Were hearts made whole just to break?

 

 

 

Le ciglia di Ritsuka fremevano contro il collo.

Era un solletico leggero come il formicolio dei muscoli ancora assopiti, che gli ricordava le sue fantasie di bambino, con immaginarie mattine passate, prima di andare a scuola, a rigirare vuotamente il cucchiaino nel latte e miele, sbadigliando.

 Lo strinse al petto con delicatezza solo quando lo sentì arrendevole tra le sue braccia, appoggiando il mento sopra la piccola testa morbida e profumata. C’era un odore sfuggevole, dolcissimo e infantile, come di sapone e frutta fresca, estiva.

Eppure Ritsuka era un bambino diverso, più simile a lui di quanto gli avrebbe augurato.

Soubi sapeva che non beveva il latte col miele, che i suoi genitori non l’accompagnavano a scuola, che non aveva il tempo per godersi il torpore stanco e rilassato del sonno. Ma, per lui, Ritsuka era sinonimo di futuro. Non era associato al ricordo, ma era sfuggente e approssimativo, del tutto nuovo.

Non riusciva a prevedere le sue decisioni, non si avvicinava né al maestro né a suo fratello. Era spiazzante per uno che non aveva fatto altro che nascondersi dietro ad un viso inespressivo.

La cicatrice, sotto le bende, pulsò appena ma il solletico la base la placò, con dolcezza disarmante.

Soubi strinse le palpebre, vergognandosi di desiderare piangere su Ritsuka. Era una commozione nata naturalmente, senza forzature.

Era cosciente dell’esistenza di un tempo prossimo che portava cambiamento e speranza; e nel suo cuore, per la prima volta, era stato scavata una piccola fessura da quelle piccole mani che non appartenevano ad un ragazzino comune, che sapeva di biscotti senza mangiarne mai e che, come il futuro, lo impauriva e lo eccitava.

A colui che gli aveva incrinato il cuore, avrebbe dato la sua vita, perché non era mai stato così sereno con un cuore intero e inutilizzato.

 

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*

 

 

Non so se è Shounen-ai. Visto i protagonisti, direi di sì. L’amore di base tra i due è un affetto molto dolce, certo, non riesco a vederlo molto nei loro baci quanto nei piccoli gesti e nelle parole.

Oddio, cosa mi tocca fare per la Vale.

Dunque. Oltre al due a uno, questa breve flash-fic è il regalino modesto di Buon Natale alla carissima Vale.

Buon Natale, Madrina mia! <3

E ricorda che a Natale si mangia panettone, niente patatine alle arachidi!

 

Letizia