Non sono un granchè con
queste cose, di solito non faccio dichiarazioni sdolcinate o roba
simile. Ma,
miss Montrose, se lei volesse potrebbe insegnarmi la cosa
più difficile al
mondo. –
- Cosa? – sussurrò a
fior di labbra.
- Potrebbe insegnarmi ad
amare. –
Spazio
autrice:
Eccoci
qui con il terzo e ultimo capitolo di questa mini long. Spero che
l’abbiate
apprezzata e ringrazio coloro che hanno recensito e/o inserito la
storia nelle
preferite e nelle seguite, ma anche coloro che fanno parte delle
schiere dei
lettori silenziosi. Probabilmente tornerò con
qualcos’altro su questa coppia,
ma non vi anticipo nulla. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt