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Autore: waytotheend    16/12/2008    3 recensioni
Continuai a camminare fino alla fine del corriodoio e poi, senza un reale motivo, bussai, senza staccare lo sguardo dallo smalto rosso che colorava le unghie dei miei piedi. La porta si aprì soltanto dopo qualche secondo e sentii le lacrime risalirmi dalla gola, dove avevo cercato inutilmente di reprimerle. Guardai le converse che stavano davanti ai miei piedi e alzai lo sguardo incrociando gli occhi più profondi che avessi mai visto che mi fissavano da qualche centimetro più in alto. "Tutto ok?", mi chiese il ragazzo proprietario di quello sguardo così dolce e io abbassai di nuovo la testa. "Scusa. Io...scusa". Mi voltai aspettando di sentire la porta richiudersi alle mie spalle ma quando non sentii nulla, mi voltai ancora. Il ragazzo era ancora in piedi che mi fissava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Tenevo le scarpe in una mano e la giacca nell'altra.
I piedi affondavano morbidi nella moquette del lungo e lussuoso corridoio dell'albergo.
Non ricordavo neanche quale dovesse essere la sua stanza, il che voleva praticamente dire che girovagavo per i piani dell'albergo senza sapere dove fossi.
La vista appannata era un chiaro segno del fatto che alla fine avevo ceduto alle lacrime. Era l'ultima cosa che volevo.
Così, prima di imbattermi in lui, cercai di migliorare anche se di poco la mia immagine e così mi passai la mano con cui stringevo la giacca sotto gli occhi e il dorso si colorò di nero.
Se non altro, magari, gli avrei fatto pena e mi avrebbe ripreso con lui, oppure mi avrebbe sbattutto la porta in faccia.
Continuai a camminare fino alla fine del corriodoio e poi, senza un reale motivo, bussai, senza staccare lo sguardo dallo smalto rosso che colorava le unghie dei miei piedi.
La porta si aprì soltanto dopo qualche secondo e sentii le lacrime risalirmi dalla gola, dove avevo cercato inutilmente di reprimerle.
Guardai le converse che stavano davanti ai miei piedi e alzai lo sguardo incrociando gli occhi più profondi che avessi mai visto che mi fissavano da qualche centimetro più in alto.
"Tutto ok?", mi chiese il ragazzo proprietario di quello sguardo così dolce e io abbassai di nuovo la testa.
"Scusa. Io...scusa".
Mi voltai aspettando di sentire la porta richiudersi alle mie spalle ma quando non sentii nulla, mi voltai ancora.
Il ragazzo era ancora in piedi che mi fissava.
"Ti serve una mano?".
Scossi la testa, gesto tutt'altro che consigliato quando ti sbronzi per la prima volta in vita tua e ti senti totalmente confusa.
"Sicura?".
Non gli risposi, ma voltatami ancora, ripresi a camminare andando verso l'ascensore.
"Ehi, aspetta".
Sentii il rumore delle sue converse attutito dalla moquete e in meno di un secondo, mi stava di fianco.
"Stai cercando qualcuno? E' un posto grande questo. Sei con qualcuna delle band del festival?".
Mi fermai e mi voltai verso di lui.
"Non volevo svegliarti. Ho sbagliato stanza, forse anche albergo. Scusa".
"Lo hai già detto".
"Scus...lascia stare. Devo andare adesso".
"Chi stai cercando?".
"Un musicista".
"Lo hai trovato", disse sorridendomi.
Lo scambiai come un gesto gentile per mettermi a mio agio.
"Non sei tu. Ma grazie lo stesso".
"Ha un nome questo musicista? Posso chiedere ad un mio amico se lo può cercare per te. Sei all'ultimo piano dell'albergo e se non lo hai ancora trovato forse non è qui e fuori ci saranno almeno sette gradi sotto zero. Fatti aiutare".
"Perchè mi aiuti?".
"Perchè sembri averne bisogno".
"Deve essere l'eye-liner colato".
"Non me ne ero accorto veramente. Sono state le scarpe in mano".
Sorrise ancora e questa volta mi sentii come se lo avessi conosciuto da anni.
"Allora, posso dire al mio amico di cercarlo?".
"Grazie".
"Vieni".
Si voltò verso la direzione da cui eravamo venuti, e io lo seguii in silenzio fino alla sua camera.
Aprì la porta e mi fece sedere sul divano bianco vicino alla finestra.
"Hai freddo?".
"No", mentii.
Tirai le gambe sulla stoffa fredda su cui ero seduta e lo guardai muoversi per la stanza in cerca del suo telefono.
"Puoi riposarti un pò se ti va".
Alzai gli occhi ancora una volta nei suoi e lo trovai serio e quasi veramente preoccupato.
Non mi fece rispondere,ma mi diede le spalle e ricominciò a cercare in giro.
Gli dissi il nome della persona che stavo cercando e quando finalmente trovò il suo cellullare, la sua voce cominciò a suonarmi sempre più lontana mentre mi sentii scivolare sul divano fin quando non ebbi la testa poggiata su di uno dei braccioli.

   
 
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