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Autore: LadyHellfire    16/12/2008    1 recensioni
Non sono stato capace di salvarlo. "A che cosa sono serviti tutti gli anni di addestramento passati insieme se non mi hanno reso in grado di proteggere la persona a cui tenevo di più al mondo? Non avremmo mai dovuto accettare quella stupida missione..." Una one-shot KilluaxGon senza pretese, scritta per ingannare il tempo in una lunga giornata piovosa^^
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono stato capace di salvarlo.
A che cosa sono serviti tutti gli anni di addestramento passati insieme se non mi hanno reso in grado di proteggere la persona a cui tenevo di più al mondo? Tutto è successo in un attimo, breve come un respiro. Non avremmo mai dovuto accettare quella stupida missione,troppo rischiosa per due ragazzini inesperti, ma eravamo così euforici ed entusiasti...non intendevamo lasciarci sfuggire l’occasione di entrare nella storia degli Hunter. Nessuno avrebbe potuto fermarci, nemmeno il buonsenso.
Fino ad un secondo prima ridevamo come due idioti per una battuta che non ricordo nemmeno chi dei due aveva fatto. Faceva caldo il sole splendeva al di là delle sommità dei frondosi abeti. I suoi occhi castani scintillavano come sempre di gioia e di spensieratezza.
Si è trattato di un attimo.
La lama scintillante ha guizzato in direzione del suo petto per poi affondare nella tenera carne. Il sorriso non si era ancora spento sulle labbra di Gon quando negli occhi cominciava a farsi spazio un lampo di allarme. Ormai era tardi. Ho visto la lama affondare nel suo petto fino a dilaniargli il cuore, e con esso il mio. Ancora non mi rendevo pienamente conto di quello che stava accadendo.
Il suo corpo ha vibrato per un solo istante avvertendo il contraccolpo, poi si è sbilanciato all’indietro cadendo tra il fogliame prima che io potessi afferrarlo. Sembrava fossero passati secoli prima che il suo corpo toccasse terra con un tonfo sordo e allora l’ho udito gemere debolmente il mio nome.
Quel suo esile sussurro mi ha riscosso dal mio stato di apatia per ricondurmi all’azione.
E io ho agito d’istinto: ho eliminato il nemico che ci aveva attaccati per poi precipitarmi a prenderlo tra le mie braccia...ma era troppo tardi, se n’era andato. Senza un addio, un saluto, un’ultima parola di consolazione per la mia anima devastata. Niente. Se n’è andato in silenzio lasciandomi a gridare il mio dolore impotente alla spoglia foresta che ci circondava. Solo con i miei rimorsi.
Scende l’oscurità che avviluppa l’intera radura in tetre spire, ma io non mi muovo dalla mia postazione. Voglio rimanere con lui. Fa freddo, ma nemmeno questo riesce a distogliermi dalla mia contemplazione devota del suo corpo, che stringo maggiormente a me come per scaldarlo.
Rivedo ancora davanti a me il suo viso distorto da una smorfia sofferente , la pelle pallida come la luna chiazzata di sgorgante sangue scarlatto. Come il frutto distorto del mio rimorso sii muove tra gli alberi come se non avesse pace...Il viso di uno spettro che non fa che ripetermi come una cantilena:
-Perchè mi hai lasciato morire?
Il suo sangue macchia il terreno della foresta, scorrendo in piccoli rivoli sulla terra smossa. Era il mio amico, il mio amore...avrei preferito morire io al suo posto, perchè per me la vita senza di lui non ha più senso. Ma la sorte non è stata tanto misericordiosa da donarmi una fine eroica: non sono morto con lui come avrei desiderato. E sono rimasto di nuovo da solo.
-Avevi promesso che saremmo stati insieme per sempre...
Di nuovo l’apparizione avanza verso di me dibattendosi, ormai non è più il Gon che conoscevo...solo un fantasma in cerca della sua giusta vendetta. I suoi occhi sono gli occhi spenti e opachi della morte. Mi ghermisce violentemente urlando con una voce così acuta da perforare i timpani:
- Perchè mi hai lasciato morire?
Lacrime calde mi affiorano agli occhi, non tento neanche di trattenerle e anzi lascio che scorrano libere sul mio viso. Sono lacrime di sangue. Mi dispiace, non volevo...è stato un incidente.
Perdonami se puoi...perdona la mia debolezza... ma non succederà un’altra volta. Adesso so cosa devo fare e prendendo tra le mani tremanti lo stesso pugnale che ti ha dato la morte lo avvicino alla gola.
Aspettami amore, sto arrivando da te.


...


Tremante e madido di sudore apro gli occhi di scatto. In un gesto violento afferro con forza i polsi della persona che mi sta scuotendo tenendomi per le spalle intrappolandola sotto di me per un gesto istintivo di autodifesa.
L’aggressore non cerca nemmeno di difendersi a sua volta, emettendo anzi una bassa risata maliziosa. Improvvisamente mi rendo conto completamente della situazione. Siamo nella casa che condividiamo da tre anni, nel nostro letto e Gon mi sta fissando con aria curiosa, come se si stesse chiedendo dove voglio andare a parare...e lui è vivo!
-Gon...
-Stavi sognando...- mi spiega dolcemente senza smettere di ridere sotto i baffi- ...e da quanto ho capito non era un bel sogno.
-Si...ho appena fatto un incubo terribile...la foresta, il sangue quel pugnale... e tu eri...non avrei potuto più vivere senza di te e poi è comparso quello spettro orribile...- mi zittisce dolcemente appoggiandomi due dita sulle labbra.
-Mangiare troppa cioccolata la sera ti fa male...lo sai?- afferma ridacchiando.
Passo dall’espressione di incredulità ad una lievemente offesa...non si rende nemmeno conto dello spavento che ho preso credendolo morto, anche se era solo uno stupidissimo sogno. E si lo ammetto, ho esagerato con la cioccolata.
-Ah si? Bene posso sempre mangiare te allora- replico approfittando sfacciatamente della mia posizione di vantaggio su di lui per mordergli una spalla.
-Killua!!Smettila, così non vale!!
Lottiamo e ci azzuffiamo come al solito, ma questa volta io ho una motivazione in più per non lasciarmi sottomettere, ed è che non voglio perderlo mai più nemmeno per un istante, nemmeno in uno stupido sogno.
-Gon...posso chiederti una cosa?- affermo dopo un po’, lasciandogli liberi i polsi e ridiventando serio.
-Dimmi.
-Domani...resta a casa con me.Vuoi?
-Ma...la missione che mi hanno affidato? No si può proprio domani. Lo sai che contano su di me...-cerca di protestare.
-Non è importante. Se ne occuperà qualcun altro, tu resta qui con me...per favore- stavolta non voglio sentir ragioni.
-E perchè? – si ostina a voler sapere.
-Perchè, lo sai...- dico avvicinandomi al suo orecchio come se gli stessi per rivelare un segreto, per poi soffiarci dentro -...che io non posso vivere senza di te.



Spazio autrice:
In attesa del prossimo capitolo di Killing Attitude, che sarà anche l’ultimo, ho trovato per così dire l’ispirazione per questa cortissima one-shot^^ Nel finale non sono stata poi così tragica come poteva sembrare dai presupposti...W l’ottimismo...fatemi sapere s evi è piaciuta. Un bacione a tutti, a presto con la conclusione dell’altra fiction che arriverà tra breve!XD
  
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