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Autore: Kairyporter    22/03/2015    1 recensioni
Dopo il consiglio di Dembe nell'episodio 2x15 Red decide di dire alla sua Lizzie di aver assunto Tom Keen.
Ovviamente Lizzington!
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Liz stava vicino alla finestra dell’appartamento all’Audrey, sul Potomac. Reddington si era fermato a metà del soggiorno, dandole lo spazio necessario per osservare la sua offerta, aveva il cappotto leggermente aperto, le mani intrecciate. Aveva finalmente accettato di vedere l’appartamento. Non accettato; solo vederlo.
“Ho assunto Tom”
La voce di Red era stranamente normale, come se stesse ordinando del salmone per cena.
Liz si voltò a guardarlo, lo sguardo confuso, ma non arrabbiato. Stava analizzando la frase. 30 secondi che non avrebbero cambiato nulla.
“Che significa: lo hai assunto?”
“Come sorvegliante. Per seguirti. Per osservarti. Oltre cinque anni fa, prima che lo incontrassi. L’ho assunto come intermediario. Ho assunto un uomo dall’aspetto piacevole, non minaccioso, intelligente, all’incirca della tua età in modo da passare inosservato e aggiornarmi su quello che facevi, per il tuo bene. Le persone che frequentavi. La tua carriera. Il tutto senza coinvolgimenti.”
Liz deglutì con difficoltà, strinse i denti. I respiri sempre più accelerati e probabilmente lo notò anche Reddington. E aveva ragione, la confusione sul volto di Liz lasciò posto alla rabbia.
“Berlino ha assunto Tom” Sussurrò dando voce a quelle parole che le martellavano la testa
“Lo abbiamo fatto entrambi” Rispose Red alzando il sopracciglio e cercando di mantenere la voce chiara. Inclinò la testa da un lato facendo un mezzo sorriso. “A quanto pare l’offerta di Berlino era migliore”
Red osservava attentamente Liz. Non si era mossa. Era sempre ferma lì, dalla parte opposta della stanza. Un improvvisa ondata di gelo lo colpì. Capendo che non poteva andare peggio, continuò, gli occhi malinconici. La sua voce era bassa e tremante.
“Non ho mai incontrato l’uomo che era stato ingaggiato per diventare Tom Keen, non sapevo del suo alias, ricevevo solo informazioni. E’ stato Sam a dirmi che ti eri fidanzata con lui, che ti eri sposata… Mi ha anche mostrato le foto. Non mi sono mai piaciuti i suoi occhiali…  Ho pensato che Tom fosse un nome così banale, anche il suono è così… poco romantico…” Smise di parlare ma la mascella continuò a muoversi per un istante. Chinò la testa, rialzandola dopo un sospiro. “Nel periodo del vostro fidanzamento, le informazioni iniziarono a diventare più dettagliate. Poi, dopo il matrimonio, nulla. Mi ci sono voluti mesi per capire che Tom Keen… mi si era ritorto contro. E’ stato reclutato da un avversario…inserendosi nella tua vita più di quanto dovesse fare.” Red fece un passo avanti, guardando Liz con occhi sinceri e imploranti, scuotendo la testa con enfasi. Fece un respiro profondo “Non appena ho potuto rimettere in ordine le mie attività e i miei affari, mi sono mosso… Rivelandomi all’FBI e avvisandoti che non potevi fidarti di tuo lui”
“MI hai mentito” La voce di Liz era fredda e bassa. Red si aspettava emozioni, urla, qualche forma di violenza, ma la calma inquietante che aleggiava nella stanza gli diede un senso di terrore che non immaginava.
“Non l’ho mai fatto” Si affrettò a risponderle facendo un altro passo avanti e scuotendo la testa “Non potrei farlo. Non ti ho mai mentito”
“Hai detto che non sapevi niente di lui”
“Ho detto che ne sapevo poco più di te” La corresse “Berlino lo ha assunto per starti vicino e per entrare nella tua vita, io l’ho assunto per guardare…non per toccare”
Red si pentì immediatamente della scelta delle sue parole non appena vide Liz trasalire. Deglutì cercando di reindirizzare la conversazione. “Non sapevo che l’avesse trasformato. Non l’ho neanche mai incontrato fino a… fino alla morte di Sam” Red aveva considerato l’idea di menzionare la conversazione davanti al caffè in ospedale; la prima volta che aveva parlato con Tom Keen. Aveva conosciuto Tom, e Tom sapeva esattamente chi fosse Reddington. Una cosa alla volta, pensò e rimase in silenzio.
“Perché non me l’hai detto prima? Perché diavolo me lo stai dicendo adesso?” La voce di Liz era forte, con una piccola misura d’incertezza. Lei era ancora ferma, inorridita, osservava Reddington come se fosse il Diavolo, in un abito di tre pezzi, inviato per tormentarla.
“Ho pensato di dirtelo con il tempo, Lizzie. Ho solo…” La mano libera andò a posizionarsi distrattamente sul cappotto. “…Non so cosa sia cambiato oggi,” ammise “Suppongo… che era ora di smettere di pensare e farlo”
“Sono d’accordo per venire a vedere l’appartamento e TU scegli questo momento per dirmelo? Pensi davvero che questa informazione mi faccia accettare qualsiasi cosa, da te?” La sua voce guadagnava forza e volume mano a mano che parlava
Reddington assunse un improvviso atteggiamento difensivo. “Sai, se vuoi davvero dare la colpa a qualcuno per averti dato queste informazioni, posso benissimo chiamarti Dembe…”  Si girò da un lato, scuotendo la testa, mentre il braccio indicava la porta d’ingresso dove, fuori, aspettava Dembe.
“Dopo di te, Tom è stata la cosa più distruttiva nella mia vita, e TU ne sei il responsabile” lo accusò aggirando il tavolo e dirigendosi verso Red. Si fermò a parecchi metri da lui, le dita fortemente premute sulla cicatrice, tanto da rendere le nocche bianche.
“E’ stato sempre e solo destinato a proteggerti…”
“Proteggermi?” sputò con rabbia
“Si” rispose fermamente Red “Ed è per questo che non volevo dirtelo, Lizzie, perché sapevo, SAPEVO che, come avresti ricevuto queste informazioni mi avresti mandato via. Mi avresti bloccato. Tuttavia l’ho fatto perché non potevo raggiungerti, sia di persona che con qualcuno sotto la mia influenza, e se non mi permettono di entrare nella tua vita non posso proteggerti. E’ questo quello che faccio Lizzie… Ogni decisione che prendo è per proteggerti…”
Liz prese una ciotola di vetro poggiata sul tavolino che le stava davanti e la scagliò contro i mattoni a vista del camino, dove si frantumò in mille pezzi. Questo mi piace di più pensò Reddington distrattamente inarcando il sopracciglio.
La porta si aprì, entrambi si voltarono per trovare Dembe, armato, i cui occhi saltavano da Liz a Red con fare interrogativo.
“Siamo apposto Dembe, grazie, se non ti dispiace aspettare un altro po’…” Chiarì l’uomo agitando una mano
“No, Dembe, non siamo apposto” il suo tono non ammetteva repliche “credo che dovreste andarvene”
Le mani di Reddington scesero lungo i fianchi, la sua espressione era tormentata mentre guardava la donna di fronte a lui. “Lizzie, per favore, consider...- ”
“Smettila” il suo tono era diventato basso e freddo. “Sei stato una maledizione fin dal primo momento in cui sei entrato nella mia vita”
Reddington fece un altro passo verso di lei “Capisco che vuoi che vada via…”
“Allora vai”
“Non posso …”
“Reddington, vattene”
“Ho bisogno di dirti…”
Liz cercò di controllare la rabbia, mordendosi il labbro inferiore nel tentativo di rimanere in silenzio. Reddington riuscì a catturare il riflesso delle lacrime non versate nei suoi occhi, scuotendo la testa verso di lui; era un disperato appello per dirgli di fermarsi. Deglutendo riuscì a impostare il tono “qualunque cosa pensi di aver bisogno di dirmi… non riuscirei a sentire nient’altro da te stasera…”
Red aprì la bocca per parlare. Liz alzò il dito ammonitore verso di lui. “Non una parola” chiese, con la voce rotta.
Reddington avanzò lentamente, chiudendo lo spazio tra loro. Liz non si mosse. Lui era in piedi, a pochi centimetri da lei, la guardò negli occhi per un lungo istante prima di alzare la mano sinistra verso il viso della ragazza. Lei si ritrasse un po’, osservando la mano ferma a mezz’aria, e guardandolo con aria confusa. Appena la toccò, il suo pollice accarezzò la guancia, lasciando poi cadere la mano delicatamente sul collo. Abbassò la testa, inclinandola, e si avvicinò come per baciarla. Si fermò così vicino che poteva sentire il suo respiro sulle labbra. Lui inspirò profondamente e aprì la bocca come per parlare, le sue labbra formavano parole silenziose senza cha la voce gli permettesse di rivelarle. Dopo alcuni strazianti secondi di immobilità, scosse la testa e appoggiò la fronte contro quella di lei con un’espressione agonizzane mentre cercava di trovare il coraggio di allontanarsi da lei. Infine, con un unico, profondo respiro, si voltò di scatto, premendosi il cappello sulla testa mentre camminava verso la porta principale.
Reddington fece un cennò a Dembe di precederlo e, senza parlare, eseguì l’ordine. Red oltrepassò la soglia e, senza guardare Liz, sussurrò “Ho solo pensato che dovresti saperlo” Chiudendosi dietro la porta dell’appartamento.
 
 
 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Era talmente bella che non c’è l’ho fatta xD l’ho letta più volte (nonostante non sia ancora conclusa) e ho voluto correre il rischio e tradurla. L’altra FF che sto traducendo, Gestalt, è in una situazione di stallo xD l’autrice mi ha semplicemente detto che “Gestalt ha il fulcrum e non vuole darmelo”. Quindi ho optato per un’altra sua storia che rispecchia perfettamente questa meravigliosa coppia XD calcolando che l’autrice originale aggiorna molto velocemente, tenterò di farlo anche io (anche se non è molto facile ç_ç) Spero di scrivere presto una mia storia su questa fiction, anche se non credo riuscirei a far parlare Reddington come … Reddington xD nel caso ci riuscissi avrete presto mie notizie xD
Baci baci!
   
 
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