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Autore: Evil Devil    23/03/2015    8 recensioni
Raffaello si è accorto che la sua rabbia distruttiva lo sta allontando dalla sua famiglia e deve fare subito qualcosa...
"Perché appena l'ultimo nemico finiva per terra e tutto tornava calmo, nella testa di Raph arrivava sempre quel maledetto pensiero "Sei un mostro e lo sai. Non è solo l'aspetto, ma la tua anima" e queste parole gli rimbombavano nella testa, logorandolo"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gocce di Bromance'
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Raffaello era sempre stato un tipo impulsivo, così quella sera quasi i suoi fratelli non si stupirono quando, dopo aver perso il controllo, cercò di tagliare a fette Michelangelo.
Ovviamente quando tornò in sè restò quasi terrorizzato da se stesso e da quello che aveva combinato, ma il fatto che i suoi fratelli non fossero poi così sorpresi lo portò a riflettere.
Era fuggito su un tetto in cerca di una boccata d'aria fresca e di tante risposte, ma era un'afosa serata estiva, così non aveva trovato nessuna delle due cose.
"Perché io? Perché sembro l'unico in famiglia ad avere un miliardo di dubbi? Leo e Don sembrano sempre così sicuri di quale sia il loro posto e il loro scopo nell'universo e Mikey...beh, è Mikey" Raph cercava di capire dove stesse l'intoppo nel suo ragionamento.
Avrebbe venduto l'anima al diavolo per vedersi spuntare qualche dragone purpureo o una decina di soldati ninja, ma c'era solo il silenzio.
A quanto pare non gli restava che riflettere.
I suoi fratelli avevano sempre cercato di capire quali demoni infestassero la sua mente, perché dovesse costantemente lottare per sentirsi vivo, ma non lo avevano mai capito.
Già dall'inizio della sua adolescenza Raffaello aveva cominciato lentamente a detestarsi sempre di più e a non avere altro interesse che per il combattimento.
Quello sì che lo faceva stare bene: l'adrenalina a mille, il cuore che sembra esplodere, la rapidità dei movimenti del ninjitsu.
Perché appena l'ultimo nemico finiva per terra e tutto tornava calmo, nella testa di Raph arrivava sempre quel maledetto pensiero "Sei un mostro e lo sai. Non è solo l'aspetto, ma la tua anima" e queste parole gli rimbombavano nella testa, logorandolo.
Michelangelo non avrebbe mai saputo che immenso favore gli faceva ogni qual volta che lo faceva arrabbiare e lo distoglieva dai suoi pensieri.
Decise di tornare a casa: non era bravo con le scuse, ma ci avrebbe provato.
Arrivato al rifugio la questione si risolse molto in fretta, cosa che tranquillizzò il mutante.
Sfortunatamente neanche nel sonno il suo tormento lo lasciava in pace, tant'è che sognò di trasformarsi in un'orrenda creatura mutante incapace di riconoscere perfino i suoi cari, proprio com'era succeso a Donatello.
Peccato che per il fratello la colpa era tutta di una strana sostanza che lo aveva contagiato...e lui? Lui aveva paura di diventare così dentro, nel suo cuore già troppo nero.
Ogni volta quella voce, come se qualcuno lo incitasse a strafare, a combattere, ad arrabiarsi.
Cosa doveva fare? Come poteva rimediare? Doveva fare qualcosa per far capire che non era solo la bestia assetata di sangue.
Era il fratello pronto a tutto pur di difenderli, era quello che in fondo si sentiva messo in disparte.
Tanta rabbia per mascherare tanto bisogno d'affetto.

...

Mikey si era svegliato per un incubo diverso dal solito: niente pizze radoattive carnivore stavolta, ma solo un grande senso di solitudine.
Non lo faceva più da qualche anno, ma voleva essere confortato da qualcuno.
Entrò nella stanza di Leonardo: senza né maschera né protezioni Michelangelo sembrava ancora più piccolo in confronto al fratellone.
Provò a chiamarlo più e più volte, ma probabilmente si era allenato allo sfinimento e non lo avrebbe svegliato neanche un'incursione di Shredder in tutù.
Mikey rise imaginandosi la scena, ma non riuscì a scacciare la brutta senzazione del sogno.
Stesso risultato anche per Splinter, probabilmente si erano allenati insieme, così provò da Donnie.
Non era nella sua stanza ma al laboratorio, dove era alle prese con qualche strana invenzione.
Quando era in quella stanza Donnie entrava in trance, così dopo averlo chiamato un paio di volte si arrese e abbandonò i suoi propositi. Mentre tornava nella sua camera Michelangelo passò davanti alla porta di Raffaello.
Si fermò, alzò la mano a mezz'aria...ma non bussò. Non aveva voglia di farsi insultare dal fratello, si sentiva già spaventato per conto suo. Proseguì con passo pesante fino alla sua stanza e si accucciò sul letto, sentendosi tremendamente solo. Poi...qualcuno bussò piano. -Leo, ti sei svegliato!- Mikey alzò la testa dalle ginocchia rannicchiate, improvvisamente sorridente.
Ma non era Leonardo. -Ritenta, fratellino- l'appellativo fratellino poteva essere di Donnie, ma la voce era inconfondibile. -Raph??- esclamò perplesso Michelangelo, cominciando a pararsi con un cuscino in via preventiva mentre l'altro apriva la porta.
Era perché si era messo dietro la sua porta? La giovane tartaruga pensò che dovesse essere così, d'altronde Raph aveva il sonno molto leggero. Il fratello si era avvicinato lentamente e si era seduto sul letto.
Non sembrava arrabbiato...cosa stava tramando?
-Ti ho sentito gironzolare per i corridoi: hai fatto uno dei tuoi soliti incubi?- il tono quasi paternalistico con cui Raffaello pronunciò quelle parole fece cadere la madibola di Mikey -Okay, non so come voi Kraang possiate farlo, ma vi ho scoperti!- disse mettendosi in piedi e afferrando i nunkachu sul comodino -Sul serio, come lo fate? è un robot o lo controllate mentalmente in qualche modo?!-.
Raffaello ci rimase di sasso: che lui facesse qualcosa di buono era fuori questione per i suoi fratelli! -Mikey, sono io! Volevo sapere se era tutto a posto!- disse quasi disperato Raph e l'arancione lo scrutò con i suoi occhioni celesti. Sembrava proprio triste.
-Ho sognato che eravate spariti tutti. Sensei, voi tre, April, Casey...come se foste evaporati nell'aria- Raph gli diede la cosa più vicina ad un abbraccio che avesse mai fatto, lasciando entrambi di stucco.
-Mikey, sono tuo fratello proprio come Leonardo, lo sai?-.
Le due tartarughe si addormentarono nel letto di Michelangelo dopo aver scherzato per delle ore.
Nessuno dei due fece incubi, quella notte.



Ehilà, volevo solo avvertirvi che ho fatto un casino tra l'universo 2003 e 2012: Donnie trasformato in mostro è del 2003, il resto è del 2012. Pardon.
  
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