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Autore: Grey Wind    16/12/2008    2 recensioni
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hinagiku & Takuro

Lui: occhiali tondi, capelli lunghi e pettinatissimi, non troppo muscoloso, camicia linda e precisa, pantaloni sempre con la piega impeccabile, gli occhi sempre fissi su chissà quale libro.

Lei: capelli sbarazzini e corti, fisico slanciato, attitudini sportive eccezionali, forza da vendere, energia, coraggio.

Insieme: una coppia.

-Hinagiku-san ho sentito dire che stai con Amano-san, è uno scherzo vero?- domandò una ragazza della sua stessa classe con fare canzonatorio.
-Perché dovrebbe essere uno scherzo?- rispose lei, aggrottando le sopracciglia.
-Davvero?! Tu e... e... lui?!-
-Sì, io e LUI! Problemi?- chiese inalberandosi Hinagiku, mostrando il pugno come suo solito quando cercavano di darle torto o di infastidirla.
-N-n-n-noooo... figurati!- balbettò la compagna di classe, defilandosi velocemente.

-Sono stufa! STUFAAAAA!!!- urlò nell'ora di pranzo, prendendo a pugni l'aria con foga.
-Calmati...- le sussurrò Momoko preoccupata... ormai erano giorni che Hinagiku si comportava così per colpa di pettegolezzi e scherzetti ai danni di Takuro.
-CALMARMIII?- ululò, pestando il piede a terra e fumando dalle orecchie tutta la sua rabbia.
-D-d-dai, Hinagiku-chan...- tentò Yuri.
-UFFAAAAA!!! Ora sto meglio!- dopo l'ultima frase si sedette a terra, tra Momoko e Yuri, che la guardarono apprensive.
-Che c'è?- chiese aprendo l'obento.
-Non dovresti far caso a ciò che dicono, siete effettivamente una coppia strana... assortita stranamente...- si corresse la rosa, notando la scintilla di rabbia brillare dentro gli occhi castani dell'amica.
-Forse hai ragione, ma non c'è motivo di avere quelle reazioni... Takuro è un bravissimo ragazzo...- sussurrò arrossendo violentemente al pensiero del suo ragazzo.
-Sei proprio cotta!- commentò Angel Lily, sorridendo sotto i baffi.
-Yuri-chaaaan!!!-
-Ha ragione lei!- ridacchiò Momoko, facendo la linguaccia.
-Ma ce l'avete con me?!- Angel Daisy incrociò le braccia al petto, offesa e rossa in viso.

Nello stesso momento nel giardino della scuola, quattro ragazzi stavano animatamente parlando tra di loro.
“Hinagiku-chan ultimamente è strana...” stava pensando Takuro mentre camminava verso il cortile con il libro di matematica in mano.
-Minna! Guardate un po' chi c'è... Amano!- disse uno di quei quattro, additando il moro.
-Hum?!- sussurrò lui, sentendosi chiamato. La sua espressione mutò non appena si accorse dei quattro.
-Allora, è vero che hai la ragazza?- si disposero in cerchio attorno a lui, ridendo malignamente.
-Non... non credo siano fatti vostri...- forse grazie al carattere forte della sua ragazza stava diventando migliore anche lui.
-Amano, come osi...?- il più grosso lo prese per le spalle e lo buttò a terra, facendolo rotolare nella polvere.
Si rialzò lentamente e tremante, con un graffio sulla guancia destra e gli occhiali con una crepetta.
-Che ne pensate se ci divertiamo un pochetto con lui?!- il più basso e tarchiato strinse i pugni e attese che il moro si rialzasse, ma non andò come voleva poiché un pallone da calcio lo colpì in piena faccia, facendolo cadere.
-Chi è stato?!- ringhiò uno.
-Io, problemi?- rispose un ragazzo dai capelli castani e il fisico perfetto, con dei guanti nelle mani e la divisa da portiere di calcio.
-F-Fuma-san?- balbettarono in coro, terrorizzati.
-Bene, conoscete il mio nome!- esclamò giulivo, avvicinandosi con calma.
-Sarà meglio andare...- e si dileguarono così velocemente da alzare il polverone.
Takuro si alzò lentamente e si spolverò i pantaloni alla meglio, con aria abbattuta.
-Tutto ok?- chiese Yosuke, avvicinandosi.
-Sì, grazie...- si asciugò la guancia sporca di sangue e terra con il fazzoletto che gli aveva regalato Hinagiku... il rosso e il marrone entravano fortemente in contrasto con il bianco lindo del pezzo di stoffa.
-Dovresti medicarti la ferita.- gli fece notare il ragazzo di Momoko.
-Sì, hai ragione... grazie ancora! Forse non sono adatto per una come Hinagiku-chan...- sussurrò rimettendosi in tasca il caro fazzoletto.
-Amano-san, non conosco bene Hinagiku-san quanto la conoscete tu e Momoko-chan, però sono sicuro che se ti ha scelto come suo ragazzo, un motivo ci sarà!- Yosuke sorrise, era un bravissimo ragazzo e Takuro non poté non sorridere di rimando, nonostante i mille dubbi.

-Hinagiku-chan!!! Yosuke-kun mi ha detto che quei teppisti del terzo anno hanno dato fastidio ad Amano-san! Ora è in infermeria, ma non si è fatto nulla di grave, Yosuke-kun lo ha aiutato...- Wedding Peach entrò nella classe tutta trafelata, giusto per dare la notizia all'amica.
La reazione che tutti si aspettavano dalla Tamano era un'esplosione di rabbia, la voglia di picchiare quei tipi sarebbe stata superiore a tutto e tutti.
Invece no.
Sbiancò di colpo e si drizzò in piedi con un'espressione che faceva trapelare tutta la sua paura e la sua angoscia.
Senza dire una parola superò l'amica e uscì, correndo in direzione dell'infermeria.
Nonostante non fosse lontana e la velocità con cui la ragazza correva, sembrava non arrivare mai poiché era attanagliata da mille paure e preoccupazioni.
Arrivò davanti alla porta e la spalancò senza grazia, con forza... come se la volesse spaccare.
-Hinagiku-chan?- sussurrò sorpreso lui, mentre la dottoressa gli stava medicando il gomito sbucciato.
-Taku...- bisbigliò con gli occhi lucidi... non capiva il motivo di questa apprensione, di questa voglia di piangere...
“Piangere?!” si disse, allibita. Ricacciò indietro le lacrime e guardò la sbucciatura piuttosto grande nel braccio: era rossa e sporca, anche se in parte già disinfettata.
-Tu sei la sua ragazza? Io ho da fare, potresti occupartene tu?- si intromise la dottoressa, lasciando il cotone in un ciotolino vicino al letto.
-Certo...- rispose lei, sedendosi nella sedia davanti ad Amano. Non osava guardarlo negli occhi... quei bellissimi occhi che facevano trasparire tutto il sentimento appassionato del ragazzo.
-Cosa è successo?- chiese lei mentre imbeveva il cotone con l'acqua ossigenata.
-Nulla...- rispose schivo.
-Momoko-chan mi ha detto che sei stato picchiato da dei teppisti... fortuna che c'era Yosuke-san...-
-Già...-
-Dovresti imparare a difenderti, lo sai?-
-Scusa se non sono forte... scusa se non sono alla tua altezza! Se non sono capace di essere come te, se non ho il fisico.-
-Ma... ma... non mi serve avere accanto uno forte fisicamente... Takuro non crederai davvero che potrei preferire un tipo muscoloso?!- aveva la mano a mezz'aria, il batuffolo bagnato tra le dita e lo sguardo rivolto ancora al petto del ragazzo... senza sapere per quale motivo non riuscisse a guardarlo.
-Non hai nemmeno la voglia di guardarmi in faccia! Ti faccio così pena?!- si alzò con foga e chiuse i pugni, arrabbiato con se stesso e con la sua debolezza. Con velocità attraversò la stanza... mentre gli occhi castani di Hinagiku indugiavano sulle spalle di lui.
-Takuro! Takuro!- lo chiamò, inutilmente poiché era già uscito. “Baka...” pensò arrabbiata e con i pugni serrati, le braccia tese lungo i fianchi e le lacrime calde che le rigavano le guance vellutate.

Quel giorno non tornarono a casa insieme, nonostante stessero a pochi passi l'uno dall'altra. Lei aveva da fare nel club di giornalismo e si era trattenuta il più possibile nella scuola, per paura di incontrarlo. Non era da lei, ma non voleva vederlo... era certa che lo avrebbe riempito di pugni per averla lasciata da sola.
-Hinagiku-chan... andiamo?- la incitò Momoko, sorridendo.
-Oh, sì...- sussurrò lei, alzandosi e mettendosi la cartella sulla spalla.
-Il vostro primo litigio...- cinguettò Angel Lily, allegrotta.
-Cosa c'è da ridere?- inarcò un sopracciglio.
-Vuol dire che vi volete veramente bene!- rispose lei.
-Tu con Limone non litighi mai però!- le fece notare con il cipiglio arrabbiato.
-Ma noi siamo a parte!- e Yuri cominciò a perdersi pensando al suo bel ragazzo.
-Io e Yosuke invece battibecchiamo spesso, ma poi facciamo subito pace!- si intromise Momoko, allegra.
Hinagiku la guardò obliqua e sospirò sonoramente, pensando all'ingenuità della rosa.
-Vado, sono al bivio per casa mia.- salutò con la mano le amiche e si incamminò solitaria verso la sua abitazione, con i pensieri rivolti a ciò che era accaduto oggi.
Si ritrovò difronte a casa Amano, aveva superato casa sua, assorta com'era.
-Hinagiku-chan?! Cerchi Takuro?- la voce della madre di Takuro la spaventarono e divenne rossissima in volto.
-N-n-n-no...- stavo solo facendo una passeggiata! Uh, come è tardi. Devo scappare... a presto...- e corse via, lasciando la signora sulla soglia imbambolata.

“Che figura!” pensò correndo in camera sua, le guance ancora rosse e il cuore a mille.


La mattina dopo Takuro si svegliò tardi, stranamente per lui.
“Maledizione non ho dormito per niente!” si disse, stropicciandosi gli occhi e scendendo di corsa le scale.
-Mamma non ho tempo per la colazione, a dopo!- e uscì, infilandosi saltellando le scarpe.
Anche Hinagiku non aveva chiuso occhio quella notte.
“Stupido Amano!” si era detta come un mantra. Con gli occhi velati di sonno fece colazione, poi se ne andò senza troppa allegria.
“Per colpa di quel baka sto anche facendo tardi!” cominciò a correre, più veloce che poté, provocando una cortina di polvere dietro sé.
A pochi metri dalla scuola lo vide, accerchiato dai bulli e si fermò a guardarlo, con apprensione.
-Ieri avevi Fuma-san a proteggerti, ma oggi?- e lo presero per la collottola, alzandolo di qualche centimetro da terra.
Con calma Takuro aspettò di essere rimesso con i piedi a terra e guardò il ragazzo con uno sguardo perforante.
-Cos'è quello sguardo sprezzante?- domandò arrogantemente.
Non rispose.
E un pugno gli arrivò dritto sulla guancia graffiata, facendo volare via gli occhiali ma senza farlo cadere.
-Bah... andiamo, non reagisce nemmeno.- e la banda se ne andò, scontenta di non essersi divertita.
Una volta lontani, Takuro si accarezzò il punto ferito e sentì il dolore scoppiare...
-Bravo... ti sei difeso...- sussurrò alle sue spalle la sua ragazza.
-Hinagiku... hai visto tutto?- era imbarazzato e si vergognava come un ladro.
-Sì, sei stato bravissimo...- continuò a dire, sorridendo.
-Ma cosa dici?!- era voltato e non poteva vedere il bel sorriso della ragazza. Non appena si girò lo vide e rimase incantato.
-Ieri non avevo il coraggio di guardarti perché non volevo che tu leggessi la paura nei miei occhi, la preoccupazione che avevo sapendo che ti eri fatto male! Oggi hai dato prova di grande coraggio... è per questo che mi piaci... per il tuo modo razionale di agire.- gli gettò le braccia al collo e appoggiò le sue labbra su quelle di Takuro per un istante, un lunghissimo istante.
-Non è che sei impazzita?- le domandò mettendole una mano sulla fronte, una volta sciolto il contatto.
-Può darsi, ma non farci l'abitudine!- gli fece la linguaccia e scappò via, sotto lo sguardo attonito di tutta la scuola.

Nessuno le avrebbe più chiesto se fosse o meno la ragazza di Amano Takuro.

Fine
  
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