LONG
CHERISHED DESIRE
Trafalgar
Law, ormai più di un decennio fa, aveva preteso di entrare a far parte
della
ciurma che ora stava annientando, essendo stato totalmente incurante
della
propria vita di fronte alla consapevolezza dell’approssimarsi della sua
fine e
con la ferma intenzione di distruggere quella altrui. Il suo cuore era
stato colmo
di un’accecante sofferenza e oscurato da un odio profondo di cui aveva
cercato
di liberarsi nella maniera che più gli era convenzionale.
Donquixote
Doflamingo in quell’istante era a terra di fronte a lui e, per una
volta,
finalmente, era lui ad osservarlo dall’alto in basso. Eppure neanche
così era
riuscito a farlo inginocchiare di fronte alla sua colpa.
Lo
stesso Doflamingo che in un passato, remoto ma non per questo
annebbiato, era
stato il primo a riconoscere le sue potenzialità e ad accettarlo per
quello che
era. Sarebbe diventato la sua mano destra tra dieci anni, aveva detto
allora, e
Law gli aveva creduto; eppure ora era quella stessa mano che avrebbe
dovuto
star fornendogli sostegno a condannarlo a morte. Ormai non sarebbe
potuta
andare in nessun’altra maniera, quella era la sua diagnosi assoluta.
Trafalgar
Law non poté impedire a sé stesso, per un istante, uno solo, di
ripensare ad
alcuni eventi che credeva di aver seppellito negli angoli più reconditi
della
sua mente: l’altro pirata che sorridendo lo osservava e lo sosteneva
mentre
studiava, i brindisi che avevano condiviso per i loro successi, persino
l’occasione in cui Doflamingo gli aveva salvato la vita da quel tale
Wellington
dalla miserevolmente bassa taglia che non si avvicinava neppure
minimamente a
quella attuale del Chirurgo della Morte. Ma Law aveva pianto, quella
volta,
eppure non rammentava più se fosse stato per la vergogna verso le sue
scarse
abilità o per il sollievo di veder accorrere l’altro in suo soccorso.
Non
si concesse di andare oltre, Law, e si lasciò sfuggire le accuse che da
molto
aveva voluto rivolgergli. Non sorrise, Doflamingo, mentre nel
rispondergli
rinvangava i motivi per cui aveva posto la parole fine alla vita di
Corazón. Il
moro lo guardò dritto negli occhi che non si scorgevano da dietro le
lenti
degli occhiali, conscio però del fatto che il suo sguardo stesse
venendo ricambiato,
quando pronunciò la verità che entrambi conoscevano:
-Ma
tu sapevi che
Cora-san non avrebbe mai premuto davvero il grilletto…-
La
caratteristica risata del biondo rimbombò nell’area circostante,
accompagnata
da colpi di tosse, mentre a fatica puntualizzava un concetto che non
aveva mai
espresso prima d’allora verbalmente nonostante ci avesse più volte
riflettuto
sin da quanto lo aveva incontrato per la prima volta.
-Dopotutto… io e te siamo uguali.-
Quelle
parole non sorpresero Law e, anzi, sembrava quasi come se le sue
orecchie
venissero cullate da esse e la sua determinazione ne venisse
rinvigorita. Corazón
l’aveva allontanato da Doflamingo per varie ragioni, e il moro sapeva
che una
di queste era stata il desiderio che non fosse troppo tardi per Law,
che non
venisse influenzato dalla mentalità di Doflamingo. Esattamente come
aveva
voluto salvare il fratello. Eppure, forse, era arrivato troppo tardi
per
questo, poteva addirittura darsi che le cose stessero così sin da prima
che i
due si conoscessero, che i due avessero già menti e personalità affini.
-Sì.
E mi sta
bene. Quel giorno… quello a morire saresti dovuto essere tu!-
Trafalgar
Law e Donquixote Doflamingo erano uguali, nessuno dei due disponeva
della
sufficiente apertura mentale che era necessaria per essere in grado di
perdonare un tradimento: questa volta sarebbe stato il turno di Law di
dimostrarlo con i fatti.
Le
labbra insanguinate di Doflamingo si inclinarono e separarono per dare
vita ad
uno dei suoi tipici sorrisi.
-…Dovrei
dirti le
parole che vuoi così disperatamente sentire, Law?- domandò
con il
tono di voce sarcastico di cui amava far uso. Grazie alle parole che
seguirono,
Law trovò le forze di sferrare l’attacco finale per poi esaurirle e
lasciarsi
cadere al suolo.
Nonostante
avesse appena vinto e realizzato il desiderio che aveva lungamente
avuto a
cuore, non provò nessuna soddisfazione in quanto non aveva compiuto
nessun
passo avanti: quella sofferenza e quell’odio non avevano trovato la
pace attesa
con la morte di Doflamingo, rimanendo contrariamente fermamente
ancorati dove
avevano arso per anni.
Non
era uno stupido, Trafalgar Law.
Comprendeva
perfettamente quanto fosse ironica la situazione che gli si presentava
davanti.
Anche
quella volta, in quello che sarebbe dovuto essere il glorioso trionfo
della sua
vendetta, Doflamingo si era intromesso ostacolando il suo
compiacimento: per
quanto assurdo sembrasse, lo aveva
aiutato.
Non
solo Doflamingo, in smodate occasioni in quella dannatissima giornata,
aveva
mancato più volte i suoi organi vitali in numero superiore a quelle
concesse per
venir relegate superficialmente come semplice coincidenza, ma gli aveva
persino
detto esattamente ciò che, proprio come aveva giustamente supposto, Law
avrebbe
voluto sentirsi dire da lui.
No,
quello che Law aveva avuto bisogno di
sentire, incitandolo quindi a compiere il gesto che avrebbe, anzi,
aveva,
sentenziato il termine della sua vita.
Un’inclinatura
delle labbra totalmente assente di qualsiasi emozione comparse sul suo
volto
stanco.
Tempo
fa, Doflamingo aveva affermato di fronte a lui che Corazón era il suo
prezioso
fratello minore e che avrebbe condotto alla morte chiunque avesse osato
torcergli anche solo un capello.
Trafalgar
Law sbuffò svogliatamente.
Il
bastardo aveva predetto la sua stessa morte. Davvero, l’ironia.
FINE
Premetto che ho cercato
di essere
il più oggettiva possibile.
… Eppure
non sono particolarmente convinta di esserci riuscita X°D
Ma, come
sempre, direi di cominciare dall’inizio. Come premesso, questa storia
contiene
forti spoiler ed è deliberatamente ispirata dall’ultimo capitolo uscito
di One
Piece, com’era anche sospettabile dal titolo: i dialoghi
diretti sono estratti da esso, ma potrebbero discostarsi
leggermente dalle scan italiane visto che personalmente seguo quelle
inglesi e
di conseguenza le ho tradotte io. Per i fatti che ho descritto/citato,
non ho
inventato quasi nulla o almeno ci ho provato: il nome di Wellington, ad
esempio, l’ho visto sull’avviso di taglia che c’era nella scena
originale del
manga. Ma visto che ho una pessima vista, correggetemi se ho letto male
XD
Quello che sì mi sono permessa di fare è stato interpretare alcuni
momenti a
piacimento.
Onestamente,
probabilmente per la prima vera volta, mi ritengo abbastanza
soddisfatta di
quello che ho scritto, e spero che vi sia piaciuto e che vorrete
farmelo
sapere. Mi sono divertita molto nel creare questa storia! Naturalmente
porta spalancata anche alle critiche nel caso l’abbiate trovata
insensata. Dato
che non voglio annoiarvi con le troppe chiacchiere, ho inserito qui
infondo
alcuni miei pareri a disposizioni di chi vorrà leggerli e scambiare
opinioni.
^^
Ringrazio
fin da ora chi deciderà di concedermi la gioia di una recensione,
e anche
chi qui si ferma ma si è preso il disturbo di leggerla.
Grazie di
cuore! (:
LA
RELAZIONE TRA
DOFLAMINGO E LAW
Infondo
sono convinta che Law odi Doflamingo per quello che ha fatto Corazòn,
ma è
innegabile che in passato lo stimasse e suppongo che almeno minimamente
si sia
affezionato a lui prima, quindi credo
che la sua uccisione gli provochi sentimenti contrastanti che ho
cercato di
illustrare qui, anche se chiaramente non sono tali da impedirgli di
farlo. E
adoro l’idea che Doflamingo, anche all’ultimo, abbia voluto rovinargli
il
piacere finale aiutandolo con la
provocazione. Le shippers della Doflamingo/Law possono anche leggerla
diversamente, ovvero ritenendo che infondo Doflamingo ci tenga in
qualche
maniera a Law. Tuttavia mi sento di discostare, almeno in questa
occasione
precisa, almeno parzialmente da questa visione romantica. Amo
profondamente il personaggio
di Doflamingo, dato che lo ritengo dannatamente realistico
e umano visto
che incarna una malvagità che non si può negare che esista e di questa
fa la
sua forza, è seriamente intelligente e calcolatore ed è in grado di
valutare
razionalmente sia le persone e la loro utilità che le situazioni.
Attualmente,
si può dire che Doflamingo ci tenesse a Law e abbia cercato di
risparmiargli la
vita più volte, ma sono convinta sia unicamente perché è il possessore
dell’Ope
Ope no Mi; infondo lo vuole dalla sua per usarlo, ed in un modo che
farebbe
morire Law. Un po’ com’è successo a Monet. Non significa che non sia in
grado
di affezionarsi alle persone, ma semplicemente che i suoi scopi e il
proprio vantaggio
vengono di fronte ad esse. E, datemi della sciocca, ma in qualche modo
mi piace
anche questo di lui.
SPETTEGOLANDO
SUL
CAPITOLO
Confesso
di amare gli scambi di pareri, quindi se qualcuno volesse farmi sapere
la sua
opinione sul nuovo capitolo o sulla saga di Dressrosa in generale
sappia che
sono più che disposta a parlarne: è fantastico poter condividere
opinioni e
preferenze con qualcuno che ama il tema quanto te! *-* È indifferente
se per
recensione o MP, il bello è parlarne! : D