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Autore: Shainareth    16/12/2008    5 recensioni
[Mai HiME - anime] Natsuki calò maggiormente l’ombrello nuovo dinanzi a sé, cercando di coprire il proprio volto a quelli che passavano di lì per non essere riconosciuta, come se si vergognasse di qualcosa.
Sequel dell'ultima shot della raccolta Sotto la neve.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Takeda Masashi, Yuiichi Tate
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Bivio'
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Pioggia




In tutta sincerità, neanche lei sapeva spiegarsi il vero motivo per cui si trovava lì, sotto la pioggia. Nessuno la obbligava a farlo, dopotutto. E tuttavia, se fosse tornata indietro, se ne sarebbe pentita. Era come se un senso di colpa si impadronisse di lei ogni qual volta si affacciava nella sua mente l’idea di lasciare perdere tutto.

   Diversi studenti sfilavano davanti a lei, alcuni frettolosi perché sprovvisti di ombrello, altri più posati, che continuavano le chiacchiere iniziate alla fine delle attività dei vari club. Natsuki calò maggiormente l’ombrello nuovo dinanzi a sé, cercando di coprire il proprio volto a quelli che passavano di lì per non essere riconosciuta, come se si vergognasse di qualcosa.

   Eppure, ne era certa, non c’era nulla di male in quello che stava facendo.

   Si fissò la punta delle scarpe viola e bianche. Il Consiglio Studentesco aveva iniziato i preparativi per organizzare la Cerimonia di chiusura dell’anno scolastico, benché in verità al diploma degli studenti anziani mancassero ancora due mesi. Probabilmente, quindi, Shizuru non sarebbe venuta a conoscenza di quanto ella si stava apprestando a fare.

   E se anche così non fosse stato, tornò a ripetersi, non c’era nulla di male in quello che stava facendo.

   Udì il brusio di alcune voci, ovattate a causa dello scrosciare dell’acqua che veniva giù dal cielo, ed il suo corpo si irrigidì più di prima. Quando due ragazzi uscirono dall’edificio, lei voltò loro le spalle, e quelli posarono un fugace sguardo sulla sua figura prima di avviarsi sotto la pioggia. Dopo di loro, altri studenti delle medie e delle superiori fecero lo stesso, ma la persona che Natsuki stava cercando, non si vedeva ancora.

   Passarono alcuni minuti e la ragazza iniziò a spazientirsi: se tutti gli altri erano usciti, perché lui ancora non si vedeva? Non poteva correre il rischio di rimanere lì troppo a lungo, accidenti.

   Finalmente un’ombra si avvicinò a lei, e la bella motociclista quasi scattò nella sua direzione, alzando di scatto il parapioggia per affrontarla con una certa decisione.

   Ma qualcosa che non aveva previsto abbatté ogni sua difesa.

   «Kuga?» chiamarono in coro i due giovani che l’avevano raggiunta.

   Spiazzata, Natsuki rimase muta.

   «Kuga… Che ci fai qui?» le domandò il maggiore, piacevolmente stupito di trovarla proprio all’uscita della palestra.

   Gli occhi verdi di lei saettarono furiosi in direzione di Yuuichi, come se lui avesse avuto chissà quale colpa. Il biondo comprese, ed un sorriso furbetto si dipinse sul suo volto: ricordava perfettamente che, durante la pausa pranzo, quando il cielo aveva iniziato ad oscurarsi di pesanti nembi, il suo capitano si era lamentato ad alta voce con lui del fatto di non essere riuscito a trovare il proprio ombrello, quella mattina. Questo, subito prima che Yuuichi aveva salutato Mai e le sue amiche, pronte a prendere posto in mensa.

   Natsuki doveva averli sentiti.

   «Ma tu guarda…» sbuffò Tate, togliendo la fanciulla dall’imbarazzo di rispondere. «Mi ero proprio dimenticato che Kanzaki-senpai mi aveva chiesto di raggiungerlo non appena finiti gli allenamenti.» Si diede una spettinata ai capelli sulla nuca. «Capitano, scusami, ma non posso accompagnarti a casa» concluse, cercando di apparire mortificato.

   Masashi corrucciò appena la fronte, ma non se la prese. «Ah, no, tranquillo… Mi toccherà fare un bagno d’acqua, però» sospirò quasi rassegnato, fissando gli occhi al cielo plumbeo e rimpiangendo già l’ombrello che il suo kohai reggeva ancora sul capo di entrambi.

   «Kuga,» iniziò a proporre il biondo, molto più ottimista del proprio capitano, «non potresti farla tu, la cortesia di accompagnarlo almeno per un tratto di strada?»

   Gli altri due rizzarono la schiena.

   «Ma-Magari Kuga ha di meglio da fare…» prese a balbettare Takeda, neanche fosse tornato ai vecchi tempi in cui la sola presenza di Natsuki lo induceva a parlare e a muoversi a scatti.

   I due giovani spostarono la loro attenzione sulla ragazza che, rossa in volto, non sapeva se essere arrabbiata con Tate o meno. Nel dubbio, decise di sì.

   «Allora, Kuga, puoi fare questo favore ad un tuo senpai?» insistette lui, sforzandosi di suonare il più naturale possibile.

   Natsuki si concesse qualche attimo ancora di silenzio. Da una parte avrebbe preferito non dare soddisfazione al sorriso che, a metà fra la tenerezza e lo sfottò, Yuuichi le rivolgeva, dall’altra si ripeteva che, dopotutto, era proprio quello il motivo per cui si era presentata alla palestra di kendo, per potere ricambiare la gentilezza che Masashi Takeda le aveva usato non più di una settimana prima, quando aveva messo a sua disposizione il proprio ombrello per ripararla dalla fitta nevicata che si era abbattuta sulla regione. L’aveva persino accompagnata a Tsukimori a fare compere, ed il parapioggia azzurro che adesso lei reggeva in mano, glielo aveva consigliato proprio lui.

   «Io…» La voce le usciva a fatica, ma si impose di continuare. «Volevo appunto ricambiare quel favore» ammise infine, rifuggendo gli sguardi degli altri due per l’imbarazzo.

   Masashi ne rimase profondamente turbato.

   Pur non avendo idea di cosa lei stesse parlando, Yuuichi colse la palla al balzo. «Bene, allora ci pensi tu?»

   Natsuki, sempre più impacciata ed infastidita dalla sua presenza, annuì in silenzio, facendo sciogliere in un attimo quel sigillo che, a fatica e dopo molto tempo, Takeda aveva imposto al proprio cuore quando aveva deciso di rinunciare a lei.

   «Se è così, io vado» concluse Tate, soddisfatto.

   Ma prima ancora che potesse fare mezzo passo, una voce gentile si intromise nel loro discorso. «Takeda-kun?»

   I tre ammutolirono: Shizuru.

   La ragazza si avvicinò a loro, recando nella mano destra il proprio ombrello e in quella sinistra un paracqua nero, pieghevole. Lo porse al kendoka dai capelli scuri. «Sembra che tu l’abbia dimenticato nell’aula del Consiglio Studentesco, ieri» spiegò.

   Ci volle qualche attimo prima che il giovane immagazzinasse la notizia ed incassasse il colpo, decidendo di prendere l’ombrello. «Oh… grazie... Fujino» rispose con un tono che ne tradì la delusione.

   «Natsuki?» riprese parola Shizuru, spostando su di lei lo sguardo. «Hai tempo da dedicarmi davanti ad una tazza di tè?» La fanciulla mormorò un sì non troppo convinto. «Volete unirvi a noi?» domandò cortesemente la Presidentessa del Consiglio Studentesco.

   Gli occhi di Masashi cercarono quelli di Natsuki, incrociandoli, anche se solo per un attimo.

   «No, grazie, Fujino» disse lui, aprendo il proprio ombrello e muovendo i primi passi per allontanarsi da lì. «Credo che me ne tornerò a casa: la pioggia mi mette di malumore. Preferisco di gran lunga la neve.»













Lanfranco (il mio neurone) stanotte mi ha portata via dal dormiveglia per farmi scrivere questa shot fino alle tre e mezza di notte. Sono esausta, ho sonno. Ma non potevo dire di no a Masashi e Natsuki, proprio no.
Grazie come sempre a chi legge, ed un un bacio a NicoDevil, Gufo_Tave, Chiarucciapuccia, Hanako_chan, Atlantislux (che mi ha fatto da beta, questa volta) e alla mia piccola Hinata_chan per i commenti alla precedente shot. ^^
Shainareth





  
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