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Autore: Shainareth    23/03/2015    4 recensioni
Solo dopo rimuginai sul fatto che Boris ci avrebbe divisi in coppie miste, e la mia fantasia di adolescente iniziò a veleggiare verso lidi romantici. Con lo sguardo, cercai Kentin che, rispetto a me, sembrava molto più rilassato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CORSA MISTA




Quella mattina, all’inizio dell’ora di ginnastica, Boris ci fece allineare tutti davanti a sé e, impettito e con i pugni sulle anche, ci fissò con un indecifrabile sorriso sulle labbra. Eravamo piuttosto abituati ai suoi comportamenti alquanto originali, se così è lecito chiamarli, per cui ci eravamo preparati psicologicamente ad una delle sue solite idee strampalate.
   «Vi cimenterete in una corsa mista a tre gambe», esordì difatti, dopo svariati attimi di silenzio. «Ora vi dividerò in coppie e vi darò delle fasce per legare insieme i vostri piedi», aggiunse contento, in risposta ai nostri sguardi interrogativi.
   Non so esattamente come la presero gli altri, ma per quel che mi riguarda, iniziai ad andare nel panico: in ginnastica ero una frana, la peggiore della classe, e per di più temevo che, standomene legata a qualcuno, avrei finito per provocare qualche incidente. Nella migliore delle ipotesi, mi sarei procurata una slogatura alla caviglia.
   Solo dopo rimuginai sul fatto che Boris ci avrebbe divisi in coppie miste, e la mia fantasia di adolescente iniziò a veleggiare verso lidi romantici. Con lo sguardo, cercai Kentin che, rispetto a me, sembrava molto più rilassato. Per forza: da che era tornato dalla scuola militare, nello sport era diventato bravissimo. Io, invece, ero del tutto negata per la coordinazione dei movimenti del corpo e finivo sempre per fare magre figure davanti a tutta la classe. Sperai perciò di capitare in coppia con lui, così che, oltre a potermi crogiolare di un suo abbraccio autorizzato, avremmo potuto bilanciare le forze.
   Il destino mi beffò ancora una volta.
   Decise le coppie, Boris ce le comunicò ed io mi ritrovai affiancata al mio peggior nemico.
   Lo sguardo che mi rivolse Castiel fu più o meno il riflesso di quello che io concessi a lui. «Non starmi troppo tra i piedi», mi avvertì.
   Inarcai ironicamente un sopracciglio. «Difficile, trattandosi di una corsa a tre gambe.»
   Sospirando, si piegò sulle ginocchia e si arrese ad armeggiare con la fascia che avrebbe dovuto unire la mia gamba destra alla sua sinistra, all’altezza delle caviglie. Cercai di non pensare al fatto che avrei dovuto correre abbracciata a lui e feci vagare nuovamente lo sguardo in direzione di Kentin. Non era in una situazione migliore della mia, poiché Boris gli aveva affiancato Ambra che, tra mille strepiti, cercava di attirare l’attenzione del professore per ottenere un cambio di partner. Dopo aver avuto la fortuna di baciarlo e, ora, di poter passare tutta l’ora avvinghiata a lui, aveva persino il coraggio di lamentarsi. Sperai che le si bloccasse la mascella e le cadesse la lingua. O, meglio ancora, che Boris accogliesse le sue lagnanze e decidesse di scambiarci i partner, così almeno io sarei stata in coppia con Kentin e lei con Castiel. Avremmo preso due piccioni con una fava, in effetti…
   Invece, il professore, quel giorno, pareva essere proprio dispettoso. «Signorina Ambra, non sia così infantile! Torni al suo posto, subito!»
   Sbuffando aria dalle narici come se fosse stata un drago, lei fu costretta ad obbedire, e quando raggiunse di nuovo Kentin, gli scoccò uno sguardo di fuoco. «Guai a te se fai qualcosa di scorretto per farmi fare brutta figura!» gli abbaiò contro.
   Lui le rivolse un ghigno beffardo. «Grazie per avermi suggerito l’idea», rispose, facendomi sorridere d’orgoglio.
   Castiel strinse il nodo attorno alle nostre caviglie talmente forte che per poco non persi l’equilibrio e fui costretta ad appoggiarmi alla sua schiena. «Cominciamo bene», borbottò fra i denti, tirandosi su e agguantandomi per le spalle con malagrazia. «Ora, anche se l’idea non mi va a genio, cerchiamo di collaborare, per una volta.»
   Mugugnai qualcosa che avrebbe dovuto fargli intuire che ero d’accordo con lui e mi rassegnai a passargli un braccio attorno alla vita, ripromettendomi di farmi una doccia nel disinfettante non appena sarei tornata a casa. Soprattutto perché puzzava di fumo.
   «Inizieremo col piede destro, va bene?»
   «Sì, capo», bofonchiai di malavoglia.
   «Poco sarcasmo, ragazzina», mi avvisò, innervosito.
   Alzai gli occhi verso il soffitto della palestra e implorai Dio di darmi la forza per affrontare quell’ora che, dal mio punto di vista, si stava rivelando molto più tremenda di un qualsiasi compito in classe.
   «Per prendere confidenza con questo esercizio, provate a raggiungere la parete in fondo», ci ordinò Boris, sordo ai nuovi schiamazzi che venivano dal punto in cui si trovava Ambra. Mi domandai cosa diamine avesse ancora da lamentarsi, quell’oca. «Camminate piano, aspettando i tempi del vostro compagno», continuò il professore, alzando lievemente il tono della voce per coprire quella di lei.
   «Piede destro», mi rammentò Castiel.
   «Ho capito, non sono cretina», sbottai, già stufa di averci a che fare.
   Quando però lui mi diede il via, mossi il piede sinistro e crollammo in terra come due pesi morti, ritrovandoci in un groviglio di gambe che attirò l’attenzione di buona parte della classe.
   «Ti avevo detto piede destro!» mi urlò dietro Castiel, facendo leva sulle braccia muscolose per sollevarsi a sedere.
   «Pensavo parlassi del tuo piede destro!» mi giustificai, arrossendo nel rendermi effettivamente conto che sarebbe stato più logico muovere prima le gambe legate fra loro. «Potevi essere più preciso!»
   Lui fece per avventarmisi addosso, forse con l’intento di schiaffeggiarmi, ma per fortuna Boris mi salvò da quella furia dai capelli rossi. «Vi siete fatti male?» ci domandò anzitutto, avvicinandosi a noi per capire in che condizioni fossero le nostre caviglie.
   «Se gli hai fatto male, te la faccio pagare!» gridò Ambra da dietro le sue spalle.
   Fu ignorata da tutti, meno che da Kentin che, esasperato, ruggì: «Mi hai spaccato un timpano, idiota!»
   A causa di quell’insulto per nulla gratuito, la situazione parve degenerare anche fra loro e poiché Boris non riuscì più a tenere a bada né loro né me e Castiel, che per fortuna non ci eravamo fatti nulla, si arrese all’evidenza e ammise con se stesso di aver commesso uno sbaglio: ci avrebbe cambiato di partner.
   Pronta ad esultare per quell’insperata grazia, fu solo quando vidi Kentin affiancato da Melody che mi rassegnai al fatto che il dio dell’amore ce l’avesse con me. La mia unica consolazione fu che, per lo meno, Melody non aveva alcun interesse per il mio migliore amico, visto che il suo cuore e i suoi pensieri erano tutti per Nathaniel.
   Sospirando, mi voltai verso il mio nuovo partner e corrucciai le sopracciglia. «Non dovrebbe essere una corsa mista?»
   Alexy mi rivolse uno sguardo offeso. «Beh? Guarda che sono pur sempre un uomo.» Lo fissai scettica e lui, con fare spensierato, si chinò a legare insieme le nostre caviglie. «Piuttosto», mi disse non appena tornò ad ergersi sulle gambe, «guai a te se allunghi le mani, eh.»
   Gli assestai un ceffone sulla spalla che lo fece ridere a crepapelle, ma che mi procurò l’ennesima strigliata da Boris, rea com’ero di non riuscire ad andare d’accordo con i miei compagni di classe.












Chiedo venia ancora una volta a chi si aspettava una shot romantica. Prima o poi ne arriverà una vera e propria, promesso. Non aspettatevi drammi e piagnistei, però, ché non sono capace di scrivere roba troppo melensa. XD
Ho già un altro paio di idee che mi ronzano in testa, ma non so se riuscirò a scriverle prima di un due o tre giorni (per mancanza di tempo, soprattutto). Intanto mi affretto a rispondere alle recensioni lasciate in sospeso alle altre shot, quindi non mi resta che ringraziarvi per aver letto anche questa.
Buon proseguimento di giornata! :*
Shainareth





  
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